Kosovo dei giorni nostri

“Coscienti della sempre più ristretta area di interesse mediatico che ha oggi la situazione in quell’area balcanica, perseveriamo nel fornire informazioni e documentazioni.
Perché, molti si possono chiedere? Pensiamo che ci sono almeno quattro motivi concreti per continuare questo impegno:
1) E’ un area geograficamente a noi contigua come Paese, e ciò che vi accade o vi può accadere, non può non riguardare i Paesi intorno, perché qualsiasi evoluzione o involuzione della situazione lì, ha conseguenze dirette o indirette, in tutti gli aspetti: politici, economici, militari, sociali, nel nostro Paese e nella nostra società. E, come si può comprendere dalla lettura degli avvenimenti e della situazione, è un area potenzialmente esplosiva e foriera di nuove violenze e conflittualità, che possono destabilizzare politiche ed equilibri internazionali, in cui l’Italia e tutti noi, saremo obbligatoriamente coinvolti.
2) E’ un area di scontro geopolitico e geostrategico nel confronto tra logiche politiche imperialiste e potenze che non accettano la subordinazione a queste. In concreto, nel Kosovo vi è anche un confronto sottile ma frontale tra gli interessi strategici della potenza Russia e quelli di USA/NATO/Occidente… che non coincidono. Quali che saranno gli sviluppi l’Italia ne sarà parte, anche perché interni all’apparato militare NATO, con tutto ciò che ne conseguirà.
3) Perché lavorare per la verità, significa lavorare per la giustizia, e senza verità non vi può essere giustizia. E senza giustizia non vi può essere pace per i popoli. Quindi un lavoro per la pace e l’amicizia tra i popoli, è una prospettiva concreta di impegno per un mondo e un futuro migliore per i nostri figli.
4) Per un lavoro di Memoria Storica, perché non bisogna mai dimenticare che l’Italia è direttamente responsabile per la situazione e le sofferenze della gente di quell’area, in quanto Paese aggressore nel 1999, e con le sue 1381 missioni militari di bombardamenti, ha contribuito alla devastazione e immiserimento di quelle genti. E in questo Paese chiamato Italia, è una forma culturale e storica, NON fare i conti con la propria storia e le proprie responsabilità storiche, come è stato sempre uso nella storia, per ogni popolo e Paese.”

Editoriale di Kosovo Notizie – n.3 – Autunno 2010, a cura del Forum Belgrado – Italia.

4 thoughts on “Kosovo dei giorni nostri

  1. Ho letto recentemente il testo “Il dramma del Kosovo” scritto da Thomas Benedikter, del 1998, e mi ha incuriosito la storia di tale chiamiamola “Provincia”: sicuramente una storia tragica e ancora oggi irrisolta dal punto di vista sia di politica interna che di politica internazionale. E’ chiaro che devo acquisire ulteriori informazioni per conoscere meglio la situazione ma già fin d’ora mi sento partecipe del dramma di quella popolazione alla quale in ogni caso mi sento emotivamente vicino. Vorrei, ripeto, avere maggior conoscenza della situazione e quindi cerco di approfondire la mia conoscenza della situazione acquisendo il maggior numero di informazioni possibile. Per il momento apprezzo anche articoli simili che comunque aiutano a comprendere meglio la problematica che sta alla base della ingrovigliata situazione di quella regione.

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  2. il Consiglio d’Europa scopre l’acqua calda:

    BELGRADO, 14 dicembre (Reuters) – Alla fine degli anni 90 il primo ministro del Kosovo Hashim Thaci era capo di un gruppo criminale in stile mafioso coinvolto in omicidi, pestaggi, traffico di organi e altri reati: lo dice un rapporto all’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa diffuso oggi.

    Un’accusa immediatamente smentita dal governo kosovaro, che ha definito il documento diffamatorio e ha minacciato querela.

    Il rapporto, ancora in bozza, che giunge all’indomani della proclamazione da parte della Commissione elettorale del Kosovo della vittoria del partito di Thaci nelle prime elezioni da quando è stata proclamata l’indipendenza, accusa le potenze occidentali di complicità per aver ignorato reati che risalgono ai tardi anni 90.

    “Thaci e questi altri membri del ‘Gruppo di Drenica’ sono consistentemente indicati come ‘attori chiave’ in rapporti di intelligence sulle organizzazioni criminali simil-mafiose kosovare”, dice il rapporto.

    “Abbiamo scoperto che il ‘Gruppo di Drenica’ aveva come capo o, per usare la terminologia delle reti di crimine organizzato, il suo ‘boss’ il celebre politico e forse la più riconosciuta personalità a livello internazionale dell’Uck, Hashim Thaci”.

    L’Esercito di Liberazione del Kosovo (Uck) guidò la guerriglia contro la Serbia nella guerra del 1998-99 in cui Belgrado perse il controllo del territorio che ritiene ancora la patria della propria cristianità ortodossa.

    Il governo del Kosovo ha risposto dicendo che il rapporto è senza fondamenta e diffamatorio.

    “Il governo del Kosovo e il primo ministro Hashim Thaci faranno tutti i passi necessari… per respingere le ingiurie di Dick Marty, tra cui mezzi legali e politici”, dice un comunicato dell’esecutivo kosovaro.

    Dick Marty è il relatore speciale sugli affari legali e i diritti umani del Consiglio d’Europa, che ha elaborato il rapporto.

    Il Consiglio d’Europa, che ha sede a Strasburgo, in Francia, è stato istituito nel 1949 per promuovere la democrazia e il ruolo della legge negli stati membri.

    qui la versione in lingua inglese del rapporto in questione (disponibile anche in francese):
    http://assembly.coe.int/ASP/APFeaturesManager/defaultArtSiteView.asp?ID=964

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  3. a proposito delle recenti elezioni legislative e delle prospettive per il Kosovo:

    “A denunciare irregolarità e brogli a favore del Pdk di Thaci sono stati i rappresentanti di varie forze politiche e preoccupazione per questo hanno espresso le delegazioni di osservatori sia dell’Europarlamento che della rete europea di monitoraggio “Enemo”.
    Sono poi scoppiati scontri nel centro di Pristina fra sostenitori del Partito democratico del Kosovo (Pdk) del premier uscente Hashim Thaci e della Lega democratica del Kosovo (Ldk) del sindaco della capitale Isa Mustafa.

    Per separare i contendenti – i sostenitori di Thaci hanno bruciato i poster elettorali dell’Ldk – e’ intervenuta in forze la polizia, che ha bloccato diverse strade del centro città.
    I simpatizzanti del Pdk avevano festeggiato la vittoria con caroselli di auto a clacson spiegati, sventolio di bandiere e lo scoppio di petardi.
    In serata il leader dell’Ldk Isa Mustafa aveva contestato il successo del Pdk, e i suoi sostenitori erano scesi a loro volta in strada per celebrare la vittoria.

    Questa la cronaca dell’ultimo esempio di “nation building” voluto dalle “democrazie” atlantiche.
    Intanto, però, povertà e corruzione continuano a condizionare in negativo lo sviluppo del Kosovo, frenando il suo cammino verso l’integrazione europea.
    Secondo la Banca mondiale, “il piccolo paese balcanico e’ tra i più poveri d’Europa, con una disoccupazione al 47%, stipendi bassissimi per professori e medici, pensioni miserabili, e con la gran parte della popolazione che vive con 0,93 euro al giorno.

    L’economia del Kosovo resta largamente dipendente dagli aiuti dell’Occidente e dei grandi Istituti finanziari internazionali, in primo luogo Fondo monetario internazionale (Fmi) e Banca mondiale.
    La corruzione dilagante e la diffusa criminalità, unite al persistere di una marcata instabilità nel nord del paese – dove più aspra e’ la contrapposizione etnica tra la maggioranza di popolazione serba e la componente kosovara albanese – frenano gli investimenti stranieri, ritenuti determinanti per alleviare la povertà, elevare il livello di vita e accelerare l’integrazione europea del Kosovo.”

    Dall’arrivo nel paese della missione europea Eulex si e’ intensificata la lotta alla corruzione, che ha investito le sfere più alte del potere.
    Lo scorso ottobre il governatore della Banca centrale é stato destituito dopo il suo arresto e un periodo di detenzione con accuse di corruzione; analoghe accuse hanno riguardato il ministro delle telecomunicazioni e altri funzionari in vista del governo di Pristina.
    Sei persone sono state arrestate, poche settimane fa, in relazione al traffico di organi ai danni dei serbi rapiti subito dopo la fine della guerra del 1999 (ma qualcuno fu rapito anche nel 1998, prima dello scoppio delle ostilità).

    In un sondaggio effettuato dall’Istituto demografico del Kosovo (Kdi), il 73% degli intervistati ha detto di ritenere che il livello di corruzione dal 2007 é aumentato e solo l’8% pensa che esso si sia ridotto.
    Partiti, parlamento e apparato giudiziario sono gli organismi ritenuti più corrotti, mentre ong, ambienti religiosi, polizia e forze armate vengono considerati i settori meno interessati dalla corruzione.
    Dal sondaggio é emerso che per il 61% degli intervistati le misure anticorruzione del governo non hanno avuto alcun effetto, rispetto a un 32% che pensa invece il contrario.

    Ma ciò che inquieta più di tutto è quanto potrà accadere nella prossima primavera.
    “Gli americani sono preoccupati per una possibile spartizione del Kosovo a causa della debolezza e dell’indecisione dell’Europa”: è quanto e’ emerso da documenti diffusi dal sito Wikileaks e pubblicati dal quotidiano britannico “Guardian”.
    Gli USA, stando a tali documenti, temono che l’Europa possa cedere alle pressioni dei serbi per una spartizione del Kosovo, cosa questa che porterebbe a violenze interetniche con la popolazione albanese.
    I serbi, in un tale scenario, assumerebbero il controllo del nord del Kosovo, a maggioranza di popolazione serba.

    Secondo i documenti pubblicati dal “Guardian”, Jovan Ratkovic, consigliere internazionale del presidente serbo Boris Tadic, avrebbe prospettato un tale sviluppo degli eventi alla responsabile della politica estera della UE Catherine Ashton, sottolineando al tempo stesso all’ambasciatore americano a Belgrado Mary Warlick che i serbi del nord Kosovo non accetteranno mai l’indipendenza del Kosovo e un governo di albanesi.
    Secondo Ratkovic, “Belgrado deve accettare il fatto che non potrà più governare in Kosovo, mentre Pristina da parte sua deve capire che non potrà governare anche sulla parte nord del Paese”: Insomma Wikileaks come megafono dei desiderata USA …

    da Kosovo: lo scontro USA-Russia in un’Europa imbelle,
    di Stefano Vernole
    http://www.eurasia-rivista.org/7389/kosovo-lo-scontro-usa-russia-in-uneuropa-imbelle

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