Elk River e il giallo della Trisaia

 

Dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, all’Ambasciatore degli Stati Uniti d’America in Italia, Ronald Spogli
(6 Febbraio 2006)

“Egregio Signor Ambasciatore, Vi scrivo per richiamare la vostra attenzione su una questione su cui l’ambasciata è probabilmente già informata. Si tratta di una questione molto importante per il governo (italiano) anche dal punto di vista psicologico. Avvieremo presto il trasferimento dei nostri rifiuti nucleari, attualmente conservati in Piemonte e in Emilia Romagna, in Francia. Il combustibile esaurito resterà in Francia fino al 2025 almeno, quando l’Italia dovrebbe avere un proprio sito di stoccaggio di scorie nucleari. Questa notizia sta causando le proteste nel sud (Italia). Infatti, sessantaquattro barre di torio-uranio di combustibile esaurito sono custodite nel sito ITREC (Trisaia Research Center) a Rotondella (in provincia di Matera), e queste barre non possono essere riprocessate in Europa. Si tratta di combustibile arrivato in Italia dall’impianto di Elk River (Stati Uniti) nel 1970, nel quadro di un progetto condiviso, che fu poi abbandonato, tra CNEN (oggi ENEA – l’Ente per le Nuove tecnologie, l’Energia e l’Ambiente) e l’AEC (Atomic Energy Commission – USA) (ora DOE). Centinaia di barre simili, che contengono l’uranio-235 al 93% e addirittura fino al 95% combinato con il torio, sono attualmente conservate presso il sito americano fiume Savannah.
Abbiamo chiesto alle autorità statunitensi (il Presidente e il DOE) di trasferire in quello stesso sito anche le poche barre conservate a Rotondella, che possono essere contenute in due soli “cask” conformi alle esigenze degli Stati Uniti per lo stoccaggio e il trasporto. Italia fornirà il finanziamento per l’operazione. Come si può vedere, si tratta di una piccola cosa. Ma se il problema pratico è poco significativo, l’impatto psicologico e quindi politico è l’opposto. Il problema è già cavalcato dalle forze di opposizione locali e nazionali, che sostengono che il governo Berlusconi sostiene il nord più che il sud.
In data 9 novembre 2005, il presidente della SOGIN (l’Agenzia per la gestione degli impianti nucleari) ha ripetuto la stessa richiesta al Dipartimento di Energia e di altri rappresentanti dell’ambasciata, sottolineando che l’Italia aveva bisogno di una risposta entro la fine di febbraio. In assenza di risposte, per ragioni di rilevante opportunità – in pratica, al fine di evitare le manifestazioni – saremmo costretti a trasferire i due “cask” in Russia per circa 50 anni. Una società di Rosatom (ex Minatom) ha già mostrato interesse per la conservazione delle barre per un prezzo decisamente modesto. Dato il rilievo di livello militare dell’uranio arricchito, presente nelle barre Itrec, l’operazione potrebbe essere inclusa nel quadro dell’iniziativa Global Threat Reduction, dal momento che, come ho detto, il combustibile esausto è venuto da un impianto statunitense. SOGIN è a disposizione per fornire tutti i dettagli. La decisione degli Stati Uniti potrebbe essere resa nota in un incontro pubblico a cui vorrei invitare le autorità regionali e locali delle realtà limitrofe e i media.
Siamo certi del vostro interessamento in questa materia, Vi ringrazio in anticipo per conto del governo, e sottolineo ancora una volta che abbiamo bisogno di una risposta entro la fine di febbraio. Con cordiali saluti,
Gianni Letta”

Fonte
(Il video-servizio a corredo risale al 31 Luglio 2013…)

Yes, we can!

Roma, 25 novembre – Il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha incontrato oggi il Segretario Generale della NATO, Anders Fogh Rasmussen. Al colloquio erano presenti anche il Ministro degli esteri, Franco Frattini, il Ministro della difesa, Ignazio La Russa, ed il Sottosegretario di Stato, Gianni Letta.
”Nel corso della cordiale conversazione – informa un comunicato di Palazzo Chigi – sono stati passati in rassegna i temi prioritari dell’agenda dell’Alleanza Atlantica e, segnatamente, la missione ISAF in Afghanistan, le relazioni NATO-Russia e il dibattito sul nuovo concetto strategico dell’Alleanza. Il Segretario Generale ha ringraziato il Presidente del Consiglio per l’ampio impegno profuso dall’Italia nei diversi teatri operativi in cui è impegnata la NATO. Il Presidente Berlusconi, che era reduce da una conversazione telefonica con il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama, ha riconfermato il forte sostegno dell’Italia alla NATO.
Un approfondimento particolare è stato svolto sulla situazione in Afghanistan, dove è stata registrata un’ampia convergenza di vedute sulla necessità di un nuovo approccio operativo sul terreno, sull’esigenza di aumentare l’impegno nel settore civile e nell’addestramento delle forze di sicurezza e di polizia afgane e, infine, sull’aspettativa che il nuovo Governo afgano sia all’altezza delle importanti sfide che attendono il Paese”.
(ASCA)

“La credibilità del nostro Paese”
Roma, 26 novembre – L’eventualità di una strategia che prevede l’aumento delle truppe in Afghanistan verrà ”ragionata e presentata in Parlamento” e ”Berlusconi parlerà con Bossi e con gli altri ministri interessati. E’ una linea che tutto il governo condividerà”.
A dichiararlo il ministro degli Esteri, Franco Frattini, a margine di una conferenza stampa alla Farnesina. Alla domanda di un giornalista che gli chiedeva se anche il leader della Lega accetterà, nonostante le reticenze passate, la possibilità di inviare ulteriori soldati italiani in Afghanistan, il capo della diplomazia ha ribadito che la strategia sarà una linea ”che tutti potranno condividere” perché ”si tratta della credibilità del nostro Paese”.
(ASCA)

Potranno o dovranno?… servi si nasce