Di chi è la Repubblica Italiana?

Da quanto andremo ad illustrare, la Repubblica Italiana non è certo ‘cosa nostra’… perché se davvero fosse nostra, ovvero di tutti i cittadini italiani, non si fonderebbe su dei “segreti”. “Segreti” su questioni della massima importanza, la cui esistenza configura una Repubblica sostanzialmente ‘cosa loro’.
“Loro” sono ovviamente gli Stati Uniti, che nel lontano biennio 1943-45 hanno effettuato la conquista dell’Italia, eufemisticamente chiamata “Liberazione”. “Liberazione” da noi stessi, tant’è vero che dopo oltre sessant’anni non se ne sono più andati. Potevano farlo dopo la fine dell’URSS, visto che il “problema” era il Comunismo, ma non l’hanno fatto.
L’Italia è, infatti, ‘cosa loro’, anche se gli italiani non lo devono percepire.
L’occupazione di consistenti porzioni del territorio nazionale da parte di uno Stato estero (malgrado ci abbiano informato che, dall’11 settembre 2001, “siamo tutti americani”) ed il suo mantenimento vita natural durante è possibile grazie a clausole – segrete, appunto – pudicamente definite “accordi”, che giustificano la presenza, sul territorio nazionale, di basi ed installazioni militari USA e NATO (oltre 100).
Questo è il “segreto dei segreti” – altrimenti definibile la “madre di tutte le menzogne” – della “Repubblica Italiana”. Tutti gli altri “segreti” (la “strategia della tensione”, le BR, le “trame nere”, Gladio, le “stragi di Mafia”, “Mani Pulite”, il “terrorismo islamico”ecc.) sono una conseguenza logica del “segreto dei segreti”. Pretendere la verità su questo punto non è una cosa “di destra”, “di centro” o “di sinistra”. È semplicemente una cosa sensata, da “patrioti”, se la parola “patria” non avesse assunto per i più – a causa della sua indebita appropriazione da parte di collaborazionisti e della concomitante svalutazione generata da una pseudocultura votata all’autodenigrazione – un significato distante da quello originario.
A questo punto ci sarà chi pensa che l’aver perso l’Italia una guerra – malgrado alcune conseguenze “negative” – sia stato in fondo un fatto “positivo” solo perché così il Fascismo, il “Male assoluto”, è stato sconfitto. A chi la pensa così, basta rispondere che, Fascismo o non Fascismo, l’Italia è stata occupata, tale occupazione non è mai finita (né accenna a finire), e con questo fatto tutti gli italiani devono fare i conti, in maniera sempre più evidente, prima che la crisi epocale del c.d. “Occidente” (che significa Europa distolta dal suo naturale complemento geografico, politico, economico, storico e culturale che è l’Eurasia per venire inglobata nell’Occidente, a guida anglo-americana) ci travolga in maniera irrimediabile. Ristabilire la verità sul “principale segreto della Repubblica Italiana”, sulle clausole segrete che impongono un’occupazione che sembra non finire mai, è un favore che gli italiani devono fare innanzitutto a se stessi, pena la scomparsa pura e semplice come popolo e nazione.
Ma veniamo a questi famosi (si fa per dire) “accordi” a proposito delle basi e delle istallazioni logistiche USA e NATO in Italia:
a) le clausole segrete della ‘Convenzione d’Armistizio’ del 3 Settembre 1943;
b) le clausole segrete del ‘Trattato di pace’ imposto all’Italia, il 10 Febbraio del 1947 (Parigi);
c) il ‘Trattato NATO’ firmato a Washington il 4 Aprile 1949, ed entrato in vigore il 1 Agosto 1949;
d) il ‘Bilateral Infrastructure Agreement’ (BIA) o ‘Accordo segreto USA-Italia’ del 20 Ottobre 1954 (Accordo firmato dal Ministro Scelba e l’Ambasciatrice statunitense Clare Booth Luce, e mai sottoposto alla verifica, né alla ratifica del Parlamento);
e) il Trattato Italia-NATO, firmato a Parigi il 26 Luglio 1961 (reso operativo con Decreto del Presidente della Repubblica No. 2083, del 18 Settembre 1962);
f) Accordo bilaterale Italia-USA, firmato dal Governo Andreotti, il 16 Settembre 1972;
g) il ‘Memorandum d’intesa USA-Italia’ (Shell Agreement) del 2 Febbraio 1995;
h) Accordo segreto ‘Stone Ax’ (Ascia di Pietra), concluso inizialmente negli anni ‘50/’60 e rinnovato l’11 Settembre 2001.
Questi, i principali Comandi USA da cui dipendono le varie basi ed installazioni logistiche (USA e NATO, in Italia):
– Task Force 137 (Naval Forces Eastern Atlantic) (Naples, Italy)
– Army Prepositioned Stock 2 (APS-2) (Mechanized Infantry Brigade (-)) (Netherlands, Luxembourg, Belgium, Norway, Italy)
– South East European Task Force (SETAF) (Vicenza, Italy)
– 173rd Airborne Brigade (Vicenza, Italy (Deploys to Iraq – Early 2007)
– 22nd Area Support Group (Caserma Ederle, Italy)
– 31st Fighter Wing (F-16CG/DG) (Aviano AB, Italy)
– 401st Air Expeditionary Wing (KC-135E/R, U-2?) (Aviano AB, Italy)
– 16th Air Expeditionary Task Force (Aviano AB, Italy)
– US Naval Forces in Europe (NAVEUR) (Naples, Italy)
– Sealift Logistics Command Europe (SEALOGEUR) (Naples, Italy)
– Task Force 63 (6th Fleet Service Force) / Naval Surface Group Mediterranean (Gaeta, Italy)
– Task Force 67 (6th Fleet Maritime Surveillance and Reconnaissance Forces (MARSURVRECFORSIXFLT)) / Fleet Air Mediterranean (FAIRMED) (Naples, Italy)
– Task Force 69 (6th Fleet Submarine Force Mediterranean) / Submarine Group 8 (Naples, Italy)
Questo, naturalmente, senza contare i Comandi Intelligence dipendenti dalla NSA (National Security Agency), e, dulcis in fundo, le 90 testate nucleari statunitensi stoccate fra Ghedi ed Aviano ed il più che probabile armamento atomico imbarcato sui mezzi, anche sottomarini, della Sesta Flotta statunitense di stanza a Napoli e Gaeta, che in materia è vincolata alla direttiva del “neither confirm or deny policy” (non confermare né smentire la presenza di atomiche a bordo).
Vi pare poco? Vogliamo ancora parlare di “Repubblica Italiana”?
Che cosa c’è da “festeggiare”, mentre la gran parte di un Paese – quella che lavora, e non per gli stipendi di quelli che “festeggiano” il 2 giugno – sprofonda nell’immiserimento economico, nell’abbrutimento sociale e culturale, nella disperazione verso un futuro che mette solo l’angoscia?
A sollevare un po’ il morale di un popolo che ne sta vedendo di tutti i colori non bastano più i soliti filmetti americani, il solito rimbambimento della droga televisiva zeppa di programmi ideati negli Stati Uniti per “di-vertire” il pubblico e non farlo pensare, le mezze verità delle trasmissioni “d’approfondimento” e “di denuncia” dove si parla e si parla ma non si arriva mai a nulla.
Gli italiani devono sapere la verità, e siccome non gliela può dire nessuno che si è compromesso con ‘cosa loro’ gliela diciamo noi. La “Repubblica Italiana” non è quello che sembra: l’Italia è una nazione occupata. O-c-c-u-p-a-t-a!
Non è difficile tenersi bene a mente questa parola, ogni volta che si cerca di raccapezzarsi in qualche problema “irrisolvibile”. Non è difatti superfluo osservare che – dalla spazzatura in Campania all’eterna “lotta alla Mafia”, passando per altri mille problemi “irrisolvibili” – la soluzione per risollevare la nostra martoriata Italia dal baratro in cui scivola giorno dopo giorno è la riconquista della libertà, dell’autodeterminazione, dell’indipendenza e della sovranità politica, economica, culturale e militare. Senza tutto ciò è perfettamente inutile discutere di tutto il resto, dai politici “italiani” all’economia “italiana”, per non parlare del miserevole stato della cultura “italiana”, o dell’“informazione”, succubi – senza eccezione alcuna, dai “salottini” televisivi alle testate “indipendenti”, passando per gli “intellettuali organici” – degli interessi di chi ci occupa da sessant’anni con il supporto di collaborazionisti locali “di destra”, “di centro” e “di sinistra”.
In questa situazione, pensare di risolvere qualsiasi cosa è semplicemente folle. Sarebbe come discutere dell’arredamento della propria casa e della sua tappezzeria quando qualcuno vi si è infilato dentro, occupa la camera da letto, non ci lascia usare il bagno uscendone solo per pulirglielo e svuota il frigorifero pretendendo che noi gli facciamo la spesa! Si penserebbe ancora di vivere in casa propria?
Prima si capisce tutto questo e meglio è, per il bene di tutti. Prima della fine.

***

Bibliografia:

A.B. Mariantoni, Dal “Mare Nostrum” al “Gallinarium Americanum” – Basi USA in Europa, Mediterraneo e Vicino Oriente

A.B. Mariantoni, Basi americane in Italia: una messa a punto

[Fonte: cpeurasia.eu, pubblicato con il titolo Il segreto di Pulcinella della Repubblica Italiana]

25 thoughts on “Di chi è la Repubblica Italiana?

  1. Ho l’età dell’occupazione americana dell’Italia. Non avrei potuto scrivere meglio di quanto non sia stato fatto anche se mi avrebbe potuto aiutare il risentimento covato per anni verso i liberatori.
    Pensa, ora a giugno, da anni i nostri amici organizzano la festa dell’estate a “campo derbi” come si dice qui a Pisa. E tutti ci vanno a mangiare cani caldi ed altre schifezze piene di colesterolo.
    Ci danno da mangiare e ci fanno divertire . Come sono umani!
    Abbiamo perso la guerra e dobbiamo pagare, pagare, pagare e ringraziare di essere vivi (per quanto?). Spero che il loro capitalismo si comporti come una malattia autoimmune. Si mangi la loro economia e si autodistrugga. I segnali ci sono e forse noi Europei, se saremo furbi, potremmo vedere la fine del nemico senza sparare un colpo.

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  2. Aldilà di quanto giustamente scrivi temo purtroppo che ” la Repubblica Italiana non è certo ‘cosa nostra’” sia affermazione solo parzialmente giusta.
    L’italietta è soprattutto cosa nostra, camorra, ndrangheta, sacra corona unita, sistema bancario/finanziario (con corollario politico), chiesa cattolica/opus dei, compagnia delle opere (forse la più maligna e pericolosa).
    E questo “sistema” come lo chiamano (giustamente) i nuovi camorristi è totalmente interconnesso e qui in Longobardia è quanto mai evidente.
    E pesa sulla nostra vita quotidiana. E se anche gli occupanti USA implodessero, come auspicato da Riccardo, queste altre sanguisughe continuerebbero la loro tenace opera.

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  3. La colpa, se così si può dire, è solo nostra.
    Nessuno fa niente, nessuno dice niente, si continua
    a votare sempre gli stessi, oramai il gioco dovrebbe
    essere chiaro anche alle persone meno “informate”.
    Politici che passano da uno schieramento all’altro come
    se niente fosse, tutti sono esperti in qualcosa, giornalisti
    pagati che disinformano… e la gente (tutti compresi) che fa finta di non vedere, l’importante è fare bella figura
    con i vicini di casa, percui bisogna assolutamente avere
    un’auto più grossa di………, fa niente se i figli mangiano schifezze, sono ignoranti come pantegane e si spapolano
    il cervello con i videogiochi e l’estasi, l’importante è che
    gli altri credano che………
    La benzina costerà 2 euro, <>(i soldi ci saranno anche quando noi saremo
    morti) dicono a Trieste, tanto i liberatori metteranno a
    posto le cose, ma stiamo scherzando? E se fossimo sotto
    i Russi? MAMMA MIA! E loro sghignazzano, eh sì, proprio così.Complimenti a noi, siamo il popolo più arguto di tutti,
    abbiamo il papa, più di metà delle opere d’arte di tutto il mondo messo assieme, il mare e i monti, per non parlare
    dei poeti,navigatori e santi…………?
    Salute a tutti. Piero

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  4. silviù, una volta riconquistata la indispensabile sovranità (nazionale E continentale) ci sarà modo e tempo per far fronte al camorrista così come al mafioso, al lobbysta ed all’alto prelato…: il pesce puzza sempre dalla testa e questi sono al massimo le branchie

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  5. Sono tutti MALI.

    Ma bisogna iniziare pur da qualche parte ed in genere si inizia dal male peggiore, radicale, in questo caso gli USA.
    Una volta disfattisi degli occupanti, potremo mettere le cose apposto a casa nostra senza esiziali interferenze straniere.

    E poi il problema della mafia e’ legato a doppio filo con quello degli americani, basta solo pensare a chi ce l’ha riportati (anzi reimportati) nel ’45…

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  6. Su “Mafia e USA” si legga il capitolo conclusivo di J. Kleeves, Vecchi trucchi, Rimini 1991, già citato in questo blog. Si tratta delle cose più acute mai scritte sull’argomento, e solo per quel capitolo vale la pena di procurarsi il libro, presso le edizioni “Il Cerchio” di Rimini (www.ilcerchio.it).

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  7. per Piero:
    Il discorso è semplice, ed è sempre lo stesso dei “momenti della verità” (o “delle decisioni”): si traccia una linea sulla domanda capitale “mi sta bene questo sistema?”; così c’è chi si posiziona “al di qua” e chi “al di là”. Senza ‘finzioni ideologiche’. Il resto sono discorsi ed è inutile lamentarsi di quello che fanno “gli altri”: ciascuno, se ha capito questo punto essenziale, cominci a fare qualcosa di concreto, ad esempio integrandosi in quelle realtà che lavorano in questa direzione.
    Meglio prima che poi si deve giungere a questo punto:
    da una parte chi – non definendosi più in alcun modo ed essendo profondamente disilluso sulla riformabilità dell’attuale stato di cose – ha capito che tutti, dall’estrema sinistra all’estrema destra, passando per tutte le gradazioni di rosso e di nero, comprese quelle del centro, fanno parte di questo sistema “italiano” controllato da USA/NATO e subappaltato ai “politici italiani” per condurlo – v. ancora la lezione di J. Kleeves – da una condizione di “Paese di tipo B” a una “di tipo A”, ovvero quella di colonia a tutti gli effetti nella quale una élite locale collaborazionista ricava prebende e onori, mentre la massa viene sfruttata senza pietà (quindi non c’è una “classe media”); dall’altra chi ancora recita (e nel migliore dei casi viene usato) una parte in questo teatrino e ne ricava lauti benefici: i “politici italiani”, appunto, più tutto il resto dei lacché dell’economia, della cultura ecc.
    Detto in altre parole: da una parte i soddisfatti, quelli a cui in fondo – sebbene a parole possano lamentarsi e non poco: è lo sport nazionale! – sta bene questa situazione; dall’altra gli insoddisfatti: quelli che sentono di essere fondamentalmente esclusi e si trovano “ai margini” quando invece avrebbero tutte le carte in regola per non esserlo.
    Si tratta, come insegnava Pareto, del “ricambio delle élite”, solo che nel caso italiano a questo improcrastinabile esito si giungerà attraverso la fine dell’occupazione straniera.

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  16. Questo post dimostra che i nostri politicanti non hanno la minima idea di quello che è la geopolitica.
    Tra i prossimi obiettivi degli USA c’è quello di spostare i loro interessi dall’Atlantico al Pacifico, dove però troveranno come nuovi vicini di casa i BRICS più agguerriti che mai.
    Nel frattempo Putin sta lavorando per avvicinare l’Europa all’Asia e realizzare il suo sogno di dar vita a un continente unico, l’Eurasia, che sarà il nuovo baricentro geopolitico del mondo.
    La mossa di Obama accelererà il declino dell’America – date uno sguardo al mio articolo di domani che vi manderò via link — che sarà costretta a spendere in guerre e basi militari altri milioni di miliardi di dollari senza concludere niente, mentre porterà Russia e Cina all’apice della loro potenza economico-militare.
    Non abbiamo più dunque nessun interesse a restare nella Nato, che sta distruggendo la nostra economia e inquinando il nostro ambiente.
    Sarà sufficiente che la prossima maggioranza di governi porti avanti questa iniziativa per conseguire in un sol colpo gli obiettivi di far parte di un mondo più ricco e più vicino ai nostri interessi, abbandonare i guerrafondai d’oltre oceano e riprenderci la nostra sovranità nazionale.

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  17. Cassandra,
    scusami ma non hai compreso tu come va il mondo, non scomodare la geopolitica,
    leggiti la bibbia, il piano e’ tutto li’, ci sono voluti due millenni, ma e’ bastato pazientare
    e proliferare per giungere al completamento dell’opera.
    Ormai, l’europa, l’america, l’africa ed il resto del mondo sono creature possedute.
    Sai chi e’ il tuo vicino? conosci le sue origini?

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  20. Ottimo articolo che condivido. Aggiungo solo che, a mio parere, la nostra condizione di colonia statunitense é stata mantenuta anche con una numerosa serie di stragi sulle cui responsabilità, (Servizi segreti,Cia, Nato, Gladio,P2) c’é ancora troppo silenzio, a differenza del caso Moro in cui comincia ad emergere qualche verità.

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