La NATO in Africa

Nella primavera del 2005, l’Unione Africana (UA) – tramite il proprio rappresentante, Alpha Oumar Konarè – chiese assistenza alla NATO per espandere la missione di peacekeeping in corso nel Darfur, regione occidentale del Sudan in preda a continue violenze.
E così, a partire dal successivo 1 luglio, la NATO (insieme all’Unione Europea) si è fatta carico, in primo luogo, del trasporto aereo dei soldati e dei poliziotti africani appartenenti al contingente di pace approntato dall’UA, ed in secondo luogo della formazione necessaria a far funzionare il Comando di una forza militare multinazionale ed a gestire le operazioni di intelligence.
Epicentro di tali attività il Quartier Generale dell’Unione Africana installato ad Addis Abeba, capitale dell’Etiopia, dove è stato creato un apposito organismo per il coordinamento dei movimenti delle truppe sul terreno e dove, principalmente, sono stati svolti i corsi di formazione rivolti a 250 ufficiali degli eserciti membri del contingente di pace.
Il sostegno della NATO alla missione AMIS (African Union Mission in Sudan) è terminato lo scorso 31 dicembre 2007, quando la responsabilità delle operazioni è stata trasferita alle Nazioni Unite/African Union Mission in Darfur (UNAMID), pur se la NATO ha espresso disponibilità ad offrire la propria collaborazione anche alla nuova missione di pace congiunta ONU-UA.
Sin dall’inizio delle operazioni nel luglio 2005, la NATO ha coordinato il trasporto aereo di circa 31.500 fra militari, poliziotti ed osservatori civili per e da il Darfur.
Il sostegno alla missione AMIS è stata la prima operazione condotta dalla NATO in Africa durante la sua ormai sessantennale esistenza. Certamente non l’ultima, in quanto recentemente – lo scorso febbraio – il Consiglio Nord Atlantico ha deciso di rispondere positivamente alla domanda dell’UA di un ulteriore sostegno ad un’altra missione di pace che si sta svolgendo in Somalia. Del resto, era stato lo stesso ambasciatore Said Djinnit, Commissario per la Pace e la Sicurezza dell’UA, durante la sua visita al Quartier Generale della NATO a Bruxelles, nel marzo 2007, ad affermare che – essendo state ormai provate in Sudan le capacita della NATO di offrire aiuto all’UA – le due istituzioni “stanno esplorando le possibilità per allargare la cooperazione in altre aeree, facendo del sostegno della NATO una cooperazione a lungo termine”.

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