Le ultime dal Kirghizistan

All’inizio di agosto, alcune fonti locali hanno riferito circa il ritrovamento di ventisette cadaveri privi degli organi interni nelle vicinanze della base USA di Manas, in Kirghizistan.
Questo probabile atto di disinformazione – la notizia non è stata infatti confermata dalle principali agenzie di stampa – ha offerto la sponda per speculazioni e confronti con la notizia degli espianti forzati operati dai kosovari sui prigionieri serbi dopo il 1999, all’ombra della bandiera della NATO. Di apparizione sempre più regolare, rapporti sul probabile utilizzo della base di Manas – il cui personale gode dell’immunità diplomatica – per il movimento di narcotici fra l’Afghanistan e Camp Bondsteel, l’enorme insediamento statunitense in Kosovo.
Il tutto alla vigilia del vertice dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai – che si svolge da oggi a Dushanbe, capitale del Tagikistan – in occasione del quale Mosca e Pechino dovrebbero incrementare la pressione sui Paesi centrasiatici al fine di porre dei limiti stringenti all’azione degli Stati Uniti nella regione.
Dall’autunno del 2001, gli USA utilizzano – sotto copertura NATO e col pretesto delle operazioni in Afghanistan – una parte dell’aeroporto della capitale kirghiza, Manas appunto, quale base militare. Al di là del fatto di per sé singolare dell’associazione di strutture civili con mezzi militari, che rende il principale aeroporto del Paese un possibile oggetto di ritorsioni belliche, la base si sta rivelando sempre più un fattore di irritazione pubblica. Gli aerei che vi fanno scalo hanno in più occasioni riversato carichi di kerosene sulle campagne circostanti, ed in almeno due occasioni sono stati sul punto di causare seri incidenti con gli apparecchi civili, evitati per miracolo.
Sullo sfondo dell’indigenza circostante (il Kirghizistan è uno dei Paesi più poveri nati dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica), i militari statunitensi si muovono alla pari di cowboy ed infiammano le autorità tradizionali di una società in via di reislamizzazione. A fine 2006, un G.I. ha freddato, senza apparenti motivi, un civile del personale locale. Un fatto che, non essendo la situazione a tutt’oggi risolta sul piano legale, ha accentuato il risentimento di massa verso i militari di Washington. Questo si è ulteriormente inasprito negli ultimi mesi in seguito ad alcuni incidenti stradali e risse provocate dal personale militare statunitense, circostanze ben note a tutti coloro i quali si trovino a vivere nei pressi di un loro insediamento (ne parleremo prossimamente per quanto riguarda il caso di Aviano).
La presenza della base costituisce, infine, un serio fattore di disturbo delle relazioni fra la fragile repubblica kirghiza ed i vicini cinesi ed uzbeki, oltre che con la Russia. Gli impegni militari assunti con quest’ultima proibirebbero, in teoria, la presenza di militari stranieri, da cui l’escamotage dell’immunità diplomatica loro concessa. Senza scordare che dalle rimesse provenienti dai kirghizi ivi immigrati dipende la sussistenza di buona parte della popolazione rimasta in patria.

9 thoughts on “Le ultime dal Kirghizistan

  1. Dal Time : the us military’s secret weapon + Foto di una pillola di Prozac.
    Come sottotitolo: for the first time in history (non mi sembra la prima volta), thousands of troops are being given antidepressant drugs to deal with battlefield stress.
    Is this any way to figth a war?
    Come possiamo fidarci della loro lucidità, drogati come sono?

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  2. Sarà anche importante il centr’asia ma, da eurocentrico qual sono, mi pare che la partita che si gioca fra Poti (dove arrivano i “nostri” e il comitato d’accoglienza non è proprio ben disposto) e Tartous (coi navigli cosacchi non proprio male armati a stuzzicare i nervosetti generali di Tel Aviv) mi pare una tenaglia che rischia di strizzarci ben bene gli zebedei 🙂

    E non voglio pensare alla Turchia [con le sue alleanze ondivaghe] che è proprio lì in mezzo…

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  3. Kyrgyzstan: Governo Prepara Documenti Per Chiusura Base Aerea Usa

    (ASCA-AFP) – Bishkek, 17 dic – Il Kyrgyzstan sta preparando i documenti necessari alla chiusura della base aerea americana utilizzata per facilitare le operazioni militari di Washington in Afghanistan. Lo ha riferito all’Afp un alto responsabile dell’amministrazione presidenziale kyrghiza, confermando voci provenienti da ambienti del ministero degli Esteri e del parlamento.

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