Con la fine del 2009, anno di sconfitte strategiche per gli USA, si sta assistendo a una probabile ondata colorata nelle capitali europee: Roma, Parigi, Atene sono le prime piazze. Sicuramente altre se ne aggiungeranno: Madrid, Berlino, Bucarest; manifestazioni coloratissime che seguiranno di pari passo il tracciato dei gasdotti Southstream e Northstream, con altrettanti capetti piazzaioli che, edotti dalla famelica lettura di riviste di tecnologia bellica, decideranno dove compiere, di volta in volta, le loro prodezze antisistema: oggi a Roma, punita anche per i suoi recenti colpi di testa geopolitici. Infatti, come dice il sito statunitense di studi strategici Stratfor, in una recente valutazione della marina iraniana, ‘le Guardie Rivoluzionarie hanno esteso le loro capacità militari negli ultimi anni, grazie a navi e tecnologie provenienti dalla Cina, Corea del Nord e Italia e ora implementate su alcune delle imbarcazioni più veloci della regione. Ciò dovrebbe comportare minare lo Stretto di Hormuz e gli stretti canali di navigazione del Golfo Persico’. L’impatto ‘Sarebbe immediato e drammatico … L’effetto sui prezzi del petrolio sarebbe grave.’ L’Italia, così, si mette sotto una pessima luce, agli occhi del suo potente patron d’oltreatlantico e del suo amichetto occupante ‘Galilea e Samaria’.
Domani, già avvertono i trombettieri delle giubbe viola, toccherà a Parigi, dove Sarkozy ha deciso di vendere a Mosca alcune unità navali per operazioni anfibie, della classe ‘Mistral’.
Ovviamente i nostri ‘coloured bloc’ si affannerebbero a leggere anche cartine geografiche e quotidiani economici, con la speranza di rilevare accordi economico-commerciali tra nascenti ‘imperialismi’. Come, appunto, nel caso dei gasdotti volti a scavalcare quel muro yankee posto a oriente dell’Europa. Un muro formato dai governi filo-statunitensi del Baltico, di Polonia, Ucraina, Georgia, Albania…
Notare come in Grecia, oggi, dopo tre giorni di scontri e manifestazioni, tra i mille fermi e i 150 arresti causati delle dimostrazioni, e che il sistema mediatico atlantista definisce, certo disinteressatamente, la ‘prima rivolta locale a livello mondiale’, vi siano centinaia di giovani di 26 paesi di quattro continenti, i cui più attivi e presenti sono albanesi, seguiti da georgiani e ucraini,… poi italiani, tedeschi, finlandesi, inglesi, e… bulgari, lettoni e polacchi. Il virus rivoluzionario, anarcoide e anticapitalista ha già infettato le ex-repubbliche del Blocco Orientale? E tutti costoro, casualmente, si sono scoperti ferventi nemici del capitalismo non a casa propria, ma ad Atene. Già, Atene, altra coincidenza, la Grecia negli ultimi anni ha acquistato notevoli quantità di materiale bellico. Materiale proveniente dalla Federazione Russa: hovercraft d’assalto anfibio, blindati, cingolati e i famigerati missili S-300, venduti a Cipro, via Atene. È questo il vero motivo della presenza di albanesi, bulgari, ucraini e georgiani, cioè di tizi provenienti, casualmente, da nazioni che hanno subito le rivoluzioni colorate finanziate dalle fondazioni di Mr. Soros?
La calata dei coloured-bloc, succedanei ai black-bloc nordeuropei, è stata determinata solo dalla crisi economica che colpisce Atene, crisi causata dalle politiche neoliberiste e monetariste imposte anche dal succitato miliardario genocida George Soros? Oppure c’entra abbondantemente, anzi decisamente, il fatto che la ‘Seconda Roma’, stringendo la mano alla ‘Terza Roma’, abbia irritato i soliti notissimi circoli dominanti presenti allo SHAPE, a Bruxelles, o schierati lungo il ‘braccio di mare’ che si estende tra Londra e New York (il cosiddetto Atlantismo)?
Questo è becero complottismo! Direbbero diverse categorie di presunti ‘antimperialisti’ e di ancor più presunti ‘marxisti-leninisti’ colorati di viola e guidati da duci come il ‘Vecchio Forcone’, il ‘Giovane Forcaiolo’ e la ‘Forchetta Ululante’… Forse è così, ma rimarrebbe da spiegare l’ampia presenza per le strade di Atene di scalmanati casseur, provenienti da ‘casuali’ paesi poveri, dai servizi costosi e dai bassi redditi, quali l’Albania, l’Ucraina e la Georgia.
Una differenza salta subito agli occhi: ad Atene si testa la versione hard del tele-sovversivismo colorato, quello armato di mazze e violento. A Roma, e prossimamente a Parigi, si utilizza la versione soft, da ‘indiani-colorati-metropolitani’, da ‘società civile’, per portare avanti l’agenda dei notissimi burattinai. Le società di marketing avranno fatto le dovute ricerche, analizzando la società in cui operare, per spacciare e vendere il ribellismo sociale preconfezionato dalle ‘Ditte’ dedite alla ‘Democracy Export’. Nero black-bloc ad Atene, Viola moralista a Roma. Ma non è detto che le suddette aziende non pensino di somministrare la ricetta ateniese anche al resto dell’Europa, a quella ‘civilizzata’, mitteleuropea e occidentale. Dipenderà da quanto persisteranno il Papi, Sarkò e friends nel volere allacciare scandalosi rapporti con una Noemi da Mosca o con una Patrizia da Ankara. Rapporti non graditi presso i notissimi rotary di Washington-London-Telaviv, e ritenuti vergognosissimi presso i kiwanis salottieri di Roma, Torino e Ginevra…
Lì, sono più graditi i ‘sani’ rapporti intimi con la ‘Brenda’ di Chicago, citofonare al 1600 di Pennsylvania Avenue, o con la ‘Natalì’ che riceve al N°10 di Downing Street…
Di certo, queste professioniste ci stanno preparando, assistite dai loro pusher, magnaccia e dal gramsciano ‘popolo di scimmie’, dei ‘giochetti’ niente male per il 2010.
P.S.: Fa specie che personaggi della cosiddetta controinformazione, pretesi amici della Russia, (ma chi frequenta Gorbachov e la sua fondazione, in fondo, quanto è amico della Russia?) nonostante sappiano benissimo cosa si cela dietro le kermesse colorate, si schierino a fianco delle tele-rivolte, che possono solo sfociare in governi ‘tecnici’, pronti ad attuare riforme di strutture e politiche internazionali dettate dalla City e dal Pentagono. Tanto per essere chiari: saccheggio del risparmio delle famiglie, conservato nel sistema bancario nazionale, e abbandono di ogni accordo con il cerbero Putin-Gheddafi-Erdogan, magari sostituendo il gas di questi ’orchi’, con quello israeliano, così elegantemente sottratto a Gaza, proprio un anno fa.
Coloured-Bloc, di Alessandro Lattanzio.
[grassetto nostro]
il delirio di Lattanzio si basa sulla assoluta ignoranza di come funzioni la Grecia, dove a differenza di paesi imbelli come il nostro gli autoctoni non hanno bisogno di nessun “aiuto” straniero per prendere a mazzate il regime. Ricordo che a differenza dei nostri “partigiani”, quelli greci quando smisero coi nazifascisti incominciarono a combattere coi “liberatori” inglesi, e persero, ma dopo aver lottato. I nostri cosiddetti resistenti hanno combattuto solo per avere padroni anglofoni al posto dei nazi. E tale capacità di resistere si è vista di nuovo nel ’73 e si rivede ancora oggi.
Secondo: gli albanesi sono i primi tra gli arrestati semplicemente perchè sono di gran lunga la minoranza etnica più numerosa in Grecia.
Terzo: la Cina si sta comprando il porto del Pireo (http://www.chen-ying.net/blog/?p=596), il che non è esattamente un’azione che favorisce gli yankee che sarebbero alla base del complotto “colorato”.
Quarto: il plot della rivoluzione colorata è: disegnare il capo del governo inviso come dittatore spietato, esaltare la gioventù e la democraticità dei colorati e dei loro leader, far vincere i colorati inondando di quattrini gli elettori. In Grecia la rivolta se ne frega di chi governa, colpisce entrambi i partiti maggiori allo stesso modo, non c’è traccia di leader o di un colore che unifica la rivolta. E soprattutto non è nata dal nulla come quelle dell’Europa orientale, ma da un omicidio a sangue freddo della polizia. Anche gli sbirri partecipano al complotto? Anche in Italia, c’è il colore, ma non si vedono all’orizzonte nè leader, nè mobilitazioni permanenti come nelle altre “rivoluzioni” colorate. Se persino il PD ha evitato di mischiarsi con i viola, vuol dire che sanno benissimo che contano meno di zero, altrimenti l’avrebbero subito cavalcata, forti delle loro credenziali di provata slavofobia e subalternità agli yankee, come dimostrò D’Alema in Kosovo.
Quinto: col gas di Gaza ci campano a malapena gli israeliani, figurarsi mandarlo in Europa come sostituto del gas russo
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Il trinariciuto giovanni non ha neanche lo spessore mentale medio umano per capire che quando si parla del gas di Gaza, lo si fa per prendere per i fondelli gli ‘americanofili’. Poi per quanto riguarda la Grecia, non ha evidentemente capito nulla. Tanto da rafforzare il concetto di golpe colorato in Grecia, che invece crede di screditare parlando del Pireo comprato dalla Cina. Appunto! Un motivo in più per compiere la manovra colorata.
La rivoluzione colorata, attizzata da mazzieri georgiani-ucraini-albanesi (studenti erasmus secondo qualche altro trinariciuto ‘spiritoso’) non paiono proprio essere gli eroici anarco-casseur greci, che il trinariciuto giovanni confonde con i partigiani stalinisti di Velouchiotis.
Gli eredi dei partigiani dell’Elam/Elas sono i comunisti del KKE, che prendono a bastonate, quando possono, gli anarco-casseur greco-…albanesi.
A proposito di deliri da mind-blocked.
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