La flotta della libertà

30 maggio: avvisaglie
Nicosia, 30 maggio – Freedom Flotilla, il convoglio di navi che intende rompere l’assedio di Gaza, è salpata da Cipro. Un consulente legale di Free Gaza Movement ha reso noto che “cinque imbarcazioni hanno lasciato Cipro alle 5 di stamane”. Secondo Audrey Bomse, la flottiglia dovrebbe arivare nelle acque territoriali di Gaza intorno alle 16 ora locali (le 15 in Italia).
La Freedom Flotilla trasporta migliaia di tonnellate di aiuti umanitari, tra cui cemento, medicine, generi alimentari, e altri beni fondamentali per la popolazione di Gaza. A bordo anche centinaia di passeggeri di 40 nazionalità diverse: esponenti di ong, associazioni e anche semplici cittadini filo-palestinesi intenzionati a forzare il blocco di aiuti umanitari a Gaza.
(AGI)

Gaza, 30 maggio – La flotta umanitaria che vuole rompere l’assedio a Gaza si trova dinanzi alle coste libanesi. Le navi, guidate da una nave turca con più di 600 persone a bordo, sono state ancorate in acque internazionali al largo di Cipro.
Stamane gli organizzatori avevano detto che erano partite ma più tardi hanno precisato che il convoglio si era spostato di 25 miglia nautiche dalla sua posizione iniziale ed era stazionaria. Le autorità israeliane hanno minacciato di utilizzare la forza se i militanti insisteranno nel tentativo di avvicinarsi alle coste.
(AGI)

31 maggio: pirati e assassini
Gaza, 31 maggio – Almeno 10 passeggeri di una flotta internazionale di attivisti pro-palestinesi diretti a Gaza sono stati uccisi da un commando israeliano. Lo annuncia la tv privata israeliana ’10’. La CNN turca parla di 2 morti e 30 feriti. Hamas denuncia il ‘terrorismo organizzato di Stato’. Censura israeliana.
Ankara ha convocato il governo in emergenza e l’ambasciatore di Israele per una protesta: alcune navi della flottiglia battono bandiera turca e una ong turca è tra gli organizzatori della flottiglia.
(ANSA)

Ankara, 31 maggio – La Turchia ha definito “inaccettabile” l’attacco israeliano contro la flotta umanitaria a Gaza. Ankara ha messo in guardia da “irreparabili conseguenze”.
(AGI)

Gerusalemme, 31 maggio – L’esercito di Israele conferma che c’è stato un certo numero di “vittime” nell’assalto al largo di Gaza.
(AGI)

Roma, 31 maggio – Commandos israeliani hanno assaltato nella notte la nave passeggeri turca ‘Mavi Marmara’. Durante l’attacco alla piccola flotta di navi appartenenti ad alcune organizzazioni non governative, in rotta verso Gaza, almeno 15 attivisti filo-palestinesi a bordo sarebbero morti. Una trentina i feriti.
(…)
L’attacco è avvenuto in acque internazionali, a 75 miglia al largo della costa israeliana.
(Adnkronos/Ign)

Pertanto si tratta, a tutti gli effetti, di un’azione di pirateria.
Di Stato.
Che, come sempre, ha agito solo per difesa:

Gerusalemme, 31 maggio – Le forze di sicurezza israeliane sarebbero state attaccate dalle persone a bordo della ‘flottiglia di pace’, dopo esser state intercettate, con armi da fuoco e coltelli, di qui la sanguinosa reazione. Lo affermano le stesse forze armate di Israele (IDF) in un comunicato.
(Adnkronos)

Istanbul, 31 maggio – Governo e vertici militari turchi si sono riuniti in una sessione di emergenza convocata dopo l’operazione lanciata dai militari israeliani contro la flottiglia pacifista diretta a Gaza, operazione il cui bilancio è di 19 morti e 16 feriti.
La principale imbarcazione che compone la flottiglia – e che trasporta circa 500 passeggeri – batte bandiera turca. La riunione di emergenza è stata convocata dal premier turco Recep Tayyip Erdogan, riferisce l’agenzia Anadolu.
(Adnkronos/Dpa)

Senza commento
Roma, 31 maggio – Per Alfredo Mantica, l’azione della flotta pacifista era “una voluta provocazione” e la reazione israeliana era inevitabile. “Non ho ancora elementi sufficienti per capire cosa sia successo ma la questione era nota da giorni”, ha dichiarato il sottosegretario agli Esteri.
(AGI)

Il migliore amico in Europa
Roma, 31 maggio – Israele dovrà dare spiegazioni sull’attacco delle forze armate israeliane alla ‘Flottiglia di pace’. Lo ha ribadito il ministro degli Esteri Franco Frattini intervistato dal Gr1. “Israele – ha detto – deve dare spiegazioni alla comunità internazionale. E lo dice l’Italia che in Europa è senza dubbio il migliore amico di Israele”.
(Adnkronos)

Troppa grazia
Washington, 31 maggio – La Casa Bianca ha espresso profondo rincrescimento per la perdite di vite umane a bordo della flottiglia attaccata dagli israeliani.
(ANSA)

Fra le navi attaccate c’era anche il vascello greco ”Sfendoni”, che dovrebbe essere stato dirottato nel porto di Ashdod, dove le autorità  israeliane hanno già predisposto le strutture per processare i circa 700 attivisti che partecipavano alla missione… (fonte ASCA-AFP)

Quel governo che rappresenta pur sempre uno Stato di grande profilo democratico…
Roma, 31 maggio – ”E’ troppo affrettata e parziale la generale condanna di Israele per i dolorosi eventi di questa notte”. Lo afferma in una nota Giuliano Cazzola del PdL che aggiunge: ”Si accettano, comunque, le versioni dei sedicenti pacifisti (sempre a senso unico) e dei nemici di Israele, senza neppure attendere le spiegazioni di quel governo che rappresenta pur sempre uno Stato di grande profilo democratico e occidentale, purtroppo costretto a difendersi da implacabili satrapie sanguinarie che vogliono soltanto la sua scomparsa dalla faccia della terra. Anche in questo momento difficile non si deve abbandonare la causa di Israele, nella convinzione che quel governo amico sarà in grado di giustificare i suoi atti, inquadrandoli – conclude Cazzola – nel suo diritto alla difesa e alla sicurezza”.
(ASCA)

“Guerre stellari”
A BORDO DELL’INS KIDON, Mar Mediterraneo (Reuters) – I componenti del commando israeliano che oggi hanno compiuto un raid su una nave umanitaria diretta a Gaza hanno raccontato di essere stati attaccati dagli attivisti che erano a bordo con spranghe e coltelli, e alcuni militari sono saltati in mare per salvarsi.
Israele ha detto che i suoi uomini hanno aperto il fuoco per difendersi, e che il bilancio dell’operazione è di 10 attivisti uccisi e sette soldati feriti. Le notizie indipendenti scarseggiano, con Israele che ostacola le comunicazioni e censura i media.
Un portavoce dell’esercito israeliano ha detto che alcuni membri del commando erano dotati di pistole da paintball, ma le armi non-letali non sono state sufficienti contro gli attivisti, che hanno attaccato con delle spranghe.
“Avevano pistole con munizioni cariche… per difendersi”, ha spiegato.
Uno dei componenti del commando ha raccontato ai giornalisti di essersi calato con una fune da un elicottero su una delle sei navi del convoglio, e di essere stato immediatamente attaccato da un gruppo di persone che lo aspettavano.
“Ci hanno colpito con spranghe e coltelli”, ha detto. “A un certo punto ci hanno sparato addosso”.
Un cameraman Reuters, che si trovava a bordo della nave della marina israeliana Kidon nei pressi del convoglio umanitario di sei imbarcazioni, ha raccontato che i comandanti che monitoravano l’operazione sono stati colti di sorpresa dalla forte resistenza degli attivisti filo- palestinesi.
Uno dei componenti del commando ha detto che ad alcuni soldati sono stati tolti elmetti ed armamenti, mentre altri sono stati gettati dal ponte più alto ad uno più basso, e poi sono saltati in mare per salvarsi.
“Mi hanno attaccato, mi hanno colpito con bastoni e bottiglie e mi hanno rubato il fucile”, ha raccontato un membro del commando. “Ho estratto la mia pistola, e non ho potuto fare altro che sparare”.

[Complimenti vivissimi ai giornalisti Reuters per la scelta della compagnia… di navigazione]

Buone nuove?
Bruxelles, 31 maggio – Su richiesta della Turchia la NATO si riunirà domani per discutere del blitz israeliano contro la flottiglia umanitaria diretta a Gaza che ha causato 19 morti. Lo riferiscono fonti dell’Alleanza.
(AGI)

Ipotesi di minima: la Turchia chiede la sospensione del Programma Individuale di Cooperazione fra la NATO ed Israele.
Ipotesi di massima: la Turchia si appella alla clausola di mutua difesa, l’articolo 5 del trattato istitutivo dell’Alleanza, che impone agli Stati membri di mobilitarsi a favore di quello fra loro attaccato da una potenza straniera…

1 giugno
Oggi a Roma
Roma, 1 giugno – Manifestazione ”della comunità palestinese” oggi pomeriggio a Roma, davanti all’ambasciata israeliana, ”per richiedere l’immediato rilascio degli attivisti internazionali e italiani sequestrati sulle navi nel Mar Mediterraneo”. Lo si legge in una nota di Freedom Flotilla Italia.
La manifestazione è stata organizzata ”per protestare contro l’atto di pirateria israeliano che ha provocato dieci morti e moltissimi feriti”. ”L’appuntamento è per oggi alle 17 all’ambasciata israeliana. Tutte le reti di solidarietà con il popolo palestinese saranno in piazza”, spiega la nota.
(ASCA)

Le prime testimonianze degli espulsi
“Non abbiamo affatto resistito, non avremmo potuto anche se avessimo voluto. Cosa avremmo potuto fare contro i commandos che si lanciavano all’arrembaggio?”, ha detto Mihalis Grigoroupolos, un attivista che si trovava a bordo di un’imbarcazione dietro la Mavi Marmara, la nave dove sono avvenute le violenze.
“L’unica cosa che alcune persone hanno cercato di fare è stata di rallentarli mentre conquistavano il ponte, formando uno scudo umano. (Contro gli attivisti) hanno sparato con pallottole di plastica, e sono stati colpiti con pistole elettriche”, ha detto Grigoroupolos a Tv Net all’aeroporto di Atene.
(Fonte Reuters)

Atene, 1 giugno – Pallottole rivestite di gomma, gas lacrimogeni ed elettroshock. Sono queste le armi usate dai militari israeliani nell’assalto ad una delle navi della flottiglia secondo il racconto di un attivista greco, Michalis Grigoropoulos, che era bordo della Eleftheri Mesogeio, presa d’assalto dai commando di Tel Aviv un’ora dopo la nave turca Mavi Marmara.
Israele ha ancora agli arresti centinaia dei 686 passeggeri che erano a bordo delle imbarcazioni della missione per Gaza e sono stati deportati presso il porto di Ashdod. Grigoropoulos, che è stato rimpatriato in Grecia, ha raccontato in televisione ”le terribili condizioni di detenzione ad Ashdod, dove 500 persone sono state rinchiuse tutte assieme”, mentre ”due attivisti greci sono stati picchiati” dalla polizia. ”Mi hanno fatto firmare i documenti della mia espulsione, senza sapere cosa c’era scritto sulle carte perché non avevo diritto ad un traduttore, né ad un avvocato, né potevo comunicare con la mia famiglia”, ha aggiunto.
(ASCA-AFP)

“E’ stato un massacro”
Roma, 1 giugno – Emergono dettagli sconcertanti sull’attacco israeliano avvenuto ieri contro una flottiglia umanitaria diretta a Gaza. La deputata arabo-israeliana Hanin Zuabi, che si trovava a bordo di una delle sei imbarcazioni, nel corso di una conferenza stampa tenuta a Nazaret poco dopo il suo rilascio ha dichiarato che i militari israeliani hanno lasciato morire due feriti ignorando la sua richiesta di aiuto. Lo rende noto il quotidiano spagnolo El Mundo.
La donna, appartenente al partito Balad, rilasciata proprio grazie al suo status di deputato, ha detto di aver ”scritto in ebraico su un cartello rivolto ai militari che c’erano a bordo due feriti molto gravi che avevano bisogno di assistenza”. I soldati, però, ”lo hanno ignorato. Ho scritto nuovamente il cartello in lingua inglese e nemmeno allora sono intervenuti. Dopo mezz’ora i due sono morti, avevano ferite al petto”, ha raccontato. ”Ho visto l’esercito circondare le nostre navi e sparare prima dell’assalto contro la nostra barca”, ha aggiunto. Zuabi ”ha visto 5 morti nei primi 15 minuti”. ”E’ stato un massacro”, ha ribadito.
(ASCA)

2 giugno: al peggio non c’è mai fine
Ginevra – Consiglio Diritti umani ONU condanna l'”attacco vergognoso” di Israele a Freedom Flottilla; no di USA e Italia. Nella risoluzione approvata a Ginevra il Consiglio permette l’invio di una missione internazionale che indaghi su quanto accaduto nelle acque internazionali di fronte a Gaza.
La risoluzione “Gravi attacchi da parte delle Forze armate israeliane contro la Flottilla umanitaria” è stata approvata con 32 voti a favore, tre contrari (USA, Olanda e Italia) e nove astensioni (tra esse, Belgio, Gran Bretagna, Francia, Giappone).
(AGI)

3 giugno: chi sbaglia paga
Ankara, 3 giugno – La Turchia ha deciso di sospendere tutti gli accordi con Israele nel settore idrico e in quello energetico, in seguito all’attacco di lunedì alla Freedom Flottilla diretta a Gaza, in cui sono morti otti cittadini turchi e un americano di origine turca. Lo ha annunciato il ministro dell’Energia di Ankara, Taner Yildiz, citato dal sito del quotidiano Hurriyet.
(Adnkronos/Aki)

4 giugno: il solco diventa più profondo
Ankara, 4 giugno – Il vice premier turco, Bulent Arinc, ha preannunciato la ”riduzione” del livello delle relazioni con Israele dopo la morte di otto cittadini turchi, e di uno con passaporto anche americano, uccisi dalle forze speciali di Tsahal al largo della Striscia di Gaza.
In un intervento di fronte al Parlamento, Arinc ha dichiarato che saranno ridimensionate le relazioni economiche e militari, così come che verranno rivalutati tutti gli altri accordi definiti con Israele. ”Su questo argomento, siamo seri. Non verranno lanciate nuove forme di cooperazione e le relazioni con Israele saranno ridotte”, ha dichiarato Arinc.
(Adnkronos/Dpa)

Appare improbabile che qualche temerario abbia provato a sfidare soldati armati di mitragliatore con coltelli da cucina. È possibile che qualcuno abbia provato a resistere armandosi d’una spranga, ma ciò non giustificherebbe comunque la reazione delle truppe sioniste: la polizia di qualsiasi paese del mondo è addestrata ad affrontare con mezzi non letali i facinorosi che oppongano resistenza con bastoni o affini, senza bisogno di sparare in piena notte in un’imbarcazione affollata di gente. I media turchi sostengono addirittura che i soldati israeliani avrebbero eseguito alcuni omicidi a sangue freddo in base ad una lista di personalità ricevuta prima dell’attacco: anche questo è inverificabile, ma rimane una certezza, e cioè che le truppe sioniste hanno fatto come minimo un uso sproporzionato della forza. Chiediamoci ora il perché.
Una prima possibilità è che i soldati israeliani abbiano perso il controllo della situazione, e soprattutto di se stessi.
(…)
Ma parrebbe troppo dilettantesco per un’unità di élite com’è la Shayetet 13 incapparre in un incidente tanto grossolano, trasformando l’arrembaggio ad una nave di pacifisti in una strage di massa. Si è inclini a pensare che il pugno duro sia stato preventivato, che l’uccisione d’alcuni passeggeri fosse voluta o, quanto meno, non disdegnata. Ma da chi?
(…)
Provocazione è la parola chiave.
“Provocazione” è stata, secondo le autorità sioniste, quella della Flottiglia della Libertà. Tutti gli estremisti d’ogni tempo e colore amano giustificare le proprie azioni denunciando una presunta “provocazione” da parte dell’avversario. Negli anni ‘70 molti crani furono rotti per punire quelle ch’erano percepite come “provocazioni”. Questo perché l’estremista è per sua natura iper-sensibile, paranoico, intollerante: tutto o quasi è per lui “provocazione”. “Provocatore” è l’avversario se tenta di esternare le proprie idee; “provocazione” può essere la semplice presenza fisica di colui che si odia. Il sionismo, soprattutto nella sua nuova declinazione religiosa, è un’ideologia radicale (costruire una nazione che prima non c’era, nel paese dove c’è un altro popolo, è senza dubbio un progetto radicale ed estremista, a prescindere dal giudizio positivo o negativo che di esso si voglia dare); il sionismo è paranoico, perché vede nemici ovunque (il presunto odio eterno che i goym avrebbero verso gli Ebrei); il sionismo è intollerante perché non mostra pietà per chi vi si oppone (secondo il rabbino Ytzhak Shapira, è doveroso uccidere qualsiasi non ebreo ostacoli Israele); il sionismo è estremista perché attratto dalle visioni apocalittiche (secondo lo storico israeliano Martin Van Creveld, se Israele dovesse collassare è probabile che proverebbe a trascinare con sé il mondo intero usando le proprie testate atomiche, che assommano ad alcune centinaia). Malgrado ciò, tuttavia, e senza voler in alcun modo giustificare il massacro d’attivisti innocenti, Israele non è completamente nel torto quando ravvisa una “provocazione” nel progetto della Flottiglia. Per comprenderne la natura, bisogna concentrarsi sul ruolo dello Stato che se ne è fatto tutore: la Turchia.
Stando a George Friedman, Ankara avrebbe volutamente cercato l’incidente affinché Israele si mettesse in cattiva luce davanti al mondo. Sembra tutto troppo machiavellico. Più credibile è che i Turchi pensassero che, grazie all’egida data all’iniziativa, questa potesse “bucare” il blocco navale israeliano. Si sarebbe trattato di un evento dall’alto valore non solo umanitario ma anche simbolico, a favore del ruolo della Turchia come potenza regionale protettrice dei musulmani. Il fatto che Ankara si immischiasse nella questione palestinese è stato percepito dai sionisti come una “provocazione” cui rispondere nella maniera più brutale possibile.
Se al pari di Thierry Meyssan e seguendo la ricostruzione fin qui fatta, si riconosce che la strage della Flottiglia è stata deliberatamente provocata da Israele, bisogna concludere che anche Tel Aviv volesse con ciò lanciare la propria “provocazione”. La trama di questo giallo è stata scritta nel sangue, sangue che i sionisti hanno voluto sbattere in faccia al mondo per lanciare il loro messaggio, ed osservare la reazione.
(…)
Tel Aviv, con la sua provocazione, ha voluto mettere alla prova prima di tutto la sua antagonista in questa faccenda: la Turchia. Il primo ministro Erdoğan aveva patrocinato l’iniziativa umanitaria per riaffermare il ruolo del suo paese nella regione: la brutale reazione israeliana vuole suonare come un’umiliazione a Ankara davanti al mondo intero. I sionisti hanno compiuto un atto di pirateria, assalendo in acque internazionali una nave turca in missione sponsorizzata dal governo, massacrando numerosi membri dell’equipaggio, deportando e brutalizzando gli altri prima di espellerli dal paese. Con ciò ha voluto dimostrare la propria forza: dimostrare che la sua superiorità militare e nucleare, coniugata con l’efficace azione delle lobbies sioniste sparse per il mondo (che lo garantiscono da un totale isolamento internazionale), permette a Israele di muoversi come vuole. I Turchi non possono reagire alla violenza con la violenza, non perché le loro forze armate convenzionali siano molto più deboli di quelle israeliane (in realtà il divario non è così netto), bensì perché Ankara non dispone di armi atomiche, mentre Tel Aviv ne ha a disposizione un paio di centinaia. E toccare Israele senza disporre d’una sufficiente deterrenza nucleare fa paura a tutti, perché lo Stato ebraico sembra ormai aver metabolizzato il dettame di Moshe Dayan: «Israele dev’essere come un cane rabbioso, troppo pericoloso da importunare». Quella che prima era una strategia deliberata, una “maschera” che i sionisti decisero d’indossare davanti al mondo, ora sta diventando l’identità stessa della nazione, è penetrata nell’intimo di un popolo sempre più orientato all’estremismo religioso ed alle soluzioni apocalittiche.

Da Crociera col morto. Il “giallo” della Flottiglia, di Daniele Scalea.
[grassetti nostri]

La prossima?
Teheran, 7 giugno – La mezzaluna rossa iraniana invierà due battelli di aiuti umanitari a Gaza “alla fine della settimana”. Lo ha reso noto un responsabile dell’organizzazione.
“Uno dei battelli trasporterà i doni della popolazione, alimentari e medicinali di prima necessità, l’altro dei volontari umanitari della Mezzaluna rossa” ha detto all’IRNA il direttore internazionale della Mezzaluna rossa iraniana, Abdolrauf Adibzadeh.
(ANSA)

“Una provocazione”, ovviamente
Gerusalemme, 7 giugno – Israele ritiene una ‘provocazione’ l’annuncio di Teheran di inviare navi di aiuti verso la Striscia di Gaza. Tuttavia, secondo il portavoce del ministero degli Esteri, Yigal Palmor, permane scetticismo sulla fondatezza dell’annuncio dell’Iran.
(ANSA)

Nessuna normalizzazione
Israele, 7 giugno – Non ci sarà alcuna normalizzazione delle relazioni tra Turchia e Israele se quest’ultimo si rifuterà di accettare una commissione di inchiesta indipendente dell’ONU sul raid israeliano contro la flottiglia di aiuti umanitari a Gaza. Lo ha dichiarato questa mattina il ministro turco degli Affari Esteri Ahmet Davutoglu.
(ASCA-AFP)

Libertà di pensiero
Washington, 7 giugno – Non si placa la polemica negli Stati Uniti per la battuta anti-Israele di Helen Thomas, la decana dei giornalisti accreditati alla Casa Bianca. Ora un liceo di Washington, la Walt Whitman High School a Bethesda, ha cancellato il discorso che la quasi 90enne giornalista, che ha seguito tutti i presidenti americani a partite da JFK, avrebbe dovuto tenere alla cerimonia di consegna dei diplomi il prossimo 14 giugno.
(Adnkronos/Washington Post)

Cosa nostra
Gerusalemme, 8 giugno – Dopo l’annuncio della formazione di una commissione d’inchiesta interna alle forze di difesa israeliane (IDF) sull’attacco della scorsa settimana alla Freedom Flottilla per Gaza, fonti del governo dello Stato ebraico fanno sapere questa mattina che il governo di Benjamin Netanyahu è in attesa del via libera degli Stati Uniti per la creazione di una parallela commissione di inchiesta nazionale, composta da giudici ed esperti.
(Adnkronos/Aki)

Colpa vostra
Londra, 9 giugno – Il segretario alla Difesa USA, Robert Gates, ha accusato l’UE di aver contribuito ad allontanare la Turchia dall’Occidente. “Alcuni in Europa” hanno negato ad Ankara “il tipo di legame organico con l’Occidente che cercava”, ha lamentato il capo del Pentagono nel corso di una visita a Londra alludendo alla domanda di adesione della Turchia.
(AGI)

Frattini? “Concorda”…
Berlino, 10 giugno – Il ministro degli Esteri Franco Frattini ha dichiarato, in un’intervista al quotidiano Frankfurter Allgemeine Zeitung, che l’UE ha commesso ”degli errori” con la Turchia. ”Credo che noi, europei, abbiamo commesso l’errore di spingere la Turchia verso est invece che attrarla verso di noi”, ha affermato il titolare della Farnesina che concorda con le parole pronunciate ieri a Londra dal segretario americano alla Difesa Robert Gates.
(ASCA-AFP)

L’intransigenza di Israele, la contrapposizione frontale a tutto e tutti, si sta trasformando in una ingombrante palla al piede per i suoi amici storici. «Israele si sta progressivamente trasformando da risorsa, in peso ingombrante per gli Stati Uniti» dice il capo del Mossad. Per gli Stati Uniti e i vassalli europei, il prezzo del fiancheggiamento ad oltranza e dell’omertà 100%, si fa sempre più alto. Nel futuro molto prossimo c’è in vista il distanziamento definitivo con la Turchia e l’incrinamento della NATO, di cui Ankara è una parte non certo secondaria.
Washington e Bruxelles possono chiudere gli occhi se Israele fa delle risoluzioni dell’ONU un rotolo di carta per i gabinetti ministeriali, ma non possono certo mettere a repentaglio la consistenza del loro braccio armato. Di fatto, la NATO ha ordinato la liberazione inmediata di tutti i 680 prigionieri e la riconsegna delle imbarcazioni: Netanyau ha docilmente eseguito.
(…)
L’arrembaggio piratesco contro la Flottiglia della Libertà ha un costo alto per gli esecutori materiali e per i loro sponsor stranieri. E’ ormai impossibile regolare la materia nucleare ed applicare sanzioni all’Iran senza che Israele firmi il Trattato di non-proliferazione nucleare. Senza che si sottometta ai relativi controlli dei suoi arsenali atomici. E’ sempre più oneroso continuare a sostenere l’embargo di Gaza senza correre il rischio che la crisi con Ankara ripercuota sulla NATO. Si avvicina il momento in cui è più ragionevole condizionare Israele piuttosto che fiancheggiarla sistematicamente: sta diventatando “un peso ingombrante”. Soprattutto per i suoi finanziatori.

Da Netanyau è una mina vagante per la NATO, di Tito Pulsinelli.

Atto ostile di Paesi nemici
Gerusalemme, 16 giugno – Israele intende considerare come un atto “ostile” il tentativo di navi libanesi e iraniane di forzare il blocco alla Striscia di Gaza. Lo ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri israeliano, Yigal Palmor, spiegando che queste navi provengono da Paesi nemici e quindi “il loro status è diverso” da quello delle navi della Freedom Flotilla, che erano accusate soltanto di compiere una provocazione in violazione della legge.
(Adnkronos/Dpa)

Prime conclusioni
Alla fine, il governo israeliano ha fallito i suoi due obiettivi.
La Turchia esce rinforzata dallo scontro, e con essa il triangolo che essa forma con i suoi alleati siriani e iraniani. Allo stesso tempo essa ha ottenuto diversi vantaggi. La Giustizia turca giudicherà in contumacia i ministri e generali israeliani per i crimini commessi. Il comitato d’indagine della Commissione dei diritti dell’uomo offuscherà un po’ più l’immagine di Israele.
Ma soprattutto, la Turchia può giocare una seconda partita. Secondo le nostre informazioni, Ankara ha informato il Dipartimento di Stato che Erdogan sta valutando di rompere personalmente il blocco di Gaza, come François Mitterand ruppe all’epoca l’assedio di Sarajevo. Potrebbe imbarcarsi su una flotta umanitaria preparata dalle associazioni umanitarie e sostenuta politicamente da qualche governo, tra cui l’Iran, la Siria e il Venezuela. Hassan Nasrallah, il segretario generale di Hezbollah, ha già lanciato un appello a tutti i Libanesi affinché partecipino a nuove iniziative. Un appello potrebbe essere lanciato ai marinai del Mediterraneo, in modo che centinaia di battelli da diporto vi si uniscano. Il tutto sarebbe scortato dalla marina militare turca… membro della NATO.
Questa prospettiva ha terrorizzato Washington cha ha improvvisamente ritrovato nuovo slancio per convincere Tel Aviv a levare il blocco.
D’altro canto, il prestigio ottenuto dalla Turchia nel corso di questa operazione mette in rilievo la collaborazione di alcuni governi arabi con Israele, in particolare quello di Hosni Moubarak. Quest’ultimo ha in effetti attivamente collaborato al blocco di Gaza per impedire il contatto tra l’Hamas palestinese e i Fratelli musulmani egiziani. Il Cairo non ha esitato ad erigere un muro d’acciaio con i soldi degli Stati Uniti e la tecnologia della Francia per murare un milione e mezzo di abitanti di Gaza. E ci si ricordi la risposta del ministro degli Esteri Ali Aboul Gheit a cui era stato chiesto cosa ne avrebbe fatto delle donne e dei bambini affamati che avrebbero tentato di passare la frontiera. La risposta fu «Che ci provino pure, noi gli spezzeremo le gambe!». All’improvviso il sangue delle vittime del Mavi Marmara schizza sul governo di Moubarak e Alessandria è al limite di una rivolta. Per allentare la tensione, il governo egiziano ha deciso di aprire temporaneamente la frontiera.

Da Flottiglia della Libertà; il dettaglio che Netanyahy ignorava, di Thierry Meyssan.

[Segue]

22 thoughts on “La flotta della libertà

  1. “prove chiare”.
    come quelle circa le armi di distruzione di massa detenute dall’Iraq di Saddam Hussein…

    (AGI) Kabul – L’Iran arma i talebani in Afghanistan: e’ l’accusa del generale Stanley McChrystal, comandante della truppe Isaf. Gli ayatollah non solo “forniscono armi”, ma “addestrano” i miliziani fondamentalisti in basi in territorio iraniano, ha detto il generale, secondo cui esistono “prove chiare” delle responsabilta’ di Teheran .

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  2. Malgrado ipocrite manifestazioni di buonismo, ma soprattutto di “vittimismo” IMPOSTI CON L’USO DEL BAVAGLIO SUI MEDIA, questo, soprattutto ora, è retto dalla forza più brutale. E TUTTAVIA è evidente che NECESSARIAMENTE alla forza si risponderà con la FORZA: In questo caso, e malgrado l’ostentazione di oltre 300 bombe atomiche, ISRAELE non è il più forte.

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  3. Boicottiamo israele con qualsiasi mezzo.

    “Turchia e Israele stanno negoziando la costruzione di un progetto
    energetico ed idrico multi miliardario che trasporterà acqua,
    elettricità, gas naturale e petrolio mediante dei condotti diretti
    verso Israele, con il petrolio da trasportare ancora più in là, da
    Israele al Lontano Oriente.”

    Cosa intenderà fare la Turchia dopo l’attacco portato contro le navi (aiuti umanitari ecc.) dai criminali israeliani in acque internazionali? Ma sopratutto come risponderà il mondo occidentale a questa ennesima strage contro persone disarmate?

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  4. Non basta condannare questi assassinii, occorre capire che il mondo in cui viviamo imita la razionalità perseguendo il terreno della bestialità! E’ un mondo totalmente falsificato. Se la sistematica distruzione delle case, l’uccisione di più di 1500 palestinesi a Gaza e l’affamamento di più di un milione e mezzo degli abitanti della Striscia di Gaza avvenuta un anno e mezzo fa non ha scosso le coscienze, vuol dire che il mondo attuale non è in grado di scuotersi, altro che perdere tempo con chi è a favore o chi è contro Berlusconi, dobbiamo mettere in ballo tutto quello che è rimasto (se è rimasto!) della nostra umanità!

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  5. più modestamente, speriamo che questo tragico episodio induca la Turchia a disallinearsi con la NATO e ridimensionare il proprio storico rapporto con l’entità sionista, in maniera ulteriore rispetto ai passi già compiuti in questa direzione negli ultimi anni.
    ciò creerebbe i presupposti per un’evoluzione di tutta l’area mediterranea e vicino orientale sempre più lontana da quella desiderata da Washington, e che non mancherebbe di toccare anche il nostro Paese:

    (ASCA) – Roma, 31 mag – Si allarga la frattura tra le due maggiori potenze militari del Medio Oriente, Turchia e Israele, fino a qualche anno fa strettamente alleate. L’intesa raggiunta alla fine degli anni novanta, che cambio’ gli assetti strategici e geopolitici della regione, sembra oggi un pallido ricordo e le relazioni, che hanno cominciato a deteriorarsi nel 2008 dopo la guerra scatenata a Gaza da Israele, hanno subito un altro duro colpo oggi con l’assalto della marina di Tel Aviv alla flottiglia che trasportava aiuti per la popolazione di Gaza. L’operazione ”Piombo fuso”, lanciata nel dicembre del 2008 nei territori occupati e costata la vita ad oltre 1.300 palestinesi, aveva causato la reazione di Ankara che aveva dichiarato impossibile la prosecuzione dei negoziati fra Israele e Siria sotto la mediazione turca. Pochi giorni dopo la fine dell’attacco, nel gennaio del 2009, il primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan aveva duramente attaccato il presidente israeliano Shimon Peres su Gaza durante un dibattito pubblico organizzato dal World Economic Forum a Davos. Nell’ottobre del 2009, l’aviazione israeliana viene tenuta al di fuori di una esercitazione militare organizzata in Turchia e le tensioni diplomatiche crescono dopo che la televisione di Ankara mette in onda immagini violentissime di bambini palestinesi uccisi dall’esercito israeliano. A gennaio scorso e’ Israele a protestare con l’ambasciatore turco per una serie televisiva giudicata antisemita, ma pochi giorni dopo e’ il governo israeliano a doversi scusare per come il vice ministro Danny Ayalon ha trattato l’ambasciatore Ahmet Celikkol, rivolgendosi a lui in ebraico e rimuovendo dal tavolo la bandiera turca. L’8 aprile Erdogan torna ad attaccare duramente Israele, dicendo che e’ la principale minaccia per la pace in Medio Oriente. Tel Aviv risponde il mese dopo, bollando come un ”trucco” l’intesa firmata dalla Turchia e dal Brasile con l’Iran per lo scambio di uranio. Oggi i 19 morti di Gaza, a bordo proprio della nave che batteva bandiera turca. Ankara ha ritirato l’ambasciatore in Israele e ha parlato di ”conseguenze irreparabili” per i rapporti bilaterali.

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  6. La marina militare israeliana con una azione di pirateria internazionale ha fatto fuoco sulla flottiglia che portava aiuti umanitari a Gaza. Dichiarazioni cerchiobottiste da parte del nostro ministro degli esteri, con doppia nazionalità, Frattini. Secondo il quale, pur condannando la morte di civili, ancora avvolta dal mistero è la dinamica degli accadimenti. Alla luce di quanto avvenuto in acque internazionali, ancor più risibili sono le giustificazioni che siffatti personaggi portano per legittimare la nostra presenza nella guerra USionista in Afghanistan. Il terrorismo, la pulizia etnica, l’antisemitismo è pratica tutta sionista. Alla faccia degli agenti del Mossad che sono infiltrati nel Parlamento italiano e che si apprestano a produrre una legislazione di “tutela” dell’entità sionista denominata Israele. Niente di nuovo sotto il sole. Siamo tutti nel mirino di questi terroristi. E la vicenda Argo 16 è la nostra memoria storica. Da non dimenticare.

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  7. al proposito della legislazione di “tutela” dell’entità sionista:

    Lettera Aperta A RaiNews24
    NON SPARATE SULLA CROCE ROSSA
    (ovvero: a proposito della partigianeria sionistra)
    http://www.webnostrum.com/

    RaiNews24 , sta facendo finta di non conoscere le condizioni di assoluta disperazione della popolazione autoctona arabo-palestinese, prigioniera in casa propria, dal West Bank a Gaza, derubata e vittima di discriminazione etnica sul suo proprio territorio, sostiene le ragioni dell’occupante sionista, che mantiene in stato di assedio da anni la Striscia di Gaza, non permettedo che pochissimi approvigionamenti alla popolazione, i quali sono assolutamente insufficienti a ripristinare la normalità e riparare i danni inflitti durante l’ultima “Operazione Piombo Fuso”, la quale, oltre ad aver procurato circa 1500 morti, ha lasciato la popolazione nelle condizioni di indigenza più assolute, mancando di medicine, carburante per i generatori, cemento per la ricostruzione, depuratori per l’acqua, barche per la pesca, tutto.

    Oltretutto alle frontiere con Gaza, sotto stretto controllo israeliano, le merci e i camion di approvigionamenti sono bloccati e il loro passaggio è impedito e boicottato.

    Ben lo sanno gli operatori delle associazioni umanitarie accreditate. Duarnte “Piombo Fuso”, addirittura e deliberatamente, sono stati bombardati i centri di stoccaggio dell’ONU.

    Cari amici di RaiNews24, se siete giornalisti onesti, volete parlare, oltre che del povero Shalit, unico prigioniero israeliano, militare, contro i circa 10 mila palestinesi detenuti (molti dei quali minori e quasi tutti civili), anche delle disgraziate condizioni degli abitanti palestinesi della Terra Santa, i quali si sono visti scippare la terra e le case da uomini stranieri in arme, e che stanno subendo una ghettizzazione senza precedenti nella storia, con circa 800 chiometri di “muri” di cemento armato alti 8 metri, privati della dignità di esseri umani sulla terra dei loro padri, svenduta all’asta con la complicità anglo-americana nello scorso secolo e tutt’ora senza prospettive di giustizia e futuro per i propri figli???

    Cari amici di RaiNews24, che date spazio nelle vostre rubriche ai difensori dello Stato ebraico che occupa la Palestina, senza però, scorrettamente, permettere un confronto con chi da costoro viene diffamato, volete parlare anche del terreno contaminato dai bombardamenti israeliani dei primi giorni del 2009???

    Volete dire che i bambini a Gaza nascono deformi, a causa degli agenti chimici, tutt’ora sconosciuti, con cui Israele ha disseminato il terreno della Striscia di Gaza???

    Volete dire che anche i sopravvissuti a “Piombo Fuso” sono soggetti alle contaminazioni delle armi sperimentali usate sulla popolazione civile, usata come cavia umana, e che non passa giorno senza che nuove patologie si manifestino mentre i medici locali, già privi di attrezzature mediche e medicine a causa del blocco da parte di Israele, possano contrastarne i mortali e devastanti effetti???

    Secondo voi, le azioni denunciate anche in sede ONU, e da giudici per giunta di tradizioni ebraiche, come Goldstone, definite crimini di guerra e contro l’umanità, non adrebbero catalogate e definite quali atti terroristici in grande stile, mentre lo sarebbero solo gli sgangherati razzi palestinesi (lanciati per giunta da fazioni salafite).

    Secondo voi 1500 morti da una parte e 13 dall’altra, sono la stessa cosa?

    1500 terroristi (di cui circa 500 bambini) e 13 eroi?

    Se potete permettervi di scrivere e pubblicare articoli come questo

    http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=141380

    e interviste come quella del 17 maggio, entrambi diffamatori per diversi operatori dell’informazione in rete, nonchè scorretti perchè sbilanciati nell’analisi e giudizio, vedendo il bruscolo ma ignorando la trave, state facendo un pessimo servizio giornalistico.

    State aiutando a criminalizzare ingiustamente chi invece sta offrendo un servizio di informazione libera e non filtrata. Voi vi state prestando ad uno sporco gioco al massacro, ad un’operazione di censura mediatica delle voci del dissenso.

    E questo rapporto di dipendenza, culturale, politica, economica, con personaggi ed istituzioni che fanno gli interessi di potenze straniere, tant’è che molti di essi detengono doppio passaporto, non vi fa onore, nè come giornalisti, nè come persone.

    L’onestà intellettuale, lo sappiamo, è merce rara e preziosa di questi tempi, e non speriamo certo di trovarla facilmente sulle scrivanie delle redazioni , nè di Rai, nè di Mediaset, nè della stampa finanziata dallo Stato con i soldi dei contribuenti.

    Ma almeno, in un guizzo di dignità e corretta deontologia, se proprio dovete fare articoli o interviste che pongano persone, o popoli, sul “banco degli imputati”, oltretutto per motivazioni ideali e di pensiero, legate a differenti conoscenze dei fatti e della cronaca, permettete anche a queste persone di potersi difendere e presentare le loro proprie versioni dei fatti, in un confronto seriamente democratico, non tendenzioso e fazioso.

    La prossima volta che invitate la Nirenstein e Gatti invitate anche noi.

    Aumenterete la vostra percentuale d’ascolto sicuramente, e ne sentirete delle belle. O forse volete fare “informazione” non facendola, o facendola solo parzialmente? Le campane bisogna sempre sentirle tutte e due per riuscire a dare una visione completa delle situazioni e dei problemi. Altrimenti che gusto c’è ad attaccare ch non si può difendere? E come tirare in porta senza il portiere. Giocate facile, vero?

    Ricordate: quello che oggi state facendo a noi, semplici operatori liberi dell’informazione in rete, un giorno lo faranno a voi. Appena avrete il coraggio di dissentire dal Grande Fratello.

    E la prossima volta che vedrete delle persone di buona volontà che fanno una buona azione, sfidando, disarmati, un esercito tra i più armati al mondo, per portare soccorso e beni di prima necessità ad una popolazione allo stremo delle forze, massacrata, assediata, contaminata, violentata nel più profondo, donne, uomini, vecchi, e soprattutto bambini, sostenete la bontà di tale operazione umanitaria, non sparate sulla Croce Rossa anche voi.

    Nel vostro editoriale, di cui al link sopra riportato, dite che la Freedom Flottilla sia una speculazione mediatica. Certo che lo è: è anche una operazione mediatica, per portare tale grave problema di Gaza, sin’ora affrontato solo da gruppi di volontari e ONG, al centro delle problematiche umanitarie da risolvere, nel rispetto dell’identità ed autonomia politico-culturale dei popoli. Oltre ad aiuti materiali, la Flottilla romperà l’isolamento nel quale è stata tenuta questa parte della Palestina, assediata dalle milizie dell’IOF e isolata dai media e politici internazionali, nella quasi totalità.

    Intanto vergognatevi, perchè state infrangendo una delle regole prime del giornalismo, che è quella di offrire informazione di verità ai cittadini, non di convenienza.

    Redazionale di TerraSantaLibera.org
    30 maggio 2010

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  8. Il TG-3, diretto Berlinguer, ha scoperto solo oggi, a seguito del noto massacro (perpetatrato, tra l’ altro, in acque aperte internazionali), la ‘situazione umanitaria a Gaza’, e l’ odioso blocco anche dei generi alimentari contro la popolazione palestinese, che persiste da anni. Dunque non addebitabile soltanto al governo Netanuahu-Liebermann, che è un pò troppo imbarazzante per gli USA —anche vista l’ accoglienza colà riservata, pietrate e pomodori, appena tre giorni fa al capo di Gabinetto Emanuel Rahm, il vero burattinaio della Casa Bianca che muove i fili del ‘Bovero Neghro’— visto che, a differenza di tutti gli altri governi ‘laburisti-kadymisti’, dichiara quanto fa: ossia la colonizzazione spinta dei Territori occupati durante la guerra del giugno ’67, e tali rimasti anche dopo quella del Ramadhan, ottobre 1973, tolto il Sinai ceduto nel ’77 all’ Egitto da Menahem Begin…E senza mascherarsi, come al solito, dietro le ipocrisie così gradite agli ‘europeisti’ dall’ anima buona, cui viene imbandita-edulcorata dagli scrittori alla moda dei media: Amos Oz, Abraham Yeoshua, David Grossmann, prezzemolini immancabili di ogni Buchmesse francofortese, o Salone del Libro torinese. Buoni come il pane. Ed altrettanto sinceri.
    Analoga reazione di RAI-news24, del Mineo congenere: all’ improvviso scoprono la Questione Palestinese, che credevano morta e sepolta, secondo quanto accomoda i loro porci comodi: invece, rispuntata all’ improvviso, tra tanto sventolare di bandierine atlantiche ‘sotto la NATO’, come da capostipiti pregressi. E soprattutto ancor più ‘sotto Wall Street’…..
    Il Convitato di Pietra si è presentato a tavola: ahiloro.
    Che lo credevano ormai fredda, immobile Statua….
    gianni caroli

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  9. Tutto secondo copione. Ancora una volta l’arroganza israeliana mostra il suo volto assassino. Dopo l’operazione “piombo fuso”. tollerata ed avallata dall’intiero mondo occidentale, non può destare meraviglia l’azione di arrembaggio messa a punto dai sacerdoti della “religione olocaustica” nei confronti dei militanti di Freedom Flotilla.
    Ancora nessuna meraviglia sull’atteggiamento servile dei camerieri italiani e atlantici nei confronti del padrone Usa/Israel. Per anni noi “Giustizia Giusta” nel nostro Osservatorio Internazionale abbiamo puntualmente documentato e denunciato quanto avviene in Medio Oriente, senza cedere alle ipocrisie che – per dirla con Giorgio Vitali – vengono “imposte con l’uso del bavaglio sui media”. Da anni continuiamo a mettere alla gogna l’inaccettabile e vergognoso comportamento tenuto dai rappresentanti – di destra e di sinistra – della Colonia Italya in Bosnia come in Afghanistan dove oggi si inviano i nostri soldati a combattere la IV Guerra dell’Oppio spacciata per “missione umanitaria”. Mentre su suggerimento di Fiamma Nirestein il vice-sindaco Alemanno organizza prove di oscuramento quali l’Operazione “Militia” per annientare con la scusa di un’inesistente anti-semitismo ogni voce antagonista di dissenso…
    Noi, comunque, continueremo senza tregua a portare innanzi la nostra attività di contro-informazione e di denuncia.
    Anche se il mondo resterà a guardare “sull’orlo della fossa seduto”…
    Paolo Signorelli

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  10. per segnalare rapidamente che gli aggiornamenti da fonti locali corrono via citizen media e soprattutto su twitter in queste ore, incluse foto e news delle manifestazioni subito avviate in varie citta’ locali, in particolare cercando con l’hashtag #flotilla, (meno anche con #Freedomflotilla, #Israel, #Gaza, #Israil);

    una sintesi di questi rilanci e’ ora su global voices in italiano

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  11. segnaliamo anche l’ottimo lavoro, come sempre, di infopal.it
    dove, fra le altre cose, si apprende che gli occupanti israeliani hanno trasferito i sostenitori internazionali nella prigione al-Khiyam, nel porto di Ashdod:
    http://www.infopal.it/leggi.php?id=14766
    e che “malgrado le varie agenzie stampa italiane ripetano che gli italiani sequestrati dalle autorità israeliane “stanno bene”, la famiglia di Angela Lano, direttrice di Infopal.it, informa che la Farnesina e l’Ambasciata d’Italia in Israele non sono in possesso di informazioni al riguardo.
    I cittadini italiani a bordo della Freedom Flottilla sono pertanto “spariti” a tutti gli effetti.
    Il porto di Ashdod, infatti, dove sono state condotte la navi della Freedom Flotilla, è stato dichiarato “zona militare” dalle autorità israeliane e nessuno può entrarvi, tanto meno i giornalisti.
    Israele si rifiuta inoltre di fornire la nazionalità dei sequestrati, pertanto le stesse ambasciate in Israele non possono comunicare alcuna informazione precisa al loro riguardo.”
    http://www.infopal.it/leggi.php?id=14768

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  12. a proposito di Angela Lano, redattrice di Infopal:

    Gerusalemme, 1 giu. – (Adnkronos/Aki) – Gli attivisti italiani fermati dalle autorita’ israeliane mentre a bordo della ‘Flottiglia di Pace’ “stanno bene”, ma tra loro la donna, Angela Lano “e’ la piu’ provata”.
    Lo ha affermato il sottosegretario agli Esteri Stefania Craxi in missione in Israele e nei Territori parlando con i giornalisti dopo l’incontro tra il console italiana Gloria Belelli, e gli italiani nel carcere israeliano di Beer Sheva.

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  13. pare invece che…

    Doha, 4 giu. – (Adnkronos/aki)- Il cargo irlandese ‘Rachel Corrie’ e’ “ancora in navigazione e ci troviamo a 170 miglia marine dalla Striscia di Gaza, dove contiamo di arrivare domani mattina”. E’ quanto ha annunciato l’attivista irlandese Jeanie Graham, in collegamento telefonico con la tv araba ‘al-Jazeera’, riferendosi a una delle navi della Flottiglia di pace.
    “A bordo ci sono 19 persone – ha spiegato – siamo decisi ad andare a Gaza e quando arriveremo a 120 miglia dalla costa diminuiremo la velocita’ di crociera”.

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