Obama taglia l’F-35?

Washington, 10 novembre. – La commissione presidenziale suggerirà di tagliare del 15% il budget per le armi del Pentagono per riuscire a tenere in piedi il bilancio federale USA. In particolare l’organismo voluto da Barack Obama proporrrà di rinunciare alla versione per i Marines dell’F35-B, il Joint Strike Fighter (tra l’altro ordinato anche dalla Marina Italiana per sostituire gli Harrier imbarcati e in parte dell’Aeronautica italiana) a decollo corto e atterraggio verticale (Stovl). F35-B affetto da diversi problemi e il cui taglio farà risparmiare 17,6 miliardi nel quadriennio 2010-2015. L’organismo co-presieduto da Erskine Bowles e Alan Simpsony consiglierà al presidente Obama anche di sostituire la metà dei JSF di Lockheed Martin programmati per la US Air Force con F16 e con F18 quelli per la US Navy. In questo modo si risparmierebbero 9,5 miliardi da qui al 2015.
Secondo i piani originali gli USA avrebbero acquistato un totale di 2.443 F35 al costo di 382 miliardi di dollari, la più grossa comessa militare della storia USA. Programma co-sviluppato anche dall’Italia con in prima fila il gruppo italiano Finmeccanica, insieme Gran Bretagna, Olanda, Turchia, Canada, Danimarca e Norvegia.
La commissione ha anche proposto di fermare a quota 228 l’acquisto dei convertiplani Textron/Bell-Boeing V-22 Osprey, quota pari a circa due terzi del contratto originale. I quattordici commissari hanno anche suggerito di cancellare la flotta di 573 navi da sbarco della General Dynamics, risparmiando 15,6 miliardi. Nel complesso il piano ‘lacrime sangue’ consentirà di risparmiare 20 miliardi nel 2015 facendo calare la spesa per l’acquisto di sistemi d’arma a 117,5 miliardi. L’ultima raccomandazione della commissione insediata dal presidente americano riguarderà il taglio di un terzo del personale di stanza in Europa e Asia.
(AGI)

In attesa di conoscere le reazioni delle alte sfere politiche e militari italiane circa queste evidenti intenzioni di disimpegno, seguiremo con molta attenzione e fiducia gli sviluppi della situazione.
Per ora, segnaliamo che la bozza di Finanziaria per il 2011 elaborata dal ministro Tremonti prevede lo stanziamento per le “missioni di pace” di 750 milioni di euro…

10 thoughts on “Obama taglia l’F-35?

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  2. ai nostri fini, ci pare più importante questa:

    (ASCA-AFP) – Gerusalemme, 11 nov – Gli Stati Uniti hanno deciso di aumentare in modo significativo il loro stock di armi depositato in Israele. Si tratta di una mossa per rafforzare i legami tra i due Paesi sul fronte della sicurezza. A rivelarlo la stampa israeliana.
    L’iniziativa, che vedra’ nel corso dei prossimi due anni il trasferimento in Israele di bombe intelligenti e di altre armi di precisione per un valore di 400 milioni di dollari, e’ stata approvata la scorsa settimana dal Congresso degli Stati Uniti. Tali equipaggiamenti potranno essere utilizzati dalle forze armate statunitensi che operano nei teatri du guerra di tutto il mondo, ma anche dal Paese ospitante.

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  3. segnaliamo l’articolo intitolato I tagli drastici della Difesa statunitense, dove veniamo citati quale fonte da Gianandrea Gaiani, autore peraltro dell’orwelliano “Iraq Afghanistan: guerre di pace italiane”:
    http://blog.panorama.it/mondo/2010/11/17/i-tagli-drastici-della-difesa-statunitense/

    in particolare il seguente passaggio: “Se i suggerimenti della Commissione venissero approvati da Barack Obama e dal Congresso circa la metà della commessa italiana verrebbe meno.”

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  4. oggi invece è il senatore Umberto Veronesi, oncologo di fama nonché neonominato presidente dell’Agenzia per la Sicurezza Nucleare, a ribadire il suo no al programma F-35:

    ROMA, 18 NOV – Il suo impegno sul nucleare ”non e’ per niente in contraddizione con quello per la pace”. Anzi,, ”la scienza puo’ contribuire alla pace con il progresso e l’energia nucleare e’ un grande progresso”. Lo spiega in una intervista al Corriere della Sera il professor Umberto Veronesi, all’apertura, oggi e domani a Milano, della seconda conferenza Mondiale di ‘Science for peace’ ideata dalla sua Fondazione. ”Le fonti di energia sono fonti di ricatto economico e quindi di conflitto”, chiarisce l’oncologo, e oggi ”il nucleare e’ l’unica fonte di energia che puo’ assicurare indipendenza economica e politica. L’Italia ha l’elettricita’ piu’ cara d’Europa perche’ la compra dalla Francia, appena al di la’ del nostro confine. Che succederebbe se un giorno la Francia ci tagliasse i rifornimenti?”. Peraltro, le risorse impiegate nei conflitti, scrive anche in un intervento su Repubblica, ”vengono inevitabilmente sottratte alla ricerca in ambiti diversi da quello militare, come quello biomedico, in costante sofferenza per carenza di fondi nonostante sia essenziale per il benessere della popolazione”. Per arrivare alla pace, dalla conferenza saranno indicate tre vie, ”il dialogo interreligioso, la valorizzazione del ruolo delle donne e la promozione dell’econmia della pace”. ”Armi ed eserciti non possono certo contribuire a ‘difendere’ la popolazione da poverta’, disoccupazione o deterioramento dell’ambiente, minacce maggiori di fantomatici attacchi militari”. Per tagliare i budget militari in Italia ”si potrebbe cominciare col non acquistare i costosi cacciabombardieri d’attacco F35. I soldi vadano ad ambiente, universita e ricerca”.(ANSA)

    soprassediamo sulle (opinabili) dichiarazioni in tema di nucleare, per segnalare che la scorsa estate, come ideatore di Science for Peace, il Prof. Veronesi ha presentato in Senato una mozione – avanzata da Rete Italiana per il Disarmo – affinché il Governo italiano rinunci all’acquisto dei cacciabombardieri JSF-F35 e usi in maniera migliore per la popolazione gli oltre 16 miliardi di spesa previsti.
    Il testo della mozione è qui:
    http://www.fondazioneveronesi.it/allegati/Mozione_senato_stop_F35.pdf

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