In attesa della conversione in legge del D.L. 29 dicembre 2011, n. 215, recante “Proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché disposizioni urgenti per l’Amministrazione della difesa”, tuttora all’esame delle Commissioni riunite III (Affari esteri e comunitari) e IV (Difesa) della Camera dei Deputati, vale la pena dare un’occhiata al dossier elaborato dal Servizio Studi del Dipartimento affari esteri, intitolato “Proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali – D.L. 215/2011 ‘ A.C. 4864”.
In particolare, alla tabella 574/1 che pone a confronto gli importi ascritti al finanziamento delle missioni internazionali delle Forze armate negli anni 2011 e 2012.
Nella prima colonna, contrassegnata dal colore verde (a), vengono esposti gli importi previsti dal decreto legge 228/2011, convertito in legge ai sensi della L. 22 febbraio 2011, n. 9 che ha disposto la proroga delle missioni in oggetto per il primo semestre 2011.
Nella seconda colonna, in colore blu (b), sono riportati gli importi stanziati dal decreto legge 107/2011, convertito dalla legge 2 agosto 2011 n. 230, che ha prorogato le missioni internazionali delle Forze armate per il periodo 1 luglio-31 dicembre 2011 (secondo semestre 2011).
La terza colonna (c), riportando la somma dei valori presentati nelle prime due colonne, espone il totale dei finanziamenti ascritti alla proroga delle missioni internazionali delle Forze armate dai due provvedimenti semestrali intervenuti nel 2011.
La successiva colonna (d) presenta le somme imputate alla proroga di ciascuna missione per l’intero anno 2012 dal decreto legge 215/2011, all’esame della Camera per la conversione in legge.
L’ultima colonna presenta la differenza tra gli importi indicati dal DL 215/2011 in esame, relativi all’intero anno 2012, e quelli stanziati per l’anno precedente.
I valori, ovviamente, sono espressi in euro.
Totale stanziato per il 2011: 1.396.009.513.
Totale previsto per il 2012: 1.281.932.233.
Con un “risparmio” nell’ordine dei 114 milioni di euro. Siria e/o Iran permettendo…
[Breve postilla in tema di debiti pubblici
Finalmente, dopo gli ultimi declassamenti effettuati da Standard & Poor’s, anche la “libera stampa” invoca una proposta di regolamentazione delle agenzie di rating. Si veda l’articolo di Angelo De Mattia per MilanoFinanza.
E finalmente qualcuno che spiega, in prima pagina su la Repubblica (!), l’interesse di “alcune piazze finanziarie” a speculare sull’instabilità dell’euro.
“Riuscire ad emanciparsi dalla valutazione delle agenzie americane (…) in un mondo dominato dal pensiero unico del capitalismo, sarebbe un’autentica rivoluzione culturale” conclude Andrea Bonanni.
Sogniamo o siam desti?]
Un piccolo commento sulle agenzie di rating. Qualcuno le definisce le srelle zoccole, altri le definiscono essenziali e altri ancora entità atte a distruggere le economie. Io credo che tra queste definizioni ci sia un punto sul quale è difficile non essere d’accordo. L’europa, quella tenuta in piedi da una moneta unica fittizzia, è costituita da un insieme di nazioni che non hanno mai lavorato come uno stato federato i senso stretto. Ognuno per conto proprio. Manca quindi la politica comune, quella che dovrebbe legare le diverse nazioni sotto una unica visione. Mancano infatti molte cose che possono caratterizzare uno stato federato: esercito, politica, benessere sociale, sanità, un diritto comune e via dicendo; però abbiamo una moneta comune.
In questo scenario dove alcuni vanno a 100 ed altri a 10 è facile colpire gli elementi più deboli, è una legge naturale.
Ma senza andare a guardare in casa d’altri (Spagna, Grecia, Portogallo, ecc.) è sufficiente dare uno sguardo all’Italia per capire che in 30/40 di politica disfattista anche il più sgangherato banchiere avrebbe vittoria facile sulla nostra economia e sul nostro debitone.
Le agenzie di valutazione sono quello che “il mercato” vuole che siano, in fin dei conti, quando va bene si riporta la valutazione, ma quando va male le si accusa di essere anti questo o anti quello. In tutto questo marasma finziario-economico-politico è facile prendere all’amo il pesce più debole, ti pare?
Non a caso quelle nazioni che hanno la tipografia di stato sempre attiva non sono soggetti a grandi critiche (Giappone, Inghilterra ed Usa) pur avendo questi stati delle economie ormai morenti.
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Giochetto matematico per “umanizzare” e meglio rendersi conto del peso economico delle vergognose “missioni di pace” : per quanto riguarda il 2012 risultano euri
3 milioni 512.143 al giorno
146.339 all’ora
2.439 al minuto
40, 65 al secondo
(per ogni giorno, ogni ora, ogni minuto, ogni secondo che scorre per l’intero anno !)
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Torniamo tutti a casa. L’ impero, vittima delle sue paure, ci porterà per mano in una nuova guerra forse due (esageriamo) e le spese aumenteranno. Noi non abbiamo paura, siamo nati e stiamo da millenni nel mediterraneo e ci rispettano. Loro transfughi dall’europa ci coinvolgono da 66 anni. Lasciamoli soli, torniamo a casa.
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Prodi, Qui Quo Qua e i cinesi
ROMA, 18 GEN – ”Non da oggi ma da molto tempo ho sostenuto la necessita’ di aprire il mercato del ‘rating’ oltre le tre agenzie che, proprio per il loro costante coordinamento, avevo gia’ da tempo soprannominato ‘Qui, Quo, Qua’. Sarei percio’ ovviamente felice che entrino in fretta altre imprese in questo settore cosi’ delicato e tra queste ci puo’ essere evidentemente posto per Dagong con cui non ho avuto e non ho alcun rapporto economico”.
E’ quanto afferma l’ex premier Romano Prodi in un intervento pubblicato su Libero. L’arrivo di Dagong in Europa, continua Prodi, ”dovrebbe essere salutato con favore. Trovo infatti normale che i cinesi, che sono diventati grandi investitori e prestatori, vogliano avere la possibilita’ di dire la loro sul rating ed e’ interesse di tutti che questo avvenga in un contesto di regole condivise”. (ANSA)
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Ah, dimenticavo, c’è un articolo sull’Espresso di Repubblica riguardanti le spese militari. Forse i datin sopra sono da aggiornare:
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/armamenti-la-super-casta/2160322
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qualcosa non torna…
Roma, 18 gen. – Il Presidente della Commissione Affari esteri della Camera dei Deputati, Stefano Stefani, ha partecipato nel pomeriggio all’audizione dei ministri degli Esteri e della Difesa, Terzi di Sant’Agata e Di Paola, sulla partecipazione dell’Italia alle missioni internazionali. Nel prendere atto della riduzione del contingente del personale militare all’estero, al tempo del precedente Governo fortemente rivendicata dalla Lega Nord, il presidente Stefani ha richiamato l’attenzione di entrambi i ministri sul fatto che il nuovo decreto legge, all’esame del Parlamento dall’inizio dell’anno, non presenta una diminuzione della spesa proporzionale alla riduzione del personale.
“Con circa duemila militari in meno – ha chiesto il presidente Stefani – come e’ possibile che si risparmino poco piu’ di cento milioni di euro rispetto ad un impegno complessivo di un miliardo e quattrocento milioni?”. Il presidente Stefani ha, quindi, concluso il suo intervento richiamando “l’esigenza della massima trasparenza nei confronti del Parlamento, che e’ responsabile di fronte all’opinione pubblica per gli oneri che gravano sulle casse dello Stato e, ancor piu’, per la sicurezza dei nostri militari”. (AGI)
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esito della votazione finale nominale n. 1 seduta n. 580 del 1/2/2012: http://documenti.camera.it/votazioni/votazionitutte/schedadb.asp?nomescheda=Votazione%20DDL%20n.4864//10743//4864//////V4864//Seduta%20n.580%20del%201/2/2012//presieduta%20da%20%20BINDI%20ROSY//True&tipo=dettaglio
riepilogo del voto espresso ripartito per Gruppo parlamentare: http://documenti.camera.it/votazioni/votazionitutte/schedadb.asp?nomescheda=Votazione%20DDL%20n.4864//10743//4864//////V4864//Seduta%20n.580%20del%201/2/2012//presieduta%20da%20%20BINDI%20ROSY//True&tipo=gruppi
quadro sinottico dei voti espressi: http://documenti.camera.it/votazioni/emiciclo/emiciclovota.asp?NomeFile=leg16/V4864&nomescheda=Votazione%20DDL%20n.4864//10743//4864//////V4864//Seduta%20n.580%20del%201/2/2012//presieduta%20da%20%20BINDI%20ROSY//True&tipo=sinottico
dal quale si evince chi sono i due parlamentari PD che si sono disallineati dal partito di appartenenza e dal suo incondizionato sostegno alle misure partorite dall’esecutivo Monti: Enrico Gasbarra e Gero Grassi.
e ora la parola passa al Senato: http://www.senato.it/leg/16/BGT/Schede/Ddliter/37900.htm
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la (loro) stella polare
Roma, 15 feb. (Adnkronos) – ”Lo scenario di riferimento entro il quale pianificare lo sviluppo e l’ammodernamento dello strumento militare e’ uno scenario condiviso nel contesto del sistema dell’unione europea e dell’Alleanza Atlantica, delle quali l’Italia fa parte e che rappresenta il nostro riferimento fondamentale”. Cosi’ il ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, ascoltato dalle commissioni congiunte di Senato e Camera sulle linee di indirizzo per la revisione dello strumento militare. ”Lo strumento militare -ha rimarcato Di Paola- deve essere interoperabile e interagibile con quello degli alleati, tecnologicamente avanzato perche’ possa operare con gli altri, e sostenibile. L’ancoraggio del nostro strumento militare agli europei e agli atlantici non puo’ che costituire la nostra stella polare”. ”Se vogliamo costruire una piu’ forte realta’ europea di difesa e sicurezza -ha concluso- e quindi contribuire a una piu’ solida realta’ euro-atlantica, dobbiamo impostare con coraggio un’incisiva revisione del nostro strumento militare”.
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