“Il parossismo generale nei riguardi del debito pubblico – che, lungi dall’essere il fulcro del problema come vorrebbe qualcuno, costituisce invece la vera cartina tornasole capace di misurare grado di deterioramento delle altre attività economiche nazionali – non è altro che uno specchietto per le allodole, utile per giustificare lo smantellamento totale e definitivo dell’industria strategica italiana in nome dell’imperativo categorico di “far cassa”.
Per questa ragione il nuovo piano strategico elaborato da Finmeccanica ha suscitato l’approvazione di Morgan Stanley, che ha alzato il rating sulla società romana poche ore dopo che l’Amministratore Delegato Giuseppe Orsi ebbe esternato pubblicamente l’intenzione di “alleggerire” la holding attraverso la dismissione di alcune aziende “meno produttive”.
Parlare, inoltre, di concorrenza in un sistema estremamente corporativo ed oligopolistico come quello dell’energia appare quanto meno fuorviante, dal momento che i prezzi di petrolio e gas vengono stabiliti arbitrariamente da un cartello composto da un pugno di società petrolifere e da un numero altrettanto esiguo di istituzioni finanziarie che speculano sui rialzi. Alla luce di tutto ciò, giustificare l’indebolimento dell’ENI in nome della concorrenza tirando persino in ballo i minori costi che gli utenti si ritroverebbero ad affrontare appare analogo alla crociata guidata dall’attuale esecutivo “tecnico”, che intendeva provocare una diminuzione dei prezzi della benzina liberalizzando le pompe di distribuzione senza prendere in minima considerazione il ruolo di quelle che Enrico Mattei definiva “sette sorelle”. Il che la dice lunga sulla presunta risolutezza del governo Monti, che “non guarda in faccia nessuno”.
L’ultimo tassello da inserire in questo desolante mosaico è costituito dalla nomina ad advisor (consigliere), con compiti di valutazione delle modalità di vendita della Snam, di Goldman Sachs da parte della Cassa di Depositi e Prestiti presieduta da Franco Bassanini, che nel 1992 era salito a bordo del Panfilo Britannia in compagnia di una nutrita schiera di alti esponenti della politica e dell’economia italiana (Ciampi, Draghi, Costamagna, ecc.).
Sull’onda di Tangentopoli si insediò il governo tecnico presieduto da Giuliano Amato, il quale si affrettò a trasformare le aziende pubbliche in Società Per Azioni mente il Fondo Monetario Internazionale segnalava la necessità di provocare una svalutazione della moneta italiana per favorire il processo di privatizzazione. Così, non appena i “tecnici” del governo Amato ebbero incaricato Goldman Sachs di supervisionare alla vendita dell’ENI, il gruppo Rothschild “prestò” il direttore Richard Katz al Quantum Fund di George Soros per imbastire la colossale manovra speculativa contro la lira, provocando una svalutazione della moneta italiana pari al 30%. Ciò consentì ai Rothschild di acquisire parte dell’ENI a un prezzo fortemente “scontato”.
Lo scorporo della Snam appare quindi come una fase avanzata della lunga marcia di logoramento di quel che rimane dell’industria strategica italiana avviata nel 1992, con Tangentopoli e con gli attentati del 1992 che costarono la vita a Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e gli agenti delle rispettive scorte.
Proprio in questi giorni è stato celebrato l’anniversario della strage di Capaci tra altisonanti discorsi da parte dei più autorevoli esponenti istituzionali. Sarebbe stato interessante se qualcuno avesse osato tirare in ballo le dichiarazione rese dall’ex ministro dell’interno Vincenzo Scotti nel corso di un’intervista resa al quotidiano romano “Il Tempo” il 6 dicembre 1996. In quell’intervista, Scotti spiegò che nel febbraio 1992 i servizi segreti e il capo della polizia Vincenzo Parisi avevano redatto e fatto pervenire sulla sua scrivania un rapporto in cui erano sommariamente elencate e descritte le modalità di un imminente piano di destabilizzazione politico, sociale ed economico dell’Italia, orchestrato da svariate potenze internazionali in combutta con alcune potenti lobby finanziarie. Il piano in questione, secondo quanto affermato da Scotti, comprendeva attentati di varia natura atti a distorcere la percezione di sicurezza nazionale in seno alla società, in modo da creare un clima di instabilità che spianasse la strada agli attacchi finanziari diretti contro il patrimonio industriale e bancario di stato. Non ricorda qualcosa?”
Da La lunga marcia di logoramento dell’Italia, di Giacomo Gabellini.
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dopo il “false flag” di Houla, per ora espulsi gli ambasciatori… a quando il prossimo bombardamento umanitario a guida USA/NATO?
Parigi (Francia), 29 mag. (LaPresse/AP) – Azione coordinata di diversi alleati europei e internazionali contro la Siria. Italia, Francia, Regno Unito, Spagna, Germania, Australia e Canada hanno infatti deciso di espellere i diplomatici di Damasco dai propri Paesi. Il primo a darne notizia questa mattina è stato il governo australiano, comunicando di aver espulso l’incaricato d’affari siriano, Jawdat Ali, e un altro diplomatico, in protesta contro il massacro di Houla, avvenuto venerdì, in cui sono state uccise almeno 108 persone, molte delle quali con esecuzioni sommarie. Ai due è stato ordinato di lasciare l’Australia entro 72 ore.
In mattinata si sono susseguiti in rapida successione annunci simili dei Paesi europei, Francia, Germania, Regno Unito, Italia e Spagna, a cui si è poi unito il Canada. La Farnesina ha dichiarato “persona non grata” l’ambasciatore siriano a Roma, Khaddour Hasan. “Il governo italiano – si legge in una nota – ha inteso ribadire l’indignazione per le efferate violenze contro la popolazione civile ascrivibili alle responsabilità del governo siriano”.
Il presidente francese François Hollande ne ha dato notizia direttamente, parlando con i giornalisti a Parigi. L’ambasciatore siriano Lamia Shakkour, ha detto il capo di Stato, lascerà Parigi “oggi o domani”. La decisione, ha spiegato Hollande, è stata presa dopo discussioni di alto livello con il primo ministro britannico David Cameron e il segretario generale delle Nazioni unite Ban Ki-moon. “Abbiamo deciso su un certo numero di tattiche di pressione da applicare sulla Siria”, tra cui appunto l’espulsione, ha proseguito Hollande, annunciando che a inizio luglio Parigi ospiterà la prossima conferenza internazionale del gruppo Amici della Siria.
È toccato poi a Londra. Funzionari britannici, in attesa dell’annuncio ufficiale del ministro degli Esteri William Hague, hanno annunciato l’espulsione dell’incaricato d’affari Ghassan Dalla e di due membri del personale diplomatico siriano. Quindi a Berlino, che ha dato all’ambasciatore Radwan Lutfi 72 ore per lasciare la Germania. Il governo tedesco e i suoi alleati, ha detto il ministro degli Esteri Guido Westerwelle, sperano che “questo messaggio inequivocabile non cada nel vuoto a Damasco”. Anche la Spagna si è pronunciata in merito, dando a sua volta 72 ore di tempo all’ambasciatore Hussam Edin Aala e ad altri quattro diplomatici di Damasco per andarsene. Stessa cosa ha fatto il Canada.
In merito si è espressa anche l’Austria che ha convocato l’ambasciatore siriano al ministero degli Esteri, per protestare sul massacro di Houla. Alla domanda se le espulsioni si stiano verificando in tutta Europa, il portavoce del ministero, Nikolaus Lutterotti, ha risposto che una decisione non è stata ancora presa, ma ha spiegato che l’ambasciatore in Austria non sarà cacciato dal Paese perché detiene una funzione aggiuntiva, ossia quella di rappresentante di organizzazioni delle Nazioni unite a Vienna.
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un disegno preordinato…
ROMA, 1 GIU – ”Quando si leggeranno le carte della corposa inchiesta della Procura di Trani, corredata dalle intercettazioni telefoniche tra la sede di Milano e quella di New York di Standard & Poor’s, trascritte ed allegate agli atti – affermano Lannutti e Trefiletti – ci si rendera’ conto non soltanto di manipolazioni continuate e pluriaggravate del mercato, a partire dal maggio 2011, ma di un vero e proprio disegno criminoso per un sistematico attacco portato contro l’Italia, appositamente scelto nei momenti di maggiore debolezza, anche con la finalita’ di indebolire la moneta unica europea, destabilizzando l’euro”.
Ad incastrare l’Agenzia di rating – secondo le due associazioni di consumatori – oltre alle perizie ed alle consulenze, ci sarebbero ”compromettenti intercettazioni telefoniche, tra l’ allora numero uno dell’ agenzia di rating Standards and Poor’ s, Deven Sharma, costretto a dimettersi nell’agosto 2011 dall’amministrazione Obama dopo il clamoroso errore di 2.000 miliardi di dollari nel declassamento della tripla A del debito Usa, sostituito a settembre da Douglas Peterson, amministratore delegato di Citigroup, ed i suoi referenti italiani ed europei”. Proprio in quelle telefonate – secondo Lannutti e Trefiletti – ”si trova la prova regina che documenta la manipolazione del mercato pluriaggravata e continuata, ipotesi di reato, rivoluzionata rispetto alla contestazione iniziale”.
”Il sospetto dei pm di Trani, del procuratore Carlo Maria Capristo e del pm Michele Ruggiero – ipotizzano i presidenti delle due associazioni – e’ che gli analisti non si mossero autonomamente ma risposero a un disegno, oggettivamente perseguito, di golpe bianco del gruppo dirigente centrale dell’ agenzia, un disegno preordinato di affidare ad analisti inesperti il mandato di produrre analisi, un disegno non casuale quello di scegliere una certa tempistica nel diffondere i report in modo tale da influenzare l’ evoluzione politica italiana”. Adusbef e Federconsumatori, oltre ad ipotizzare che la Procura possa per questo ascoltare il premier Mario Monti – che davanti al declassamento del 13 gennaio disse che si era di fronte ad ”un attacco all’Europa” – nell’atto di intervento che precede il possibile rinvio a giudizio, che dovra’ essere deciso entro il 20 giugno, chiedono che la Procura di Trani possa valutare l’ipotesi delittuosa prevista dall’art. 241 del Codice Penale che sanziona gli ”Attentati contro l’integrita’, l’indipendenza o l’unita’ dello Stato, punito con la reclusione fino a 12 anni, e chiedono alla Consob di sospendere con effetto immediato – anche di concerto con l’Esma (Autorita’ Europea) la licenza ad operare in Italia a Standard & Poor’s.
Nella nota, inoltre, Lannutti e Trefiletti ricordano che ” anche le altre due piu’ importanti agenzie di rating al mondo, Moody’s e Fitch, sono sotto inchiesta a Trani, e anche per loro si avvicina la scadenza della chiusura delle indagini”.(ANSA)
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