Casi di intelligence – vite esemplari 5°

Giulio Lolli, un uomo davvero pieno di risorse

Rimini, 29 Ottobre 2012 – Giulio Lolli il trasformista. Nessuno ha mai avuto dubbi sul fatto che l’ex presidente della Rimini Yacht potesse riemergere dalle sue ceneri come l’araba fenice. E ora, dopo una fuga rocambolesca, l’arresto, le torture e la guerra a fianco dei rivoltosi libici, il bolognese si cala nei panni dell’arredatore. Solo lui poteva inventarsi da un giorno all’altro designer per le case dei vip di Tripoli che ancora si possono permettere di vivere all’occidentale, in un Paese che non ha ancora trovato pace. Ma non c’è dubbio, le notizie che arrivano da laggiù, ci dicono che il bolognese ha smesso i panni del combattente per la libertà, per tornare a indossare quelli dell’imprenditore. Molto più comodi rispetto ai precedenti, e sicuramente più consoni a un uomo che nella sua vita non si è mai fatto mancare nulla. Che abbia una marcia in più, è indubbio. Ogni volta, anche nelle situazioni più difficili e pericolose, è riuscito a rovesciare la situazione in suo favore. Un talento naturale che lo ha portato a sopravvivere (e, dicono, anche qualcosa di più), nelle condizioni più sfavorevoli. Sistemati i suoi guai giudiziari con la giustizia libica che naviga ancora a vista, Lolli è pur sempre inseguito da un mandato di cattura internazionale. Di cui però, almeno per ora, non ha motivo di preoccuparsi.
Il suo avvocato, Antonio Petroncini, conferma la nuova attività del suo cliente che sente quasi regolarmente. «Sì, in Libia Lolli fa l’arredatore. L’ultima volta l’ho sentito poco più di un mese fa e mi ha detto che si occupa di arredi, e anche con successo. Sicuramente riesce a cavarsela bene, ma del resto Lolli è un uomo davvero pieno di risorse. Ha grandi capacità commerciali e imprenditoriali, e le ha messe a frutto. Certo, ha passato momenti bruttissimi, e ha dovuto ricominciare da zero, ma ora campa più che decorosamente». Se Lolli abbia intenzione di rientrare in Italia, dove ha moglie e due figli, Petroncini risponde con un diplomatico «no comment». «Ovviamente non posso dire se ci siano o meno trattative con la giustizia italiana, ma con quella libica ha ormai chiarito la sua posizione. La faccenda della droga che gli sarebbe stata trovata sulla barca, era soltanto una grossa bufala, in realtà si trattava di vitamine. E anche la storia dei documenti falsi, credo che sia ormai ‘archiviata’». A questo punto non resta che aspettare la prossima puntata della Lolli-story. L’uomo dai mille volti, c’è da scommettere, ha in serbo molte altre sorprese.
Alessandra Nanni

Fonte

18 thoughts on “Casi di intelligence – vite esemplari 5°

  1. e oggi sul conto di Lolli vi sono solo informazioni non confermate dalle fonti ufficiali che lo indicano ancora in affari in Libia…

    RIMINI, 13 NOV – Il socio sammarinese e la segretaria tuttofare di Giulio Lolli, che e’ latitante in Libia, arrestati questa mattina dai carabinieri della motovedetta e della Stazione di Rimini. In carcere per aver partecipato con Lolli ad una serie di truffe ai danni di finanziarie che acquistavano barche per la Rimini Yacht, Stefano Fabbri, cittadino sammarinese 47 anni, amministratore unico della “Trade Rent”, una societa’ di servizi con sede sul Titano, e agli arresti domiciliari Karolina Katarzyna Musila, cittadina polacca di 33 anni. La donna risulta come stretta collaboratrice di Giulio Lolli presso la sede operativa della Rimini Yacht e colei che eseguiva tutte le pratiche amministrative, tra cui le richieste di iscrizione nei registri navali e i trasferimenti di proprieta’ delle imbarcazioni comprese quelle con doppia intestazione perche’ vendute piu’ volte.
    L’ordinanza cautelare, emessa anche nei confronti di Giulio Lolli del quale si sono perse le tracce e dichiarato latitante lo scorso 8 gennaio, e’ stata emessa dal gip di Rimini Sonia Pasini e chiesta dal sostituto procuratore Davide Ercolani che dal 2010 ha istruito un corposo fascicolo per le truffe escogitate dal “pirata”, l’imprenditore bolognese 48enne, titolare della Rimini Yacht, che dopo aver messo a segno una serie di truffe e’ fuggito all’estero. Dopo essere stato arrestato dalle forze di polizia libiche prima della caduta del regime di Gheddafi e’ tornato libero di circolare a Tripoli unendosi ai rivoltosi. E oggi sul conto di Lolli vi sono solo informazioni non confermate dalle fonti ufficiali che lo indicano ancora in affari in Libia.
    Gli arresti di oggi sono l’epilogo del principale filone d’indagine a carico di Lolli e dei suoi collaboratori e soci per associazione per delinquere finalizzata alla truffa, falsita’ ideologica e in scrittura privata. Il primo ordine di custodia per Lolli, l’autorita’ giudiziaria riminese l’aveva emesso gia’ nel 2010 per estorsione ai danni della figlia del titolare di una tipografia dove il “pirata” si serviva per stampare i documenti falsi per le doppie vendite delle barche. Nello stesso anno, la procura di Rimini e quella di Bologna, che indagano dopo la denuncia per furto di un’imprenditrice del modenese acquirente di Azimut 85 Fly, barca fraudolentemente esportata da Lolli in Martinica, sequestrano tutta la documentazione nella sede della Rimini Yacht facendo emergere i meccanismi della complessa truffa.
    Lolli, conosciuto come esperto nel settore della nautica, mediante finanziamenti con societa’ italiane e sammarinesi, cedeva le imbarcazioni in uso a societa’ o persone fisiche conniventi che si prestavano a figurare come utilizzatori finali del bene. La barca invece rimaneva nella disponibilita’ dello stesso Lolli che rivendeva ad altri acquirenti i quali, in buona fede, o ne entravano in possesso a prezzi scontati, oppure la lasciavano alla Rimini Yaht nella speranza di ottenere guadagni attraverso il noleggio, il cosiddetto charter nautico. In questo meccanismo si inserisce la Trade e Rent srl di San Marino, amministrata da Fabbri e commissariata dal governo del Titano, con socio al 50% con Lolli. La Trade e Rent srl risulta armatrice e utilizzatrice di numerose imbarcazioni iscritte su due registri navali diverse, quello italiano e quello sammarinese, e intestataria dei leasing. La Musial invece si occupava delle pratiche delle movimentazioni delle imbarcazioni con doppia intestazione, dei piani di leasing concesse alla Trade e Rent srl pur sapendo che era Lolli a saldare le rate dei canoni.
    (ANSA)

    "Mi piace"

  2. “costruire e commercializzare imbarcazioni e gommoni per uso civile e militare a Tripoli”
    gli affari del signor Lolli in Libia continuano…

    Rimini Yacht: imprenditore latitante in Libia, un indagato

    E’ un ex collaboratore accusato di favoreggiamento (ANSA) – RIMINI, 10 FEB – C’e’ un nuovo indagato nella vicenda di Rimini Yacht di Giulio Lolli, l’imprenditore bolognese latitante in Libia al centro di due inchieste delle procure di Bologna e Rimini, per bancarotta e per la cessione a piu’ proprietari di decine di imbarcazioni con immatricolazioni fittizie. Si tratta di un ex dipendente della Rimini Yacht, indagato per favoreggiamento dello stesso Lolli. La compagnia della Guardia di Finanza di Rimini, coordinata dal sostituto procuratore Davide Ercolani – che su Lolli ha aperto una maxi inchiesta nel 2010 – ha eseguito una perquisizione domiciliare, sequestrando computer e cellulari alla ricerca dei collegamenti col ‘pirata’ in affari a Tripoli. Per la Procura l’ex dipendente – 55 anni, riminese – ora imprenditore con una societa’ a Bellaria che commercializza imbarcazioni, starebbe aiutando Lolli a rimettersi nel giro delle barche di lusso, producendole e vendendole con il placet delle autorita’ libiche. Nel 2010, quando le truffe di Lolli furono denunciate, anche l’ex dipendente fini’ indagato. Per le societa’ di Lolli si occupava proprio della commercializzazione delle imbarcazioni, ma dalla maxi inchiesta usci’ con un proscioglimento. Oggi a distanza di 5 anni, gli inquirenti sospettano che Lolli sia ricorso ai vecchi amici per riprendere “il mare” e il business senza dover tornare in Italia. Lo scorso 23 maggio lo stesso Lolli, irreperibile da anni, aveva patteggiato davanti al Gup di Bologna Alberto Ziroldi una pena di 4 anni e 4 mesi per l’accusa di aver corrotto i finanziari incaricati delle verifica fiscale sulla Rimini Yacht, la sua societa’ (poi fallita). “Non e’ con Lolli che si stava trattando per commercializzare imbarcazioni in Libia – spiega il difensore Pier Paolo Piccini – ma direttamente con il ministero della Difesa libico che avrebbe sottoscritto con la societa’ italiana del mio cliente un accordo di cooperazione economica per costruire e commercializzare imbarcazioni e gommoni per uso civile e militare a Tripoli”. Ci sarebbe anche una lettera del funzionario del ministero della Difesa libico che chiede collaborazione al console generale italiano a Tripoli per un’assistenza per le pratiche burocratiche. Trattative iniziate nel 2014 ma che dopo un “non hanno avuto seguito, nessuna barca e’ stata venduta, nessuna barca e’ stata costruita, ne’ ci sono passaggi di denaro”, ha concluso l’avvocato. (ANSA).

    "Mi piace"

  3. “Le autorità italiane non si mettono certo a collaborare con un ricercato. E’ una favola anche la sua collaborazione con i servizi segreti, per quanto i libici siano paranoici su questo lato e nel passato più volte lo hanno accusato di essere una spia, non si sa di chi.”

    Da un’intervista esclusiva a Sergio Bianchi, direttore di AGENFOR International

    https://www.riminiduepuntozero.it/esclusivo-sara-estradato-non-gratis-giulio-lolli-visto-vicino-nelle-sue-ultime-peripezie/

    La milizia che ha arrestato Lolli, cioè la Rada, è anche nota con il nome di Sdf, vale a dire Special Deterrence Force ed è la stessa che detiene ancora nelle sue prigioni l’autista che, nel 2016, ha condotto dalla Tunisia alla Libia i quattro tecnici italiani della Bonatti: come sappiamo, due di questi tecnici sono stati prelevati e trasportati in un convoglio di auto che, durante il percorso, è stato crivellato a colpi di kalashnikov lasciando solo uno o due superstiti, non si sa se ad opera di un raid anglo7americano o di un altro gruppo di jihadisti. I miliziani della Rada possono contare su un effettivo di circa mille e cinquecento uomini ben equipaggiati ed armati che celano la loro identità dietro un passamontagna nero. Nascono a protezione del Governo di Sarraji riconosciuto dall’Onu e, a prima vista, non sembrano un gruppo di autentici salafiti ad eccezione delle poche identità di contatto riconoscibili come Abdul Kara e pochi altri. Sembrano più che altro, una squadra speciale ben addestrata di matrice occidentale. Ad esempio il loro simbolo è costituito da ‘due Kalashnikov e un’aquila che artiglia una spada’: l’aquila simbolo Usa che afferra l’arma bianca peculiarità del mondo arabo. Per non parlare del nome cinematografico della milizia: “Special Deterrence Force”, un’autentica americanata…..

    fonte: https://www.maurizioblondet.it/sui-mercati-schiavi-scoperti-cnn-tripoli-due-tre-cose-si-sanno/#comment-16958

    su Rada: http://www.cybernaua.it/rassegna/dettrassegna.php?idnews=5266

    "Mi piace"

  4. Oltre che di truffa, traffico d’armi e di essere sprovvisto di visto, Giulio Lolli è accusato di aver dato supporto a un gruppo estremista separatista detto “Shura di Bengasi”.
    Tale gruppo viene detto dall’Ansa “in lotta con l’autorità centrale” ma più precisamente, fino alla primavera del 2017, era il principale avversario dell’esercito nazionale libico del generale Haftar il quale, dopo sanguinosi scontri durati anni, era riuscito a cacciarlo da Bengasi, seconda città della Libia.

    http://www.ansa.it/emiliaromagna/notizie/2018/07/05/lolli-accusato-in-libia-di-terrorismo_684a7dc6-69fb-4870-92f6-dcf8e22ac2b4.html

    http://www.repubblica.it/esteri/2017/03/23/news/libia_le_torture_dei_soldati_di_haftar_massacrato_il_corpo_di_un_capo_islamista-161179071/?refresh_ce

    http://www.repubblica.it/esteri/2018/01/23/news/attentato_libia_due_autobombe_bengasi-187139201/?refresh_ce

    "Mi piace"

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.