La debacle dell’unipolarismo

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“Il retrogusto lasciato da questo 11/9, con la lettera di Putin come elemento rivelatore simbolico, è un dato che informa sul miopismo dell’elite, aggrappata con forza al “secolo XX”, ai fasti effimeri della globalizzazione, a cui non è ancora “pervenuto il multipolarismo”. Contrapposti alla sensazione di sollievo diffusa alla base quasi come uno “scampato pericolo”. Diffondere il grido di “Annibale alle porte” è un fragile scudo difensivo, perchè non è il trionfo di Putin. E’ peggio. E’ la debacle di chi ha centralizzato tutto il potere nel Pentagono e Wall Street, minimizzando la democrazia in casa e la convivenza pacifica all’estero.
Analogie da brivido con il periodo agonico dell’URSS, con ricambi vertiginosi e frequenti dei vertici militari, ricorso a leggi speciali e vessatorie, e protagonismo smisurato di troppe polizie politiche segrete. Cominciò tutto quell’11/9 e le Torri: nelle Americhe molti lo identificaro come un golpe, e non si è più fermato. Fino a trattare capi di stato, governi terzi, sedi di organismi internazionali, ambasciate e compagnie concorrenti straniere alla stregua delle discriminate minoranze interne. In nome di un “antiterrorismo” divenuto un grimaldello passepartout. No, non è solo il crepuscolo d’un presidente o dell’occidente.
E’ l’appannato processo decisionale degli Stati Uniti approdato visibilmente all’egemonismo relativo perchè scricchiola il sistema liberista, ormai privo dell’aura del progresso inarrestabile e obbligatorio. Il ritorno alle origini ataviche anglosax, cioè all’arrembaggio della filibusta e alle ardite gesta corsare, disvela e svaluta l’espansionismo globalista come un vuoto messianismo. Gli abiti di scena de couturier liberista, non nascondono più le zanne del nichilismo economico. Inconciliabile con le maggioranze sociali, con le nazioni e i popoli, con l’umanesimo e la tradizione.”

Da USA/11-9: crisi della struttura reale del potere, di Tito Pulsinelli.

One thought on “La debacle dell’unipolarismo

  1. pupazzi neo-ottomani in servizio atlantico permanente…

    Beirut, 17 set. – (Adnkronos/Aki) – Una reazione “affrettata” che dimostra “le reali intenzioni del governo” di Recep Tayyip Erdogan verso la Siria, con cui sta cercando di scatenare “un’escalation al confine”. Cosi’ il comando generale dell’esercito e delle forze armate siriane commenta in una nota l’abbattimento ieri da parte della Turchia di un elicottero militare siriano che aveva violato il suo spazio aereo.
    Secondo la nota delle forze armate siriane, citata dall’agenzia d’informazione ‘Sana’, l’elicottero colpito stava svolgendo una missione con l’obiettivo di verificare “l’infiltrazione di terroristi attraverso il confine turco, nell’area di al-Younesieh, vicino alla citta’ di Bidama, nella periferia di Latakia”. Nel comunicato e’ precisato quindi che l’elicottero e’ entrato “per errore” nello spazio aereo turco per un breve tratto e che e’ poi ne e’ uscito “dopo aver ricevuto gli ordini”. Mentre tornava indietro – prosegue la nota – l’elicottereo “e’ stato attaccato dall’aviazione turca e abbattuto in territorio siriano”.
    Secondo il vice premier turco, Bulent Arinc, l’elicottero militare siriano aveva violato lo spazio aereo turco nei pressi di Guvecci, villaggio sul confine turco-siriano, nel distretto Yayladagi della provincia di Hatay. La violazione e’ avvenuta intorno alle 16 ora locale. Poco dopo, alcuni jet turchi sono partiti dalla base di Malatya, hanno raggiunto l’elicottero e lo hanno abbattuto. Arinc ha spiegato che il velivolo si era addentato di due chilometri in territorio turco e sarebbe stato “piu’ volte avvertito prima di essere abbattuto dai missili sparati dai jet turchi”.

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