False flag in Siria?

E se non fosse stato Assad

Attenzione, se oggi ci mettiamo a discutere su chi ha lanciato i gas a Khan Sheikun, rischiamo di cadere in una trappola mediatica. Le convinzioni le lasciamo a quel coro di benpensanti ‘politicamente corretti’ che, lanciando anatemi, puntano il dito contro Bashar al-Assad. Nessuno si può esimere, è il bersaglio più facile. I gas si diffondono con vari mezzi: aerei, granate speciali (obici e mortai), oppure, come nelle battaglie sul Carso, generatori posti sottovento. Nella Coalizione che non solo combatte quella parte dei ribelli non presente agli accordi di Astana, ma fa anche altre cose, gli aerei li hanno tutti. I Siriani, certo, ma anche i Russi, i Turchi, i Sauditi e i Qatarioti. I ribelli no, né i ‘buoni’ né i ‘cattivi’. Le armi terrestri gassificanti, quelle, per intenderci, sparite in massa nel 2011 dagli arsenali di Gheddafi, con alta probabilità sono in mano ai ribelli jihadisti non-ISIS. Restringendo il campo, sembrerebbero nella disponibilità dell’ex al-Qaeda, ex al-Nustra e oggi Jahbat Fatah al-Sham. Allora ragioniamo, partendo da Astana e da un fondamentale quesito: cui prodest? Ovvero: a chi giova. Forse non arriveremo a nulla, ma ci chiariremo un po’ le idee. In prospettiva, i ribelli del Free Syrian Army (quelli ‘buoni’) avranno un loro limitato spazio a nord, con tutela turca. Assad e Putin mirano a distruggere (con la sporadica partecipazione degli USA) tutti i gruppi jihadisti, concentrati ormai nella provincia di Idlib. Se perdono quell’area, sono praticamente finiti. Assad, se l’avanzata prosegue, ha già la vittoria in tasca. L’offensiva, allora, va delegittimata agli occhi del mondo con ogni mezzo. Indovinello: chi può aver interesse a farlo?
Mario Arpino

Fonte

12 thoughts on “False flag in Siria?

  1. riceviamo dall’amico Paolo Selmi questa utile puntualizzazione e volentieri pubblichiamo:

    Recupero alcune osservazioni fatte fra ieri e stamattina in commento al pezzo di Grimaldi. Osservazioni che si basano su fonti prevalentemente russe, che riportano:
    1. i siriani non hanno armi chimiche;
    2, i russi, accusati anche loro di essere della partita (accusa nel frattempo rientrata) non hanno fatto voli in quella zona.
    Ora, il blocco corrier-manifesto non se ne cura, ovviamente, di tutto questo. Difese d’ufficio, potrebbe tuttavia obbiettare qualcuno un po’ meno schierato, la tua parola contro la mia, potrebbe aggiungere.
    Tuttavia, nella mia ricerca di ieri sera, arrivo anche a questa notizia: I siriani, guarda caso oggi, hanno colpito si, ma un deposito di armi chimiche proprio in quella zona… (https://friendsofsyria.wordpress.com/2017/04/04/syrian-army-strikes-jihadist-gas-depot-in-southern-idlib-report/) Come la mettiamo? Chi ha le armi chimiche?
    Inoltre, sempre questo articolo cita la “fonte” che ha scatenato tutta questa offensiva mediatica: il fantomatico Syrian Observatory for Human Rights (SOHR). Un’organizzazione retta da un certo Rami Abdul Rahman (nome d’arte) che vive a Londra da sedici anni, ma “ha centinaia di fonti attendibili sul campo”… (http://anonhq.com/truth-behind-oft-quoted-syrian-observatory-human-rights/) Talmente attendibili da essere riprese subito da Al Jazeera, BBC, CNN, Reuters, e chi più ne ha, più ne metta (https://www.rt.com/news/317372-nimrod-kamer-syrian-observatory/). Tanto, nessuno chiederà indennizzi e rettifiche. Quindi: riassumendo, la notizia del deposito di armi chimiche jihadiste non l’ha citata nessuno, mentre quella di un presunto coinvolgimento dell’esercito regolare siriano (e prima ancora russo…) nei bombardamenti con armi chimiche di Idlib ha fatto il giro del mondo e domani finirà all’ONU. Se questo è giornalismo… ma torniamo all’argomento.
    E’ di stamattina, finalmente, questo aggiornamento: il ministero della difesa russo ha preso ufficialmente posizione su quel magazzino dei terroristi d’armi e munizioni bombardato ieri, inesistente per i media occidentali, che conteneva anche armi chimiche (inesistenti anch’esse per i nostri corrier-manifesto). (fonte: http://colonelcassad.livejournal.com/3339780.html)
    Punto. Set (non “Partita” perché ne vedremo ancora delle belle). Come il dossier di Amnesty e altre amenità che escono periodicamente da parte della “coalizione alleata”. Oggi pomeriggio, in Consiglio di sicurezza, giaguari e relativi amici dovranno stare molto attenti a formulare accuse che potrebbero ritorcersi contro: una fra tutte, chi rifornisce dal confine a due passi i terroristi di Idlib di armi chimiche? Anche qui Assad? Buffoni. Ci fosse ancora l’Articolo 18, avrei detto che assomigliavano a quei padroni che aspettavano che il lavoratore sbagliasse per mandargli una lettera di richiamo e, alla terza, a casa. Paragone improprio, purtroppo, vista l’impennata dei licenziamenti per giusta causa nell’ultimo anno.

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  2. allora se scrivi che emergono “nuovi elementi che indicherebbero una versione ben differente da quella immediatamente e frettolosamente riportata da molti media, secondo i quali “è stato Assad”” stai dando ragione a me CHE E’ IMPORTANTANTE SAPERE chi è il responsabile della strage, in barba a quanto scrivevi in cima al post : “se oggi ci mettiamo a discutere su chi ha lanciato i gas a Khan Sheikun, rischiamo di cadere in una trappola mediatica.”
    Ci stai cadendo anche tu nella trappola mediatica?? O, come sostengo io, non c’è alcuna trappola mediatica, ma solo ricerca della verità e dei colpevoli?

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  3. ettoremar, stai facendo un poco di confusione…
    hai estrapolato la prima frase dall’articolo de “Il Giornale” da poco segnalato e la seconda frase da quello, inizialmente pubblicato, scritto da Mario Arpino, peraltro ex generale con responsabilità in sede NATO.
    se risultasse accertato che la diffusione di sostanze tossiche è avvenuta in maniera accidentale, a seguito di incursione aerea su un obiettivo militare che non si supponeva custodire armi chimiche, possiamo concludere che i “ribelli” abbiano cercato di aggiustare la dinamica dei fatti per occultare le proprie responsabilità

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  4. Colonel Cassad di domenica da il meglio di sé…

    http://colonelcassad.livejournal.com/3348409.html

    Dal vecchietto che recita prima sotto le macerie (con la kefia) e poi col gas chimico (senza kefia), al nasone che compare dopo in ben sei ruoli da non protagonista (con relative “maschere” in inglese e arabo), al barbetta che, dopo il set, è così intelligente da farsi anche un selfie… tutte le nomination agli Oskar!

    il pezzo conclude con la fatidica formula “Riceve l’Oskar” (И Оскар получает)…

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