Terrore Rosso colpisce ancora? Gli USA impongono la designazione di agenti stranieri sui media russi come ai tempi della seconda guerra mondiale

Di Robert Bridge per rt.com

Il McCarthyismo dell’epoca sovietica che ha imperversato in America alla metà del XX secolo è stato un semplice gioco da bambini rispetto all’isteria russofobica che ora sta attraversando gli USA, dove i media russi devono persino identificarsi con una designazione tipica dell’era nazista.

L’aspetto più inquietante della spettacolare esplosione delle relazioni USA-Russia nell’ultimo anno non è necessariamente la velocità fulminea con la quale si è verificata, ma che si tratta di un atto deliberato e premeditato di violenza politica assolutamente evitabile.
La massiccia campagna anti-Russia è arrivata con una ferocia così rapida e ingiustificata che nemmeno l’ultimo senatore americano Joseph McCarthy, il cui nome è praticamente sinonimo di caccia alle streghe, sarebbe arrivato a tanto. E proprio quando pensi di aver toccato il fondo nelle relazioni bilaterali, una botola si apre sotto i piedi, svelando un’altra caduta precipitosa.
In quello che sembra essere il motivo principale nelle relazioni mediatiche tra Stati Uniti e Russia, il Dipartimento di Giustizia statunitense ha fatto al ramo americano di RT [Russia Today] la richiesta oltraggiosa di registrarsi come “agente straniero” per continuare ad operare sul suolo statunitense.
Ciò che rende la richiesta degli USA particolarmente inaccettabile, se non del tutto ripugnante, è la storia dietro la Legge per la registrazione degli agenti stranieri del 1938, o FARA, creata per contrastare l’agitazione filo-nazista. Poche persone avrebbero potuto dimenticare quanto sangue, sudore e lacrime costarono alla Russia nel suo straordinario sforzo per respingere l’armata di Hitler dal suo territorio. Infatti, senza il sacrificio incomparabile della Russia, che ha spezzato la schiena della macchina da guerra nazista, sarebbe assolutamente inutile parlare oggi di “libertà mediatica”.
Questa settimana, durante una sessione del Comitato ad interim del Consiglio della Federazione Russa sulla Protezione della Sovranità, la caporedattrice di RT Margarita Simonyan ha spiegato che secondo gli avvocati del canale, il personale statunitense potrebbe subire rigide sanzioni se RT non riuscisse a far fronte alle richieste. “Abbiamo ricevuto una lettera del Dipartimento di Giustizia statunitense, che chiede di registrarci come agente straniero. Dal 17 ottobre dobbiamo “frustarci” dichiarando che siamo un agente straniero”, ha detto Simonyan, aggiungendo che ” i nostri avvocati ci dicono che se noi [ramo americano di RT] non ci registriamo come agente straniero, seguiranno arresti dei nostri dipendenti, e il sequestro della proprietà – cose assolutamente gravi”.
Come è accaduto per l’espulsione di diplomatici russi negli Stati Uniti, che hanno portato ad azioni legali, Mosca potrebbe non avere altra scelta se non imporre misure di ritorsione contro le sedi dei media statunitensi che operano sul territorio russo.
“La nostra legislazione [russa] prevede la possibilità di imporre restrizioni per rappresaglia nei confronti dei… media degli Stati che prevedono specifiche limitazioni [regolamentari] alle attività professionali dei giornalisti russi”, ha detto il portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova.
Ciò che è particolarmente sconcertante di questi ultimi sviluppi è che erano decisamente inutili ed evitabili.

La ricaduta delle notizie false
I nostri guai sono cominciati subito dopo la sconfitta a “sorpresa” di Hillary Clinton nelle elezioni presidenziali del 2016, della quale i democratici hanno convenientemente accusato i russi, ovviamente. Dopo tutto, come potrebbe aspettarsi di perdere un candidato che ha bisogno di imbrogliare durante i dibattiti?
In ogni caso, ciò che è accaduto successivamente è stato veramente spregevole e progettato per impedire qualsiasi futura cooperazione tra Stati Uniti e Russia (che la fazione NeoCon Liberal definisce “collusione”). Sulla base di niente di più che notizie false e voci, Barack Obama ha espulso 35 diplomatici russi dagli Stati Uniti pochi giorni prima della festa di Capodanno per rappresaglia della presunta intrusione nelle elezioni americane.
Neanche il potente Trump potrebbe fermare l’isteria di massa indotta dai media: sanzioni, sequestro delle proprietà russe, giro di vite sulle società russe e tentativi di silenziare i media russi. Nel frattempo, le forze della NATO guidate dagli Stati Uniti, entrando dalla porta principale nell’Europa dell’Est spalancata dalla tattica del terrore anti-Russia, hanno istituito basi permanenti sui confini russi.

Solo un hamburger, per favore, niente isterismo
Malgrado gli istrionismi non-stop dei media, non è stato prodotto uno straccio di prova per dimostrare che la Russia “ha hackerato” le elezioni presidenziali statunitensi del 2016. Così, per salvare la faccia e prendere la palla anti-Russia al balzo, l’inquisizione ha rivolto la sua attenzione ai giganti delle reti sociali, in particolare Facebook e Twitter.
Prima di un’udienza pubblica calendarizzata per il 1° novembre antecedente al Comitato di Intelligence del Senato, Facebook ha rilasciato la seguente dichiarazione di accusa di Alex Stamos, responsabile capo della sicurezza: “In questa ultima revisione, abbiamo cercato annunci che avrebbero potuto provenire dalla Russia – anche quelli con segnali di connessione molto deboli e non associati a qualsiasi sforzo organizzato noto. E’ stata un’ampia ricerca, tra cui, ad esempio, inserzioni acquistate da account con indirizzi IP americani ma con la lingua impostata sul russo – senza aver rilevato violazione alcuna di leggi o politiche. In questa parte della nostra revisione abbiamo trovato circa 50 mila dollari in spese pubblicitarie potenzialmente correlate a circa 2.200 annunci”.
Basti ascoltare quella serie di incertezze: “Potrebbe essere, molto debole, non necessariamente violate, potenzialmente, approssimativamente…”.
In altre parole, i politici americani sono impegnati in una caccia all’oca selvaggia, e ciò diventa più chiaro quando vediamo esattamente quello che effettivamente si può acquistare con 50.000 dollari – non molto. Come Facebook ammette, “il 44% delle impressioni pubblicitarie totali [il numero di volte in cui sono stati pubblicati gli annunci] c’erano state prima delle elezioni americane l’8 novembre 2016; il 56% dopo l’elezione”.
Mentre, oltre il “25% degli annunci non sono mai stati mostrati a nessuno”.
Il senatore repubblicano Richard Burr, presidente della Commissione Intelligence del Senato, che capisce perfettamente che la sua carriera politica è in bilico su questa campagna anti-Russia, ha chiesto l’audizione per novembre perché “insoddisfatto” di ciò che i padroni dell’universo delle reti sociali avevano finora fornito, che in sostanza non era niente.
“Quello che mi interessa è ciò che tutte le piattaforme dei social media conoscono circa le attività sulle loro piattaforme specificamente finanziate dai Russi e credo che sia una cosa meritevole di un’udienza aperta”, ha detto Burr alla CNN, il canale televisivo i cui corrispondenti hanno dovuto ammettere che la storia dell’hackeraggio russo era un mucchio di assurdità.
Burr e il senatore Mark Warner, il primo Democratico della commissione, hanno rifiutato di fornire ulteriori dettagli sulle loro conclusioni, dando la sensazione ancora una volta che l’inchiesta si sia rivelata inutile.
Daniel Faraci, analista politico e direttore di Grassroots Political Consultants LLC, ha dichiarato a RT che “qualsiasi altro media alternativo proveniente da fonti internazionali… [e anche] blogger e social media” affronta simili pressioni dalle autorità statunitensi.
Ha anche affermato che l’obiettivo di Washington è “tacitare le voci di qualsiasi cosa che non sia Main Stream Media”. Per tutti quelli che abbiano seguito le recenti mosse dei giganti della tecnologia, i re dei motori di ricerca, la notizia non sorprende.
Mentre il Comitato di Intelligence del Senato continua a sprecare tempo con la politica e soldi preziosi, il presidente Donald Trump ha chiesto al gruppo bipartisan di indagare sui media, che suona come una buona idea considerati i fatti.
“Perché il Comitato Intelligence del Senato non esamina le Fake News dei Network statunitensi per capire come mai tante nostre notizie vengono falsificate?” ha twittato Trump giovedì [5 ottobre u.s. – n.d.r.].
A proposito di Twitter, questa compagnia di social media ha avuto molto poco da dire al Comitato Intelligence del Senato. È stato dimostrato all’udienza che RT, RT America e RT in lingua spagnola hanno speso 274.100 dollari per 1.823 annunci americani per i loro rispettivi account Twitter che “definitivamente o potenzialmente si sono rivolti al mercato statunitense”. Ma non è esattamente lo scopo della pubblicità commerciale, ovviamente, quello di indirizzare una particolare fetta di mercato dei consumatori, un’idea capitalistica che sembra stranamente essere stata smarrita dagli investigatori statunitensi?
Margarita Simonyan, il caporedattore di RT, ha osservato che “campagne simili sono condotte dai media americani nella parte russa di Twitter. Sarebbe molto interessante scoprire quanto spendono, a chi si indirizzano e a quale scopo”.
A questo punto, molti contribuenti americani dovrebbero chiedersi, per lo meno, perché i loro rappresentanti di Capitol Hill stanno perdendo così tanto tempo ed energie cercando di diffamare la Russia quando più di un anno di accuse infamanti non ha ancora prodotto il risultato desiderato. Allo stesso tempo, gli espatriati russi che si sono stabiliti in America devono anche essere leggermente confusi e forse anche leggermente preoccupati da questo andazzo. Infatti, se i diplomatici russi possono essere trattati in modo così irrispettoso, che ne sarebbe delle persone comuni?
Anzi, qualcuno sarebbe sorpreso se quei Russi che ora vivono in America – un numero stimato in milioni – si svegliassero in una giornata di sole e si ritrovassero costretti a indossare un marchio speciale, identificandosi come “agenti stranieri” da quel lontano Paese sospetto che i media mendaci e gli irrispettosi think-tank hanno sostenuto per così tanto tempo essere la radice di tutto il male sulla terra?
Scrivo scherzandoci su solo un po’, perché chiaramente l’ombra della russofobia che è calata su Washington come una nebbia impenetrabile non si alzerà tanto presto. Almeno non mentre Donald Trump – l’ultimo spauracchio dei NeoConLiberals, il clan che persegue la linea dura che andrebbe perfino a sabotare i rapporti tra Stati Uniti e Russia per invalidare la sua presidenza – rimane al potere, disturbando le creature della palude.

Traduzione di C. Palmacci

One thought on “Terrore Rosso colpisce ancora? Gli USA impongono la designazione di agenti stranieri sui media russi come ai tempi della seconda guerra mondiale

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.