Sulla lavagna di una scuola occupata dai Russi

Il fronte nord è scomparso del tutto. Non mi interessa approfondire, in questa sede, se sia stato tatticamente un errore entrare per poi uscire dopo un mese, o se “faceva parte del piano”. Ho una mia idea, che non è neppure mia, e che condivido: se parti con 200.000 uomini contro 600.000, non puoi che fare una guerra di manovra. E quindi ci sta anche entrare e uscire, se serve a distrarre da altri fronti truppe ingenti che, altrimenti, avrebbero potuto sicuramente impedire la chiusura del fronte sud con il fronte est attraverso Mariupol. Ma tant’è, è un’opinione e il tempo dirà presto se sia stata una mossa giusta oppure no.
Non lo è stata SICURAMENTE dal punto di vista della manipolazione mediatica. E’ stata data la possibilità al regime di Kiev di tornare, in esclusiva, in luoghi da loro precedentemente occupati. Errore gravissimo. Perché il regime fascistoide di Kiev sta combattendo una guerra totale. Una guerra che va oltre i limiti stabiliti da qualsiasi “convenzione”, e già questa parola applicata alla guerra mette i brividi. Ma da dopodomani sarà una settimana esatta dall’inizio dell’intensificazione di questa azione: creare il mostro, il nuovo satana, e sbatterlo in prima pagina, in un crescendo di atrocità e miserie umane per darlo, giorno dopo giorno, in pasto ai media occidentali, che altro non aspettano, a cui non interessa se sia vero o falso quello che mostrano, come ormai da oltre vent’anni a questa parte, a partire dalle fosse dei Serbi in Kosovo, o da quelle maledette provette in mano a Powell.
Premetto subito che questo non c’entra minimamente con l’opinione che ciascuno ha di questa guerra. Essere a favore o contrari dell’intervento russo nulla ha a che vedere col buttare, anche malamente e maldestramente peraltro, cadaveri per strada o in fosse per poi dare la colpa a chi se ne è andato via senza sparare un colpo e quattro giorni prima, esibendo corpi straziati laddove fino al giorno prima nessuno dei loro, come abbiam visto SINDACI, GIORNALISTI, DEPUTATI, aveva notato nulla. Nulla ha a che vedere col creare il mostro che è stato creato, connotarlo di tutte le qualità peggiori di una bestia, o di un diavolo, con l’escalation che ci è stata, in particolare in quest’ultima settimana.
E’ questo, peraltro, qualcosa che va oltre la perversione criminale di un regime che esalta i fascisti dell’UPA o che mette fuorilegge tutti i partiti di sinistra o centrosinistra. Perché la connivenza, il consenso unanime dato qui dai vertici della comunicazione di massa qui, al di qua della cortina di ferro, ad accuse così gravi, senza un minimo di verifica delle fonti, senza curarsi di capire se una cosa, prima di essere ignobile, fosse vera, è stato altrettanto perverso.
E’ con spirito ostinatamente contrario a questa logica che traduco queste due facciate di una lavagna. Villaggio di Katjuzhanka, oblast’ di Kiev. I Russi erano arrivati e si erano piazzati in una scuola, verosimilmente primaria. Ricevuto l’ordine di andarsene, se ne vanno, non prima di lasciare un messaggio per i bambini (ancora, involontariamente, ho usato questa locuzione che oggi dei criminali hanno scritto su un missile prima di fare una strage). Traduzione letterale, ivi compresa la punteggiatura:
“Bambini, scusate tutto questo disordine, abbiamo cercato di conservare al meglio la scuola, ma ci sono stati scontri a fuoco. Vivete in pace, prendetevi cura di voi e non ripetete gli errori dei vostri grandi. Ucraina e Russia sono un unico popolo!!! Pace a voi, fratelli e sorelle!
Vi auguriamo ogni successo nello studio! La guerra finirà e sarete voi a costruire la vostra Patria. Siate giusti, e onesti, gli uni con gli altri, date una mano a tutti quelli che avranno bisogno di voi. Speriamo che saremo amici! Diventate dottori, ingegneri, insegnanti, gente di pace! Dio vi conservi, e ancora una volta scusateci per aver occupato la scuola.
I Russi”
Sono Russi, pensano di avere ragione loro e lo scrivono. Può piacere o può fare venire la fregola, ma non sono mostri. E non hanno fatto quello che qui li accusano di aver fatto. E, quel che è peggio, è che chi li accusa lo sa benissimo che sta tenendo su una storia che non sta in piedi, una versione che fa acqua da tutte le parti. Ma continua a farlo. Scusate queste parole.
Paolo Selmi

(Fonte)

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