“Pioppo” che cresce

pioppo

Entro il marzo 2010 la NATO affiderà alla base radar di Poggio Renatico (Ferrara) il controllo dello spazio aereo compreso tra l’Oceano Atlantico e il delta del Danubio e l’eventuale conduzione di raid dei cacciabombardieri alleati in quest’area. La decisione di potenziare ed estendere geograficamente le funzioni dell’infrastruttura militare italiana è stata resa nota a conclusione della conferenza annuale dei comandanti NATO della Regione Sud, tenutasi proprio a Poggio Renatico e a cui ha partecipato, tra gli altri, il generale dell’US Air Force, Maurice L. Mc Fann, comandante supremo della componente aerea dell’Alleanza Atlantica in Europa. Nel corso dei lavori, in particolare, è stata esaminata la nuova struttura dei Comandi aerei NATO che saranno riorganizzati in due soli CAOC (Combined Air Operations Center): Poggio Renatico, appunto, e quello di Larissa in Grecia che assumerà il controllo dell’area sud-orientale europea. “Si tratta del passaggio ad un dispositivo di difesa aerea ancora più integrata”, si legge nel comunicato emesso dalla NATO, “in cui il CAOC di Poggio Renatico sarà responsabile dell’Air Policing, la sorveglianza dello spazio aereo, incluso l’impiego dei velivoli intercettori, anche nei cieli di Portogallo e Spagna, oltre agli attuali paesi di Ungheria, Croazia, Slovenia, Albania e naturalmente Italia”. Sino ad oggi il controllo dello spazio europeo era attribuito a cinque centri operativi CAOC e Poggio Renatico seguiva prioritariamente le operazioni nei Balcani.
(…)
Nel corso della conferenza dei comandanti NATO della Regione Sud è stato pure analizzato lo stato di avanzamento del programma ACCS (Air Command & Control System), il nuovo sistema di comando e controllo per il combattimento aereo che sta per entrare in funzione all’interno dell’Alleanza, sotto il coordinamento della base di Poggio Renatico. La realizzazione dell’Air Combat and Control System (costo stimato 1,5 miliardi di euro) è stata affidata al consorzio internazionale ACSI a cui partecipano i colossi industriali militari Raytheon (USA) e Thales (Francia).
(…)
Il piano di potenziamento e centralizzazione delle funzioni aeree NATO comporterà l’ennesima crescita del numero degli addetti militari italiani e stranieri ospitati a Poggio Renatico. Così come cresceranno la portata e le emissioni dei sistemi di trasmissione radar e, di conseguenza, i rischi di inquinamento elettromagnetico. In passato, gli impianti della base erano stati oggetto d’indagine come possibile causa d’insorgenza tumorale tra la popolazione locale. Nel gennaio 2003 la stampa locale riportò i risultati di un’indagine epidemiologica dell’ASL di Ferrara che avrebbe rilevato l’incidenza “statisticamente anomala, sopra la media attesa localmente” di “tumori infantili a livello cerebrale”. L’amministrazione comunale di Poggio Renatico, ricevuto il rapporto dell’ASL, decise di richiedere l’intervento dell’Agenzia regionale per l’ambiente per monitorare l’intensità delle emissioni delle antenne NATO. Da allora non si è saputo più nulla.

Da A Poggio Renatico il controllo delle forze aeree NATO in Europa, di Antonio Mazzeo.

Nell’ovattata campagna ferrarese tra i fiumi Po e Reno

Sorto come primo ed unico aeroporto interalleato in Italia durante la prima guerra mondiale, il destino ha voluto che l’impianto “Giuseppe Veronesi” di Poggio Renatico, in provincia di Ferrara, sia oggi sede di uno dei più importanti centri per le telecomunicazioni della NATO in Europa.
La storia dell’aeroporto militare inizia dopo la disfatta di Caporetto: i lavori di costruzione di una base per i bombardieri Caproni della Marina cominciarono nei primi mesi del 1918 sui terreni acquisiti dal Demanio Militare. Dal 1923, anno di costituzione dell’Aeronautica quale terza forza armata indipendente, l’impianto aeroportuale di Poggio Renatico – dedicato al tenente bolognese Giuseppe Veronesi, che durante la Grande Guerra si distinse come “osservatore d’aeroplano” – ospitò l’8° Stormo da bombardamento notturno.
Con la conclusione della seconda guerra mondiale il campo di aviazione venne completamente abbandonato. Solo alla fine degli anni Sessanta, vi furono costruite alcune palazzine ed installato un radar. Nel 1972, l’11° Centro Radar di Ferrara, generalmente noto con il nominativo radio “Pioppo”, venne trasferito a Poggio Renatico ed integrato nella catena di comando e controllo della NATO denominata Nadge. Essa aveva il compito di sorvegliare costantemente i confini dei Paesi appartenenti all’Alleanza Atlantica, dalla Turchia alla Norvegia.
Fu proprio la NATO che, all’inizio degli anni Novanta, finanziò il potenziamento della struttura con la costruzione di una sede protetta con tre piani interrati ed una sala operativa destinata ad ereditare i compiti del centro operativo regionale di Monte Venda, sui Colli Euganei vicino Padova. Attorno a questo nucleo prese forma il Comando Operativo delle Forze Aeree (COFA), uno dei quattro Comandi di Vertice (cosiddetti Alti Comandi) che costituiscono la struttura organizzativa dell’Aeronautica Militare Italiana (AMI). Gli altri tre sono il Comando della Squadra Aerea, il Comando Logistico ed il Comando Scuole dell’Aeronautica Militare, enti che sono tutti direttamente dipendenti dal Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica.

Quando fu costituito, l’1 gennaio 1998, il COFA aveva sede a Vicenza, che da oltre trent’anni ospitava il comando della 5° Forza Aerea Tattica della NATO (ATAF). La sede era poco più che formale, perché già allora il suo cuore era rappresentato dal Centro Radar di Poggio Renatico. Il COFA, attualmente diretto dal generale di squadra aerea Roberto Iacomino, assicura la pianificazione, il coordinamento e l’impiego operativo delle forze aeree assegnate per il conseguimento di specifici obiettivi nazionali (fra cui addestramenti ed esercitazioni) e l’assolvimento delle missioni sotto l’egida dell’ONU e della NATO. Esso è formato da uno Stato Maggiore che ha alle dipendenze il Reparto Operazioni, il Reparto di Supporto Operativo e la Direzione Operazioni Aeree Correnti.
Presso la base di Poggio Renatico è ubicato anche il Combined Air Operations Center 5 (CAOC 5), uno dei cinque CAOC dipendenti dal Comando delle Forze Aeree Alleate del Sud Europa. Costituito nel 1999 con la partecipazione di soli italiani, oggi è composto da personale multinazionale proveniente da tredici Paesi NATO (Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Italia, Norvegia, Olanda, Portogallo, Regno Unito, Spagna, Stati Uniti, Turchia ed Ungheria). Il CAOC 5 è responsabile della difesa dello spazio aereo che comprende Italia, Slovenia ed Ungheria nonché della pianificazione delle operazioni aeree ed esercitazioni NATO, in particolare per l’area balcanica. Al riguardo, va ricordato che dal 24 marzo 1999 l’ancor giovane COFA partecipò all’operazione “Allied Force” nella ex Jugoslavia, con la gestione quotidiana di 400 velivoli di una dozzina di forze aeree, gradualmente saliti a quasi 900. Tra questi vi erano anche aerei italiani impegnati in attività pudicamente definite di “difesa integrata”, ma che comprendevano in realtà ricognizioni, bombardamenti e soppressione della contraerea avversaria.
Il trasferimento delle funzioni da Vicenza a Ferrara proseguì con gradualità sino all’1 settembre 2003, quando fu completato ufficialmente. Il COFA ed il CAOC 5 costituiscono, quindi, il punto di congiunzione delle catene di comando e controllo nazionale e NATO: il comandante del CAOC 5 è lo stesso del COFA, che riassume così in sé il “doppio berretto” dell’incarico di comando nazionale e NATO. L’immagine è suggestiva, ma non dice nulla circa le enormi capacità informatiche e di telecomunicazioni presenti a Poggio Renatico. Sebbene sconosciuto ai più, il COFA è oggi uno degli enti militari più avanzati d’Italia e la recente installazione del nuovo Air Combat and Control System (ACCS) della NATO ne ha accresciuto ulteriormente l’importanza.
Tra COFA e CAOC 5, a Poggio Renatico lavorano circa 1.600 persone, pari a venti volte il personale originario di “Pioppo”. Ultima esercitazione aerea coordinata dalle due strutture è stata la “Spring Flag”, svoltasi dall’1 al 18 aprile 2008. Si tratta della più importante esercitazione fra quelle organizzate annualmente sul territorio nazionale dall’Aeronautica Militare Italiana e vi partecipano, oltre alle Forze Armate nazionali di altri Paesi NATO ed in particolare le loro aeronautiche militari, anche le realtà istituzionali italiane impegnate nel settore della sicurezza quali ad esempio il Ministero degli Affari Esteri e la Croce Rossa Italiana.