Un rabbino israeliano ricorda chi sono i moderni eroi dell’Ucraina

Il rabbino Mikhail Finkel è stato invitato in televisione per esprimere la propria opinione sull’attuale situazione in Ucraina. Le sue affermazioni hanno sorpreso gli intervistatori i quali supponevano che egli avrebbe coperto il regime di Kiev. Il rabbino e scienziato politico Mikhail Finkel ha deciso di ricordare ai presenti in studio che solo sotto la presidenza Zelensky, l’Ucraina ha votato contro Israele alle Nazioni Unite e firmato risoluzioni anti-israeliane in 36 occasioni. Egli ha ricordato agli spettatori che sono i moderni eroi dell’Ucraina:
“In 36 occasioni solo sotto Zelensky, l’Ucraina ha votato contro Israele alle Nazioni Unite
I loro eroi sono Petlyura, che uccise 200.000 Ebrei. Questo è Shukhevych – un uomo delle SS, questo è Bandera! Questo è Stetsko, il quale disse che tutti gli Ebrei dovrebbero essere distrutti, Yaroslav Stetsko. Questo è Khmelnitsky, che assassinò 300.000 Ebrei.
Ogni anno a Kiev, si tiene una parata della divisione SS “Galizia” e il nostro Ministro degli Esteri protesta contro di essa. Questa è gentaglia, c’è un regime neo-nazista, de jure.
Dico così, metà della mia famiglia fu uccisa da Banderisti e Petliuravisti nei progrom di Petliura!
Questi sono gli eroi dell’Ucraina, a loro sono eretti monumenti e nominate strade.
Questa non è propaganda russa, ma parole del Ministro degli Esteri israeliano. Lo abbiamo detto molte volte, il nostro ambasciatore a Kiev lo ha detto: Bandera non è un eroe, ma un criminale!
Allo Yad Vashem, ognuno può vederlo, sta scritto: collaborazionista e criminale nazista. Cercate su YouTube: Bandera è un fascista.
Non sto giustificando la guerra direttamente. Io sono contro la guerra, contro la sofferenza di civili pacifici. Ma non rappresentate quali eroi gli assassini della mia gente e della mia famiglia.
E non c’è necessità di essere in disaccordo con un grande Paese le cui basi militari sono collocate in Siria e che può rivolgere Hezbollah, la Siria, la Giordania e molti altri Arabi contro di noi in un istante e con lo schiocco delle dita”.

(Fonte – traduzione a cura della redazione)

Antisionismo non è antisemitismo

Ritengo che un ebreo possa rimanere tale e professare la sua religione senza neppure porsi il problema del sionismo. Ritengo comunque che una volta posto tale problema, un Italiano ebreo debba nettamente schierarsi contro il sionismo, come contro qualsiasi altro movimento o ideologia che possa in qualsiasi, anche remota contingenza, essere in contrasto con i propri sentimenti di italianità profondamente radicati e consacrati da secoli di tradizione.
Renzo Ravenna
(Da una lettera al Popolo d’Italia, 7 giugno 1937)

La voce “Renzo Ravenna” del Dizionario Biografico degli Italiani, curato dall’Istituto Treccani, è qui.

Ai confini della realtà

Riceviamo da un nostro lettore, cittadino russo residente in Italia fin dalla tenera età, questa testimonianza relativa alla sua esperienza da studente presso l’Università di Bologna, ed in particolare circa l’esito della laurea magistrale conseguita presso la facoltà di scienze politiche, sede di Forlì.

Ho deciso di raccontare cosa è successo lo scorso settembre durante la mia procedura di laurea. Sono passati sette mesi, ma se ci penso divento ancora realmente cattivo. In buona parte la cosa la si deve all’Ateneo, in piccola ma sostanziale parte alla locale Polizia. Nel settembre 2016, avrei dovuto conseguire la mia laurea magistrale presso la facoltá di scienze politiche dell’Universitá di Bologna (sede di Forlì), il giorno 21 ho sostenuto la discussione e il 23 sarebbe dovuta avvenire la proclamazione. Mi laureavo in Relazioni Internazionali (LM-52), corso di laurea internazionale, interamente in lingua inglese, il primo anno in Italia, il secondo all’estero. Faccio qualche precisazione tecnica per contestualizzare. La tesi è stata caricata sulla mia pagina personale nel sito dell’Ateneo il 24 agosto 2016, quando il termine di consegna era il 5 settembre. Lo stesso giorno, 24 agosto, la tesi è stata inviata al relatore (chiamato Supervisor), il quale l’ha approvata per e-mail il 29 successivo. Dal 5 al 21 settembre, giorno fissato per la discussione, l’Ateneo doveva inviarla al correlatore (chiamato Second Reader, e scelto liberamente dall’Ateneo). Il correlatore non si è mai messo in contatto con me né con il relatore in tutto il periodo, vi erano oltre 15 giorni dalla data di consegna al giorno della discussione e dubito (anche se al riguardo non ho certezza) che l’Ateneo abbia inviato al correlatore la tesi all’ultimo, inoltre dubito che il correlatore abbia letto la tesi il giorno prima o il giorno stesso della discussione. Infine la tesi stampata e rilegata, presentata il 21 alla Commissione durate la discussione, era la stessa inviata al relatore, e caricata sul sito dell’Ateneo. Io come studente ho quindi rispettato totalmente la parte tempistica e burocratica.
La tesi, già dal titolo – The New Silk Road in the Eurasian Integration, against the Western World Order. An analysis of possible future implications in international politics and economy – presenta una contrapposizione politica; a mio parere, è ovvio che una tesi di relazioni internazionali non possa mai essere oggettiva perché Relazioni Internazionali é una disciplina basata su politica, filosofia politica ad altre scienze sociali le quali non potrano mai essere totalmente oggettive come possono essere le materie scientifiche. La tesi, divisa cinque capitoli e relative conclusioni, vuole dimostrare che il processo di multipolarizzazione del mondo, di cui il progetto cinese “The New Silk Road” è parte, può porre fine al dominio unilaterale occidentale. Essa non si basa sul descrivere questo progetto, per ora non ancora realizzato, ma analizza lo scenario internazionale degli ultimi anni e spiega perché è auspicabile la multipolarizzazione in politica internazionale. Vi è quindi esposta una visione, una concezione politca delle relazioni internazionali antitetica a quella attuale, che puó non essere apprezzata o condivisa soprattutto in ambienti occidentali. Continua a leggere

Don Abbondio e il Talmud

14494642_699464016858885_5905706500193509415_nNella (chiamiamola) coscienza collettiva o, se si vuole, visione del mondo, indotta ed imposta dall’America con olio-di-ricino mentale, si nota una certa riluttanza a nominare i registi che hanno trasmutato il Medio Oriente in una bolgia infernale – nominarli con il loro vero nome.
I “neo-con” sono e rappresentano in modo assoluto l’essenza e l’obiettivo ebraico talmudico, il “Greater Israel,” ma non solo.
E finiamola con la scusa dell’antisemitismo e diamo pane al pane e vino al vino. Come tanti, chi scrive è pronto ad abbracciare ogni ebreo che rigetta (a parole, ma sopratutto a fatti) la merda talmudica per cui i goyim sono carne da macello o da schiavizzare, come si legge nel Talmud.
Perche’ i neo-con, sionisti, ebrei, israeliani che comandano e dirigono la politica estera americana (ma anche larghe falde della politica interna – per esempio, 4 su 8 membri della Corte Suprema sono ebrei), dovrebbero essere chiamati i “Talmudisti.” I Talmudisti occupano tutte le posizioni di potere negli US of A., congresso, stampa, educazione, Hollywood e finanza – direttamente e indirettamente.
E siccome controllano la Federal Reserve e il Congresso, possono stampare dollari ad libitum e finanziare miriadi di organizzazioni, think-tanks, etére e lenoni giornalisti, accademici del culo, nonché la mastodontica macchina che fabbrica il consenso (The Jew York Time in testa).
Sono riusciti persino a inventare una nuova cazzutissima religione talmudico-cristiana, con i “Jews for Jesus,” ed simili altre “denominazioni religiose”.
Palle a cui non crede neanche il gatto, ma che incidono e incancreniscono la mentalità collettiva americana, imbevuta di football e Coca Cola.
Gli ancora dubbiosi San Tommaso guardino il corto clip, del “pastore cristiano” che minaccia l’ira di Dio contro chi critica “Israele”. Roba da Alto Medioevo e passa.
Basta solo una lettura superficiale del Talmud, per vedere che gli orrori contro i goyim non sono solo giustificati ma predicati. L’ISIS è l’espressione attuale del Talmud, e l’America, in politica estera, è il Talmud. Per non parlare dei leccaculi nelle colonie dell’Europa Occidentale, compresa l’Italia.
Cercate in rete le scene quando i 537 membri del Congresso e Senato americani si levano tutti in piedi per applaudire il primo ministro talmudico quando in visita a Washington (con 22 ovazioni durante il discorso), nemmeno conferite a un personaggio americano.
Vedere il principe di Galles con la kippa rendere omaggio al mostro Peres equivale a vedere la regina col burka, quando visita un Paese mussulmano.
Chiamare le cose con il loro nome magari non servirà a niente. Ma almeno coloro al corrente della situazione lascino da parte la “correttezza politica.” I Talmudisti trionfano anche perché sanno che la maggior parte di quelli che hanno capito l’antifona, si appoggiano al muro per proteggere il culo.
Certo, chi è in vista e osa opporsi al pervadente Talmudismo, rischia di fare una brutta fine, anche se è una fine da eroe (vedi “Death of an Unsung Hero”), ma per i comuni mortali non siamo ancora arrivati a tanto.
E per quanto Don Abbondio mi sia sempre stato simpatico, l’imitarlo non protegge dalle conseguenze del suo Weltanschauung, come Manzoni ha ben dimostrato.
Jimmie Moglia

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