“Una strategia fallita ma che ha lasciato un effetto duraturo”

L’intervento del dott. Guido Salvini, magistrato presso il Tribunale di Milano, presentato al convegno “La rete eversiva di estrema destra in Italia e in Europa (1964-1980)”, svoltosi a Padova l’11 novembre 2016.

“Il quinquennio 1969-1974 rappresenta il periodo cruciale e più sanguinoso, l’apice di quella che è stata chiamata la strategia della tensione: in Italia si verificano ben cinque stragi, un’altra mezza dozzina di stragi almeno, soprattutto su linee ferroviarie, falliscono per motivi tecnici perché l’ordigno non esplode o il convoglio riesce a superare il tratto di binario divelto, vi è il tentativo di colpo di Stato del principe Valerio Borghese seguito da altri progetti che durano fino al 1974, vi è infine un attentato in danno dei Carabinieri quello di Peteano, con tre vittime, del maggio ‘72 caratterizzato, come vedremo, da una propria specificità.
Già l’anno 1969 in Italia anno è denso di avvenimenti politici.
In quel momento il governo è un debole monocolore guidato dall’on. Rumor che si muove in una situazione incandescente per il rinnovo dei più importanti contratti e la mobilitazione quindi di centinaia di migliaia di operai; inizia la protesta studentesca nei licei e nelle università con un anno di ritardo rispetto al 1968 francese. Sono poi in discussione in quella fase politica riforme decisive sul piano strutturale e culturale come lo Statuto dei Lavoratori, l’approvazione del sistema delle Regioni, la legge sul divorzio.
Nixon è presidente gli Stati Uniti e sono gli anni della dottrina Kissinger, quella secondo cui i governi italiani e i partiti politici di centro dovevano respingere ogni ipotesi di accordo e di compromesso con il PCI e le forze di sinistra, scelta facilitata in passato, come ha ricordato anche Aldo Moro nel suo memoriale scritto dalla prigionia, da continui flussi di finanziamenti distribuiti nascostamente dall’amministrazione americana a partiti e organizzazioni di centrodestra talvolta tramite il SID del gen. Miceli. Il 27 febbraio 1969 il presidente della Repubblica americano fa una visita in Italia ed incontra al Quirinale il presidente Saragat. Vi è stata da poco la scissione del PSI e attorno al PSDI, cui Saragat appartiene, si radunano le correnti più determinate in senso filo-atlantico e più contrarie al mantenimento dell’esperienza di centro-sinistra.
Secondo un dossier contenuto negli archivi di Washington e desecretato il Presidente italiano concorda con quello americano sul “pericolo comunista” e afferma che agli occhi degli italiani il PCI si fa passare per un partito rispettabile ma è dedito agli interessi del Cremlino.
Il giorno della visita del presidente Nixon a Roma la città è blindata e scoppiano gravissimi incidenti tra la polizia ed extraparlamentari di sinistra cui seguono nell’Università scontri tra questi ultimi e militanti dell’estrema destra: vi è la prima vittima di quell’anno Domenico Congedo, uno studente anarchico, Congedo che durante un attacco dei fascisti alla facoltà di Magistero precipita da una finestra.
Del resto a livello internazionale la situazione è critica per il blocco occidentale in quanto molti Paesi afro-asiatici sotto la spinta della decolonizzazione entrano nell’orbita dei Paesi socialisti e alcuni passaggi di campo vengono impediti solo attraverso guerre civili o colpi di Stato molto sanguinosi da quello in Indonesia nel 1965 a quello in Cile nel 1973.
Non sembra un caso che la stagione delle stragi si collochi all’interno di questo quadro internazionale e coincida quasi perfettamente con la durata della presidenza Nixon e declini nel 1974 dopo la crisi del Watergate e lo sfaldarsi dei regimi dittatoriali in Europa, la Grecia, la Spagna, il Portogallo con il conseguente venir meno dell’ipotesi di un colpo di Stato anche in Italia che s’ispiri a quelle esperienze.”

Gli anni 1969-1974 in Italia: stragi, golpismo, risposta giudiziaria continua qui.

L’Intermarium visto dall’estrema destra

“Mentre l’idea stessa di Intermarium, mito geopolitico ostile – da ogni punto di vista – al continente europeo o all’Eurasia e sostenuto dagli Stati Uniti, vale a dire dal nemico principale dei nostri popoli, dovrebbe suscitare una nausea salutare in tutti i nazionalisti d’Europa, ve ne sono invece alcuni che si sono dichiarati favorevoli, agendo come collaboratori complementari, coscienti o incoscienti, dello Zio Sam.
Mentre l’idea diplomatica e ufficiale dell’Intermarium è stata sempre difesa in primo luogo dal governo polacco, dal 2016 è stata l’estrema destra ucraina ad appropriarsi del suo aspetto militante. Per iniziativa del deputato ucraino Andriy Biletsky, principale dirigente del Partito del corpo nazionale e fondatore del reggimento Azov, quest’anno è stato creato il Gruppo d’assistenza allo sviluppo dell’Intermarium, che ha tenuto la sua prima riunione a Kiev il 2 luglio 2016 e la seconda nella stessa città il 27 e 28 aprile 2017. La seconda giornata del 2017, che si è svolta sotto il titolo generico di Conferenza paneuropea, all’insegna del motto “Oggi l’Ucraina, domani la Russia e tutta l’Europa”, è per noi la più interessante, perché permette di comprendere la variante dell’Intermarium che vi è stata definita e quali gruppi europei vi abbiano recato il loro sostegno.
Il progetto Intermarium difeso dal Partito del corpo nazionale, dal reggimento Azov e dal Gruppo d’assistenza allo sviluppo dell’Intermarium, non si limita affatto, come il suo nome potrebbe far pensare, all’unione degli Stati compresi tra il Baltico e il Mar Nero; esso è il progetto di un’Unione Europea alternativa alle frontiere mal definite, fondata su un’ideologia d’estrema destra ed ostile alla Russia. Mentre il progetto Intermarium tradizionale si accontenta di dotare la regione Baltico-Nero di difese militari e di risorse diplomatiche, il Partito del corpo nazionale, il reggimento Azov e il Gruppo d’assistenza allo sviluppo dell’Intermarium vorrebbero costruire un trampolino per una rivoluzione nazionalista in Europa.
Se si eccettua il Partito del corpo nazionale, membro di una coalizione elettorale che rappresenta all’incirca il 10% dell’elettorato ucraino, tutti gli altri gruppi suoi alleati nel progetto Intermarium esercitano una scarsa influenza nel migliore dei casi, mentre nel peggiore rientrano nella lunatic fringe.
Tra i movimenti rappresentati a Kiev il 28 aprile 2017 troviamo, innanzitutto, quelli originari dei paesi storicamente membri dell’Intermarium: Nordisk Ungdom (Gioventù nordica) per la Svezia, Generacija Obnove (Rinnovamento generazionale) per la Croazia, i gruppi Szturm (Assalto) e Niklot (Associazione per la tradizione e la cultura, gruppo neopagano) per la Polonia, l’Unione nazionalista lituana, la branca giovanile del Partito conservatore popolare d’Estonia. Troviamo in questa avventura anche Francesi (il Groupe Union Défense ed ex membri del defunto Mouvement d’Action Sociale) e Italiani collegati a Casa Pound e a diverse iniziative di Gabriele Adinolfi (Gilda dei Lanzichenecchi e EurHope), che in un messaggio indirizzato alla conferenza dichiara: “Considero l’Intermarium come un vero passo avanti sulla via della rinascita dei nostri popoli”. Infine, fatto più sorprendente, questo progetto è sostenuto anche da militanti di Paesi contro i quali esso è palesemente diretto: Dritte Weg (Terza via) per la Germania e il Centro Russo e Gioventù Wotan per la Russia.
In altri tempi, Jean Thiriart aveva parlato dell’“Internazionale delle caselle postali”… Siamo lì. Lavorare in subappalto per servire l’imperialismo americano è un’attività miserabile, agire con la volontà consapevole di opporsi all’unificazione continentale è più grave. Tutto ciò merita come minimo di essere denunciato, anzi, di essere combattuto, e con tutti i mezzi necessari.”

Da L’Intermarium, gli USA e l’estrema destra di Christian Bouchet, in “Eurasia. Rivista di studi geopolitici”, ottobre-dicembre 2017, anno XIV, n. 4.