La foglia di fico

Il ministro della difesa israeliano Avigdor Lieberman ha affermato ieri che Israele non rispetterà alcun divieto e violerà lo spazio aereo siriano ogni qual volta lo riterrà necessario.
“We will maintain total freedom of action. We will not accept any limitation when it comes to the defense of our security interests.”
Solo alcuni giorni prima Nikki Haley, ambasciatrice USA presso le Nazioni Unite, affermava con arroganza nel corso di un Consiglio di Sicurezza che gli Stati Uniti avrebbero ignorato le decisioni dell’ONU se contrarie ai propri intenti, riducendo di fatto a carta straccia lo statuto delle Nazioni Unite ed il diritto internazionale.
“The US will act against the Syrian government with or without a UN blessing”.
Sono forse i due interventi che mi hanno maggiormente fatto riflettere in questi giorni, più ancora delle false flag, dei lanci di missili su palazzi inutilizzati, della retorica roboante delle cancellerie europee, delle giravolte dei servi sciocchi, dei tweet deliranti di Trump.
Perché di specchietti per allodole come questi è ricca la storia sia recente che antica.
Ogni impero, da che mondo è mondo, ha sempre rispettato solo la legge del più forte, aggredendo, invadendo, distruggendo chiunque gli si parasse davanti, cogliendo al volo ogni occasione o creandola se necessario.
Ignorando o aggirando accordi e trattati e svilendo le costituzioni vigenti.
Ma sempre nascondendo la menzogna, la truffa, l’inganno sotto una misericordiosa foglia di fico ad uso e consumo di chi ancora non sa che ogni impero si regge sulla violenza e la sopraffazione.
Sempre usando la neo-lingua, vale a dire utilizzando definizioni etiche per giustificare l’aggressione (intervento umanitario, difesa delle minoranze, favorire la democrazia etc.).
“Quando si vuole ottenere un determinato risultato nel mondo, risultato che deve rappresentare l’opposto della regolare direzione dell’evoluzione dell’umanità, ebbene, allora gli si dà, per così dire, un nome che significa il contrario. L’umanità deve imparare a non credere ciecamente ai nomi”. (Rudolf Steiner)
Diceva già sei secoli or sono il grande Niccolò Machiavelli: “Sono tanto semplici li uomini, e tanto obediscono alle necessità presenti, che colui che inganna troverà sempre chi si lascerà ingannare” ma almeno si salvavano le apparenze.
Persino a seguito della spregevole messa in scena delle (inesistenti) armi di distruzione di massa di Saddam Hussein con un Colin Powell che agitava una provetta piena verosimilmente di borotalco all’Assemblea delle Nazioni Unite si ritenne necessario ottenere il via libera dell’ONU – con la vergognosa Risoluzione 1441- all’aggressione ad uno Stato sovrano come l’Iraq.
Ma ora sembra che della foglia di fico l’impero possa fare a meno, tanta è la pervasività della propaganda e del lavaggio accurato dei cervelli che ha messo in campo.
Affermazioni come quelle di Lieberman e della Haley che, sino a pochi anni or sono, sarebbero apparse quello che sono, vale a dire l’espressione della spietata hybris del potere, oggi vengono accolte con indifferenza, quasi come qualcosa di scontato, cui si è ormai rassegnati.
Ecco, questo a mio avviso è l’aspetto più inquietante del momento attuale.
Come ben sintetizzava Rudolf Steiner cent’anni fa: “Sulle onde della civiltà presente galleggia non solo la mistificazione delle frasi fatte, ma la menzogna vera e propria. Si riversa nella vita – e, come menzogna, intacca la vita”.
Piero Cammerinesi

Fonte

Pensare a fondo la realtà che ci circonda

unnamed

“Dunque anche il fatto di girare la testa, di guardare agli eventi del mondo esteriore con disdegno o malinteso senso di superiorità – io penso solo allo spirito, non mi interessano i fatti esteriori, la politica, la società – si rivela un atto di corresponsabilità con quanto di negativo accade intorno a noi.
Che fare dunque?
Pensare a fondo la realtà che ci circonda – in modo spregiudicato e libero – è allora un dovere di ogni libero pensatore e di ogni ricercatore spirituale.
La ricerca della verità ‘occulta’, nascosta, non è un obiettivo da perseguire solo nei confronti del mondo spirituale, ma anche del mondo fisico in cui viviamo.
Ancora Steiner: “Occulto, miei cari amici, non è solo ciò che riguarda i mondi superiori – inizialmente questi sono certo nascosti, occulti per tutti gli uomini. Ma per molti uomini è già occulto anche quello che avviene nel mondo fisico! E vogliamo augurarci che molto di ciò che è nascosto qui da noi diventi visibile! Che così tanti fatti rimangano nascosti a così tanta gente, costituisce una delle fonti della miseria in cui viviamo”. (ibid.)
Alla luce delle premesse e di queste linee-guida, è pertanto doveroso indagare con questo atteggiamento interiore anche gli eventi geopolitici più recenti.
Naturalmente il grado di disvelamento che riusciamo a realizzare è direttamente proporzionale al nostro livello evolutivo, all’impegno che profondiamo nella ricerca e alle nostre capacità di applicare il pensiero alla realtà.
Il disvelamento, poi, è per sua natura progressivo, il che significa che passare dall’essere vittime della manipolazione e della propaganda – come siamo tutti all’inizio del percorso – all’alétheia non è cosa che può avvenire d’un colpo.
Le illuminazioni sulla via di Damasco accadono, ma non sono poi così frequenti.
Ci vogliono spesso anni di studio e soprattutto una ferrea volontà d’indipendenza dalle verità dominanti, dal pensiero unico che domina incontrastato la vita della maggior parte delle persone, dalla culla alla tomba.
Per questo motivo, anche se siamo giunti a livelli abbastanza avanzati di disvelamento degli eventi del mondo sensibile – tanto da farci chiamare complottisti dai nostri amici, che magari ci tolgono l’amicizia su Facebook o addirittura il saluto – abbiamo tuttavia la responsabilità di essere tolleranti nei confronti di chi ancora crede parzialmente alle verità dominanti.
Per farlo, un aiuto pratico: basta pensare a come eravamo noi stessi prima di iniziare questo percorso.
Un percorso che a volte abbiamo vissuto come una vera e propria discesa agli inferi, tanto è stato l’orrore che ci ha afferrato quando – dopo aver smantellato i dogmi del pensiero unico – abbiamo iniziato a renderci conto di “che lacrime grondi e di che sangue” il reale volto del potere.
Insomma, dobbiamo imparare a non pretendere dagli altri – come non l’abbiamo preteso da noi stessi – il ‘tutto o niente’.
È vero, a livello dei poteri forti la cospirazione, il complotto, non sono l’eccezione, bensì la regola e spesso chi li ridicolizza ne è complice, ma dobbiamo anche imparare a non fare di ogni erba un fascio, tacciando di correità con il sistema tutti coloro cui ancora non si sono disvelati alcuni scenari.
Creare e alimentare opposizioni all’interno di chi si sta destando dal sopore del neo-pensiero, fa il gioco delle Entità – occulte e manifeste – che vogliono l’asservimento e la rovina dell’uomo.
Ricordiamocene sempre.”

Da Tutto o niente di Piero Cammerinesi.