La mano nascosta di Washington nello spargimento di sangue in Africa Centrale

usa in africa

La Repubblica Centrafricana è in bilico sull’orlo della catastrofe, con milioni di persone tagliate fuori dagli aiuti umanitari vitali in mezzo al riproporsi di scontri settari mortali. Ciò che è scarsamente riferito, tuttavia, è che il torbido coinvolgimento delle forze speciali americane potrebbe precipitare il Paese in una guerra civile senza quartiere

La scorsa settimana, decine di civili sono stati uccisi in scontri tra milizie cristiane e musulmane nella capitale della Repubblica Centrafricana, Bangui. L’ultimo ciclo di violenza è stato innescato dopo che un tassista musulmano è stato attaccato e decapitato da bande armate di machete. Fatto che a sua volta ha portato a rappresaglie contro le comunità cristiane.
Il responsabile degli aiuti umanitari delle Nazioni Unite Stephen O’Brien ha avvertito che il Paese è sull’orlo del disastro, con più di 40.000 persone che hanno abbandonato la capitale nei giorni scorsi. In totale, circa 2,7 milioni di persone – la metà della popolazione del Paese – sono a rischio di essere tagliati fuori dagli aiuti umanitari da cui dipendono per la sopravvivenza. Il peggioramento del conflitto confessionale sta semplicemente rendendo troppo pericolosa l’opera delle agenzie di soccorso.
A poter aggiungere benzina a questa crisi è la rivelazione della scorsa settimana che forze speciali USA sono in collegamento con una delle milizie nella Repubblica Centrafricana. Il gruppo con il quale le forze USA hanno instaurato un collegamento è conosciuto come i ribelli Seleka, i cui membri sono a maggioranza musulmana. Continua a leggere