Il milite ignoto

La Casa Bianca ha omesso, da un rapporto preparato per il Congresso, il numero di truppe USA in stato di combattimento nel mondo, inclusi Afghanistan, Irak e Siria. Il dato espunto coincide con un rapporto del Pentagono che si riferisce alla collocazione di 44.000 soldati come “ignota”.
In accordo con la War Powers Resolution del 1973, l’amministrazione Trump ha consegnato al Congresso lunedì [11 dicembre u.s. – n.d.t.] un rapporto semestrale che contabilizza i soldati USA dispiegati all’estero. Benché i rapporti siano finalizzati a rendere il potere esecutivo più consapevole del dispiegamento militare degli Stati Uniti, il rapporto in questione omette il numero di truppe statunitensi operanti in Afghanistan, Irak, Siria, Yemen e Camerun.
L’amministrazione Trump ha affermato che il nascondere il numero dei soldati impedirebbe ai nemici dell’America di conseguire un vantaggio strategico. Comunque, in un rapporto precedente di giugno, la Casa Bianca elencava 8.448 Americani in servizio in Afghanistan, 5.262 in Irak, e 503 in Siria. L’ultimo ragguaglio per il Congresso non fornisce cifre per quelle zone di guerra o una ragione per la loro omissione.
Mentre la Casa Bianca ritiene i numeri dei militari troppo delicati da rivelare, la scorsa settimana il Pentagono aveva detto ai giornalisti che 5.200 Americani sono in servizio in Irak e altri 2.000 in Siria, circa quattro volte tanto rispetto a quanto comunicato precedentemente.
Il Pentagono aveva anche affermato di non poter rendere noti i luoghi nel mondo dove decine di migliaia di unità di personale sono stazionate.

Fonte – traduzione di F. Roberti

14/12/2008: mille di questi giorni

“Non è guerra”

Londra, 16 giugno – Barack Obama difende vigorosamente il suo diritto a intraprendere l’azione militare in Libia senza il via libera formale del Congresso perché non è un vero e proprio conflitto.
Nei giorni scorsi il leader repubblicano della Camera dei Rappresentanti, John Boehner, aveva scritto a Obama dicendogli che – ai sensi del War Powers Act del 1973 – il presidente era obbligato ad ottenere l’approvazione del Congresso per la campagna militare in Libia. La Casa Bianca gli ha risposto con un documento di 38 pagine, sostenendo che la legge (che stabilisce che debba esserci un voto entra un massimo di 90 giorni (60 più 30) dal momento in cui gli USA entrano in guerra) non è applicabile alla partecipazione alla campagna militare NATO in Libia perchè non si tratta di un vero e proprio conflitto, ma di una missione per rimuovere dal potere Muammar Gheddafi: l’amministrazione sostiene che, da quando la NATO ha assunto il comando delle operazioni militari, nel mese di aprile, il ruolo USA si è di fatto limitato a sostenere le azioni militari di GB, Francia e degli altri Paesi, con missioni di rifornimento di carburante e sorveglianza (l’amministrazione ammette però l’utilizzo in qualche caso dei droni, del tipo di quelli usati in Pakistan e in Yemen).
Quanto alla maggiore preoccupazione dei repubblicani, i costi, la Casa Bianca sostiene che nell’ultima fase delle operazioni NATO, a settembre, l’operazione sarà costata agli USA 1,1 miliardi di dollari. Boehner comunque non si è detto soddisfatto: “La Casa Bianca dice che non ci sono ostilità in corso, ma qui abbiamo attacchi di droni, stiamo spendendo 10 milioni di dollari al giorno e parte della missione è lanciare bombe sul compound di Gheddafi. Non si risponde dunque a quella che è la domanda più importante, dal mio punto di vista, ovvero che siamo nel bel mezzo di ostilità”.
(AGI)

Dietrofront!

Barack Obama è un “fuorilegge” e gli Stati Uniti hanno le pezze al culo.

Washington, 14 giugno – La Camera dei Rappresentanti USA ha approvato ieri un emendamento che vieta l’uso di fondi per le operazioni militari in Libia. Il testo, proposto dal democratico Brad Sherman della California, è passato con 248 voti favorevoli contro 163 contrari e fa riferimento a una legge (War Powers Act) del 1973 che limita i poteri del Presidente di inviare truppe all’estero senza l’autorizzazione del Congresso. “Nessuno dei fondi disponibili può essere utilizzato in contraddizione con il War Powers Act”, si legge nel testo approvato dai deputati USA.
Il voto rispecchia l’ampio malcontento che serpeggia nel Parlamento americano, al quale Barack Obama non ha chiesto l’autorizzazione prima di avviare l’intervento militare contro Muammar Gheddafi. In base al War Powers Act, il capo della Casa Bianca deve rivolgersi al Congresso prima di inviare truppe USA all’estero ed è costretto a ordinarne il ritiro entro 60 giorni se tale autorizzazione non viene concessa dai parlamentari.
(AGI)