La guerra dell’oppio

La NATO l’ha persa.
Secondo l’autorevole rapporto dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga ed il crimine del 2006, le coltivazioni di papavero da oppio sono inesorabilmente cresciute, sino a raggiungere i 165.000 ettari di estensione. Con uno stratosferico aumento del 59% rispetto all’anno precedente. Solo sei delle trentaquattro province afghane sono libere dai campi di papavero, mentre la sola provincia di Helmand è responsabile del 42% della produzione nazionale e quindi di ben oltre un terzo di quella mondiale. Il risultato è che oggi l’82% dei campi che nel mondo sono coltivati ad oppio, si trovano in Afghanistan.
Di pari passo alla coltivazione, è aumentata la produzione che nel 2006 ha toccato il picco storico di sempre, 6.100 tonnellate, facendo balzare la percentuale di oppio proveniente dal Paese al 93% del totale mondiale. Praticamente, la totalità dell’eroina che circola nel mondo viene dall’Afghanistan; in piena era talebana, la produzione era quasi la metà (3.300 tonnellate nel 2001) e nel 2000, a seguito degli editti delle autorità religiose, essa era crollata ad appena 185 tonnellate.
In un’intervista all’International Herald Tribune il generale James Jones, comandante della NATO in Europa, individuava quale più grande minaccia per l’Afghanistan il legame tra la produzione di droga, il crimine e la corruzione. A stretto giro di posta, la replica del suo superiore, il Segretario Generale Jaap de Hoop Sheffer: “La NATO non ha e non cerca un ruolo direttivo in questa lotta, pur se importante”. Al massimo, si adopera per far appaltare a qualche corporation a stelle e strisce, tipo la Dynacorp, i lucrosi programmi di eradicazione dei campi di papavero. Risultati? Risibili.

12 thoughts on “La guerra dell’oppio

  1. Rassegna stampa sul legame tra Stati Uniti e suoi bracci operativi (NATO, CIA…) con la produzione ed il traffico di sostanze stupefacenti:

    “Drugs, the CIA and Faustian Alliances”,
    di John Stanton, 28/6/2004
    http://www.globalresearch.ca/index.php?context=viewArticle&code=STA20040628&articleId=777

    “The Spoils of War: Afghanistan’s Multibillion Dollar Heroin Trade.
    Washington’s Hidden Agenda: Restore the Drug Trade”,
    di Michel Chossudovsky, 14/6/2005
    http://www.globalresearch.ca/index.php?context=viewArticle&code=CHO20050614&articleId=91

    “Who benefits from the Afghan Opium Trade?”,
    di Michel Chossudovsky, 21/9/2006
    http://www.globalresearch.ca/index.php?context=viewArticle&code=CHO20060921&articleId=3294
    traduzione italiana:
    http://www.comedonchisciotte.net/modules.php?name=News&file=article&sid=497

    “The War in Afghanistan: Drugs, Money Laundering and the Banking System”,
    di Mahdi Darius Nazemroaya, 17/10/2006
    http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=3516
    traduzione italiana:
    http://www.vivamafarka.com/forum/index.php?topic=34597.0

    “Heroin is “Good for Your Health”: Occupation Forces support Afghan Narcotics Trade Multibillion dollar earnings for organized crime and Western financial Institutions”,
    di Michel Chossudovsky, 29/4/2007
    http://www.globalresearch.ca/index.php?context=viewArticle&code=20070604&articleId=5514
    traduzione italiana:
    http://www.comedonchisciotte.net/modules.php?name=News&file=article&sid=935

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  2. L’industria dell’oppio in Afghanistan finanzia la guerra dei talebani ed è una delle maggiori fonti di entrate per i gruppi criminali e terroristici.

    Lo sostiene un rapporto dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine (Unodc) presentato oggi a Londra. Secondo lo studio ‘The Afghan Opium Survey 2008’ c’è stata una diminuzione dell’ammontare di terra coltivata a oppio, un taglio della produzione e una contrazione dei prezzi, ma i talebani raccolgono ancora centinaia di migliaia di dollari dal traffico di droga.

    L’Unodc ha rilevato che quest’anno la diminuzione della terra coltivata a oppio rispetto al 2007, si è passati da 193mila a 157mila ettari. La produzione, inoltre, è calata di circa il 6 per cento, arrivando a 7.700 tonnellate. Gli introiti dei trafficanti per le esportazioni di oppio, morfina ed eroina sono passati da 4 miliardi di dollari dello scorso anno a 3,4 miliardi di dollari nel 2008.

    Il rapporto dell’Unodc ha poi sottolineato come quest’anno in Afghanistan un milione di poveri sia coinvolto nella coltivazione di oppio. “Con profitti così elevati legati alla droga non sorprende che la macchina da guerra degli insorti si sia rivelata così forte malgrado le azioni delle forze afghane e alleate”, ha detto il direttore dell’Unodc Antonio Maria Costa, affermando che gli sforzi dei talebani per manipolare il mercato dell’oppio potrebbero portare a una diminuzione della produzione anche nel 2009.

    “Poiché stanno accumulando oppio, hanno un guadagno massimo dal basso livello di produzione. Questo potrebbe far salire i prezzi”, ha spiegato Costa, chiedendo una maggiore assistenza internazionale per prevenire un disastro umanitario e consolidare le misure che hanno consentito di eliminare l’oppio in 18 su 34 province afghane.

    “La produzione e il traffico di droga sarebbero rallentati dalla distruzione di obiettivi di alto profilo come mercati, laboratori e convogli, come ha iniziato a fare l’esercito afghano appoggiato dalla Nato”, ha sottolineato Costa.

    http://www.rainews24.rai.it/notizia.asp?newsID=88804

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  3. Iran: Polizia Uccide 10 Trafficanti Di Droga

    (ASCA-AFP) – Teheran, 17 feb – La polizia iraniana ha ucciso 10 trafficanti di droga ed ha sequestrato piu’ di una tonnellata di oppio nel corso di un’azione repressiva svolta nel nord est dell’Iran. Lo ha annunciato un ufficiale delle polizia locale. Secondo quanto riferito dall’agente, ”i dieci trafficanti sono stati uccisi nel corso di cinque operazioni” svolte nei pressi della citta’ di Taybad, nella provincia di Khorasan Razavi, vicino al confine con l’Afghanistan. Il giornale ‘Kayhan Daily’ ha inoltre riportato che la polizia ha sequestrato oltre una tonnellata di narcotici durante le operazioni. Lo scorso gennaio la polizia ha ucciso altri dieci trafficanti nella stessa area.

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  4. Les USA et l’OTAN ont transformé l’Afghanistan en narco-Etat (président de la Douma)

    (…)
    la croissance effrénée de la production de stupéfiants en Afghanistan a coïncidé avec la présence dans le pays des contingents des Etats-Unis et de l’OTAN.

    “C’est précisément durant cette période que l’Afghanistan est devenu le leader mondial absolu de la production d’opiacés et s’est hissé à la seconde place après le Maroc pour le hachich et la marijuana”, a dit le président de la Douma.
    (…)

    http://fr.rian.ru/world/20090219/120217038.html

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  5. Afghanistan: U.S. Escalates the Illegal Drug Industry,
    by John W. Warnock

    It is common knowledge that Afghanistan remains the primary source of the world’s supply of opium and heroin. A recent United Nations’ report claims that three quarters of the world’s heroin comes from the provinces of Helmand and Kandahar. But there is also recognition that poppies are grown in almost all of the country’s 34 provinces.

    The western media argues that most of the production of illegal drugs is being done by the Taliban or that the Taliban is protecting the farmers. The fact that there are well known drug lords in the government of President Hamid Karzai, and many are members of the parliament, is usually ignored. Yet the Asian press carries photos of “narco palaces” in Kabul and describes the local “narcotecture.” The Afghan population is well aware of the close ties between the drug lords and the government.

    Of course this is quite embarrassing to the U.S. government, which put Karzai in office and created the present Afghan constitution and system of government. Thus Hillary Clinton, nominated for Secretary of State, created quite a shock when she referred to Afghanistan as a “narco state” in her testimony before the U.S. Senate.

    Forgotten in all this is the key role that the U.S. government played in the development and expansion of the illegal drug industry in Afghanistan. It goes back to the decision made in July 1978 by the administration of Jimmy Carter to give aid and assistance to the radical Islamists in their rebellion against the leftist government of the Peoples Democratic Party of Afghanistan.

    (…)

    It is estimated that the illegal drug industry presently accounts for around 50% of Afghanistan’s gross domestic product.

    http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=12460

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  6. la lotta alla droga secondo gli Stati Uniti d’America
    (i contesti sono diversi ma le storie sono davvero esemplari):

    The escalation of counterinsurgency operations was packaged under the label of a war against drugs, of course. Nine years later Colombia remains the largest supplier of cocaine and heroin to the United States.

    How seriously one should have taken this charade was indicated in April of 2000 when the former commander of the U.S. Army’s anti-drug operation in Colombia, Col. James C. Hiett, pleaded guilty to not having turned over evidence on his wife, Laurie, for smuggling cocaine and heroin into the United States. His spouse pleaded guilty in January of planning to smuggle $700,000 worth of heroin into the US through the mail.

    Colonel Hiett doubtlessly performed his duties in propagating the tale that the FARC was responsible for the lion’s share of coca and opium cultivation and trafficking in the nation and that the US military was the best response to its alleged activities.

    If one still had any doubts regarding the sincerity of American claims to be combating narco-trafficking and terrorism, within weeks of the passage of Plan Colombia Secretary of State Albright escorted the head of the so-called Kosovo Liberation Army, Hashim Thaci, whose colleagues and allied drug cartels control most of the marijuana, hashish and narcotics traffic in Europe, to her old haunts in the United Nations Headquarters and her then current ones in the State Department, preparing him to become a future head of state. (Since last year he is in fact the president of what former Serbian president Vojislav Kostunica has aptly called the world’s first NATO state. It is also the world’s newest narco-state.)

    US Escalates War Plans In Latin America.
    US Military: After Iraq, Latin America,
    by Rick Rozoff

    http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=14503

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  7. Afghanistan, coltivazione oppio cala del 22%
    Reuters, 2/9/2009

    Rispetto al 2008, sono circa 800mila in meno gli afghani coinvolti nel mercato delle droghe illegali, dice il rapporto dell’Onu. Una delle rare buone notizie per le attività dell’Occidente nel paese asiatico, dove la guerra contro i talebani, che dura da otto anni, è ai livelli di massima violenza.

    Secondo le autorità occidentali, il traffico di sostanze stupefacenti finanzierebbe l’insurrezione, oltre ad alimentare la corruzione e il crimine, minando le istituzioni dello Stato afghano che le forze internazionali stanno cercando di sostenere.

    L’Afghanistan è da tempo il produttore del 90% dell’oppio che circola nel mondo. Uno spesso impasto che si ricava dai papaveri e che viene trattato per ricavarne eroina. Nel 2007 la produzione ha battuto ogni record, ma dopo di allora la coltivazione ha cominciato a calare.

    “Questi risultati sono una buona notizia e dimostrano che andare avanti è possibile”, ha detto Antonio Maria Costa, direttore dell’Ufficio Onu per le Droghe e il Crimine (Unodc), nel rapporto diffuso oggi.

    Quest’anno 123mila ettari di terreno sono stati usati per la coltivazione del papavero da oppio, rispetto ai 157mila del 2008, dice l’Unodc.

    La maggior parte della riduzione si è registrata nella provincia più segnata dalla violenza, quella di Helmand, cuore della produzione di oppio del Paese e al tempo stesso al centro delle operazioni militari britanniche e americane. Qui la coltivazione è calata di un terzo, da 103.590 a 69.833 ettari.

    Nonostante la coltivazione quest’anno abbia interessato il 78% dei terreni rispetto allo scorso anno, la produzione di papaveri da oppio è comunque stata del 90% rispetto al 2008, a causa delle buone condizioni meteorologiche che hanno favorito i raccolti.

    Le 6.900 tonnellate di oppio prodotte in Afghanistan sono comunque molto oltre il consumo mondiale di circa 5.000 tonnellate, e dunque la sovrapproduzione ha causato un calo dei prezzi a livelli registrati negli anni novanta.

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  8. MOSCOW. (RIA Novosti political commentator Andrei Fedyashin) – Like every other Afghanistan conference, the sixth conference in London on January 28 did not discuss the country’s opium problem.
    The more than 70 countries and international organizations that met in London have declared the goals of creating “a more stable and secure Afghanistan,” transferring power to the Afghan government, and reintegrating “those who renounce violence, cut links to terrorism and agree to work within the democratic process” into Afghan society.
    However, refusing to discuss Afghanistan’s opium problem is like discussing reconciliation in Colombia without touching on the cocaine trade which has sustained rebels for a long time.
    (…)

    London conference neglects Afghanistan’s opium problem
    http://en.rian.ru/analysis/20100129/157716955.html

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  9. According to a recent report published by the UN Office on Drugs and Crime (UNODC), although the area sown with opium poppy in Afghanistan has decreased from 193,000 in 2007 to 123,000 hectares in 2009, the production of drugs there has grown considerably since 2001 and now amounts to 7,500 metric tons of opium.

    da Afghan drug traffic: A problem for regional countries,
    di Vladimir Yevseyev
    http://en.rian.ru/analysis/20100302/158068861.html

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