Sport d’acqua made in USA

La Casa Bianca, per ben due volte, nel 2003 e nel 2004, appoggiò esplicitamente, con documenti segreti, i metodi duri di interrogatorio da parte della CIA nei confronti di presunti terroristi, compreso il famigerato waterboarding, ossia l’annegamento simulato. L’ha affermato recentemente il Washington Post citando quattro fonti ben informate della CIA e dell’amministrazione Bush che hanno però chiesto l’anonimato.
I documenti, finora riservati, furono richiesti all’Amministrazione dall’allora direttore della CIA, George J. Tenet, oltre un anno dopo che gli interrogatori segreti erano cominciati. L’agenzia investigativa l’avrebbe fatto perché preoccupata delle conseguenze sull’opinione pubblica di eventuali rivelazioni sui metodi di interrogatorio, sentendo perciò il bisogno dell’imprimatur scritto della Casa Bianca, anche se nel 2002 già il Dipartimento di Giustizia aveva approvato i metodi.
Secondo le fonti citate, la CIA temeva che la Casa Bianca potesse in un secondo momento, se messa alle strette da uno scandalo, prendere le distanze dai metodi usati dall’agenzia investigativa per interrogare i sospetti terroristi. Tenet avrebbe richiesto (e di lì a pochi giorni, effettivamente ottenuto) un documento di approvazione scritto già nel giugno 2003, durante una riunione del Consiglio per la Sicurezza Nazionale. Poi nel giugno 2004, egli chiese alla Casa Bianca un nuovo documento scritto sulla scia dello scandalo per le torture nel carcere iracheno di Abu Ghraib ed anche questa volta fu soddisfatto.
D’altra parte, la Casa Bianca ha continuato a ricorrere al waterboarding sino ad oggi, decidendo caso per caso in base alle valutazioni dell’intelligence e ribadendo che non si tratta di una forma di tortura, ma di un mezzo legale che “ha salvato vite di americani”. Il 5 febbraio scorso, il direttore della CIA Michael Hayden, durante un’audizione davanti al Congresso, aveva per la prima volta ufficialmente riferito sull’uso del waterboarding tra il 2002 e il 2003 su tre presunti alti esponenti di Al Qaeda.
Notizia degli ultimissimi giorni è che gli Stati Uniti stanno facendo pressioni sugli “alleati” europei affinché li aiutino a trovare una sistemazione per i detenuti di Guantanamo. Chiudere la prigione per “nemici combattenti” nella base americana a Cuba è una delle priorità di Barack Obama, ma il problema rimane dove sistemare i detenuti che non possono essere rimpatriati. Secondo il Times, più di un quinto dei 250 prigionieri di Guantanamo provengono da Paesi che, in caso di rimpatrio, non garantirebbero il rispetto dei diritti fondamentali, il che fa a dir poco sorridere pensando alle loro attuali e ben note condizioni di detenzione. John Bellinger, consigliere legale di Condoleezza Rice, ha confermato che Washington sta cercando l’aiuto dei Paesi europei per sistemare quei detenuti non pericolosi che non possono essere rimpatriati. Finora l’Albania ha accolto un gruppo di uiguri (separatisti islamici originari della Cina occidentale) ed il Portogallo ha annunciato di essere pronto ad accoglierne altri. “Un funzionario di alto livello del dipartimento di Stato – si legge nell’articolo del Times – ha spiegato che finora la Gran Bretagna e la maggior parte dei membri dell’Unione Europea si sono rifiutati”. Ma Washington sembra determinata, almeno ad ascoltare le parole di Bellinger: “Non ci aiutano quei Paesi che continuano a chiedere la chiusura di Guantanamo e non fanno nulla per metterci in grado di farlo”.
Ed allora ecco che spunta fuori un rapporto bipartisan del Senato statunitense, il quale afferma che le decisioni dell’ex capo del Pentagono Donald Rumsfeld furono “la causa diretta” degli abusi sui detenuti a Guantanamo e nel carcere di Abu Ghraib. Il documento (che trovate qui) accusa l’amministrazione Bush di aver creato il clima morale e legale che ha contribuito al trattamento inumano dei prigionieri. Diventati ormai così ingombranti che l’unico desiderio sembra quello di sbolognarli al primo disponibile.

12 thoughts on “Sport d’acqua made in USA

  1. Chi tratta inumanamente i prigionieri colpevoli o presunti tali, e si adopera con mezzi meccanici ad estorcere qualsiasi confessione, che razza di uomo può essere. Dorme la sera? Ha dei bambini? Mi fa paura che possa essere accanto a me quando cammino per strada e che possa respirare la sua aria.

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  2. fresca freschissima

    (AGI) – Taormina, 16 dic. – All’Italia non e’ arrivata alcuna richiesta “ne’ di asilo politico ne’ di ospitare nei luoghi di detenzione persone prigioniere nel carcere di Guantanamo”. Cosi’ il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha commentato l’ipotesi che la nuova amministrazione americana voglia chiudere la prigione a Cuba per i ‘nemici combattenti’, e trasferire in Europa quelli che non possono essere rimpatriati. “Non sappiamo ne’ di chi si tratti ne’ di quali reati siano accusati”, ha aggiunto il ministro. “Suppongo che Obama non li liberera’ tutti per le strade degli Stati Uniti e dell’Europa”, ha concluso il capo della Farnesina. La notizia del possibile trasferimento dei detenuti di Guantanamo era stata anticipata dal quotidiano britannico ‘The Times’, il quale aveva parlato in particolare dei prigionieri presenti nella base speciale cubana provenienti da Paesi che, in caso di rimpatrio, non garantirebbero loro il rispetto dei diritti fondamentali; stando al giornale, il numero di costoro sarebbe pari a piu’ di un quinto dei 250 nel complesso reclusi.

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  3. ed ecco Dick

    Washington, 16 dic. (Adnkronos) – Dick Cheney ammette di essere stato coinvolto processo di autorizzazione dei metodi duri di interrogatorio della Cia a Guantanamo, compresa la tortura del waterboarding. In un’intervista all’Abc, il vice presidente uscente conferma in pieno il ruolo di architetto e vero ispiratore della linea dura, al limite della legalita’ come ha determinato recentemente una commissione bipartisan del Senato, seguita nella lotta al terrorismo. E non solo: contraddicendo la posizione assunta da George Bush, afferma la necessita’ che il campo di prigionia creato dagli americani nella base militare a Cuba rimanga aperto a tempo indefinito.

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  4. è il turno di Robert Gates

    (ANSA) – WASHINGTON, 18 DIC – Il ministro della Difesa Usa, Robert Gates, ha chiesto al Pentagono di mettere a punto piani per la chiusura del carcere di Guantanamo. Lo ha annunciato il portavoce del Pentagono. La chiusura di Guantanamo e’ tra le promesse elettorali di Obama che ha confermato Gates all’incarico di ministro della Difesa. Il problema e’ pero’ quello di trovare una sistemazione ai circa 250 detenuti, ancora ospiti del carcere nella base militare Usa sull’isola di Cuba.

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  5. Guantanamo: Parigi Vuole Concertazione Europea Su Accoglienza Detenuti

    (ASCA-AFP) – Parigi, 24 dic – L’accoglienza in Europa dei detenuti di Guantanamo deve essere oggetto di ”consultazioni” e di una ”risposta concertata” tra gli europei. E’ quanto ha dichiarato all’Afp Eric Chevallier, portavoce del ministro degli Esteri francese Bernard Kouchner.
    ”Riteniamo che questa questione debba essere oggetto di consultazioni tra gli europei. E’ naturale che vi sia una risposta discussa e concertata tra gli europei”, ha detto il portavoce. ”Noi abbiamo sempre chiesto la chiusura di Guantanamo e per questo motivo siamo contenti che il presidente eletto americano Barack Obama abbia annunciato la sua intenzione di chiuderlo”, ha precisato. Alcuni Paesi europei si sono detti disposti ad accogliere detenuti di questo controverso carcere situato all’interno della base americana di Guantanamo a Cuba.
    A inizio dicembre, il ministro degli Esteri portoghese Luis Amado ha dichiarato che il suo Paese e’ pronto ad aiutare la nuova amministrazione statunitense, accogliendo dei detenuti, e ha esortato gli altri Paesi europei a fare altrettanto. Lunedi’, il governo tedesco ha fatto sapere che potrebbe prendere il considerazione l’ipotesi di accogliere detenuti di Guantanamo, ma solamente dopo la scadenza del mandato del presidente George W. Bush il 20 gennaio e nel quadro di un’azione concertata con gli altri Paesi dell’Ue.

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  6. Guantanamo: Obama Ordinera’ Chiusura Nel Primo Giorno Suo Mandato

    (ASCA-AFP) – Washington, 13 gen – Barak Obama intende ordinare la chiusura del carcere di Guantanamo nel primo giorno del suo mandato. E’ quanto scrive il New York Times, citando fonti vicine ad alcuni collaboratori del presidente-eletto statunitense. Il quotidiano precisa tuttavia che ci potrebbero volere diversi mesi per chiudere la struttura, dal momento che le autorita’ americane devono trasferire alcuni dei restanti 248 detenuti in altri Paesi e poi decidere come processare il resto dei sospetti terroristi.
    Obama, che entrera’ in carica il 20 gennaio, chiudera’ probabilmente la prigione con un ordine esecutivo che sospende il sistema di commissione militari istituito dall’amministrazione Bush per processare i detenuti. Chiudere Guantanamo, ha detto il senatore dell’Illinois domenica in un’intervista con il programma ”This Week” dell’Abc ”e’ piu’ difficile di quanto pensino tante persone”. Ma il presidente-eletto e’ stato chiaro sulla sua volonta’ di chiudere il carcere. ”Non voglio essere ambiguo al riguardo. Chiuderemo Guantanamo e ci assicureremo che le procedure per farlo rispettino la nostra costituzione”, ha affermato.

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  7. Secret Detention, Extraordinary Rendition, & Torture:
    New Evidence of DOD Cooperation with CIA Ghost Detention Program

    February 12, 2009, New York and Washington, DC—Documents obtained through a Freedom of Information Act lawsuit confirm Department of Defense involvement in the CIA’s ghost detention program, revealed three prominent human rights groups today. The groups—Amnesty International USA (AIUSA), the Center for Constitutional Rights (CCR), and the Center for Human Rights and Global Justice (CHRGJ)—today released documents obtained from the U.S. Department of Defense (DOD) and U.S. Department of State (DOS), resulting from their lawsuit seeking the disclosure of government documents that relate to secret detention, extraordinary rendition, and torture. At a public press conference, the groups revealed that these documents confirm the existence of secret prisons at Bagram and in Iraq; affirm the DOD’s cooperation with the CIA’s ghost detention program; and show one case where the DOD sought to delay the release of Guantánamo prisoners who were scheduled to be sent home by a month and a half in order to avoid bad press.

    “These newly released documents confirm our suspicion that the tentacles of the CIA’s abusive program reached across agency lines,” said Margaret Satterthwaite, Director of the NYU International Human Rights Clinic. “In fact, it is increasingly obvious that defense officials engaged in legal gymnastics to find ways to cooperate with the CIA’s activities. A full accounting of all agencies must now take place to ensure that future abuses don’t continue under a different guise.”

    While 928 of the 950 pages of documents from the Transportation Command of the DOD are reprinted news articles, there is one internal email dated February 17, 2006—relating to Guantánamo detainees scheduled for release—that is of note. It recommends “hold[ing] off on return flights for 45 days or so until things die down. Otherwise we are likely to have hero’s welcomes awaiting the detainees when they arrive.” The email also recommends transfer in a smaller, more discrete plane and has attached a reference to the United Nations (UN) report released around that time criticizing Guantánamo.

    http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=12285

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  8. troppo buoni

    Lun 2 Mar – 15.59
    Reuters

    Il ministro della Giustizia Usa, Eric Holder, ha escluso l’uso della tecnica del “waterboarding”, che simula l’annegamento, per interrogare i sospettati di terrorismo, definendola una forma di tortura che l’amministrazione Obama non potrebbe mai condonare.
    “Il waterboarding è tortura…Il mio dipartimento della Giustizia non lo giustificherà, non lo razionalizzerà e non lo condonerà”, ha detto in un discorso a Washington Holder, che sta conducendo una revisione del trattamento dei presunti terroristi.

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  9. metodi controversi

    (ASCA-AFP) – Washington, 2 mar – La Cia ha distrutto 92 video che ritraevano interrogatori di prigionieri effettuati con metodi controversi. Lo sostiene in una lettera inviata al giudice Alvin Helerstein, il sostituto procuratore Lev Dassin.

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  10. Guantánamo: The Definitive Prisoner List

    Andy Worthington, London-based journalist and author of “The Guantánamo Files” (Pluto Press), today releases the first definitive list of the 779 prisoners held in the US prison at Guantánamo Bay, Cuba.

    Links to the list:

    Part 1 (ISNs 002 to 200): http://www.andyworthington.co.uk/guantanamo-the-definitive-prisoner-list-part-1/

    Part 2 (ISNs 201 to 496): http://www.andyworthington.co.uk/guantanamo-the-definitive-prisoner-list-part-2/

    Part 3 (ISNs 497 to 732): http://www.andyworthington.co.uk/guantanamo-the-definitive-prisoner-list-part-3/

    Part 4 (ISNs 743 to 10030): http://www.andyworthington.co.uk/guantanamo-the-definitive-prisoner-list-part-4/

    The list, which is the result of three years’ research and writing about Guantánamo, provides details of the 533 prisoners who have been released, and includes, for the first time ever, accurate dates for their release. It also provides details of the 241 prisoners who are still held, including the 59 prisoners who have been cleared for release. Although some stories are still unknown, the stories of nearly 700 prisoners are referenced either by links to Andy’s extensive archive of articles about Guantánamo, or to the chapters in “The Guantánamo Files” where they can be found.

    http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=12535

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  11. Guantanamo: Croce Rossa, Medici a Servizio Tortura

    (AGI) – Washington,7 apr. – Tra le macerie morali di Guantanamo giace anche il Giuramento di Ippocrate. A seppellirlo sotto umiliazioni e abusi sono stati, secondo un rapporto della Croce Rossa, medici e infermieri presenti nel carcere di Guantanamo e coautori degli abusi sui detenuti. Quanto scritto un anno fa dal giornalista Mark Danner trova conferma in un rapporto confidenziale della Croce Rossa, uno di quei documenti che l’organismo internazionale inoltra direttamente ai governi affinche’ questi aprano le porte di determinate strutture agli osservatori internazionali. Medici e infermieri, secondo il rapporto del quale oggi scrive il New York Times, hanno avuto un ruolo non marginale nella conduzione degli interrogatori e nel trattamento inflitto ai carcerati. Erano loro a far rallentare la macchina della tortura ma solo per farla ripartire con piu’ lena un attimo dopo essersi assicurati che il detenuto non stesse per morire. Come nel caso di Khalid Shaikh Mohammed, organizzatore degli attacchi dell’11 settembre, sottoposto a waterboarding (l’annegamento simulato): battiti e ossigenazione erano misurati con zelo feroce dal sanitario di turno, attento a sospendere la tortura -oggi cancellata per volere di Barack Obama- se questa metteva a rischio la vita del detenuto. Altri tredici detenuti hanno raccontato di abusi simili e della complicita’ di medici e infermieri.

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  12. Obama “perdona” il waterboarding

    Reuters
    Gio 16 Apr – 21.26

    Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha detto oggi che i funzionari della Cia non saranno perseguiti per avere usato il cosiddetto “waterboarding” e altri metodi di interrogatorio duro contro presunti terroristi, durante l’amministrazione Bush.
    Obama, che appena entrato in carica ha ordinato di interrompere tali tecniche di interrogatorio, criticate a livello internazionale, ha detto in un comunicato: “è nostra intenzione assicurare a coloro che hanno svolto il loro dovere in buona fede e secondo l’avviso legale del dipartimento della Giustizia che non saranno soggetti a processo”.

    (ANSA) – NEW YORK, 16 APR – Gli agenti della Cia che hanno usato maniere forti su detenuti usando tecniche di tortura non avranno guai con la giustizia. Lo ha assicurato il presidente Barack Obama in un memorandum che accompagna la pubblicazione di quattro memorandum dell’amministrazione Bush sui metodi di interrogatorio ammessi nella guerra al terrorismo. La pubblicazione – ha detto Obama – aiutera’ ad affrontare ”un capitolo buio e doloroso della nostra storia”.

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