Dis-servizi discreti

Questo libro tenta di ricostruire l’evoluzione del sistema criminale integrato e di offrire al lettore la possibilità di studiare i meccanismi fondamentali sui quali si basa oggi il mondo delle relazioni internazionali.
L’Italia è un narcostato deviazionista, governato da un sistema illecito di potere che prende il nome di ”sistema criminale integrato”. Detto sistema è composto da servizi segreti, massoneria e criminalità organizzata.
Dagli omicidi di Falcone e Borsellino, il ”sistema Italia”, concernente finanza e mega aziende di Stato (al tempo ENI, Telecom e Finmeccanica), ha utilizzato le mafie, in primis la ‘Ndrangheta, per espandere la propria egemonia e rafforzare i rispettivi mercati, in un contesto di competizione atlantico e globalista.
La ‘Ndrangheta, così come i vari associazionismi criminali, è diventata massoneria oltre che proiezione della nostra intelligence, arrivando a conquistare competenze in materia d’antiterrorismo, di gestione delle emergenze sanitarie e della vita pubblica.
Le istituzioni e la politica hanno ceduto il passo al sistema criminale integrato, allo stesso modo dei principali Paesi europei appartenenti al blocco atlantico. L’Italia, tuttavia, conserva (per ora) una peculiarità: la ”Cosa Nuova”, l’entità criminale risultante dall’unione di tutti gli associazionismi per delinquere nostrani, è autonoma ed è gelosa delle sue prerogative, tanto da scontrarsi apertamente con l’intelligence degli Stati Uniti.

***

A seguire, un’estratto dall’intervista introduttiva all’autore Chris Barlati, contenuta nel testo.

Perché hai deciso di scrivere questo libro?
Sono oramai diversi anni che raccolgo informazioni. Forse quattro, non ricordo bene. Ho seguito da vicino le vicende di mafia, nello specifico di Cosa Nostra. Il primo lavoro è stato una tesi di laurea, in cui ho trattato la transizione della Prima Repubblica verso la Seconda, con un focus specifico su Mani Pulite e Tangentopoli. Ho potuto conoscere tanta gente e ascoltare tanti politici oltre che agenti speciali, giornalisti e massoni.
Col tempo ho iniziato a indagare per conto mio. Volevo scoprire chi avesse ucciso Falcone e
Borsellino, e credo di essere arrivato a una conclusione. Nomi e cognomi dei colpevoli sono tanti, poiché parliamo di una decisione imposta dall’alto, inevitabile, di cui erano consapevoli le stesse vittime, e che ha conosciuto l’approvazione, o meglio la tacita accettazione, di un numero incalcolabile di individui.

Chi sono i principali responsabili?
I colpevoli non sono solo gli apparati dei Servizi italiani, quelli che hanno premuto il bottone del dispositivo che fece saltare in aria, nei pressi di Capaci, un pezzo dell’autostrada A29. E non sono nemmeno gli ”utili idioti” dei corleonesi, un branco di esaltati ignoranti, manipolati a piacimento dalla massoneria angloamericana. I veri colpevoli sono gli Stati Uniti, che hanno preso accordi con l’intelligence italiana.
Più che intelligence, è corretto utilizzare la definizione di sistema criminale integrato (abbreviato SCI), poiché l’attentato vide il coinvolgimento delle imprese di Stato, del mondo della finanza, della politica e dell’economia (il famoso filone del Gruppo Ferruzzi). Anche la definizione di ”Servizi Segreti” non è corretta, poiché parliamo di una sezione maggioritaria che prese il nome di Falange Armata, e che agì di concerto con la criminalità organizzata e la massoneria ai danni dello Stato della Prima Repubblica, e per mero tornaconto corporativo/personale.

Insomma, un ”deep state” italiano?
Esatto.

Che ruolo ebbero Berlusconi e Andreotti?
Berlusconi poco c’entra in tutta questa faccenda, poiché il Cavaliere venne obbligato da Craxi a
”scendere in campo” per arrestare le rivendicazioni autonomiste della Falange. I politici della Prima Repubblica, in primis Andreotti, tentarono di mediare, di rimanere al potere, di impedire alla finanza statunitense ed alla CIA di imporre i propri uomini.
Inizialmente, dopo la caduta del muro di Berlino e l’inizio di Mani Pulite, i politici della Prima
Repubblica tentarono di eliminare l’apparato atlantico-mafioso, di smobilizzarlo, per ricostruirsi una verginità mai posseduta, ma quest’ultimo reagì. Andreotti si servì di Falcone, e Falcone ne era consapevole. Il sistema criminale integrato italiano era troppo grande, e non voleva farsi da parte, e contrattaccò imponendosi come potere decisionale, sentendosi tradito sia dalla propria classe politica che dall’intelligence statunitense (per le quali il Sistema criminale aveva trafficato). Vi sono anche ragioni storico-politiche internazionali che favorirono l’ascesa al potere non solo dell’intelligence italiana, ma di una sezione ben specifica che io chiamo Disservizio.
Il piano originario della massoneria, di cui faceva parte Cosa Nostra, prevedeva l’indipendenza del Sud Italia. Un piano del genere non poteva avvenire senza un consenso d’oltreoceano, essendo le basi NATO del nostro Meridione le più importanti del bacino Mediterraneo.
L’accordo tra Falange e massoneria statunitense (democratica e repubblicana) avrebbe previsto la divisione in due dell’Italia:
• Al Nord la finanza (massoneria democratica) avrebbe privatizzato le imprese e conquistato il
territorio sino a Roma.
• Al Sud l’apparato criminale (massoneria conservatrice), il Disservizio, avrebbe trasformato la
base dello Stivale nell’oasi della criminalità internazionale. Un piccola Svizzera, con paradisi
fiscali e assenza di qualsiasi codice punitivo antimafia.
Andreotti cercò di mettere insieme ciò che rimaneva della Prima Repubblica e di salvarne l’eredità (la politica dell’amante araba e dell’ipocrisia di Stato). Fu così che i vecchi dinosauri della Prima ora occuparono i ruoli ”strategici” nella gestione dei relativi mercati ”strategici”: Cossiga, D’Alema, De Gennaro, Violante, Scotti, ecc… . Ritroviamo detti personaggi alla guida delle mega aziende di Stato (Violante), nella vendita di armamenti e tecnologie ai paesi in via di sviluppo (D’Alema), e nella formazione universitaria del personale d’intelligence (Scotti).
Quelli che furono, e che per certi aspetti rimasero, alla guida del Paese, subito dopo Mani Pulite,
possiamo oggi definirli come i ”sopravvissuti”. Costoro, nonostante le passate differenze ideologiche, lavorarono armonicamente per garantire, nei limiti del possibile, l’interesse dei grandi marchi italiani e lo sviluppo della grande finanza di Stato, seppur in un marco chiaramente di matrice democratica, europeista ed atlantista.
Per ritornare al nostro discorso, il Divo Giulio tentò di resistere e di mitigare il trapasso verso un mundus novus; seppure Mani Pulite e Tangentopoli spazzarono via, senza alcuna pietà, DC e PSI. La politica della Prima Repubblica, nella sua componente fondamentale, dovette forzosamente scendere a compromesso con la Falange. Gli uomini di Andreotti, come il noto faccia da mostro, giocarono un ruolo prioritario nell’omicidio di Falcone e Borsellino, e non per chissà quale trama andreottiana, ma perché i due giudici eroi dovevano morire, proprio come Aldo Moro, per ordine d’oltreoceano.
I Servizi e gli USA avevano già deciso l’eliminazione di Falcone, e Andreotti dovette dar prova di
fiducia, crudeltà ed efficienza, così da spaventare e allo stesso tempo compiacere gli Stati Uniti. La bomba di Capaci manifestò la potenza che avrebbe potuto scatenare la Falange, la quale avrebbe potuto colpire, all’occorrenza, anche le basi NATO presenti in Sicilia e nel resto d’Italia.
Fu così che venne sancita la triangolazione tra Servizi Segreti italiani, la Seconda Repubblica e gli Stati Uniti d’America, suggellata con il sangue del giudice e della sua scorta.
Quello stato di deterrenza si mantiene ancor oggi. Più o meno.

Perché questo titolo? Cos’è il Disservizio di cui parli?
Dis-Servizio discreto fa riferimento a due concetti: il primo è quello di ”Servizio”. Il secondo è quello di ”segreto” (nel senso generico di segretezza).
Un Servizio è tale se agisce unicamente in funzione dello Stato. Poniamo un esempio.
Un uomo delle istituzioni, al pari di un pompiere, un carabiniere o un medico, attua, il più delle volte, con azioni violente per proteggere l’individuo e la collettività:
• In caso di incendio, un pompiere può e deve abbattere la porta di ingresso di una casa per
salvare il proprietario dalle fiamme e da morte certa.
• Un medico, nell’operare in condizioni di urgenza, deve lacerare le carni del paziente, strapparne gli indumenti, dunque danneggiare irreversibilmente la proprietà, l’estetica e l’integrità dei tessuti per evitarne il decesso.
• Un carabiniere, in caso di indiscutibile pericolosità, deve poter aprire il fuoco ed uccidere un
pericoloso delinquente.
Nessuno mai oserebbe denunciare un pompiere o un medico per avergli arrecato un ”danno”. A morte certa viene sempre preferito il male minore, sia esso una porta, una cicatrice o l’eliminazione di un pericoloso criminale.
La necessità muove l’azione di suddetti organismi dello Stato, e lo stesso vale per i Servizi. Non è la legalità, pertanto, il fondamento che giustifica l’operato dell’intelligence, ma la necessità che molto spesso, o quasi sempre, travalica i confini del legale, con omicidi, traffici e depistaggi di varia natura.
Qualora simili interventi vengano compiuti per il bene dell’Italia, si può parlare di Servizio vero e proprio, nel senso anche letterale di prestazione offerta nei riguardi del singolo e della collettività (appunto, servizio di pubblico interesse). Laddove le menzionate gesta danneggino la sovranità, l’autonomia e gli interessi dello Stato, non possiamo definire l’organismo in questione come un Servizio, ma l’opposto: un Disservizio. Un tumore, che divora dall’interno il Paese e le istituzioni al pari di un parassita.
Per quanto concerne il secondo punto, il concetto di segreto, dobbiamo dichiarare che un Servizio, in quanto tale, non può essere completamente ”segreto”. Se così fosse, sarebbe pericoloso, inservibile e alienato da ogni realtà. Un Servizio deve godere di canali di comunicazione con la politica, la società e il mondo esterno, poiché il suo compito principale è la raccolta informazioni, che consente l’intervento tempestivo delle autorità in caso di immediato pericolo.
Un certo grado di riservatezza è, quindi, necessario per la sicurezza dell’Istituzione e il benessere dei cittadini. In virtù di ciò, si giustificata l’apposizione del segreto di Stato.
Se non assolutamente occulto, un Servizio, per prestare un efficace ed efficiente ‘servizio’ alla
comunità, deve essere ”discreto”, in altre parole contenuto, moderato, conoscitore dei limiti, non invadente, presente e attivo nella prevenzione delle catastrofi.

E con rispetto a quanto accaduto in Italia?
Il Disservizio italiano, per dirla in breve, è il contrario del Servizio Segreto. E’ la parte militare del sistema criminale integrato, ed agisce non per la tutela dello Stato ma per la sua distruzione.
Arrivati a questo punto, dobbiamo introdurre il concetto di sistema criminale integrale di cui è parte il Disservizio, e che è composto da criminalità organizzata, massoneria ed intelligence. Detto così può sembrare strano, ma bisogna analizzare le tre componenti per capire di cosa si tratti.

Prego.
Nel libro inizio parlando del processo ‘Ndrangheta Stragista, nello specifico del primo grado di
giudizio, con alcuni brevi riferimenti ad altri processi ed inchieste. La storia della ‘Ndrangheta è esemplificativa di come un’organizzazione criminale organizzata raggiunga lo status di massoneria e poi, legalizzandosi, di potere decisionale. Per molti aspetti, la storia dell’Onorata Società è analoga a quella di Cosa Nostra statunitense che, da organizzazione malavitosa partita dalla Sicilia, arrivò negli Stati Uniti divenendo il fulcro della finanza criminale occidentale di Wall Street.

Cosa c’entra la criminalità organizzata calabrese con il Disservizio italiano?
Nella prima parte di questo libro parlerò del ruolo assunto dalla ‘Ndrangheta dopo gli anni della guerra allo Stato (guerra mossa dalla Falange contro la morente Prima Repubblica). Perdonerai la pretesa di verità delle mie affermazioni, ma vi sono circa 400 pagine per convincersi della validità delle argomentazioni a supporto delle mie tesi.
Dopo che Cosa Nostra agì per destabilizzare ciò che rimaneva della Prima Repubblica, la ‘Ndrangheta acquisì poco a poco il ruolo della Mano Nera. L’organizzazione calabrese venne iniziata nella massoneria democratica di stampo europeista e si trasformò in una mafia finanziaria legata alle grandi imprese di Stato quali Telecom, Finmeccanica ed Eni. La ‘Ndrangheta, in poche parole, seguendo una tendenza internazionale, si trasformò nel braccio armato dello Stato; di quello Stato oggi espressione dei granchi marchi privati, anima e corpo dei mercati strategici: petrolio, armi e telecomunicazioni.
Con la caduta del muro di Berlino, cambiò il paradigma della gestione della vita. La politica fu
sostituita dall’economia e con essa i principi condizionanti della società. Si inaugurò l’avvento di un mundus novus che avrebbe dovuto unire non solo la Germania, ma l’intera Europa sotto il comando di una finanza statunitense ed un esercito a stelle e strisce.

(…)

Ritorniamo al discorso ‘Ndrangheta e intelligence.
Nel secondo dopoguerra, Cosa Nostra gradualmente assunse funzioni di intelligence, trafficando uranio ed equipaggiamenti per conto dei Democristiani in Medio Oriente o nei paesi sotto embargo come l’Iran. Attualmente, la ‘Ndrangheta è una sezione autonoma, parte integrante del sistema criminale integrato italiano, che vede la partecipazione delle aziende di Stato e delle sezioni di intelligence ”formali”. Ritroviamo la ‘Ndrangheta nelle truffe Telecom, in Africa nelle miniere di uranio, diamanti e nei pozzi petroliferi dell’Eni, sino ad arrivare al finanziamento dei guerriglieri nel Continente nero per sottrarre risorse ad Inglesi e Francesi (i peggiori terroristi di sempre).
La notizia più sconcertante degli ultimi mesi ha riguardato il boss ”Brendo”, narcotrafficante bulgaro legato alla ‘Ndrangheta, condannato a 20 anni di carcere in Italia. Il criminale in questione ha ricevuto da Zelensky la cittadinanza ucraina, che gli ha garantito la mancata estradizione e la latitanza.

Spero di aver capito bene. La ‘Ndrangheta è una sezione dei nostri Servizi Segreti che agisce con funzioni di politica estera?
Assolutamente, sì. Oltre ad essere anche massoneria europeista e democratica (in buona parte), la ‘Ndrangheta condivide affiliazioni, addestramento e modus operandi delle associazioni Stay Behind. Le consorterie criminali da tempo si sono unite in un’unica entità, e ciò non è passato inosservato. Non si parla più da decenni di singole organizzazioni siciliane o calabresi, ma di una Cosa Nuova: un livello unicamente massonico.
Seppur formata da correnti alla volte in conflitto, la Cosa Nuova è viva e uno dei suoi capi dovrebbe essere Matteo Messina Denaro.

(…)

Il Disservizio è una realtà prettamente italiana?
Il Disservizio e il sistema criminale integrato esistono in tutti i maggiori paesi atlantici. In Italia, Stato e Sistema criminale sono due entità diverse, nei paesi del Nord Europea, invece, sono una cosa sola (notiamo una comprovata tendenza verso la reductio ad unum). Germania, Olanda e Belgio sono narcostati privi di definizioni antimafia, dove i loro servizi segreti si occupano, alla luce del sole, dei traffici internazionali di droga ed armi. A differenza di casa nostra, la loro classe politica evita direttamente di parlarne, la magistratura non procede a giudizio per mancanza di leggi, e i loro corpi di polizia ne sono consapevoli ma non si oppongono.
E’ possibile constatare le mie affermazione in vecchi giornali e articoli in lingua olandese e francese, ovviamente riportati a mo’ di fonte nelle pagine del libro, caduti nel dimenticatoio.
Molti credono che l’Italia sia un paese di fessi. Non lo dubito. Ma nulla da togliere alle popolazioni del Nord, rovinate da molti più anni e in modo irreversibile.
La loro popolazione non reagisce, poiché totalmente inebetita dalla televisione, da un’inesistente educazione e da costumi sociali volti all’utilizzo di droghe ed alcol. Mi spingo oltre: nemmeno conoscono cosa sia la mafia. La degenerazione raggiunta in termini di sviluppo dell’intelletto è
devastante. Malgrado studi e statistiche manipolate (prive di fondamento), basta dare una rapida lettura alle cronache di questi paesi per fasi un’idea della follia raggiunta. Succedono cose allucinanti, da ”favela” dell’America Latina.
Lo stesso copione si sta attuando anche qui in Italia, e sta funzionando alla grande.

Alcuni esempi concreti?
In Francia non esiste la definizione di mafia o di associazione per delinquere organizzato. Lì troviamo l’espressione ”banditismo”, che fa riferimento a sodalizi dis-organizzati accomunati esclusivamente dalla caratteristica di commettere una serie di reati in quanto tali. Per i francesi la mafia è tale solo in Italia, poiché in Francia i diversi gruppi criminali (stando alla loro opinione) sarebbero privi di coordinazione. Chi conosce un minimo le cronache d’oltralpe sa che tutto ciò non è vero, poiché la storia dei marsigliesi, della criminalità parigina e della Corsica lo dimostra.
La classe dirigente francese è riuscita ad eliminare dalla memoria e dalla coscienza dei cittadini le menzionate vicissitudini, con un lavoro di manipolazione del pensiero devastante.
Dal punto di vista istituzionale, la Francia scende quotidianamente a patti con la criminalità africana e marocchina. Non esistono corpi speciali antimafia e le relazioni documentali dei rispettivi corpi di intelligence sono riservati (le relazioni, invece, della nostra DIA sono pubbliche). Qualora qualche giornalista insorga, si nega prontamente l’evidenza, si accusa di complottismo, si cambia discorso, o si denuncia l’autore ribelle. Eppure, non mancano inchieste di corruzione che investono l’Eliseo ed i corpi di polizia.
In Germania le istituzioni denunciano e condannano per calunnia chi osa parlare di mafia, e si è arrivati, nientemeno, a negare la Strage di Duisburg, eseguita dalla ‘Ndrangheta nel 2007, definita a più riprese come una mera fantasia della stampa italiana. La Germania ha un patto con la ‘Ndrangheta, e poco a poco anche i giornalisti antimafia tedeschi hanno iniziato a capirlo.
Nel Regno Unito, in termini antimafia e di prevenzione degli illeciti, siamo ai limiti del ridicolo. Bambini di due anni aprono aziende che sono intestate a loro volta a persone che ancora non sono nate. ”Alì Babà”, ”Il ladro di galline”, ”truffatore” sono solo alcuni dei nominativi che ritroviamo nelle documentazioni ufficiali, necessarie per aprire un’impresa e riciclare denaro. Documentazioni che, badiamo bene, non vengono passate al vaglio dei controllori poiché fondate sulla ”buona fede”.
In Olanda e Belgio non ne parliamo. Meglio leggere direttamente quello che è riportato nei capitoli del mio libro, sennò non mi credete.

Ci sono prove di tutto ciò?
Assolutamente, sì. Vi sono autori che ne parlano da decenni, collaboratori di giustizia e una pletora di prove, documenti, testimonianze ed inchieste internazionali, che coinvolgono diversi Paesi e istituzioni. Il problema è un altro: se non esistono leggi e qualsiasi condotta viene permessa, come si può combattere il fenomeno mafioso?
In Belgio e Olanda non si contano gli scandali di corruzione concernenti le autorità di intelligence; e la parola mafia non viene mai citata. Quando si indaga su di un presunto associazionismo mafioso, arriva il fermo dagli uffici centrali con la giustificazione istituzionale di ”mancanza di interesse nazionale”. Te lo dicono pure in faccia che a loro la mafia non interessa. Anzi, le conviene. Poiché sono soldi che vengono investiti nelle loro banche e nelle loro economie.
Una piccola puntualizzazione. All’estero vengono preferiti gli immigrati agli autoctoni, poiché
facilmente manipolabili. E se si parla di organizzazioni criminali, ecco che si viene accusati di
razzismo.
Vi sono casi di minacce, censure e licenziamenti che hanno riguardato politici e giornalisti che hanno osato denunciare summenzionato degrado. Parliamo di esponenti politici di sesso femminile e di fede musulmana che sono stati accusati, in Olanda, di razzismo, e che sono state costrette a lasciare il Paese a causa di un accanimento delle istituzioni, che ha messo più volte a repentaglio la loro vita.
In Italia il modus operandi degli Stati del Nord si sta implementando inesorabilmente. Anche con la costituzione di una legione straniera di criminali provenienti prevalentemente dalla Nigeria.

E meno male che eravamo noi i mafiosi. In questo libro, comunque, sembra che tu prenda in
analisi solo la parte berlusconiana, per così dire, del sistema criminale integrato. Per quale
motivo?
La vera mafia oramai gravita attorno a ciò che si definisce erroneamente ”la sinistra”. Il Partito Democratico, Magistratura Democratica, ONG immigrazioniste, stampa e comunicazione de
benedettiana: sono loro il vero sistema criminale integrato proiezione degli Stati Uniti. Sono loro, o meglio i loro precedessori, che hanno ammazzato Falcone e Borsellino. Proiezione di questa corrente è Giorgio Napolitano, il nuovo referente del patto transatlantico tra Italia e Stati Uniti, uomo della CIA in Italia e primo massone comunista a volare negli USA con il visto presidenziale.
Non è un caso che, in materia di patto tra Stato e Mafia, Berlusconi e Napolitano siano alleati nella contro i giudici del processo sulla ”trattativa”; ed efferati nemici in politica nazionale.

Come te lo spieghi?
Ala conservatrice e ala progressista hanno pattato con i Disservizi italiani. Se uno dei due parla troppo e non sta ai patti, iniziano gli attentati. Il caso italiano andrebbe studiato bene, poiché permette di desumere delle leggi universali inerenti l’utilizzo di determinati mercati illeciti per l’avallo di operazioni parastatali. Berlusconi e la sua squadra sono partiti dal basso, per poi ascendere poco a poco competendo con un altro sistema criminale integrato, quello che direzionò gli omicidi di Falcone e Borsellino, e che possiamo ricollegare all’espressione democratica e sionista di Carlo De Bendetti, la tessera numero uno del Partito Democratico (la sigla ”democratico” ricorre sempre come definizione distintiva).
Il primo sistema criminale integrato in quanto tale, di natura finanziaria, è stato quello della mafia italoamericana. I mafiosi degli anni ’70 avevano raggiunto la perfezione: avevano legalizzato le loro strutture ed erano entrati nelle amministrazioni presidenziali passando per Wall Street. Le famiglie italoamericano agivano come veri e propri istituti di credito, ed avevano un potere lobbystico impressionante.
Cosa Nostra italiana, invece, raggiunse il livello finanziario grazie al mafioso e massone Stefano
Bontade, che venne ucciso da Totò Riina quando quest’ultimo decise di rubargli i contatti di cui
disponeva all’interno della massoneria. Un’informazione che pochi conoscono è che i vertici della ‘Ndrangheta appartenevano a Cosa Nostra, come quelli della Camorra, i particolare i casalesi, i cui massimi esponenti erano tutti membri di logge massoniche coperte.
Berlusconi fa la sua comparsa quando questo sistema misto di criminalità decide di prendere il potere, tradito sia dagli Stati Uniti che dai politici della Prima Repubblica.

Ci si attiva per l’indipendenza del Sud Italia, ma ecco che si arriva ad un accordo.
Piano originario della CIA era l’eliminazione del sistema criminale italiano, da sempre troppo
autonomo e imprevedibile, ma Cosa Nostra seppe giocare la carta della destabilizzazione delle basi NATO, che avevano il loro centro nevralgico in Sicilia, hot spot delle comunicazioni di tutto il
Mediterraneo. Alla Falange, pertanto, venne affidato lo status di curare l’intelligence, la futura
protezione dal terrorismo, nonché i mercati della droga e dell’immigrazione.
Berlusconi ebbe il compito di mediare tra la Falange Armata e la politica della Prima Repubblica, e ci riuscì, diventandone il referente. Ecco il famoso patto tra Stato e Mafia, meglio noto come ”accordo tra sistema criminale integrato, intelligence panmediterranea e statunitensi”.

(…)

Qual è la situazione attuale?
L’Italia è un narcostato e il Disservizio non sembra molto felice di muover guerra alla Russia.
Esistono legami tra il Disservizio e i mercati strategici russi (come per tutti del resto), ma, allo stesso modo, dalla guerra e dall’impoverimento del nostro Paese la super struttura criminale ha solo da guadagnarci, come dal contrabbando di armi che vengono inviate da Mario Draghi in Ucraina.
Concludendo, alcuni autori locali siciliani si sono attivati nel denunciare una presunta e remota
possibilità che gli abitanti/criminalità dell’Isola, a causa delle alte temperature e del cambio climatico, potrebbero perdere la testa, chiedere armi a Putin ed iniziare un conflitto per l’indipendenza della Sicilia.
Quanto enunciato può sembrare un sintomo inequivocabile di pazzia, ma ci sono articoli consultabili in internet che riportano esattamente ciò che vi sto raccontando. Dette ”pazzie” altro non sono, stando a scienza d’intelligence e antimafia, che un messaggio rivolto alle organizzazioni criminali; messaggio che le intima ad occuparsi solo ed esclusivamente di contrabbandare armi in un’unica direzione, pena nuove confessioni di collaboratori di giustizia, blitz ed arresti improvvisi. Personalmente, interpreto il tutto come un avvertimento diretto a Cosa Nostra più che a Cosa Nuova nella sua totalità, considerate le passate distensioni del Movimento 5 Stelle nei confronti di Matteo Messina Denaro e del sistema criminale integrato.

Pronostici per il futuro?
L’Italia è condannata ad essere un narcostato per colpa degli Stati Uniti, che hanno creato e finanziato dalla Seconda guerra mondiale ad oggi una contraddizione di per sé già esistente, per limitare la sovranità italiana e la realizzazione di una vera democrazia (i numerosi patti tra USA e mafia).
In questi ultimi anni, il governo 5 Stelle ha stipulato da qui al prossimo futuro l’acquisto di numerosi aerei spia statunitensi, dotati di programmi di spionaggio israeliani, che dovrebbero viaggiare ininterrottamente 24 ore al giorno per intercettare e decriptare informazioni di natura digitale al fine di prevenire eventuali minacce terroristiche. Allo stesso tempo, i 5 Stelle sono stati i primi ad aprire le porte al 5G cinese.
Ex esponenti dei mondi massonici conservatori li ritroviamo a scrivere articoli contro succitata totale acquisizione dei mercati di intelligence da parte degli israeliani, ma non per ciò che attiene il 5G, attaccato da altri schieramenti (un assurdo controsenso).
L’Italia sarebbe dovuta diventare il punto di equilibrio iperbolico delle relazioni internazionali in termini di spionaggio tra Oriente e Occidente, come dimostra il livello estremo di contraddizioni raggiunto tra strutture democratiche e conservatrici, amiche e nemiche, a seconda delle circostanze, di Russia e Cina.
Questo bilanciarsi venne meno con Mario Draghi, che impose di fatto l’esclusivo controllo degli
apparati italici in direzione della sezione democratica statunitense.
Non vedo futuro, a meno che non si decida di occupare le basi NATO. Ma credo che prima salteranno in aria il Colosseo e la Torre di Pisa. Vox populi sostiene che i missili nucleari israeliani siano puntati sui nostri patrimoni storici e artistici. Che speranza possiamo mai avere di essere liberi?
Solo con la conquista dell’Europa e del mondo da parte di Cina e Russia potremmo sperare nella costituzione di un governo sovrano e indipendente. O almeno, nel peggiore dei casi, in una condizione di dignitosa sottomissione.

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