Guerra batte pace 692 a 61

Roma, 25 Gennaio – L’Aula della Camera ha approvato il decreto legge che proroga per altri 6 mesi la partecipazione dell’Italia a missioni all’estero, tra cui quella in Afghanistan. I voti a favore sono stati 479, 19 quelli contrari. Un deputato si è astenuto. Solo l’IdV ha votato contro. Il testo ora passa al Senato.
Stanziati 754,3 mln di euro, di cui 61,95 mln serviranno alle operazioni di ricostruzione civile, mentre i restanti 692,346 mln di euro sono destinati a coprire le spese per le missioni militari.
(ANSA)

5 thoughts on “Guerra batte pace 692 a 61

  1. LA QUESTIONE è PIù COMPLESSA DI QUANTO POSSA SEMBRARE A PRIMA VISTA. Come ho già scritto altre volte, la presenza dell’Italia in Afghanistan ed altre zone limitrofe è determinata da una serie di esigenze nelle quali, ovviamente, la pace non c’entra per nulla. Queste esigenze sono date anche dalla necessità di essere fisicamente presenti dopo decenni di assenza. Le presenze, ovviamente, si pagano. In vite umane ed in quattrini. Ovvio anche che queste presenze danno luogo a diritti di vario genere. E non è detto che questi diritti, in un’ottica di complessità geopolitica, non possano costituire elementi di indipendenza del nostro paese nei confronti dei nostri, più o meno celati, padroni. In ogni caso, il pacifismo generico non ha mai pagato. Diverso invece l’atteggiamento di chi, conoscendo la vera entità del problema, in questo caso certamente NON il sottoscritto, si oppone caso per caso, producendo proposte alternative e credibili di spesa. GV.

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  2. non neghiamo “l’opportunità di essere fisicamente presenti” in Afghanistan ed altrove, ma piuttosto – ormai ci pare chiaro- ne contestiamo le modalità.
    che privilegiano il profilo militare (ne sono platealmente prova gli stanziamenti di bilancio) rispetto a quello civile, e consentono il secondo solo quando, tranne rare eccezioni come ad esempio Emergency, è sinergico col primo.
    a queste condizioni, “elementi di indipendenza del nostro paese nei confronti dei nostri, più o meno celati, padroni” ne vediamo pochi, pochissimi…

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  3. come sempre, il pèroblema non è l’indipendenza. Valore che la maggior parte degli italiani non sa nemmeno a cosa corrisponde. ( Su questo punto occorrerebbe avere idee più chiare…indipendenza da che e per chi.. nonché..quali prospettive in alternativa…infatti: un conto sono le basi USA in Italya ed un conto è una presenza italiana in località NON europee.) La differenza non è…sottile! Così come c’è una notevole differenza fra la presenza di NOSTRI militari in zone geopoliticamente strategiche e le pressioni costanti esercitate in Italya da esponenti di interessi CONFLIGGENTI con quelli italiani. Ci riferiamo ovviamente al tentativo di privatizzare prima ed acquistare a basso prezzo poi quel che resta delle proprietà pubbliche del popolo italiano.

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  4. i NOSTRI militari devono difendere i confini nazionali o, ancora meglio se un giorno nascerà un esercito EUROPEO, contribuire a difendere quelli continentali.
    le “zone geopoliticamente strategiche” possono essere presidiate mediante opportune presenze diplomatiche, economiche, di cooperazione internazionale etc..
    ovviamente un disegno di tal genere è proprio quello che gli atlantisti di casa nostra operano affinché non si realizzi

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  5. La Camera proroga la guerra

    Con il voto favorevole del Pd e contrario dell’Idv, la Camera dei Deputati ha approvato l’ennesimo rifinanziamento semestrale della missione italiana in Afghanistan, per una spesa di oltre 2 milioni al giorno.
    Di Enrico Piovesana
    http://it.peacereporter.net/articolo/26500/La+Camera+proroga+la+guerra

    Oggi pomeriggio alla Camera dei Deputati è stato ritualmente approvato – con il solo voto contrario dell’Italia dei Valori – l’ennesimo rifinanziamento semestrale della missione italiana di guerra in Afghanistan, per una spesa di oltre 410 milioni di euro fino al 30 giugno (pari a 2,26 milioni al giorno).

    Hanno votato a favore tutti i deputati presenti del Popolo delle Libertà, dell’Unione di Centro, di Futuro e Libertà, della Lega Nord e del Partito Democratico che, anche questa volta, si è limitato alle solite critiche formali sul ricorso del governo allo strumento del decreto-legge che, dice il Pd, impedisce un serio dibattito parlamentare sullo scopo e il senso della missione in Afghanistan. Non è chiaro su cosa vorrebbero dibattere gli esponenti dell’opposizione Pd, visto che, quando come in questo caso hanno la parola, ribadiscono regolarmente il loro sostegno alla missione militare afgana.

    “Noi del Pd condividiamo le scelte di fondo, compiute non da oggi e non solo da questo governo, che stanno dietro a questa decreto”, ha detto l’onorevole Mario Barbi. ”Di fronte all’evidente intensificazione degli scontri armati, ritorna la domanda sul senso della nostra presenza in Afghanistan, ma a questa domanda non si può rispondere con leggerezza: noi continuiamo a pensare che l’Italia debba mantenere rigorosamente gli impegni assunti con gli alleati in sede Nato e che non si debbano compiere scelte unilaterali. Un’Afghanistan stabilizzato e non fondamentalista è nell’interesse dell’Italia. I nostri militari in Afghanistan rendono servizio alla pace e al buon nome e all’immagine del nostro paese: l’Italia ne ha bisogno!”.

    La parola ‘guerra’ è stata citata in aula solo dall’Italia dei Valori, che – come aveva già fatto sei mesi fa – ha invece votato contro il rifinanziamento. ”E’ stata completamente smarrita la ‘mission’ originaria della nostra presenza: quella in Afghanistan è diventata a tutti gli effetti una missione di guerra gestita fuori dalla regia del nostro paese”, ha detto l’onorevole Augusto Di Stanislao. ”Dopo dieci anni di intervento internazionale la situazione nel paese è peggiorata sotto ogni punto di vista, a partire dalle condizioni di vita della popolazione per finire con l’aumento delle vittime civili del conflitto. Il quadro è allarmante. Anche per quanto riguarda la transizione della gestione della sicurezza dalla Nato alle forze afgane, che continuano a essere male addestrate e dedite a abusi, corruzione e tossicodipendenza”.

    Il decreto sul rifinanziamento della missione afgana passa ora all’esame del Senato per la scontata approvazione finale.

    PRECEDENTI VOTAZIONI ALLA CAMERA SULLA MISSIONE AFGANA

    21 LUGLIO 2010
    Contrari:
    21 deputati dell’Italia dei Valori (Francesco Barbato, Antonio Borghesi, Renato Cambursano, Gabriele Cimadoro, Antonio Di Pietro, Augusto Di Stanisalo, Massimo Donadi, Fabio Evangelisti, David Favia, Aniello Formisano, Ignazio Messina, Carlo Monai, Silvana Mura, Leoluca Orlando, Antonio Palagiano, Federico Palomba, Sergio Michele Piffari, Antonio Razzi, Ivan Rota, Domenico Scilipoti, Pierfelice Zazzera)
    2 deputati del gruppo misto (Giuseppe Giulietti e Americo Porfidia)
    1 deputato della Lega Nord (Matteo Brigandì)

    Astenuti:
    3 deputati del Partito Democratico (Luisa Bossa, Mario Cavallaro e Donatella Mattesini)
    6 deputati radicali del gruppo Pd (Marco Beltrandi, Rita Bernardini, Maria Antonietta Farina Coscioni, Matteo Mecacci, Maurizio Turco, Elisabetta Zamparutti,)
    2 deputati del gruppo misto (Maurizio Grassano e Roberto Rolando Nicco).

    9 FEBBRAIO 2010
    Contrari:
    1 deputata del Partito Democratico (Luisa Bossa) ha detto che non è riuscita a esprimere voto contrario.

    Astenuti:
    8 deputati radicali del gruppo Pd (Maruizio Turco, Marco Beltrandi, Rita Bernardini, Maria Antonietta Farina Coscioni, Matteo Mecacci e Elisabetta Zamparutti, più due deputati del gruppo misto, Giuseppe Giulietti e Roberto Nicco)
    3 deputati del Partito Democratico hanno dichiarato che avrebbero voluto astenersi (Enrico Gasbarra, Andrea Sarubbi e Alessandra Siragusa).

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