Siamo tutti vicentini

Appello dal Presidio Permanente Nodalmolin.

Il 5 ottobre, nella città di Vicenza, si svolgerà la consultazione popolare indetta dall’amministrazione per chiedere ai cittadini se vogliono che l’area del Dal Molin – all’interno della quale gli Stati Uniti vorrebbero costruire una nuova base militare – debba essere sottoposta a un processo di acquisizione dal parte del Comune.
Ma la vicenda Dal Molin non riguarda solo la città di Vicenza; a essere in gioco, infatti, è la realizzazione di una nuova base militare statunitense, ovvero di uno strumento utile alle future guerre; ma, anche, il diritto delle comunità locali – di tutte le comunità locali – di potersi esprimere sui progetti che riguardano il proprio territorio e che investono il proprio futuro.
E, del resto, che la vicenda non riguardi solo il capoluogo berico lo hanno dimostrato le grandi manifestazioni che, il 17 febbraio e il 15 dicembre 2007, hanno attraversato la nostra città; da ogni parte, in questi mesi, abbiamo ricevuto solidarietà e sostegno. Sulla realizzazione di una nuova base militare statunitense hanno diritto di esprimersi anche coloro che vivono in Val di Susa, a Chiaiano o in Sicilia*.
La consultazione popolare rappresenta, per noi vicentini, un momento importante della nostra mobilitazione; vogliamo dimostrare che tanti cittadini vogliono impedire la costruzione della nuova base statunitense. Ma siamo anche convinti che questo desiderio debba potersi esprimere in ogni angolo d’Italia.
Sulla nuova base militare al Dal Molin siamo tutti vicentini; chiediamo a tutti coloro che vogliono impedire la realizzazione dell’installazione militare di esprimersi, nel fine settimana del 4-5 ottobre, realizzando iniziative nei propri territori. Dimostriamo, ancora una volta, che la terra, l’acqua, l’aria, la pace sono tutti fatti nostri e che il futuro è nelle nostre mani.

*Tutti, vicentini e non, sono invitati ad esprimere la propria contrarietà alla nuova base USA votando SI: a tal fine cliccare qui.

(Grassetti nostri)

ULTERIORI APPROFONDIMENTI NELLA PAGINA DEI COMMENTI

21 thoughts on “Siamo tutti vicentini

  1. VICENZA, 1 OTT – Il Consiglio di Stato ha ‘bocciato’ il referendum sulla base Usa a Vicenza perche’ ”ha per oggetto un ‘auspicio’ del Comune di Vicenza al momento irrealizzabile”.
    Lo si legge nell’ordinanza, resa nota dal legale del Comitato favorevole alla base, avvocato Pierantonio Zanettin, nella quale il massimo organo della giustizia amministrativa spiega che ”irrealizzabile” e’ il progetto ”di acquisire un’area sulla cui sdemanializzazione si sono pronunciate in senso sfavorevole le autorita’ competenti”.
    (ANSA)

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  2. una nuova iniziativa di lotta, organizzata dal Presidio Permanente Nodalmolin, a seguito della sentenza del Consiglio di Stato emanata oggi:

    IL CONSIGLIO DI STATO BLOCCA IL REFERENDUM
    STASERA CORTEO E PRESIDIO NOTTURNO
    ORE 20.30 PIAZZA CASTELLO

    Il Consiglio di Stato ha bloccato la consultazione sul Dal Molin!
    Evidentemente il parere dei cittadini è pericoloso per chi ha promesso di cedere il Dal Molin agli Usa, cercando di rimediare poi al danno con inadeguate compensazioni.
    La decisione del Consiglio di Stato dimostra che in città c’è un’emergenza democratica. Ci troviamo di fronte a un vero e proprio atto di regime con il quale si cancella un diritto previsto dalla Costituzione che garantisce alla popolazione di esprimere liberamente la propria opinione.
    Ma Vicenza non ci sta a vedersi tappare la bocca ancora una volta, e noi cittadini reagiremo a questo vergognoso atto di prepotenza e dispotismo riunendoci stasera alle 20:30 in piazza Castello, per un corteo che si snoderà fino alle porte della Prefettura. Qui ci riuniremo in assemblea a gridare l’indignazione, a discutere sulle prossime iniziative ed a creare un presidio notturno per vegliare su una democrazia che tentenna. Una notte in compagnia di chi vuole difendere la possibilità di esprimerci.
    Perchè il futuro della nostra terra sta nelle nostre mani, non può essere deciso da una politica sorda al parere dei cittadini.

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  3. L’ennesimo scandalo della Repubblica delle Banane. Una classe dirigente assolutamente fuori dalla storia, tenacemente abbarbicata agli ultimi brandelli del potere americano, in rotta dlla’America del Sud al Caucaso, passando per l’Iraq. Sanno bene che se vanno giù i padroni verranno travolti anche loro. Ovviamente i loro media-zerbino non daranno troppo risalto alla cosa.

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  4. Come ho già scritto (forse qua, forse dalla Miru) a parte le proteste doverose ma inutili, temo che l’unica speranza sia che ai Signori & Padroni, avviati a bancarotta fraudolenta, gli si prosciughino gli schei e si ritrovino a fare le valigie in fretta e furia per arginare situazioni interne poco governabili…

    Poi, certo, avrò come spesso torto ma ultimamente (vedi la batosta Georgia) qualcuna l’ho indovinata 🙂

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  5. 02/10/2008 fonte: Il Giornale di Vicenza

    Ma il sindaco si ribella: «Voteremo lo stesso»
    L’ANNUNCIO IN PIAZZA. Davanti a 8 mila vicentini, la chiamata al referendum autogestito: si farà fuori dalle scuole
    di Antonio Trentin

    Venti minuti esatti di «non applaudite, lasciatemi ragionare», ma anche di parole ben piazzate e di silenzi messi al posto giusto per strappare abilmente proprio il battimani o per chiamare i fischi. Poi, quando la torre Bissara segna meno dieci alle undici, ecco il colpo di scena “in notturna”, dopo ore di tensione: Achille Variati – dal palchetto alzato alla bell’e meglio in piazza dei Signori per una manifestazione cresciuta sul tam-tam dei telefonini e delle e-mail – annuncia quello che il “popolo anti-base” aspettava. Domenica si voterà lo stesso, voglia o non voglia Roma.
    «Un sindaco di tutti – dice nel microfono con l’ultima voce di una giornata iniziata nella capitale con i “sindaci dell’Irpef” e dell’autonomia – non può vedere la sua città imbavagliata. Se non ci permettono di votare domenica dentro le nostre scuole, bene, allora voteremo davanti alle nostre scuole». E poi spiega: gazebi autogestiti al posto dei seggi, dalle 8 alle 21 come previsto, in 53 postazioni come 53 dovevano essere i punti di raccolta delle schede-voto, con tre scrutatori volontari in ogni banchetto per garantire la serietà e la correttezza anche nei confronti di chi tenterà sabotaggi. In pratica si ritorna al referendum autogestito ipotizzato un anno e mezzo fa, quando l’Amministrazione Hüllweck negava la possibilità di una consultazione ufficiale.
    È finito così il “mercoledì nero” di Variati e del No Dal Molin: con la sconfitta istituzionale davanti ai magistrati del Consiglio di Stato e con la vittoria sentimentale sotto la Basilica. Il sindaco si è guadagnato selve di applausi da un pubblico numeroso come non si vedeva da decenni in Piazza. Le dirigenze dei comitati, associazioni, partiti e gruppi vari sono rimaste ancora a lungo davanti alla loggia del Capitaniato per concertare l’attività dei tre giorni che restano prima del referendum svolto in proprio.
    «Quando una piazza si riempie – aveva detto all’inizio Variati – o è per una festa o è perché qualcosa non va. A Vicenza c’è qualcosa che non va». E poi giù con il riepilogo della vicenda-consultazione, con l’accusa che «a Roma qualcuno, qualcosa, ha tolto a tutti il diritto di parlare», con la lettura delle frasi-clou scritte dal Consiglio per cancellare il “via libera” dato dal Tar Veneto. Fino a quella clou, quella che dice che l’“auspicio” vicentino è irrealizzabile perché il venditore-governo non vuole cedere il Dal Molin al Comune. «Ma io non ho nessun atto ufficiale del Demanio militare o di altri organi dello Stato che metta nero su bianco questa situazione» aveva replicato il sindaco: un rilievo formale – di fronte alla sostanzialità dei “niet” annunciati dal premier Berlusconi e dal ministro La Russa – che però gli ha consentito di lanciare il sospetto sulla natura politica e non tecnica della decisione del Consiglio. «Per carità, la magistratura amministrativa è un organo indipendente… ma queste argomentazioni sono misere sul piano del diritto e miserabili sul piano della giustizia»: tanto da fargli intravvedere «un sospetto inquietante intorno al Consiglio di Stato».
    Il resto del discorso è stato a base di critiche «alla scena raccapricciante di chi in piazza Montecitorio ha gioito alla notizia della bocciatura», di punzecchiature a Galan presidente della Regione (altro che Il Veneto sono io, come titola il suo libro: «Non rappresenta né il cuore né gli interessi dei veneti») e alla Lega («ha professato per tanto tempo l’autonomia, speravo fosse qui con noi, invece ha giurato a Pontida e tradito a Vicenza»). Poi la definizione finale su ciò che sarà la domenica referendaria: «Questa non è una sfida allo Stato, questa è democrazia».

    http://www.nodalmolin.it/notizie/notizie_255.html

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  6. 02/10/2008 20.08 fonte: ANSA

    BASE VICENZA: VARIATI, CHI HA BLOCCATO NON È AMICO USA

    Per il sindaco di Vicenza Achille Variati «chi ha bloccato la consultazione non è amico degli americani». Il sindaco lo ha detto questa sera a Vicenza dopo aver annunciato la propria partecipazione alla manifestazione di protesta promossa dai comitati che si oppongono all’ampliamento della base Usa. «Gli americani – ha proseguito variati – ora si trovano loro malgrado nella situazione peggiore. Quella di voler costruire una nuova base in una città umiliata e imbavagliata. Una città a cui è stato negato il diritto non di decidere ma di poter esprimere il proprio parere. Questa consultazione, l’ho sempre detto, era l’unica strada per provare a sanare una situazione gravemente compromessa, incanalando in un’opzione democratica e di confronto civile le pesanti tensioni frutto di scelte non condivise e neppure spiegate con trasparenza alla popolazione. Chi spiegherà agli americani che ora la base dovrà essere imposta ad una comunità di cui non si sono volute ascoltare le ragioni?».

    http://www.nodalmolin.it/agenzie/agenzia_321.html

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  7. 03/10/2008 fonte: Presidio Permanente

    C’è bisogno del tuo aiuto! Fai il volontario per la consultazione.
    La consultazione popolare sarà organizzata grazie al contributo di centinaia di volontari che renderanno possibile l’apertura dei seggi, spiegheranno ai cittadini come votare, accompagneranno le persone disabili ai seggi, elaboreranno i dati, eccetera.
    Vuoi dare la disponibilità per contribuire alla realizzazione di questo grande momento di democrazia?
    Scrivi a 5ottobre@nodalmolin.it o telefona al numero 347 3233250

    http://www.nodalmolin.it/notizie/notizie_259.html

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  8. 03/10/2008 fonte: AdnKronos

    VICENZA: VARIATI, LA CITTÀ DOMENICA DARÀ UN CONSIGLIO ALLO STATO

    «Il Consiglio di Stato ha dato un ordine a Vicenza. Vicenza domenica darà un consiglio allo Stato». La frase è del sindaco Achille Variati che così ha commentato l’ordinanza emessa ieri dal Consiglio di Stato che sospende la consultazione popolare sul Dal Molin.
    «Il Comune, rispettando l’ordine del Consiglio di Stato – ha dichiarato Variati -, sta provvedendo a sospendere formalmente la consultazione attraverso la revoca delle ordinanze già emesse. Verranno inoltre coperti i manifesti del Comune, sospesi gli spot televisivi e archiviati i duplicati dei questionari già stampati. So però che c’è l’intenzione di mettere dei gazebo davanti alle scuole per raccogliere comunque l’opinione dei cittadini. Mi sembra una cosa buona, giusta e saggia, un atto di democrazia. Si tratta pur sempre di un sondaggio che tasta il polso alla città che così può dire come la pensa. Il risultato non avrà alcun peso dal punto di vista istituzionale, ma da quello politico sì».
    «L’ordinanza del Consiglio di Stato blocca la consultazione – ha ribadito il sindaco -, ma non blocca la città e lo si è visto ieri sera, quando in piazza dei Signori si sono spontaneamente radunate migliaia di persone». «Le ordinanze vanno rispettate – ha aggiunto – ma possono anche essere commentate: ieri le cose a Roma si sono svolte con una tale rapidità che sembrava fosse già tutto scritto. A me sembra che quella sulla consultazione sia un’ordinanza sorretta più da motivazioni di carattere politico che giuridico».
    In merito poi alle modalità con cui domenica verrà comunque raccolta l’opinione dei cittadini da parte di comitati che si stanno organizzando in tal senso, il sindaco ha precisato che il Comune accoglierà le richieste di installazione dei gazebo secondo le norme e le tariffe previste dai regolamenti. Il sindaco Variati ha infine voluto rivolgere un ringraziamento agli americani: «Finora, malgrado le pressioni, hanno sempre agito rispettando la città». «Da oggi – ha concluso il sindaco – costruire la base con una città imbavagliata sarà ancora più difficile». Questa mattina il sindaco Achille Variati ha ricevuto una delegazione composta da una decina di operatori della salute che gli hanno consegnato una raccolta di firme di centinaia di colleghi che hanno sottoscritto un appello contro la costruzione della nuova base americana al Dal Molin. Quasi 600 le firme di altrettanti tra medici, infermieri, psicoterapeuti e psicologi che nel sottolineare il loro impegno professionale e deontologico a favore della vita, hanno manifestato preoccupazione per il pericolo.

    http://www.nodalmolin.it/agenzie/agenzia_326.html

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  9. 28/09/2008 fonte: Presidio Permanente

    5 OTTOBRE: COME SI VOTA

    Ecco le informazioni essenziali per partecipare alla consultazione popolare del prossimo 5 ottobre

    Vicenza decide: domenica 5 ottobre vota Sì per dire No alla nuova base militare Usa.

    Vicenza decide comunque, nonostante l’ordinanza del Consiglio di Stato, la consultazione si svolgerà dalle ore 8 alle 21, in appositi centri di raccolta situati davanti ai seggi elettorali abituali.
    Potranno esprimere il proprio voto tutti i residenti del comune di Vicenza che compiono 18 anni entro la data del 5 ottobre compreso.
    Per votare sarà sufficiente un documento di identità [non è necessaria la tessera elettorale] e la scheda di voto ricevuta a casa dall’amministrazione comunale. Chi non avesse ricevuto la scheda, o l’avesse perduta, potrà ottenerne una copia chiedendola nel centro di raccolta presso il quale si reca a votare. Il cittadino votante dovrà anche rilasciare un’autocertificazione in cui dichiara che non ha votato, né voterà successivamente in altri seggi.
    In piazza Castello sarà allestito un centro informativo e di raccolta dati, presso il quale i cittadini potranno recarsi durante lo svolgimento della consultazione.
    Lo spoglio delle schede inizierà dopo le ore 21 e tutti i cittadini residenti nel comune di Vicenza potranno assistervi.
    A garanzia del corretto svolgimento della consultazione è stato nominato un «comitato dei garanti», con il compito di sovrintendere ai diversi momenti della consultazione e allo spoglio delle schede, cui spetta anche l’ultima verifica sui voti.

    Questo il testo del quesito:
    «È lei favorevole alla adozione da parte del Consiglio comunale di Vicenza, nella sua funzione di organo di indirizzo politico amministrativo, di una deliberazione per l’avvio del procedimento di acquisizione al patrimonio comunale, previa sdemanializzazione, dell’area aeroportuale Dal Molin – ove è prevista la realizzazione di una base militare statunitense – da destinare ad usi di interesse collettivo salvaguardando l’integrità ambientale del sito?»

    http://www.nodalmolin.it/notizie/notizie_248.html

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  10. SEGGI SIMBOLICI IN TANTE CITTA’

    Da Marghera a Cagliari; da Chiaiano a Venaus. Domenica 5 ottobre i seggi per la consultazione sulla nuova base statunitense a Vicenza saranno aperti, simbolicamente, in tante città d’Italia. Dopo l’atto di dispotismo del Consiglio di Stato, dunque, si attiva la grande rete di solidarietà verso la comunità vicentina.

    Un modo, questo, per esprimere sostegno a Vicenza dopo la scandalosa decisione del Consiglio di Stato; ma anche per dire ancora una volta che la vicenda Dal Molin non è una questione soltanto locale, ma coinvolge cittadini di ogni parte del Paese che vogliono opporsi alla guerra e ai suoi strumenti e difendere i beni comuni.

    Presidio Permanente, Vicenza, 3 ottobre 2008

    http://www.nodalmolin.it/comunicati/comunicati_223.html

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  11. A seguire un comunicato de “La Rete dei Comunisti”, utile a comprendere il quadro entro il quale si inserisce la vicenda della nuova base USA a Vicenza e le prospettive future della mobilitazione contro la NATO:

    Da Vicenza un allarme e un’opportunità
    Rilanciare la mobilitazione contro le basi militari e la NATO è possibile

    E’ gravissimo l’impedimento da parte del Consiglio di Stato di tenere il referendum sulla nuova base USA a Vicenza. Ma è anche un atto paradigmatico per la mobilitazione tesa allo smantellamento delle basi militari USA/NATO e per la democrazia nel nostro paese.

    1. Dal punto di vista “legale”, il Consiglio di Stato ha confermato una situazione politicamente e moralmente inaccettabile ma ineccepibile dal punto di vista della legislazione esistente in Italia.
    In Italia, dal dopoguerra a oggi agisce un intero apparato legale, costituzionale e consuetudinario, che vieta che la popolazione possa esprimersi democraticamente in materia di Trattati internazionali e sulle loro conseguenze nel nostro territorio, ad esempio l’installazione di nuove basi militari straniere o la loro estensione.
    Tutte le realtà sociali, i movimenti e le forze politiche impegnate contro la guerra, si trovano di fronte a due questioni decisive:
    a) il vulnus democratico rappresentato dall’apparato legale e istituzionale che rende i trattati internazionali e militari “insindacabili” dal punto di vista giuridico e democratico;
    b) la questione “politica” della subalternità dell’Italia alla NATO e agli USA con tutto il peso di militarizzazione del territorio e di rischi di coinvolgimento nelle guerre che ciò comporta.

    2. Sulla prima questione è doveroso segnalare l’importanza e la pertinenza della “Legge di Iniziativa Popolare sui Trattati, le basi e le servitù militari “che è stata consegnata in Parlamento a Luglio avendo raccolto le 60.000 firme necessarie. La legge in questione – approntata da alcune reti antimilitariste come Disarmiamoli, Semprecontrolaguerra, ed altre – chiede in sostanza che queste materie non siano più secretate e consentire così che Parlamento e comunità locali possano intervenire e dire la loro. Questa legge, mette i piedi nel piatto proprio sui meccanismi perversi che hanno consentito di impedire il referendum popolare a Vicenza. I movimenti no war e le realtà locali hanno uno strumento concreto in più per tenere aperta una battaglia di democrazia contro un governo autoritario e i suoi apparati legali.

    3. La seconda questione attiene all’analisi della realtà internazionale e alle sue ricadute nel nostro paese. C’è ancora qualcuno che oggi vede la questione dell’uscita dalla NATO come un obiettivo politico obosoleto? Gli eventi di questa estate in Georgia ce ne hanno rivelato piuttosto tutta la sua attualità, gravità e le contraddizioni. La NATO appare spesso come un dogma inamovibile e a fortissimo consenso bipartizan nel nostro paese. A sinistra pochi o nessuno se la sentono di riaprire la questione dell’adesione (e della subalternità) dell’Italia alla NATO. Alcuni per snobismo altri per una sorta di pavida rassegnazione. Eppure le sue contraddizioni interne e le crepe che si delineano al suo interno sono reali. Gli effetti della crisi finanziaria negli USA rivelano le divergenze strategiche crescenti con le altre potenze europee. Tali divergenze sono emerse chiaramente anche dentro la NATO nei vertici di Riga e di Bucarest e nella gestione della crisi nel Caucaso. Non è errato affermare che oggi la NATO è in crisi così come gli istituti della concertazione internazionale tra le potenze capitalistiche (FMI, WTO, BM) che hanno agito sotto l’’egemonia USA dal dopoguerra a oggi.

    4. Rilanciando la mobilitazione affinchè le basi USA e NATO se ne vadano dai nostri territori contribuiamo, oltre a proteggere il nostro ambiente e la nostra immediata sicurezza dai pericoli delle armi di distruzione di massa lì stoccate, ci battiamo anche contro una concezione di dominio militare, politico, sociale e culturale . Questo resta il grande valore della battaglia a Vicenza ma anche nel resto del territorio Sta a noi sconvolgere le retrovie della loro “guerra infinita”.

    5. Il recente Forum Sociale Europeo di Malmoe ha deciso di convocare ad aprile 2009 – in occasione dei sessanta anni della nascita della NATO – una giornata internazionale di manifestazioni contro la NATO, le basi e i trattati militari. E’ una occasione e una scadenza eccellente per riaprire – e con forza – la questione anche nel nostro paese.

    http://www.contropiano.org/Documenti/2008/Ottobre08/02-10-08VicenzaAllarmeOpportunita.htm

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  12. GALAN, IL CAPO DEI COLLABORAZIONISTI

    04/10/2008 fonte: ANSA

    Per il presidente della regione del Veneto Giancarlo Galan, il sindaco di Vicenza Achille Variati non si è recato ad Assisi «per sprecare tempo e denaro accanto ai No Dal Molin». «Un tempo – rileva Galan – si chiamavano cattocomunisti, adesso nel caso del sindaco Variati Svarioni, possiamo chiamarli assenteisti. Il sindaco della città dove sorge il Santurario della Madonna di Monte Berico non era presente oggi ad Assisi assieme ai sindaci del Veneto, assieme ai responsabili della Regione del Veneto, assieme ai vescovi del Veneto, assieme al Patriarca di Venezia in occasione delle celebrazioni per la donazione dell’olio offerto dal Veneto alla lampada di San Francesco. Il sindaco di Vicenza, dunque, assente ingiustificato. Bravo Variati Svarioni, avanti così con i tuoi costosi e grotteschi referendum dietro ai quali nascondi una tua discutibilissima idea della democrazia». «Hai – conclude Galan – due volte torto, caro Variati Svarioni; primo per non essere venuto ad Assisi; secondo per la tua dispendiosa e perdente arroganza con cui isoli Vicenza dal resto del Veneto e dell’Italia».

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  13. BASE USA, VICENZA OGGI DECIDE

    A Vicenza quest’oggi si vota, dalle 8.00 alle 21.00, per decidere il futuro dell’aeroporto Dal Molin. Dopo due anni di mobilitazioni, finalmente i cittadini avranno la possibilità di esprimere la propria opinione in merito al progetto statunitense di realizzazione di una nuova base militare. Dopo la sentenza del Consiglio di Stato, che ha annullato la consultazione ufficiale organizzata dall’Amministrazione comunale, il voto è anche un modo per difendere la democrazia calpestata da quanti vogliono imporre alla città la struttura militare.

    Sono centinaia i volontari che si sono offerti per garantire l’apertura dei 53 seggi; questa mattina all’alba sono stati montati i gazebo davanti ai cancelli delle strutture che abitualmente ospinano le sezioni elettorali. Sarà un referendum vero, con tanto di liste elettorali, presidenti di seggio e scrutatori. Per votare è necessario recarsi al proprio seggio ed esibire un documento d’identità valido; lo scrutinio avverrà dopo la chiusura dei seggi. In Piazza Castello, nel centro di Vicenza, è stato allestito un Media Center dove i cittadini e i giornalisti potranno ricevere informazioni e aggiornamenti in tempo reale sull’andamento del voto.

    Il comitato organizzatore, che raggruppa tutte le realtà che si oppongono alla nuova base militare statunitense, ha invitato tutti i cittadini, sia favorevoli sia contrari al progetto, a partecipare alla consultazione. Dopo l’atto di dispotismo del Consiglio di Stato, infatti, a Vicenza è in gioco non soltanto la destinazione di una grande area verde della città, ma anche la democrazia e il diritto dei cittadini a partecipare.

    Quest’oggi Vicenza si toglie il bavaglio del Consiglio di Stato e decide.

    Presidio Permanente, Vicenza, 5 ottobre 2008

    http://www.nodalmolin.it/comunicati/comunicati_225.html

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  14. 05/10/2008 23.17 fonte: ANSA

    BASE VICENZA: CONSULTAZIONE AUTOGESTITA, HA VOTATO IL 28,5%

    Sono stati 24.094 i cittadini che a Vicenza si sono recati ai gazebo per partecipare alla consultazione autogestita sull’allargamento della base Usa all’aeroporto Dal Molin. Si tratta, in termini percentuali, del 28,5% degli aventi diritto al voto che erano 84.349. Lo spoglio – secondo gli organizzatori dei comitati contro la realizzazione della nuova base americana – ha fatto emergere che il 95% dei votanti si è detto favorevole affinchè l’area dell’aeroporto venga utilizzata dalla città e non sia trasformata in base militare.

    Ed ora la parola passa al TAR Veneto, la cui sentenza di merito sul ricorso presentato dal Codacons la scorsa primavera (per dettagli: https://byebyeunclesam.wordpress.com/2008/06/21/pentiti-incazzati-e-speranzosi-a-vicenza/) è attesa per mercoledì 8 p.v.

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  15. 07/10/2008 fonte: Presidio Permanente

    FACCIAMO DUE CONTI

    Il giorno dopo la consultazione popolare sul Dal Molin è una babele di commenti; sono tanti o son pochi 24 mila cittadini che votano per dire che futuro vogliono per l’aerea verde a nord della città? Intorno a questa domanda, spesso in modo strumentale e in alcuni casi con argomentazioni ridicole, si è concentrato il dibattito di coloro che si ergono a commentatori.

    Il commissario Costa, che evidentemente, oltre che di basi militari, treni ad alta velocità, paratie marine mobili, se ne intende anche di sociologia, ha tratto dalla consultazione popolare – che lui stesso ha definito poche settimane fa antidemocratica – le conclusioni più stupefacenti: «il 72% dei vicentini – ha dichiarato il portaborse veneziano – non si oppone alla costruzione della nuova base militare». Che il commissario Costa abbia passato la domenica in incognito tra le strade di Vicenza chiedendo ad ogni cittadino che non si è presentato ai seggi se si oppone al progetto statunitense sembra difficile. È più probabile che l’uomo dei mille incarichi abbia goduto della splendida giornata di sole per concedersi un po’ di relax. Beato lui che può, verrebbe da dire; ma, tornando a questo 72%, la questione è piuttosto semplice: c’è tanta – troppa – gente abituata a prendere la parola anche a nome di altri. E Costa è uno di questi, tanto che si sente legittimato, come annota il Sindaco Variati, «a parlare a nome di chi non si è espresso». Poco importa se tra i non votanti ci sono sicuramente i favorevoli alla nuova base statunitense – Roberto Cattaneo e Enrico Hüllweck non hanno mica votato –, ma anche coloro che sono indifferenti e soprattutto coloro che non hanno oggettivamente potuto esprimersi per cause di forza maggiore – per esempio i degenti dell’ospedale i quali, grazie al Consiglio di Stato che ha annullato la consultazione ufficiale, non hanno potuto ricevere la visita di una commissione di seggio –, per mancanza d’informazione o per qualunque altro motivo. È singolare la democrazia proposta dal commissario governativo, fondata non sulla realizzazione delle istanze dei cittadini, bensì sull’interpretazione dell’opinione dei silenti. Verrebbe da dire, allora, che “chi tace acconsente” e, alla luce del quesito referendario, che i favorevoli alla nuova base statunitense sono appena 906 in tutta la città.

    Ventiquattromila persone, è evidente, non sono la maggioranza dei cittadini di Vicenza; ma sono un dato statisticamente ufficiale. Un campione all’interno del quale è possibile verificare, numeri alla mano, quanti hanno espresso parere favorevole e quanti parere negativo; e, nel caso concreto, a Vicenza è successo che il 95,66% dei votanti ha espresso parere favorevole, chiedendo alla Giunta comunale di acquisire l’area del Dal Molin. E, del resto, non risulta che il Presidente statunitense – le coincidenze – si sia mai chiesto se il 60-70% dei cittadini che non partecipano alle elezioni presidenziali lo sostengono o lo disapprovano nelle sue politiche. Questo, piaccia o no, è il meccanismo che sta alla base della democrazia fondata sul voto: chi partecipa conta uno, chi non partecipa conta zero. Potremmo discutere a lungo sulla democraticità di questo meccanismo, ma non possiamo mettere in dubbio il principio che sta alla base di questa formula: chi partecipa decide. E Vicenza ha deciso.

    Del resto, il movimento vicentino ha sempre sostenuto che la vocazione maggioritaria contro la base militare è evidente nelle dinamiche pubbliche, nella manifestazioni di piazza, nelle relazioni sociali. E, a confermare questa evidenza, c’è anche l’altra faccia della medaglia, rappresentata dai favorevoli alla base i quali, per autorappresentarsi, sono costretti a parlare di “maggioranza silenziosa” per contrastare mediaticamente quella maggioranza reale che si esprime nella quotidianità. Da tante cariche istituzionali e da molti partiti questa democrazia, fatta di partecipazione diretta e presenza fisica, è stata definita “antipolitica”, perché slegata dalla delega e dai vincoli che essa impone all’espressione della cittadinanza. Ieri quella che loro hanno definito “antipolitica” ha attraversato per un giorno le forme “accettate” dell’espressione politica; ed è stato un fiume in piena, perché la partecipazione quotidiana di migliaia di cittadini si è riversata nelle 32 urne elettorali mettendo nero su bianco non tanto un sì o un no, quanto la determinazione civica di essere protagonisti attivi del proprio domani.

    Ventiquattro mila, allora, sono tanti; perché queste donne e questi uomini non hanno semplicemente partecipato a quello che ormai, nella società contemporanea, è il rituale del voto; non hanno, per dirla in altre parole, espresso una delega perché qualcun altro risolva questa questione. Hanno, in un certo senso, espresso una sentenza che, per essere smentita, avrebbe bisogno di un’altra sentenza: bene ha fatto, allora, il Sindaco a invitare i partiti favorevoli alla base statunitensi a organizzare essi stessi una consultazione analoga a quella di ieri per verificare la consistenza numerica reale dei favorevoli al progetto statunitense.

    Restare silenti è un diritto, naturalmente; ma questo diritto non può sopraffare la voce di chi, viceversa, vuole esprimersi. Non può farlo perché il silenzio non è interpretabile e chi tenta di strumentalizzarne il significato fa un misero gioco politico che non ha gambe perché, alle spalle, non ha persone. In occasione della consultazione popolare di Vicenza, dunque, la cittadinanza si è espressa in questo modo: 23.050 cittadini favorevoli all’acquisizione dell’area del Dal Molin da parte dell’Amministrazione comunale; 906 contrari. Gli altri silenziosi, perché disinteressati, non informati, impossibilitati a esprimersi, o per qualunque altra ragione che riguarda soltanto loro.

    http://www.nodalmolin.it/notizie/notizie_263.html

    (grassetti nostri)

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  16. 08/10/2008 20.50 fonte: ANSA

    BASE VICENZA: CONCLUSA UDIENZA MERITO TAR, DOMANI SENTENZA

    Si è conclusa poco fa al Tar del Veneto, senza ancora una decisione da parte dei giudici, l’udienza di merito sul ricorso di Codacons e Comune di Vicenza circa la legittimità dell’iter procedurale per la nuova base Usa. Il Consiglio di Stato aveva già bocciato il 27 agosto scorso la richiesta di revoca dell’ordinanza con cui lo stesso organo supremo amministrativo aveva dato ragione al Governo e quindi il via libera alla Ederle 2.
    Oggi, davanti al Tar, si sono confrontati nuovamente gli avvocati di Codacons e Comune e quelli dell’Avvocatura di Stato. I primi hanno contestato il fatto che per la nuova Base si possa parlare di opera di difesa nazionale, sottraendola così alla valutazione d’impatto ambientale. I secondi avrebbero invece sostenuto che la Ederle 2 si configura come opera di difesa nazionale, e che la sua realizzazione è una decisione politica, presa in base ad accordi internazionali, che la sottrarrebbero così al giudizio amministrativo.
    Quanto ai rischi ambientali per la falda idrica – due tesi opposte quelle sostenute dai periti del Comune e del commissarrio governativo Paolo Costa – il Tar non ha disposto alcuna altra perizia, ritenendo di avere elementi sufficienti per decidere.
    La sentenza del Tribunale amministrativo potrebbe arrivare nella giornata di domani.

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  17. 10/10/2008 fonte: Presidio Permanente

    IN ATTESA DEL TAR

    Avrebbe dovuto esprimersi quest’oggi il Tar del Veneto; una sentenza sul ricorso presentato più di un anno fa dal Codacons, Coordinamento Comitati e altri soggetti che lo scorso giugno aveva ottenuto la sospensiva – poi annullata dal Consiglio di Stato – dei lavori e l’inibizione dell’area in attesa del giudizio definitivo.

    Invece bisognerà aspettare ancora alcuni giorni, perché il Tar si è riunito in Camera di Consiglio e si è riservato di dare una risposta. Nonostante questo Roberto Cattaneo – esponente di Forza Italia favorevole alla base – e Gianfranco Galan non hanno mancato di cantare vittoria. Motivo? Il Tar ha respinto, sempre quest’oggi, la richiesta di sospensiva di un altro ricorso, presentato più recentemente da Legambiente e altri soggetti, perché non esiste ancora un progetto definitivo della nuova base statunitense e, di conseguenza, è impossibile entrare nel merito.

    Facciamo un po’ d’ordine. Il primo ricorso è stato presentato da Codacons sulle procedure che hanno portato all’autorizzazione del nuovo insediamento militare. Lo scorso giugno il Tar, in attesa di acquisire altra documentazione, aveva emanato una sospensiva inibendo l’area del Dal Molin a chiunque volesse iniziare lavori propedeutici alla nuova base Usa. In estate – il 29 luglio – il Consiglio di Stato aveva annullato la sospensiva dichiarando successivamente – in agosto – che il giudizio dato dal massimo organo della magistratura non impedisce al Tar di esprimere un giudizio definitivo; giudizio che, per l’appunto, deve essere espresso in questi giorni.

    Più recentemente un altro ricorso è stato presentato da Legambiente che contesta l’impatto ambientale della nuova installazione militare. In questi giorni i ricorrenti hanno chiesto anch’essi una sospensiva, in attesa che il Tar acquisisca la documentazione utile per giudicare la situazione; ma il Tribunale Amministrativo del Veneto ha respinto questa richiesta in quanto non esiste, ad oggi, un progetto definitivo su cui i giudici possano esprimersi. Non una sentenza di merito, dunque, ma il rinvio a un momento successivo, quando la documentazione utile sarà resa disponibile dai progettisti.

    Cattaneo e Galan, dunque, se la ridono troppo presto; e, soprattutto, dimenticano che, indipendentemente dai giudizi dei Tribunali amministrativi e del filogovernativo Consiglio di Stato – che fino a oggi ha esaudito tutti i desideri del Ministro La Russa – Vicenza domenica scorsa si è espressa e decine di migliaia di persone hanno dichiarato, nelle urne della consultazione popolare, di opporsi al progetto a stelle e strisce. Poco male: vorrà dire che un giorno ci troveremo a ricordare ai due paladini dell’esercito statunitense che “ride bene chi ride ultimo”.

    http://www.nodalmolin.it/notizie/notizie_264.html

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  18. scusate una domanda molto semplice chi paga per la realizzazione di questo ennesimo “castrum pretrorianum”? mica noi? …. ditemi di no con i tempi che corrono nu c’ho piu’ un euro …….pusate’ ‘e sord’ mariuoli
    veltroni ,testa d’asfalto ,morfeo napulitano,bossi ,fini(il mentecatto) …pusate ‘e sord mariuoli …

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  19. 15/10/2008 18.44 fonte: ANSA

    BASE VICENZA: COMITATO ‘NO DAL MOLIN’ CRITICA ESERCITAZIONE

    Il comitato «No Dal Molin» di Vicenza prende le distanze dall’esercitazione ‘anti terrorismò svoltasi oggi all’interno della base statunitense Ederle di Vicenza. «Se gli statunitensi si esercitano a quest’eventualità – spiega in una nota il Presidio Permanente – è evidente che il rischio di un disastroso episodio terroristico che coinvolgerebbe la città di Vicenza non è poi così remoto, anzi preventivabile. Ci sorprende, inoltre, che la cittadinanza non abbia saputo nulla dell’esercitazione, nè che gli abitanti limitrofi all’istallazione militare siano stati coinvolti». «Gli statunitensi si preoccupano della sicurezza dei propri soldati – continua la nota dei No Dal Molin – ma non di quella delle decine di migliaia di abitanti che sono costretti a vivere in aree limitrofe al perimetro militare. Del resto non c’era da aspettarsi tale sensibilità da chi chiede di costruire una nuova base militare tra le case di Vicenza, a 1500 metri dal centro storico. Negli Stati Uniti le installazioni militari – conclude la nota – devono essere realizzate a decine di chilometri di distanza dai centri abitati. Una precauzione che, evidentemente, in Italia non vale».

    http://www.nodalmolin.it/agenzie/agenzia_364.html

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