Revolution.com di Manon Loizeau

Tunisia, Egitto, Albania…
Può tornare utile riguardare il documentario di Manon Loizeau, dedicato alle cosiddette “rivoluzioni colorate” patrocinate dagli Stati Uniti d’America nei Paesi nati a seguito della dissoluzione dell’Unione Sovietica.
Il documentario è stato trasmesso durante la puntata di Report andata in onda il 3 Giugno 2007.
La trascrizione integrale è qui.

[Si veda anche il John Laughland di La tecnica del “colpo di stato colorato”]

11 thoughts on “Revolution.com di Manon Loizeau

  1. sugli avvenimenti in Tunisia, segnaliamo l’articolo di Thierry Meyssan “Washington affronta l’ira del popolo tunisino”
    http://www.eurasia-rivista.org/7879/washington-affronta-lira-del-popolo-tunisino.
    Secondo l’autore, mentre i media occidentali celebrano la “Jasmine Revolution”, esiste un piano statunitense per cercare di fermare l’ira del popolo tunisino e mantenere questa discreta retroguardia della CIA e della NATO. Il fenomeno insurrezionale non sarebbe finito e la vera rivoluzione, tanto temuta dagli occidentali, potrebbe presto cominciare.

    In Egitto assistiamo all’arrivo di Mohamed ElBaradei, importante riformista egiziano che vive a Vienna, vincitore del premio Nobel per la Pace ed ex capo dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, che si propone all’opposizione come leader di caratura internazionale.
    “Tornerò al Cairo e per le strade perchè veramente non c’è alternativa. Vai per strada con tutta questa gente e speri che le cose non degenerino, ma fino ad ora il regime sembra non aver recepito il messaggio”, ha detto ElBaradei sul sito web statunitense The Daily Best.
    “Se parliamo dell’Egitto, c’è una grande varietà di persone, che sono laiche, liberali e aperte al mercato, e se si da loro l’occasione si organizzeranno per eleggere un governo che sia moderno e moderato”.
    capito l’antifona?

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  2. CHE IN QUANTO STA ACCADENDO IN AFRICA DEL NORD SIA IL PRODOTTO DI SPECIFICHE AZIONI USA/ISRAEL/GB è FUORI DI DUBBIO. Il dubbio nasce nel momento in cui ci si chiede chi ne sarà l’autentico vincitore.

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  3. C’è poco da stare allegri: la triade del male ha deciso di sbarazzarsi anche di chi, seppur “asservito”, non starebbe al gioco della nuova fase stabilita sin dall’11/9. Fondamentale è tener conto del fatto che è in corso, dal Brasile alla Russia, il riconoscimento di uno Stato palestinese. Di qui le nuove “rivelazioni” di Wikileaks.

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  4. cvd

    (AGI) Washington, 28 gennaio – La situazione in Egitto e’ “profondamente preoccupante”: e’ il giudizio del Dipartimento di Stato Usa, che ha chiesto al governo egiziano di trattare il suo popolo come un alleato evitando di minacciarlo. “Lo sviluppo degli eventi in Egitto e’ profondamente preoccupante e una riforma e’ di vitale importanza”, ha detto il portavoce P.J. Crowley in un messaggio su Twitter. “Bisogna rispettare i diritti fondamentali, si deve evitare la violenza e bisogna lasciare libere le comunicazioni”, ha aggiunto Crowley.

    Washington, 28 gen. – (Adnkronos) – Il segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, sollecita il governo egiziano a ”coinvolgere immediatamente gli egiziani nell’attuazione di riforme politiche, sociali ed economiche”. Clinton ha anche chiesto alle autorita’ egiziane ”la cancellazione del bando alle comunicazioni” imposto oggi, con Internet e alcuni servizi di telefonia mobile interrotti. ”Continuiamo a seguire la situazione da vicino, siamo molto preoccupati per il ricorso alla violenza da parte della polizia e delle forze di sicurezza contro i manifestanti, sollecitiamo il governo a contenere le forze di sicurezza, ma anche i manifestanti a esprimere paficiamente la loro protesta”, ha affermato Clinton.

    e dulcis in fundo (ore 21.30 di oggi):

    (AGI) Washington – Alla luce della reazione del governo egiziano alle richieste dei manifestanti scesi in piazza in Egitto, gli Stati Uniti sono pronti a rivedere la politica di aiuti militari ed economici fin qui attuata nei confronti del Cairo. Lo ha riferito l’amministrazione americana .

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  5. ?!?!?!?!?!?

    (AGI) Washington, 29 gennaio – Barack Obama ha lanciato un duro avvertimento a Hosni Mubarak perche’ fermi le violenze e “si assuma la responsabilita’ di fare passi concreti per assicurare riforme politiche, sociali ed economiche al suo popolo”. In una telefonata di oltre 30 minuti dopo il messaggio del presidente egiziano alla nazione, il titolare della Casa Bianca ha ribadito che “i ditritti di liberta’ sono universali, al Cairo come nel resto del mondo”. Davanti alle telecamere, il presidente americano ha assicurato che gli Usa saranno sempre al fianco di “chi lotta pacificamente per decidere il proprio futuro”.

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  6. Sto cercando da anni il documentario Revolution.com ma sembra introvabile (da scaricare, da vedere su Youtube, da copmprare, qualsiasi cosa va bene)
    Se qualcuno ha informazioni a rigurdo, fate sapere! Grazie!
    🙂

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  7. l’hai trovato! 🙂

    tornando ai “nostri”, si segnala il seguente passaparola.
    ma fino a ieri come mai a nessuno fregava niente delle aspirazioni del popolo egiziano? misteri della fede (“democratica”)

    (AGI) – Washington, 30 gen. – Gli Usa sembrano aver deciso di abbandonare Hosni Mubarak. Barack Obama ha chiamato alcuni leader stranieri sostenendo che in Egitto serve “una transizione ordinata” verso un governo che risponda alle aspirazioni del popolo. Lo riferisce la Casa Bianca.

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  8. Pingback: Per l’Egitto è pronta l’Opzione Irak ? E per noi?

  9. “Le proteste non si fermeranno”.
    capito?!?

    Washington, 31 gen. (Adnkronos) – “Le proteste non si fermeranno”. E’ quanto predice il portavoce del dipartimento di Stato, P.J. Crowley. “Chiaramente il governo deve rispondere alle aspirazione della popolazione – ha aggiunto ribadendo quanto detto ieri dal presidente Obama – questo non e’ qualcosa che scomparira’”. Il governo egiziano – ha aggiunto – “deve rispondere non solo a popolo ma anche alle sue richieste con passi concreti in avanti, non credo che questo – ha concluso riferendosi ancora al movimento di protesta – si interrompera’”.

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  10. “motore di ricerca”

    Reuters, Mar 1 Feb – 07.59
    Google ha lanciato un servizio speciale per consentire alle persone in Egitto di inviare messaggi Twitter digitando un numero telefonico e lasciando un messaggio vocale, mentre resta tagliato l’accesso a Internet nel paese, nel bel mezzo di proteste anti-governative.
    “Come molte persone siamo incollati alle notizie che arrivano dall’Egitto e pensiamo che questo è ciò che possiamo fare per aiutare la gente sul posto”, si legge in un post del blog ufficiale di Google.
    Il servizio, che Google ha detto di aver sviluppato con gli ingegneri di Twitter, consente alle persone di fare un numero di telefono e lasciare un messaggio vocale, automaticamente trasformato in un file audio che viene inviato su Twitter usando il tag identificativo #egypt.

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