Droni CIA in Pakistan

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La CIA sta utilizzando in segreto una base aerea nel sud del Pakistan per lanciare i Predator, che osservano ed attaccano i militanti talebani – e contemporaneamente causano anche numerose vittime civili – sul versante pakistano della frontiera con l’Afghanistan. E’ quanto ha appurato un’inchiesta del Times.
I governi di Islamabad e Washington hanno ripetutamente smentito che si stiano svolgendo operazioni militari statunitensi, sotto copertura o di altro genere, in territorio pakistano. 
Il Times ha però scoperto che la CIA sfrutta la base aerea di Shamsi da almeno un anno. La base, situata ad una cinquantina di chilometri dal confine afghano, consente agli USA di lanciare droni entro pochi minuti dopo aver ricevuto informazioni di intelligence. Gli statunitensi utilizzarono Shamsi durante l’invasione dell’Afghanistan nel 2001, ma nel 2006 il governo pakistano dichiarò ufficialmente che gli Stati Uniti l’avevano abbandonata insieme con altre due basi aeree.
Inizialmente, infatti, agli USA fu concesso di utilizzare anche le basi di Jacobabad, Pasni e Dalbadin. Jacobabad divenne la principale base aerea statunitense in attesa che quella di Bagram, in territorio afghano, venisse ripristinata. Pasni, sulla costa, fu usata per gli elicotteri e Dalbadin come struttura logistica delle forze speciali. Nel luglio del 2006, il governo pakistano dichiarò che le forze armate USA non stavano più utilizzando le basi di Shamsi, Pasni e Jacobabad, benché queste rimanessero a loro disposizione in caso di emergenza.
Il maggior generale Athar Abbas, portavoce capo militare pakistano, ha confermato che gli statunitensi stanno utilizzando Shamsi, pur senza fornire maggiori spiegazioni. Ha inoltre aggiunto che viene da loro usata anche un’altra base aerea nelle vicinanze di Jacobabad, trecento miglia a nordest di Karachi.
Chiave della scoperta del Times è stata la fornitura non motivata di 730.000 galloni di carburante avio F34 a Shamsi, i cui dettagli sono stati reperiti sul sito del Defence Energy Support Centre, l’agenzia per l’acquisto di carburante del Pentagono. Da esso si desume che una società privata, la Nordic Camp Supply (NCS) con sede in Danimarca, si è aggiudicata la distribuzione di carburante, per un importo di 3,2 milioni di dollari, dalle raffinerie pakistane nei pressi di Karachi. Il carburante è stato fornito l’anno scorso, in coincidenza con l’aumento degli attacchi di aerei senza pilota USA alle aree tribali.
“Possiamo vedere gli aerei innalzarsi dalla base” ha detto Safar Khan, un giornalista locale.”L’area attorno alla base è una zona ad alta sicurezza ed a nessuno è consentito avvicinarsi”. Egli ha affermato anche che il perimetro esterno di Shamsi è vigilato da militari pakistani, ma il campo di volo rimane sotto il controllo delle forze statunitensi.
Paul Smyth, direttore al Royal United Services Institute, afferma che
730.000 galloni di carburante avio F34, conosciuto anche come JP8, non sono sufficienti a rifornire regolarmente i voli degli aerei da trasporto Hercules ma bastano per i droni o gli elicotteri.
Altri esperti sostengono che la pista di atterraggio di Shamsi è troppo corta per la maggior parte dei velivoli, ma è comunque grande abbastanza per i Predator ed è collocata in maniera ideale. Essa si trova, infatti, in una regione scarsamente popolata, a circa 180 miglia sudest della città di Quetta, dove ben poche persone possono notare il via vai dei droni.

Oggi ne parla anche il paludato Corsera, attribuendo “la soffiata” a Dianne Feinstein, democratica, presidente del Comitato sull’Intelligence del Senato americano.

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3 thoughts on “Droni CIA in Pakistan

  1. Pakistan: Manifestazioni Contro i Raid Dei Droni Usa

    (ASCA-AFP) – Chaman (Pakistan), 23 mar – Centinaia di pachistani sostenitori di un partito religioso vicino ai talebani hanno manifestato oggi contro i raid compiuti dai droni Usa, gli aerei senza pilota, nella provincia del Beluchistan. ”I rifugi dei talebani sono in Afghanistan, non in Beluchistan”, ha detto uno dei leader del partito locale, Maulvi Abdur Rahim. ”Dopo aver attaccato Afghanistan e Iraq sulla base di presupposti falsi, gli Usa vogliono ora attaccare anche il popolo del Beluchistan”. Dall’agosto dell’anno scorso sono stati almeno 35 gli attacchi dei droni, che nella zona hanno provocato oltre 340 morti.

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  2. US Predators Provoke Pakistan,
    by Michael Carmichael

    Pakistan’s political outrage about the American drones is becoming ominous . Thousands have taken to the streets of Pakistan’s major cities to protest US missile attacks in Waziristan, the tribal regions deemed to be ungovernable that are located in the remote mountain fastness that is daunting terrain for even the world’s most potent military forces – NATO and US units under the direction of the CIA.

    Worse. The drone attacks appear to have convinced the militants that the use of unmanned bombs proves that the US does not want to suffer any more military casualties – which is a polite way of saying that the US military is cowardly, anti-heroic and downright pusillanimous. This mindset encourages the form of resistance that the MSM habitually reports as “terrorism” — basically turbaned mujaheddin armed with Kalashnikovs and their infamous IEDs that seem rather puny in comparison to the high-tech satellite-guided Predators.
    (…)

    During the presidential campaign, then-candidate Obama was subtly pressured by then-candidates Biden and Clinton from the right who helped raise suspicions about his resolve to fight the War on Terror. To pre-empt suspicions of being weak on terror, Obama made several statements including the point that if elected president, he would authorize US strikes against “actionable” targets in Pakistan based on competent intelligence. At the time, Obama’s position drew groans from Clinton for telegraphing presidential strategy in advance, a position later echoed by John McCain. At the same time, Obama’s statement shocked many of his own supporters who saw him as a dovish alternative to the more hawkish Biden, Clinton and McCain.

    As president, Obama promptly authorized the continuation of drone attacks in Afghanistan and Pakistan, thus fulfilling his campaign promise to pursue the roots of terror even unto those crafty culprits of Al Qaeda located across the borders of a nuclear-armed neutral state.

    Given the limited results of the drones and the rising tide of civilian deaths in context with the political opposition in that nuclear nation, President Obama should ask himself whether the use of robot drones is a wise policy – or not.
    (…)

    http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=12919

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  3. ”mentalita’ da videogioco”

    (ASCA) – Roma, 3 giu – I droni della Cia, gli aerei senza pilota utilizzati per bombardare i ribelli talebani, hanno ucciso in Pakistan ”centinaia di civili innocenti” e rappresentano ”una minaccia crescente al rispetto delle leggi internazionali”, mettendo a rischio ”le norme designate a proteggere il diritto alla vita”. L’accusa – come riporta l’agenzia MISNA – viene da Philip Alston, relatore speciale dell’Onu per gli omicidi extragiudiziali, che nel suo intervento al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite ha parlato di ”mentalita’ da videogioco” tra i militari chiamati a manovrare a distanza macchinari bellici letali.
    Il rapporto, presentato a pochi giorni dall’uccisione di un presunto capo della guerriglia terroristica pakistana, Sheikh Said al-Masri e dei suoi familiari in un bombardamento affettuato da velivoli americani pilotati a distanza, critica espressamente i servizi segreti statunitensi ”per loro stessa natura sfuggenti a ogni tipo di responsabilita’ se non nei confronti del governo di riferimento, non possono svolgere incarichi in programmi che prevedono l’uccisione di persone in altri paesi”. I bombardamenti dei droni, continua Alston, ”rischiano di essere classificati come crimini di guerra, poiche’ le agenzie di intelligence non operano generalmente in un contesto che pone l’enfasi appropriata sulle regole e sui limiti imposti dal diritto umanitario internazionale”.

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