Alba dell’Odissea

Odyssey Dawn, l’operazione internazionale contro la Libia iniziata, non significa “Odissea all’Alba”, come riportato dai nostri giornalisti, bensì “Alba dell’Odissea”. Secondo Gianluca Freda può sembrare una notazione peregrina da traduttore perfezionista, invece si tratta di una precisazione dai risvolti sostanziali e inquietanti. Thierry Meyssan spiega il perché qui, precisando:
“In ogni caso, l’operazione iniziata il 19 marzo 2011 in applicazione della risoluzione 1793 [in realtà 1973, ndr] del Consiglio di Sicurezza, è reale e non un’esercitazione. Soltanto la Francia, il Regno Unito e gli Stati Uniti hanno partecipato alla prima giornata. In attesa della partecipazione di altri Stati membri della NATO e della formazione di un comando della coalizione, tutte le operazioni, comprese quelle francesi, vengono coordinate dall’AFRICOM, con sede a Stoccarda (Germania) sotto la direzione del generale americano Carter Ham. Le forze navali – comprese le navi italiane e canadesi operanti nella zona – e il comando tattico sono posti sotto l’autorità dell’ammiraglio statunitense Samuel J. Locklear, a bordo della USS Mount Whitney. Il tutto in conformità con le direttive predefinite della NATO.”

La quale NATO, nei prossimi giorni, potrebbe assumere il comando e controllo delle operazioni:
Londra, 20 marzo – La Gran Bretagna auspica che il comando e controllo dell’operazione contro la Libia sia trasferito ”entro i prossimi giorni” alle strutture della NATO, pur chiarendo che quella in corso ”non è una missione della NATO”. A parlare in questi termini, è il ministro della difesa, Liam Fox, in una intervista alla BBC, ricordando che sono in corso a Bruxelles riunioni del Consiglio Nord Atlantico proprio per discutere dell’eventuale assunzione di un ruolo formale, da parte dell’Alleanza Atlantica e le sue strutture di comando, nell’intervento contro le forze di Gheddafi.
(Adnkronos/Dpa)

Frattini e La Russa, ovviamente, si allineano:

Bruxelles, 21 marzo – Dopo l’avvio dei raid occidentali contro le truppe di Muammar Gheddafi, è ora venuto il momento di andare oltre la coalizione che comprende Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti, Canada e Italia, verso un coordinamento sotto l’ombrello dell’Alleanza Atlantica.
Lo ha detto oggi il ministro degli Esteri Franco Frattini, al Consiglio Esteri a Bruxelles. “Crediamo che sia il tempo di andare oltre la coalizione dei volenterosi, verso un approccio più coordinato sotto il controllo della NATO”.
Riferendosi alle dichiarazioni di Frattini, una fonte della Farnesina ha poi detto che “l’attuale guida delle operazioni, a tre teste (di Francia, Gran Bretagna e USA, ndr), è anarchica”, definendo allo stesso modo anche il bombardamento contro la Libia, iniziato nel fine settimana, che costituisce “un problema per il mondo arabo”.
“Tenere la NATO in disparte mina la credibilità dell’Alleanza”, ha aggiunto, senza tuttavia spiegare quali sarebbero le posizioni di Germania e Turchia nel caso di un coinvolgimento NATO, cui si oppone la Francia. La fonte inoltre ha sollecitato che vengano “circoscritti gli obiettivi militari e che si limiti l’escalation”.
(Reuters)

Roma, 21 marzo – L’Italia ritiene opportuno che il “cappello dell’operazione” contro la Libia passi alla NATO. Lo ha affermato il ministro della Difesa Ignazio La Russa, nel corso di una conferenza stampa a palazzo Chigi al termine del Consiglio dei Ministri.
(Adnkronos)

Mentre il generale Prosciutto afferma che le operazioni sulla Libia puntano ora ad estendere la no fly zone, portandola a 1.000 chilometri, e ribadisce che non saranno impiegate truppe di terra, il portavoce del Comando della II Flotta della marina militare statunitense comunica che la forza anfibia di pronto intervento Bataan ARG salperà entro 48 ore dalla costa atlantica degli Stati Uniti d’America per raggiungere le unità navali già impegnate nelle operazioni di bombardamento. “La task force sarà attiva sin dalla prossima settimana. La Bataan ARG opererà a supporto del piano d’intervento USA ed internazionale associato alla crisi in Libia ed è preparata a condurre missioni che vanno dalla presenza navale avanzata alle operazioni di sicurezza marittima, alla cooperazione di teatro e all’assistenza umanitaria”.

E se Obama detta la linea, l'”opposizione” pacifinta scatta sull’attenti:

Santiago del Cile, 21 marzo – Questione di giorni e il comando della missione in Libia verrà trasferito alla NATO e agli alleati. Lo ha sottolineato il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, nel corso della conferenza stampa congiunta con l’omologo cileno Sebastian Pinera, al palazzo de La Moneda a Santiago.
(Adnkronos)

Roma, 21 marzo – ”Nessuno è contrario” a che la NATO prenda il comando delle operazioni in Libia. Lo afferma il segretario del PD, Pier Luigi Bersani in un’intervista al Tg1 chiarendo che però ”un principio deve essere chiaro: la nostra Costituzione ripudia la guerra come metodo per risolvere le controversie tra Stati” ma ”accetta l’uso della forza per questioni di giustizia e sotto il mandato di organismi internazionali”.
(ASCA)

Altrove, invece, l’opposizione è al governo.

Il capo della CIA ha fatto un viaggio-lampo…

Roma, 22 marzo – “L’escalation militare di questi giorni e gli attacchi aerei contro la Libia hanno rappresentato una brusca accelerazione della crisi determinata da qualche circostanza imprevedibile? Oppure i bombardamenti contro le postazioni dei lealisti gheddafiani erano già programmati?”. Due domande che non hanno risposte, ma una chiave di interpretazione la si trova sul sito http://www.globalist.it, collegato al Centro studi strategie internazionali, diretto da Gianni Cipriani. Nelle settimane scorse, si legge nell’articolo di apertura, “in missione (chiaramente segreta) in alcune capitali europee, è arrivato il capo della CIA, Leon Panetta. Direttamente il numero uno, come si conviene quando c’è una situazione particolarmente delicata da affrontare. Al di là dei consueti rapporti di tipo diplomatico con i capi delle intelligence alleate, in questo caso gli scopi del viaggio erano prettamente operativi. In primo luogo il capo della CIA – ovviamente in pieno accordo con il presidente Obama e coordinandosi con Hillary Clinton – si è occupato del dopo-Gheddafi. L’ipotesi che il rais alla fine sia costretto ad andarsene è considerata molto probabile dagli Stati Uniti ed è anche un obiettivo dichiarato”. Per cui, prosegue l’articolo, “si lavora per il dopo, ipotizzando uno scenario che non sia traumatico per gli interessi statunitensi”. In secondo luogo “bisognava fare il punto sulle attività operative, soprattutto per coordinare eventuali azioni clandestine con altri servizi in territorio libico”.
Altro punto importante: “Al momento i ribelli della Cirenaica non hanno un leader o una struttura propriamente detta. Italiani, americani, inglesi, francesi e arabi del Golfo hanno interlocutori diversi. E’ una babele. L’obiettivo era (ed è) quello di fare un po’ di ordine ed appoggiare quei leader o gruppi in grado di dare maggiori garanzie. Ad esempio rifornendoli di armi leggere, che gli 007 della CIA stanno facendo arrivare da diversi giorni attraverso il confine egiziano”. Un viaggio-lampo, “quello di Panetta. Per pianificare quello che sarebbe accaduto. Restano, appunto, due domande: quello che è accaduto in questi giorni era programmato da tempo? Oppure il capo della CIA si è scomodato ad attraversare l’Oceano in previsione di uno scenario possibile ma non affatto certo? La risposta si potrà avere solo tra molti anni. A meno di una nuova fuga di documenti, come ultimamente avviene”.
(DIRE)

Quasi miracolosa, nell’attuale panorama dell'”informazione”, la schiettezza geopolitica del Porta a Porta vespiano di ier notte (23 marzo), durante il quale si è arrivati persino ad insinuare la volontà USA di nascondersi dietro la Francia, snocciolando le cifre delle sortite aeree effettuate sino a quel momento: 212 statunitensi contro 55 transalpine.
Del resto, è la stessa agenzia di stampa Reuters a sostenere che “la spinta diplomatica di Obama, in telefonate a Cameron, Sarkozy e altri leader, ha sottolineato la sua ansia di mettere un volto non-USA alla campagna contro le forze di Gheddafi, anche se l’esercito americano potrebbe restare il pilastro dell’operazione”.
Se alla fine si trovasse un’accordo per affidare in toto il comando delle operazioni alla NATO, allora meritano una particolare attenzione le parole pronunciate dal generale dell’A.M.I. (in pensione) Tricarico, a detta di cui il coordinamento delle missioni aeree, in tal caso, sarà conferito alla base di Poggio Renatico in provincia di Ferrara.
Nell’ovattata campagna ferrarese tra i fiumi Po e Reno, c’è un Pioppo che cresce.

Giunge conferma:
Bruxelles, 24 marzo – La NATO ha elaborato un piano di comando per eseguire le operazioni militari in Libia da base italiana. Lo riferiscono all’AFP fonti diplomatiche, precisando che il comando operativo e quello specifico per le operazioni navali saranno situati a Napoli, mentre il comando delle missioni aeree sarà realizzato alla base di Poggio Renatico, nel nord Italia.
(ASCA-AFP)

Trattasi evidentemente di una forma grave ed acuta di sadomasochismo. Nelle parole di Gianluca Freda, la nazione Italia, prima al mondo, si avvia “intonando i peana ideologici della “libertà” e della “democrazia”, in un conflitto il cui scopo dichiarato è quello di ledere i suoi interessi nazionali. La fanteria italica della logorrea libertaria marcia spedita, sotto la frusta dei suoi capi, verso la devastazione dei suoi interessi energetici, verso l’ignominia diplomatica internazionale, verso la rinuncia alla sua area naturale d’interesse geostrategico. E non – si badi bene – nell’interesse dei suoi despoti, verso i quali, com’è comprensibile, la resistenza potrebbe costare cara; bensì nell’interesse dei suoi concorrenti di zona, di altri sguatteri di pari livello che hanno avuto l’intelligenza di calare meno le brache, conquistandosi così, se non il rispetto dei padroni, almeno la prima fila nelle razzie banditesche che seguiranno alla battaglia. I capi puniscono severamente le ribellioni dei servi, ma disprezzano con altrettanta forza la loro mancanza di dignità.”

“Voto contro”. Brava nipotina!

Roma, 24 marzo – ”Qui ci sono missili e razzi, c’è di tutto… io voto contro questa risoluzione”. Alessandra Mussolini esprime in aula alla Camera la sua dichiarazione di voto sulla risoluzione di maggioranza sull’intervento in Libia, in dissenso dal gruppo del PdL. Mussolini cita l’articolo 11 della Costituzione che rifiuta la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. ”Non credo nell’intervento militare, voto contro”, insiste.
(Adnkronos)

Nel frattempo, sono giunti a Mineo i primi 420 extracomunitari sbarcati nei giorni scorsi a Lampedusa .
Saranno “ospitati”, insieme ad un migliaio di altri già presenti, nel complesso residenziale recentemente lasciato dai militari USA operanti a Sigonella, di proprietà della Pizzarotti di Parma che stava disperatamente cercando qualcuno a cui riaffittarlo.
Ora l’ha trovato: lo Stato italiano, con costi a carico dei contribuenti (nella foto sotto).

La drammatica situazione dei cittadini stranieri che lavoravano in Libia, causata dall’esplodere della guerra civile e che certamente non migliorerà con l’intervento militare occidentale, è sintetizzata qui.

Italiani, non lo avevate capito? Il PD costruisce la pace…

Iseo (Brescia), 25 marzo – “Guerrafondaio è chi è contro l’intervento internazionale in Libia e non certo noi che siamo costruttori di pace. Lo è chi vuole aiutare Gheddafi a fare la guerra ai popoli che cerca di sopprimere”. Il vicesegretario del PD, Enrico Letta, replica così alle accuse di chi non condivide la posizione del partito in merito all’intervento in Libia.
(Adnkronos)

A coloro che, fin dall’inizio, avevano invece capito dove i “costruttori di pace” volevano andare a parare, è dedicata l’intervista del giornalista RAI Amedeo Ricucci, il quale spiega che la disseminazione scientifica di balle spaziali è stata funzionale a spingere l’opinione pubblica ad appoggiare e perfino invocare una guerra che produrrà sul serio (e sta già producendo) le migliaia di morti che la “rivolta” non aveva provocato:

In attesa dell’imminente passaggio del comando delle operazioni militari alla NATO, per la gioia degli ascari (bianchi, rossi e neri) d’Italia, ecco la nuda contabilità di chi mena le danze dell’aggressione alla Libia:

Washington, 28 marzo – A poche ore dall’effettivo passaggio del comando di tutte le operazioni militari in Libia dagli USA alla NATO i jet americani sono ancora i principali autori dei raid aerei sul Paese. Sui 167 attacchi effettuati tra le 21,30 di sabato e le 17 di domenica oltre la metà, 97, sono stati opera di aerei americani. Una percentuale di poco inferiore al 62% in media delle 1.424 sortite effettuate dall’inizio delle operazioni il 19 marzo scorso.
(AGI)

Intanto Giorgio Napolitano, fra un caffè da Starbucks ed un pisolino al Waldorf Astoria di Manhattan, trova anche il tempo di inviare un messaggio augurale all’Arma Azzurra, così gravemente impegnata in “una delicata e rischiosa missione di protezione di popolazioni civili dalla violenza delle armi di un conflitto fratricida”.
“Viva l’Aeronautica Militare, viva le Forze Armate, viva l’Italia!”.

Alle fandonie del Pres della Rep risponde il ministro degli Esteri russo Sergei “sarò franco” Lavrov:

Mosca, 28 marzo – Mosca ha espresso preoccupazione in merito ai raid aerei della coalizione internazionale contro le forze fedeli al regime libico di Muammar Gheddafi. ”I funzionari dei Paesi che partecipano al conflitto dicono che il loro scopo è proteggere la popolazione civile, ma stanno bombardando” i lealisti a ”sostegno dei ribelli armati”, ha detto il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov. ”Riteniamo che tale interferenza della coalizione nella guerra civile libica non sia sancita dalla risoluzione delle Nazioni Unite”, ha poi aggiunto Lavrov
(ASCA-AFP)

Rasmussen puntualizza. Ed è la barzelletta del giorno:

Londra, 28 marzo – La coalizione internazionale in Libia non prende posizione per nessuna delle due parti in lotta, ha detto alla BBC il segretario generale della NATO Anders Fogh Rasmussen.
Parlando con Radio 4, Rasmussen ha detto che teoricamente i ribelli potrebbero finire sotto attacco se mettono a rischio la vita di civili. ”Chi attacca i civili diventa nostro bersaglio. Finora sono state le forze pro-Gheddafi ad attaccare il proprio popolo”, ha detto il capo dell’Alleanza, che domani parteciperà alla Conferenza di Londra sulla Libia.
Oggi il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha accusato al coalizione di essere intervenuta ”in quella che è essenzialmente una guerra civile interna”.
(ANSA)

L’obiettivo? Rovesciare Gheddafi.
Evviva la sincerità di Obama!

New York, 29 marzo – Gli USA hanno fatto il proprio dovere in Libia, evitando con il loro intervento una strage da parte del regime di Gheddafi. Ora la palla può passare alla NATO, che da domani prenderà il comando operativo delle operazioni militari, continuando a proteggere i civili minacciati. In un intervento in diretta tv, il presidente americano Barack Obama ha spiegato per la prima volta nei dettagli la sua decisione di intervenire in Libia, confermando che l’obiettivo è di rovesciare Gheddafi.
(ANSA)

“Mezzi non militari”??? Anche questo giorno ha la sua barzelletta.

Washington, 29 marzo – Gli Stati Uniti “perseguiranno attivamente” la cacciata del leader libico Muammar Gheddafi attraverso “mezzi non militari”. Lo ha detto il presidente americano Barack Obama nel suo discorso sulla Libia, sottolineando come “non vi sia dubbio che la Libia e il mondo staranno meglio con Gheddafi lontano dal potere”.
(Adnkronos)

Su chi dovrebbe stare “lontano dal potere” affinché il mondo sia migliore, potremmo fare un lungo discorso…

Qui da noi si riapre Coltano. Certi luoghi portano davvero male (anche ai poeti americani…).

Firenze, 29 marzo – Una vecchia stazione radar, utilizzata dall’esercito americano durante la seconda guerra mondiale, nella località pisana di Coltano. Questo sarebbe uno dei siti scelti dal governo per l’accoglienza dei profughi dalla Libia. Questa mattina il sindaco di Pisa Marco Filippeschi (PD), che contesta l’iniziativa dell’esecutivo e ha scritto una lettera al ministro dell’Interno Roberto Maroni, ha condotto un sopralluogo nell’area. ”Si tratta – spiega il vicesindaco e assessore alla protezione civile Paolo Ghezzi – di un edificio suddiviso in tre ambienti di cui uno è quasi interamente occupato dai trasformatori gli altri due sono senza finestre, con pavimenti flottanti in buona parte dissestati, senza acqua (l’approvvigionamento avveniva attraverso un sistema di pozzi attualmente in disuso) con corrente a media tensione da ricondurre a bassa. Lo spazio esterno, che potrebbe ricevere una tendopoli, è suddiviso da una serie di canali che servivano per scopi militari, e presenta gravi problemi di bonifica: è facilmente allagabile, collocato in una zona fortemente acquitrinosa, dotato di una doppia recinzione militare”.
In quest’area dovrebbero essere allestite almeno 100 tende. L’area di Coltano è collocata all’interno del Parco Naturale di San Rossore, sito patrimonio dell’Unesco, vicino (500 metri) alle strutture della vecchia stazione radio costruita da Marconi, per il cui recupero si sono mobilitate recentemente 12 mila persone che hanno risposto all’appello del FAI. Nell’area (che alla fine della seconda guerra mondiale fu utilizzata dagli Alleati come campo di concentramento per i prigionieri) sono già presenti anche tre insediamenti Rom.
(ASCA)

Accanto ai “nani” (politici), non potevano mancare le “ballerine”:

Roma, 29 marzo – “Se tanto ami il tuo popolo e la tua terra come sempre ci hai detto, prendi una decisione importante anche se per te molto dolorosa: ‘Lascia il potere!’ e magari chiedi nuove elezioni democratiche”. E’ quanto scrivono le ragazze di ‘Hostessweb’ e Alessandro Londero, responsabile dell’agenzia, che organizzò la presenza delle hostess agli incontri con il leader libico Muammar Gheddafi a Roma, in una lettera a Gheddafi pubblicata sul sito internet della stessa agenzia e inviata al colonnello “attraverso amici libici” a lui vicini.
(Adnkronos)

Oltreoceano si fanno i conti in tasca. Raytheon (azienda produttrice dei Tomahawk) e compagnia cantante gongolano.

Washington, 29 marzo – Le operazioni militari condotte dalle forze USA sulla Libia sono costate finora 550 milioni di dollari e saliranno di almeno altri 40 milioni nelle prossime tre settimane. Lo ha reso noto il Pentagono.
Tra il 19 ed il 28 marzo, il Dipartimento alla Difesa ha speso oltre il 60% di questi fondi per le munizioni, in particolare missili e bombe, mentre il restante 40% è andato in spese logistiche come il dispiegamento delle truppe, ed il carburante per aerei e navi. Le forze USA hanno lanciato 192 dei 199 Tomahawk utilizzati contro le difese aeree ed i centri di comando militari in Libia. Ogni esemplare costa 1,5 milioni di dollari. Sganciate dagli USA anche 455 delle 602 bombe a guida laser utilizzate dalla coalizione.
(ASCA-AFP)

La “libera stampa” scopre che in Libia sono in corso “operazioni segrete dell’intelligence”. Talmente segrete che se ne parla da settimane.
Una descrizione convincente della loro pianificazione ed attuazione è qui.

New York, 31 marzo – In Libia operano da diverse settimane agenti della CIA che tengono i contatti con i ribelli e raccolgono informazioni sulle forze di Muammar Gheddafi. Lo ha scritto il sito del New York Times, dopo che ABC News aveva dato notizia che Barack Obama ha emesso un ordine presidenziale che autorizza operazioni segrete dell’intelligence USA nel Paese nordafricano “a sostegno” delle operazioni in corso. Al fianco della CIA, ha riferito il quotidiano della Grande Mela, ci sarebbero anche “decine di agenti” dell’MI6 britannico che collaborano nella raccolta di dati sull’armamento delle forze di Gheddafi e sugli obiettivi per raid aerei e bombardamenti.
(AGI)

Continua qui.

11 thoughts on “Alba dell’Odissea

  1. riceviamo e volentieri pubblichiamo il seguente commento di Gianni Caroli:

    IL VOTO FRANCESE SCONFESSA SARKOZY GUERRAFONDAIO

    Se pensava di ottenere un facile successo d’ immagine con la strafe-expedition da lui patrocinata, insieme a David Cameron, contro la Libia, con l’ appoggio degli USA, per mettere l’ Italia in difficoltà sul Trattato di Amicizia stipulato con Gheddafi nel 2008, Sarkozy ha fatto un clamoroso buco nell’ acqua: alle elezioni cantonali (=provinciali in Italia) di ieri, svoltesi sull’ intero territorio dell’ Héxagone + i 5 dipartimenti dell’ Outremer, il suo partito Union pour la Majorité Presidentielle, ha ottenuto circa il 16 % dei voti, molto più in basso del Partito Socialista che ha ottenuto il 25%. Una clamorosa avanzata è invece quella del Front National di Marine Le Pen, che, nonostante le naturali difficoltà del suo partito alle amministrative, e pur presentando candidati solo nel 75% dei dipartimenti, ottiene ben il 15 % dei voti a conferma dei sondaggi che la danno avvantaggiata su Sarkozy stesso, per le presidenziali del 2012.
    Tra gli esiti negativi di questo primo atto della guerra contro l’ “Italybia”, organizzata dagli anglo-francesi nel momento stesso in cui Berlusconi e Gheddafi firmarono l’ atto di storica riconciliazione nella estate 2008, già da lobbistiche canizze svoltesi in Italia in sede parlamentar-mediatica, vanno altresì aggiunte:

    1) le imprevedibili reazioni ostili di Amr Moussa e della Lega Araba, pur capitolarda per sua natura nei confronti degli anglo-USA perché a larga egemonia saudita, di fronte alle opinioni pubbliche arabe: oggi di netta contrarietà alla operazione Cameron-Sarkozy-Clinton, visti i devastanti esiti di immagine riportati dalla coalizione con gfli ingiustificati bombardamenti unilaterali;

    2) quelle della Unione Africana, che ha inviato a Tripoli, nella folla che difende la dimora del Raìs per fare ‘scudo’ alle bombe, una delegazione al massimo livello, per esprimere solidarietà attiva ed operante allo stesso popolo libico aggredito ed al suo Presidente, di uno Stato, non si dimentichi, riconosciuto legittimo in sede ONU, pur se ‘difforme’, nell’ esercizio della sua Jamairya democratica, dal “modello anglo-occidentale” cosiddetto, come del resto l’ Italia stessa;

    3) quella, durissima, del portavoce del Ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, nettamente ostile alla interpretazione ‘bellicista’ del mandato ONU conferito unicamente per scopi ‘umanitari’;

    4) Il Segretario dell’ ONU, considerato responsabile e complice, è stato aggredito in Place Tahrir al Cairo da centinaia di manifestanti inferociti.

    NOTIZIE CHE NON LEGGERETE, NE’ OGGI NE’ MAI SUI MEDIA ‘ITALIANI’, neanche dopo rotolata anche la testa del ‘luogotenente Ryotta’…del Comandante in capo, pure lui a suo tempo incruentemente decapitato.

    Insieme a quelle, ugualmente proibite:

    1) che al referendum costituzionale egiziano LA SHARIA E’ DIVENTATA LEGGE FONDAMENTALE DELLO STATO, grazie alla grande rivoluzione democratica pilotata.

    2) che in Yemen continuano le stragi, centinaia di civili massacrati dal fantoccio filo-american-saudita Saleh, senza che nessuno abbia mai proposto neppure alcun ‘cessate il fuoco’;

    3) come ugualmente in Bahrein, occupato, in violazione di qualunqe norma, e senza neppure cosidetta ‘autorizzazione dell’ ONU’, da migliaia di soldati sauditi, per stroncare l’ insurrezione popolare attuata con mezzi pacifici.

    Comunque andrà l’ Italia ha certamente perduto il primo tempo della ‘partita’: perchè, grazie agli entusiasmi bellicisti del Presidente non per caso nazifascista e filo-inglese fino da ‘Padova ’41’, in favore dell’ ARMIR; ed allo zelo servile dei La Rutta e Frattina, siamo riusciti a passare per ‘traditori’ di quella stessa ‘amicizia’ pattuita appena 30 mesi fa….
    Che si debba ‘stare’ nello schieramento neo-colonialista per la dura necessità di ‘marcare ad uomo’ gli atlantisti, impedendogli di estrometterci di quel territorio, è un fatto.
    Altro è rifare il verso ai nostri nemici, levando alte grida di guerra, in una lingua che non è la nostra.

    ” SURTOUT PAS TROP DE ZELE “, diceva Talleyrand, ai funzionari ingenui.

    Tradotto in italiano odierno:
    LASCIATE FARE LO ZELOTA TERRORISTA A GIORGIO NAPOLITANO CHE LO E’ DAVVERO, un Barabba come tutti i suoi.

    Ma i membri del Governo Nazionale Legittimo si diano ‘na calmata.

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  2. Ottimo Gianni Caroli, Spero che venga letto dagli interessati. In genere gli addetti stampa dei Capi censurano molte notizie per non farli innervosire.

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  3. sul tragicomico andamento della prima sortita aerea italiana in Libia, riportiamo a seguire un passo del commento di Antonio Camuso; il nostro parere è che non solo di soldi si tratti ma anche di equilibri politici fra correnti e fazioni:

    Dato l’ordine che bisognava alzare il livello mediatico sulla nostra
    partecipazione alle operazioni si facevano partire con grande risalto, e
    violando qualunque norma di sicurezza, sotto gli occhi delle telecamere i
    nostri Tornado dalla Sicilia, con un clamore mediatico che se sfortunatamente
    ne cadeva giù in quella missione uno, anche per solo guasto tecnico la figura
    di cacca sarebbe stata micidiale…
    In seguito si faceva passare l’operazione svolta da questi aerei nazionali
    come una riuscita operazione di eliminazione di radar nemici , salvo poi,
    poche ore fa, l’intervista clamorosa con uno dei piloti:- Siamo stati in giro
    dalle parti di Bengasi, abbiamo reputato che se radar c’erano, non ne valeva
    la pena sprecare un missile e così siam tornati sani e salvi a csa!- un
    putiferio!
    Mentre sui tank sventrati dalle bombe francesi sventola per ringraziamento la
    bandiera dei nostri paraculi cugini d’oltralpe, noi , eredi di quello Scipione
    che fece strage di africani e di cui ce ne vantiamo l’origine nel nostro inno
    nazionale, non potevamo gloriarci nemmeno di un miserabile radar di tiro di
    qualche vecchio blindato contraereo degli anni 70, di produzione exsovietica
    di Gheddafi?.
    Oggi pomeriggio nell’aeroporto di Trapani si scatenava l’inferno, il povero
    pilota che aveva rilasciato l’intervista veniva ingloriosamente rinviato al
    suo reparto di appartenenza e la sua carriera salvo un harakiri liberatorio è
    ormai finita, mentre la squadra di giornalisti veniva messa definitivamente
    alla porta: d’ora in poi tutto top secret e dirette solo audio!
    Siamo al primo giorno di guerra e senza colpo ferire abbiamo il nostro
    Cocciolone…Dio che sfiga!- mo’lo sanno tutti che stiamo risparmiando pure sui
    missili umanitari!!!….

    http://www.pugliantagonista.it/osservbalcanibr/gheddafi_vole_deserto.htm

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  4. “Finita la festa, gabbato lo santo”, recita un noto proverbio.
    Adesso è chiarissimo perché sono stati repentinamete rimossi sia Ben ‘Ali che Mubarak: non avrebbero accettato quelo che sta accadendo in Libia.
    Per di più, destabilizzando i due vicini, senza più il “ra’is” (che in quelle realtà conta più diu un presidente o primo ministro europeo), hanno avuto mano libera per la penetrazione di armi ed armati (le armi egiziane, inoltre, sono notoriamente fornite dall’America, che in pratica mantiene l’esercito).
    Intanto, si segnala un notevole attivismo della Bonniver in sud Sudan, dove (semppe grazie alla previa defenestrazione di Mubarak), si attende l’apertura di una altro fronte di quella che si profila una lunga stagione di guerra, l’ennesima, condotta dall’Occidente.
    Sia chiaro che “Occidente” equivale a modernità, con tutti i suoi risvolti, dallo spirituale al sociale. Si tratta di un modo di concepire la vita che si espande progressivamente sempre con nuove guerre. Nel 1945 non eravamo ancora “occidentali”. Dopo di che, con una terapia ultradecennale, lo siamo diventati. Lo si vede nel costume, nei rapporti sociali, nelle figure politiche che esprimiamo. Oggi un italiano non percepisce più nemmeno il problema, lo scandalo, delle oltre cento basi ed installazioni militari Usa/Nato sul proprio territorio semplicemnete perché, mentre infuria il patriottismo senza Patria dei “150 anni”, egli si sente a tutti gli effetti “occidentale”. L’Occidente è ormai la sua patria, fisica e “spirituale”. Ed anche per questo tutto questo patriottismo, da occupati che siamo da oltre sessant’anni, ci viene concesso. Negli anni Settanta, ancora, sarebbe stato impensabile.
    EG

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  5. Pingback: Alba dell’Odissea…e oltre | Terra Santa Libera

  6. Bisogna fare di tutto per arrivare ad un cessate il fuoco e fermare gli interventisti (“umanitari” naturalmente), dalla NATO al PD. Venerdì 25 a Roma abbiamo contestato l’atteggiamento guerrafondaio di Napolitano e del PD in una manifestazione presso il Quirinale (quale giornale o telegiornale ne ha parlato?). Domani, martedì 29, c’è un corteo dalla Bocca della Verità a piazza Navona. Sabato 2 aprile a Piazza S.Giovanni manifestazione sponsorizzata da Emergency e dalla FIOM e altre mobilitazioni in tutta Italia. Se si riescono a fermare le bombe, ben vengano anche Gino Strada e Landini, pur con le loro ambiguità. Poi potremo riparlarne con calma …..

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  7. Giorgio NATOlitano all’ONU:

    (AGI) New York, 28 marzo – Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha difeso oggi alle Nazioni Unite l’intervento internazionale in Libia. “Il mondo non poteva assistere senza reagire alle molte vittime e alle distruzioni massicce inflitte dal leader libico alla sua stessa popolazione”, ha detto di fronte all’assemblea generale dell’ONU, “il capitolo 7 della carta delle Nazioni Unite contempla specificamente l’uso della forza per mantenere la pace e la sicurezza internazionale”.

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  8. Pingback: LA BARZELLETTA DEL GIORNO | Terra Santa Libera

  9. Mi fa sorridere l’intervento del 28 marzo di Giorgio Napolitano lui che si pone sempre quale paladino della Costituzione forse bisogna ricordagli l’articolo 11???
    [L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali…]
    Ora fa il paladino della NATO.

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