“Mefistofele” e il MUOS

mefisto

I siciliani possono dormire tranquilli. Sono in buone mani: il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, loro conterraneo, giura sul suo onore che il terminal terrestre del sistema satellitare MUOS, in costruzione a Niscemi (Caltanissetta), non è pericoloso per l’uomo e per l’ambiente. Rispondendo ad un’interrogazione parlamentare di sette esponenti del Partito democratico, La Russa ha smentito tutte le ipotesi di rischio ambientale sollevate dal gruppo di opposizione e dal forte e variegato movimento “No MUOS”. Le smentite, però, sono dotate di gambe corte, anzi cortissime, e come un boomerang hanno già travolto la scarsa credibilità dell’esecutivo Berlusconi in tema di politica estera e di difesa.
“Con riferimento alle notizie in base alle quali l’installazione del sistema di telecomunicazioni satellitare “avrebbe dovuto… essere realizzata presso la base militare di Sigonella” – esordisce il ministro – si rappresenta che la stazione ricetrasmittente del sistema MUOS è stata localizzata, fin dalla richiesta degli USA, presso il sito telecomunicazioni di Niscemi. Tale sito, a diretto e funzionale servizio della US Naval Station di Sigonella, venne realizzato nel territorio comunale di Niscemi, in prossimità di un’area boschiva, ora protetta, fin dalla costituzione della stessa stazione di Sigonella, avvenuta alla fine degli anni ‘50”. Per il governo, dunque, mai e poi mai si sarebbe parlato di Sigonella quale base per i MUOS, mentre la base di telecomunicazioni per le operazioni dei sottomarini nucleari di Niscemi ha già superato da un pezzo i 50 anni di età.
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A impedire l’installazione a Sigonella del programma di telecomunicazioni per le Star Wars, furono però le risultanze di uno studio sull’impatto delle onde elettromagnetiche generate dalle grandi antenne del MUOS, elaborato per conto della Marina Usa da AGI – Analytical Graphics, Inc., importante società con sede a Exton, Pennsylvania, in collaborazione con la Maxim Systems di San Diego, California. Lo studio, denominato “Sicily RADHAZ Radio and Radar Radiation Hazards Model”, è consistito nell’elaborazione di un modello di verifica dei rischi di irradiazione elettromagnetica sui sistemi d’armi, munizioni, propellenti ed esplosivi ospitati nello scalo aeronavale siciliano (“HERO – Hazards of Electromagnetic to Ordnance”).
“Il modello Radhaz Sicilia – si legge sul sito internet dell’AGI – è stato implementato con successo a Sigonella, giocando un ruolo significativo nella decisione di non usare il sito per il terminale terrestre MUOS e di trovare una nuova destinazione”. L’incompatibilità ambientale del sistema satellitare è stata poi suggellata dalla relazione firmata nel 2006 dall’ingegnere Nicholas Gavin di AGI-Maxim Systems. Anche Filippo Gemma, amministratore di Gmspazio Srl di Roma (società che rappresenta in Italia la statunitense AGI), ha confermato l’esito negativo dello studio sull’impatto elettromagnetico. Nel corso di un’intervista a RaiNews 24, trasmessa il 22 novembre 2007 durante lo speciale “Base Usa di Sigonella. Il pericolo annunciato”, Gemma ha dichiarato che “una delle raccomandazioni di AGI era che questo tipo di trasmettitore non dovesse essere installato in prossimità di velivoli dotati di armamento, i cui detonatori potessero essere influenzati dalle emissioni elettromagnetiche del trasmettitore stesso”.
Il ministro La Russa ha poi dimostrato di sconoscere del tutto origini e tipologie delle principali basi USA ospitate in territorio italiano. I lavori per la realizzazione della Stazione di telecomunicazioni di Niscemi, iniziarono infatti a fine 1989, e la base divenne pienamente operativa solo nella primavera del 1991, quarant’anni dopo cioè della data indicata dal ministro. Ad onor di cronaca, nel 1995 il Dipartimento della Difesa USA restituì all’Italia 170 ettari occupati dalla base ma non utilizzati, e due anni più tardi fu istituita la Riserva Naturale Orientata “Sughereta di Niscemi” dove oggi gli USA vogliono installare le potentissime antenne satellitari del MUOS.
Si legge ancora nella risposta del ministro della difesa all’interrogazione del Pd: “Avuto riguardo invece, alle preoccupazioni espresse dalla popolazione locale “per le eventuali conseguenze sulla salute e sull’impatto ambientale” e, più in generale, sull’eventuale pericolosità del progetto in discussione, in applicazione delle procedure bilaterali vigenti in materia di progetti finanziati con fondi statunitensi in Italia – nel 2006, gli USA avevano presentato il progetto in parola per l’approvazione della Difesa, correlato di una relazione illustrativa e di uno specifico studio di impatto ambientale elettromagnetico, sul quale si erano espressi favorevolmente tutti i competenti organi dell’Amministrazione della Difesa e dal quale, testualmente, si evince “..il rischio dell’esposizione del personale… è minimo ed improbabile; …la distanza di sicurezza dall’emissione elettromagnetica … sarà imposta mediante l’installazione di una recinzione di sicurezza;… ai sensi del DM 381/98 … la misurazione dell’inquinamento da radiofrequenze… sarà eseguita appena i sistemi saranno installati e pronti ad operare”. Tranquilli, dunque, a fermare la penetrazione delle microonde ci penseranno le “recinzioni di sicurezza” (!?!), mentre l’inquinamento elettromagnetico sarà misurato solo quando il sistema sarà pienamente funzionante.
La Russa assicura comunque che – sempre a fine lavori – si verificherà “la compatibilità del sistema con le leggi nazionali ed, eventualmente, con le apparecchiature già operanti in sito” (quelle cioè operative dal 1991 e di cui nessuno ha mai monitorato la potenza delle onde emesse).
Il ministro della difesa conclude con un’ultima grossolana bugia: “In merito al livello di realizzazione del progetto, i lavori non sono ancora iniziati”. Come ci è stato confermato per iscritto dai responsabili del “Consorzio Team Muos Niscemi” (il nome prescelto non ammette dubbi di sorta), le rispettive aziende hanno avviato nel maggio 2008 i lavori di “realizzazione di una cabina di media tensione” presso la base USA. Sono poi seguiti quelli per la costruzione “di un’infrastruttura preparatoria all’installazione di 3 antenne satellitari, comprensiva di opere di fondazioni e basamenti speciali, impianti idrici, elettrici, fognari e antincendio”, nonché i lavori di “prevenzione per l’erosione superficiale e il drenaggio”, come si evince dalla pagine web di una delle due società componenti il Consorzio MUOS, la LAGECO (Lavori Generali Costruzioni) di Catania.
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Per leggere il seguito, fatevi forza ed andate direttamente alla fonte:
Grandi Bugie sul MUOS di Niscemi del ministro La Russa, di Antonio Mazzeo.
[grassetti nostri]

2 thoughts on ““Mefistofele” e il MUOS

  1. ragazzi siamo messi male ho letto le discussioni sul blog e mi dispiace dire che chi ha gli occhi più aperti siano proprio quelli che emigrano…al nord! SENZA OFFESA
    e che siano in pochi,purtroppo, troppo pochi a Niscemi che lottano e altri subiscono la passività: il lavoro non c’è lo darà mai il muos, abito in un paesino del nord vicino alle montagne e ai laghi e vi garantisco che qui ci tengono a valorizzare ogni bene che si trova nel proprio territorio:vecchie cascine che testimoniano la civiltà contadina, vecchi conventi che diventano refettori e dormitori per il turista, i laghi , la neve anche un pozzo d’acqua riescono a valorizzare e far diventare attrazione per il turismo….. e di guadagno. Niscemi non ha bisogno del Muos vi assicuro che morti di fame siamo e ci rimaniamo… ma gli anni di storia non hanno insegnato nulla!?? cosa ci hanno dato gli americani dopo la guerra??? Sigonella e Niscemi con il muos ( e il debito pubblico!!!) chi sta lavorando per conto di queste???? la nostra risorsa sono la terra che bagnata dal sudore ci ringrazia con i suoi frutti e per questa difenderla, le nostre belle chiese e i nostri boschi e le nostre riserve e se non erro anche anche l’ulmo è una riserva…. bene andate ogni domenica a fare delle scampagnate vivete il territorio incentiviamo la gente a restare e non ad andarsene…. per il muos diciamo no in coro tutte le volte…. le iniziative dovrebbero partire dalle scuole e portarle fuori niscemi bisogna portrle in tv come hanno fatto quelli di Vicenza…..scrivete alla WWf a Green pace a Report ad Anno zero a tutte le Tv. raccogliete firme ho scritto anch’io a Beppe Grillo che di queste cose ne fa pane quotidiano ma non lasciate che le cose rimangano a Niscemi portatele al parlamento Scrivete a Strasburgo alla commissione euorpea ogniuno di Voi … si propirio ogniuno……non facciamo che siam buoni solo a lamentarci e poi a lasciare le cose per starda ….Mi rivolgo al grande fautore di questo blog e nonchè sostenitore del no muos a Niscemi : io non sono bravissima ma so che si possono creare delle raccolte firme anche x via telematica si proprio nei blog e ti prego non mollare i Niscemesi abbiamo bisogno di gente come te io ti appoggio anche se non abito più a Niscemi sono di tra quelli che ritornano e cui fa piacere far vedere al proprio figlio i posti dove sono cresciuta che sono impressi nel mio dna come marchio indelebile. niscemesi non lasciamo che ogni popolo che painta bandiera ci domini e faccia quello che vogliono non permettiamolo ne vale della nostra dignità ed è un OFFESA GRANDE ALLA NOSTRA RINOMATA CORDIALE ACCOGLIENZA.
    SIETE GRANDI ….SPACCHIUSI…….DIMOSTRATOTELO!!!!!

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  2. cara maria grazia,
    il grosso del “lavoro” spetta sicuramente ai niscemesi residenti, per voi che siete emigrati però un’idea ce l’abbiamo ma te la diciamo nella risposta all’altro tuo commento.
    da parte nostra, continueremo a seguire la vicenda con attenzione, solo questo possiamo promettere.

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