Università di Bologna culla dell’atlantismo

Forlì, 4 maggio – Cosa fare se una nave carica di armi viene sequestrata da una banda di terroristi? Come rispondere a una nuova insurrezione nella repubblica del Nagorno-Karabah? Come difendere la giovane e sconosciuta repubblica di Corona dall’attacco del Global Liberation Front? Un gruppo selezionato di studenti universitari potrà cimentarsi in situazioni come queste, grazie alla simulazione di crisi internazionale organizzata per i prossimi 7 e 8 maggio dalla facoltà di Scienze Politiche ‘Roberto Ruffilli’ in collaborazione con il comando NATO di Norfolk.
All’evento parteciperanno 33 studenti, provenienti da diverse università italiane ed europee, 18 dei quali della ‘Ruffilli’. Due giornate intense in cui gli studenti saranno coinvolti direttamente: impersoneranno le delegazioni di diversi Stati e si troveranno ad analizzare situazioni complesse e a prendere decisioni delicate. ”Si tratta di un gioco, certo – sottolinea la prof.ssa Sonia Lucarelli, che cura la preparazione degli studenti della Ruffilli – ma che fa imparare molto ai nostri ragazzi. E’ sicuramente di un’esperienza impegnativa, basti pensare che tutta la simulazione si svolge in lingua inglese”.
Un’esperienza ormai consolidata, che giunge nel 2011 al suo quinto anno. ”L’università di Bologna, e nella fattispecie la facoltà ‘Roberto Ruffilli’ – spiega il prof. Mario Del Pero, docente di storia americana e responsabile del progetto – è l’unica università italiana ed europea ad avere una collaborazione di questo tipo con il comando NATO di Norfolk”. Collaborazione che negli anni si è intensificata e che in questa occasione sarà suggellata dal rinnovo del ‘memorandum d’intesa’ tra le due istituzioni, che sarà firmato venerdì 6 maggio alle 18. Alla cerimonia parteciperanno Carla Salvaterra, delegata dell’università di Bologna per le relazioni internazionali; Roberto Balzani, sindaco di Forlì; Paolo Zurla, preside della facoltà di Scienze Politiche ”Roberto Ruffilli”; Mark A. Barrett, vice-capo di gabinetto del comando NATO di Norfolk. Alla firma del memorandum seguirà la lezione magistrale di Erik Jones, docente della Johns Hopkins University, sul tema ”L’Alleanza Atlantica e la sfida della leadership globale”.
(ANSA)

[Prossimamente a Bologna, per chi non si allinea]

24 thoughts on “Università di Bologna culla dell’atlantismo

  1. Se questi “studenti” e “ricercatori” avessero un po’ di sale in zucca, piuttosto che contro la Gelmini protesterebbero contro questo schifo…

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  2. Le condizioni della scienza accademica, ed in particolare dell scienza giuridica, la si può riassumere con questa constatazione: siamo in guerra, ma se fosse per questi scienziati non lo sapremmo mai. Anziché dire “guerra” insegnano nelle università che si deve dire “missione militare di pace” oppure “operazione di polizia”. Tutto il sistema della carriera universitaria è intimamente corrotto e corruttore. Non me la prendo con i singoli docenti, ma con il sistema in sé. I docenti sono se mai responsabili per non averlo mai voluto mutare questo sistema, che non sto a descrivere nelle sue articolazioni. Per gli studenti, poveretti, possono sapere di essere degli asini finché non sono ancora laureati e conservano per questo la loro innocenza. Ma una volta laureati con questi docenti non sapranno più di essere asini e perderanno la loro innocenza.

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  3. @Eresiarca

    sono troppo impegnati a contestare la Lega ed il suo candidato sindaco…

    BOLOGNA, 6 MAG – Cori e slogan contro la Lega Nord sono arrivati dal corteo dei collettivi degli studenti che ha attraversato il centro di Bologna finendo per bloccare il traffico nella Ztln all’incrocio tra le centralissime vie Indipendenza, Rizzoli e Ugo Bassi. ”Odio la Lega”, hanno cantato in coro i ragazzi. ”La Lega in questa citta’ non avrai mai cittadinanza”, hanno detto ai megafoni i manifestanti, che hanno annunciato per le 17 ”un grande appuntamento per cacciare Maroni da Bologna”.
    Il ministro dell’Interno e’ atteso appunto nel pomeriggio in citta’ per una visita a sostegno del candidato sindaco Manes Bernardini. ”Non vogliamo un candidato sindaco leghista, non vogliamo i razzisti e i fascisti. Per loro non c’e’ spazio in questa citta”, hanno piu’ volte ripetuto i ragazzi lungo via Marconi, dove hanno anche lanciato uova contro filiali Carisbo, Unicredit e Montepaschi e fatto irruzione dentro il supermercato Pam. Ma poco dopo. Il corteo e’ sfilato senza problemi all’incrocio di via Nazario Sauro, la via dove ha sede il comitato elettorale di Bernardini, presidiato fin dalla prima mattina dalle forze dell’ordine. Alcuni ragazzi che avevano scritto il nome del loro collettivo Cas sui muri lungo la via sono stati protagonisti di un acceso diverbio con un barista di piazza della Pioggia che li ha redarguiti duramente: ”Domani devo pulire io e devo lavorare!”. (ANSA)

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  4. Le modalità di contestazione possono essere criticabili.
    Ma la contestazione ad un partito che riassume le peggiori caratteristiche circolanti nei bassifondi della politica , dovrebbe essere una priorità in tutte le città italiane e per tutti i cittadini liberi che vogliono rimanere tali!
    Tra l’altro, per quanto riguarda la guerra in Libia e l’eventuale esodo di civili che ne potrebbe scaturire, Castelli affermò che se Sarkozy bombarda e Zapatero spara, allora perchè l’Italia non può sparare sui migranti???
    Vi sembra che non vadano cacciati a pedate soggetti che espongono questa visione dei problemi????

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  5. a pedate andrebbero cacciati coloro i quali, giornalisti opinionisti politici…, sono riusciti a farti credere che i cittadini italiani siano liberi e che le parole di un Castelli, ad esempio, siano un problema prioritario del Paese tutto

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  6. bè sai com’è volente o nolente gente come Castelli ci rappresenta. Lui sta nelle istituzioni che tanto ripugna e lui fa parte delle cricche che stabiliscono come spartirsi la torta delle risorse presenti in Italia, quindi mi sa che quel che dice non può essere eclissato con un semplice : “Ma si fallo parlare tanto è un poveretto…”. Il poveretto fa parte di un partito che a furia di essere sottovalutato è entrato nelle maggiori istituzioni finanziarie italiane, ha il controllo politico di vari territori in Italia ed è autore di campagne repressive nei confronti di movimenti critici con il sistema dominante e migranti degni del ventennio!
    Io non penso affatto che noi siamo liberi, ma sarebbe un bell’esercizio di autodeterminazione se i cittadini di ogni città decidessero autonomamente chi nelle proprie piazze è degno di prendere la parola!
    O dobbiamo ancora stare a guardare mentre fascisti, razzisti, corrotti e corruttori sono difesi dalla celere e starcene zitti e muti perchè tutti hanno il diritto di esprimere la propria opinione?

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  7. fino a prova contraria, sì. “tutti hanno il diritto di esprimere la propria opinione”, anche e soprattutto coloro i quali la pensano in maniera diametralmente opposta alla tua.
    e la sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme previste dalla Costituzione. ossia, in primo luogo, attraverso l’espressione del voto che determina quali forze politiche debbano governare il Paese.
    piuttosto sarebbe utile capire il perché queste ultime, se intendono arrivare a gestire posizioni di potere, debbano tutte necessariamente ed indistintamente fare professione di fede atlantica…

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  8. I “cittadini”, se proprio si vuol credere a questo concetto, sono tutti, non solo quelli che la pensano come noi… Quindi, se la Lega vince le elezioni, è segno che c’è una maggioranza di “cittadini” che la preferisce. O si mette in contestazione tutto l’impianto della “democrazia”, in particolare di questa democrazia burletta, “nata dalla Resistenza”, o il resto sono chiacchiere. Li hanno voluti i “democratici” i partiti, no?

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  9. a proposito di democrazia “nata dalla Resistenza”… difficile pensare che la maggioranza dei partigiani antifascisti auspicassero un’Italia sotto tutela permanente ed incondizionata del vincitore a stelle e strisce, mentre è chiarissima la posizione assunta da chi ne ha ormai monopolizzato la memoria postuma:

    (DIRE) Bologna, 10 mag. – Avevano scritto direttamente al presidente degli Usa, Barack Obama. A rispondere al Comitato antifascista della Bolognina di Bologna e’ piu’ semplicemente l’ambasciatore americano in Italia, David Thorne, che si dice “commosso per l’affetto dimostrato nei confronti degli Stati Uniti”. Thorne ritiene “giusto e doveroso” ricordare quanti hanno combattuto e sono morti per la liberazione dell’Italia, considerando “fondamentale” il contributo dato dai partigiani, dall’esercito italiano e dalle popolazioni locali durante la Resistenza. Per l’ambasciatore americano, “i sacrifici sofferti” nella seconda guerra mondiale “hanno preservato le nostre democrazie” e hanno “gettato le fondamenta della nostra alleanza”, fondata ancora oggi su “amicizia e rispetto”. Gli Stati Uniti, assicura Thorne, sono consapevoli del sacrificio dei loro uomini tra il 1943 e il 1945 in Italia, ma sono altrettanto convinti che “e’ stato pienamente ricompensato”.
    Lo scorso 27 marzo il segretario del comitato della Bolognina, Armando Sarti, spedi’ una lettera a Obama chiedendo la sua partecipazione alle celebrazioni la liberazione di Bologna dal nazifascismo, in onore dei tanti caduti americani e alleati combattendo tra le montagne del bolognese. La lettera fu inviata da Sarti anche a Charles Bernardini, componente della Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo, che la inoltro’ a sua volta all’ambasciatore americano in Italia e, via mail, assicuro’ Sarti: “Il presidente Obama condivide la stima che abbiamo tutti per i caduti partigiani, americani e alleati per la liberta’ del suo Comune e dell’Italia”.
    Da parte sua, l’ambasciatore Thorne ritiene appunto “giusto e doveroso ricordare il coraggio e il sacrificio di tutti coloro che hanno combattuto per la liberazione dell’Italia. Tante furono le vittime della barbarie e della violenza nazifascista; per questo la memoria di chi pago’ con la propria vita la lotta per la liberta’ e la democrazia deve essere onorata”. Nella sua lettera in risposta a Sarti, Thorne considera “il contributo delle formazioni partigiane, dell’esercito italiano e delle popolazioni locali alla guerra di liberazione e’ stato fondamentale. Italiani e americani hanno lottato per preservare la liberta’ e l’unita’ delle loro nazioni”.
    I sacrifici “sofferti durante la seconda guerra mondiale- continua Thorne- hanno preservato le nostre democrazie e gettato le fondamenta della nostra alleanza fondata sull’amicizia e il rispetto oggi come allora”. L’ambasciatore americano, che non ha potuto partecipare alle celebrazioni di Bologna (la lettera al
    comitato e’ datata 21 aprile), conclude affermando che “il popolo egli Stati Uniti d’America, pur non potendo dimenticare la perdita di tanti dei suoi uomini, sara’ sempre convinto che questo immenso sacrificio e’ stato pienamente ricompensato”.

    l’amicizia ed il rispetto sarebbero ancora maggiori se volessero gentilmente togliersi dalle scatole

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  10. Avete mai assistito a una simulazione NATO?
    Come ex studente dell’Universitá Roberto Ruffilli ed ex alunno dei professori sopracitati ho avuto la fortuna di partecipare ad un evento del genere e vi posso dire con certezza che non c’è alcun controllo sionista,americano o illuminista, etc etc…
    Gli studenti scelgono il loro approccio al caso presentato e agiscono in base alle proprie considerazioni personali,senza nessuna forma di controllo. Le nazioni si distribuiscono casualmente, tanto che al più antiamericanista studente puó capitargli proprio il Paese dello Zio Sam.
    Avendo studiato all’estero ( e vivendoci) vi dico che progetti come questi dovrebbero esser fatti in tutte le discipline di tutte le facoltá.Siamo una generazione di teorici che una volta entrati nel mondo del lavoro non sappiam mettere in pratica niente di quanto studiato per anni e anni.
    Se poi iL PROGRESSO e i metodi progressisti di studio non fanno per voi,lamentatevi e lasciate il nostro Paese cosi com’e che tanto manco poco al ritorno di GIOVANNI GENTILE a ministro dell’istruzione.

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  11. dobbiamo allora metterci d’accordo sul significato delle parole “progresso” e “metodi progressisti”…
    per noi consistono in ben altra cosa che non nel diventare cavie più o meno inconsapevoli nella somministrazione delle dottrine di egemonia globale coltivate nei pensatoi dell’atlantismo

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  12. La RESISTENZA in primo luogo è stata la lotta che ci ha liberato dagli invasori nazisti che, vorrei ricordare, nell’ultimo periodo di guerra, visto il tradimento da parte dei fascisti nostrani rifugiati nella fantasmagorica Repubblica di Salò, avevano deciso di vendicarsi sulla popolazione civile. Quindi prima di affermare che la democrazia è nata dalla Resistenza sarei più cauto e piuttosto direi che la Resistenza è stata la lotta che ci ha permesso , in un momento successivo, di prendere delle scelte. Poi se da queste scelte è scaturito un infinito asservimento alla “democrazia” ed al patto atlantico non credo che questo possa essere imputato ai combattenti Partigiani o al valore (perchè di questo si tratta) della Resistenza. Le persone che si spacciano per titolari unici della memoria sono solo persone che si sono ritagliate una professione su questo, non credo ci sia bisogno di ulteriori commenti. La memoria è un esercizio collettivo e come tale andrebbe esercitato molto spesso.
    Per quanto riguarda la libertà di opinione, credo che anche per questa ci siano dei limiti e non certo riguardanti i contenuti contrari alle mie idee.
    Contenuti che istighino , solo per fare un esempio, all’odio razziale, come possono essere lasciati esprimere in una piazza pubblica con tanto di protezione da parte delle “forze dell’ordine”?. Per rimanere sul territorio di Bologna, ieri ha potuto tenere in piazza un comizio Roberto Fiore ,che a quanto mi risulta, dopo la Strage di Bologna (strage rientrante nella strategia della tensione atlantica…o non credete?) è stato latitante per un bel pò di tempo. Non bastasse tutto ciò, presentandosi in pubblica piazza e non nelle cavità di uno scantinato, lui ed i suoi sodali espongono (come fanno in tutta Italia) vessilli e simboli rappresentati croci celtiche e via discorrendo. Ora io mi chiedo, se citiamo la Costituzione per concedere la libertà di espressione a tutti, perchè nessuno interviene quando ci sono decine e decine di associazioni, movimenti e partiti che infrangono nettamente la Legge Scelba?????
    Eresiarca mi fa presente che i cittadini sono tutti, ma i cittadini non dovrebbero essere messi in condizione di poter votare (visto che questo è l’unico strumento) determinate compagini politiche!
    Se proprio ve lo devo dire io penso che , nel nostro paese, siamo arrivati ad un punto tale, che vada sciolto il parlamento per manifesta incapacità di rappresentare gli interessi del popolo italiano. Questo grazie anche a rappresentanti che hanno una fottutissima paura di disobbedire al padrone a stelle e strisce , ma per altri tantissimi motivi interni, che andrebbero affrontati urgentemente.

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  13. la guerra civile che perdura dagli anni quaranta del secolo scorso ha da finire una volta per tutte… solo così ci si potrà concentrare sulla vera urgenza del Paese:
    intraprendere il processo di liberazione dalla sudditanza (militare, politica, economica, culturale) nei confronti degli Stati Uniti d’America e dei suoi “bracci armati” (in senso reale o figurato: NATO, FMI, OMC, etc).
    questi, a nostro parere, sono gli interessi del popolo italiano. poi si può anche discutere se lo scioglimento del parlamento possa essere una misura utile a tal fine, sia chiaro che non siamo certo paladini di questa democrazia rappresentativa e della Costituzione che ne è il fondamento

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  14. A mio modesto avviso per poter intraprendere il tanto desiderato processo di liberazione , bisognerebbe dare delle risposte chiare a determinati eventi storici che ci hanno portato a questo stato delle cose.
    Perchè se è vero che c’è necessità di superare le vecchie contrapposizioni è anche vero che per arrivare a ciò andrebbero dichiarate delle responsabilità storiche che appartengono ad attuali protagonisti della vita parlamentare ed extra parlamentare tuttora in voga.
    Abbiamo da far luce ancora su troppe pagine avvolte nell’ombra e su cui esistono decine di versioni diverse per poter essere veramente liberi da un dominio così totalizzante.
    Credo anche che tutti noi sappiamo chi ha fatto parte degli eserciti di Gladio e a che parte politica apparteneva. Con questa gente che per anni ha collaborato per far si che l’Italia rientrasse sotto l’egida del patto atlantico è difficile ipotizzare un rapporto di fiducia reciproca che sta alla base di un movimento che si prefigga come obiettivo l’autodeterminazione.

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  15. “responsabilità storiche che appartengono ad attuali protagonisti della vita parlamentare ed extra parlamentare tuttora in voga.”

    a cominciare dal Pres della Rep Giorgio NATOlitano, santino laico dell’atlantismo nazionale, già esponente di spicco del comunismo italiano dopo essere stato uno sbarbato sostenitore di missioni civilizzatrici in terra di Russia bolscevica…
    se si trattasse solo di stanare gli esaltati destrorsi appartenenti a Gladio et similia, sarebbe quasi un gioco da ragazzi; molto più arduo ed interessante svelare tutte le altre connessioni e complicità, non ultime quelle nel settore accademico-culturale:
    ieri http://www.eurasia-rivista.org/cogit_content/articoli/EkppVVlEpFJBzpSaEW.shtml
    ed oggi http://www.eurasia-rivista.org/cogit_content/articoli/EkEFZlFFFFBWKkmvrn.shtml

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  16. Sicuramente non sarò io a difendere questa gente che come obiettivo primario ha l’asservimento al dominio globale. Del resto da Prodi a D’alema passando per Napolitano, hanno tutti dimostrato quanto sia incarnita in loro la voglia di portare avanti guerre “necessarie”.
    Tra l’altro da quello che riportano i documenti di eurasia, la strategia per il separatismo denunciata in Bolivia mi sembra calzare a pennello con la situazione che si è creata in Libia e cioè mettere le mani su regioni ricche di petrolio e destabilizzare i legittimi governi locali.
    Anche la situazione a livello di media italiana farà parte di questo gioco e senza dubbio i nostri apparati accademici sono zeppi di atlantisti, basta guardare i piani di studio di una facoltà come scienze politiche , che dovrebbe essere critica con il modello dominante ed invece diventa megafono di tutto ciò.
    Tutto ciò rientra nella guerra psicologica e nel dominio culturale; ammetterete però che la stagione stragista ha avuto degli effetti fortissimi non solo come vittime, ma proprio come guerra militare e psicologica ad ogni forma di dissenso e di alternativa in campo.
    Le mani che sono state armate a tal fine sono tutt’ora slegate.

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  17. l’Alma Mater Studiorum non si smentisce:

    Una laurea per il presidente.
    Alma Mater, riconoscimento a Napolitano.
    Il titolo “honoris causa” in Scienze internazionali e diplomatiche sarà conferita dalle facoltà di Scienze politiche di Bologna e Forlì. Il rettore Ivano Dionigi: “Un atto significativo ed esemplare per onorare l’altissimo profilo politico e istituzionale” del capo dello Stato
    http://bologna.repubblica.it/cronaca/2011/10/20/news/una_laurea_per_il_presidente_alma_mater_riconoscimento_a_napolitano-23579021/

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  18. Indignados contro Napolitano
    “Siamo pronti a contestarlo”
    Il 30 gennaio l’Alma Mater consegnerà al presidente della Repubblica una laurea honoris causa. Ma “Occupy Unibo” annuncia la contestazione: “E’ un affronto. Lui è il principale responsabile della consegna del Paese alle banche”

    http://bologna.repubblica.it/cronaca/2011/12/15/news/indignados_contro_napolitano_siamo_pronti_a_contestarlo-26667058/

    “Occupy Unibo”, la sigla che raccoglie alcune sigle degli indignati bolognesi, ha annunciato una contestazione all’indirizzo del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano quando, il 30 gennaio prossimo, riceverà a Bologna una laurea honoris causa in relazioni internazionali.

    “Pensiamo sia un affronto – annunciano gli indignati – che l’Ateneo voglia concedere un titolo di questo genere a una persona che, lungi dal ruolo superpartes che impersonifica, è direttamente responsabile della consegna del potere del nostro Paese alle banche e alla finanza internazionale. Per non parlare del suo ruolo decisivo nella partecipazione del nostro Paese alla guerra di Libia, della firma da lui apposta a tutte le peggiori leggi del governo Berlusconi, come la legge Gelmini o il lodo Alfano, del fatto che abbia istituito lui per primo i Cpt simbolo di quel razzismo istituzionale che ghettizza il migrante e lo rende vittima, in ultima istanza, di tragedie come quella di Firenze”.

    Gli indignati bolognesi annunciano, quindi, che non permetteranno “a Napolitano una passerella, ma anzi consegneremo a lui la laurea della crisi, del debito, della precarietà. Ci vediamo il 30 gennaio”.

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  19. Pingback: Benvenuto, Presidente! | Informare per Resistere

  20. I piccoli servi crescono. Ma che cosa è diventata oggi l’università italiana?
    [O magari, è sempre stata uno schifo, ma la cosa era meno evidente anni fa]

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