Guerra psicologica made in Italy

Si chiama “La voce della Libertà nell’Ovest” ed è stata inaugurata ad Herat il 20 aprile dal sottosegretario alla Difesa, Guido Crosetto e dal capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Vincenzo Camporini. È la radio gestita dal contingente militare italiano che diffonderà in tutto l’ovest afghano trasmissioni rivolte alla popolazione locale contenenti informazioni di pubblica utilità e soprattutto tanta “promozione” delle attività dei contingenti alleati e in particolar modo italiano.
Radio Sadi e Azadi West è l’ultimo strumento messo a punto dagli alleati per conquistare “i cuori e le menti” degli afghani e per aumentarne la diffusione già favorita dalla presenza di un buon numero di radio soprattutto nei centri urbani, i militari italiani distribuiranno migliaio di piccole radio portatili funzionanti con la corrente elettrica, a batteria e a energia solare allo scopo di ovviare all’assenza di energia elettrica in molti centri delle campagne afghane.
L’iniziativa, da mesi in fase di messa a punto al Regional Command West della NATO a Herat ha preso il via ufficialmente con l’arrivo della brigata alpina Taurinense guidata dal generale Claudio Berto, un veterano dell’Afghanistan che nel 2003 guidò il 9° reggimento alpini a Khost, lungo il confine pachistano, nell’ambito dell’Operazione Nibbio/Enduring Freedom.
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Benché costituisca il segmento posto a copertura della regione occidentale del network radiofonico “La voce della libertà” della NATO in Afghanistan, la radio è stata realizzata con fondi italiani ed è diretta dal maggiore Renato Rocchetti del 28° Reggimento “Pavia”, unità dell’esercito che si occupa di Operazioni Psicologiche (Psy Ops), cioè quelle operazioni tese a influenzare l’opinione pubblica afghana. In realtà l’ormai diffusa ossessione per il linguaggio politicamente corretto ha fatto si che quello italiano sia l’unico esercito del mondo a disporre di un reparto Psy Ops ufficialmente definito di “Comunicazioni operative”, termine privo di significato che sembrerebbe richiamare i reggimenti trasmissioni che si occupano di radio e sistemi satellitari.
I militari del 28° reggimento sono invece professionisti della comunicazione già distintisi in Iraq e nella missione dell’ONU nel sud del Libano. In Afghanistan sono spesso tra la gente, visitano anche i centri più isolatri e incontrano i leader locali diffondendo prodotti (depliants, volantini, video e da oggi anche servizi radiofonici) tesi a far conoscere in termini positivi il lavoro delle forze alleate nel campo della sicurezza, della ricostruzione e del supporto alle forze afghane.
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I militari italiani sono già stati protagonisti nella realizzazione di radio militari nelle aree di operazioni. Nel 1993 il contingente italiano in Somalia istituì Radio Ibis che riusciva a coprire solo Mogadiscio e dintorni mentre dal 1999 venne realizzate a Pec, in Kosovo occidentale, l’emittente radiofonica Radio West.

Da Si chiama voce della libertà la radio italiana in Afghanistan, di Gianandrea Gaiani.

2 thoughts on “Guerra psicologica made in Italy

  1. PRIMA LANCIANO IL SASSO, POI TIRANO INDIETRO LA MANO:

    24 novembre:
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    Per guadagnare, poi, il consenso della popolazione ed accrescere così la sicurezza nell’area, il contingente italiano mette in campo anche iniziative di carattere psicologico, le cosiddette ‘psy-ops’, come i volantini lanciati dal cielo sulla popolazione dei villaggi nell’area di Bala Murghab. Un carico di piccoli manifesti è stato lanciato oggi dall’elicottero CH-47 che ha trasferito il ministro della Difesa Ignazio La Russa dall’aeroporto di Herat alla base operativa avanzata di Bala Murghab.
    “Così adesso – ha detto scherzando La Russa rivolgendosi ai giornalisti presenti – potrete dire che il ministro è come D’Annunzio…”, rievocando l’impresa del ‘Vate’ sui cieli di Vienna nel 1918.
    I volantini, realizzati in inglese, in lingua dari, pashtu, contengono slogan come ‘Il benessere proviene dalla pace’ o ‘Il Corano dice: la pace è felicità’. Un altro volantino ammonisce: ‘Gli insorti sono la più grande minaccia per la tua famiglia’, riferendosi all’esplosione di Ied, gli ordigni improvvisati che mietono vittime anche tra la popolazione civile. Le illustrazioni raffigurano i combattenti che abbandonano la via della violenza o anche scene di disperazione di famiglie colpite dagli ordigni.
    Le ‘psy-ops’ sono elaborate e condotte dai militari del 28° reggimento Pavia di Pesaro. Tra gli altri metodi utilizzati, la diffusione di messaggi tramite altoparlanti o le comunicazioni attraverso le radio o le tv.
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    http://it.notizie.yahoo.com/7/20101124/tts-volantini-italiani-dal-cielo-per-con-c8abaed_1.html

    Roma, 25 nov. (Adnkronos) – ”Confondere l’ironia, anzi l’autoironia con la presunzione e’ come confondere l’acqua con il fuoco”. Lo sottolinea l’ufficio stampa del ministro della Difesa Ignazio La Russa riferendosi agli accostamenti a D’Annunzio dopo il lancio dal cielo di volantini sui villaggi dell’area di Bala Murghab. La Russa, ”chiamando a testimoni i giornalisti presenti in Afghanistan molti dei quali hanno riportato correttamente la notizia”, tiene a precisare che ”l’iniziativa di stampare e aviolanciare i volantini inneggianti alla pace e contro il terrorismo e’ stata decisa dal governo afgano di Karzai”.

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  2. 1 Luglio 2014 – Entra da oggi a far parte del bacino delle Forze per Operazioni Speciali dell’Esercito il 28/o reggimento “Pavia” di Pesaro, l’unica Unita’ delle Forze Armate deputata alle comunicazioni operative. Si tratta di azioni finalizzate a creare, consolidare o incrementare il consenso della popolazione locale nei confronti dei contingenti militari impiegati in missione di pace all’estero. Le unita’ specialistiche del 28/o Reggimento in missione usano mezzi di comunicazione di massa per diffondere messaggi alla popolazione, attraverso altoparlanti, radio, televisione e internet. In alcuni contesti, come quello afghano e libico, ad esempio, si e’ rivelato efficace anche il lancio di volantini dal cielo per mezzo di aerei ed elicotteri.
    Si spazia dai tradizionali volantini e poster, efficaci in aree a elevato tasso di analfabetismo e basso sviluppo tecnologico, fino ai piu’ complessi prodotti multimediali, compresi i new e social media nelle aree piu’ progredite. Inoltre il personale del 28/o studia e analizza la realta’ socio-antropologica delle aree di missione in modo da comunicare in modo idoneo ed efficace con la popolazione nel rispetto di usi, costumi e tradizioni locali. Attualmente i militari sono impegnati in Afghanistan, Kosovo, Libano. Dal 2004 al 2006 il reggimento ha partecipato all’operazione “Antica Babilonia” in Iraq. Il passaggio alle Forze speciali dell’Esercito avviene in concomitanza con il cambio del comando in una cerimonia presso la caserma “Del Monte”: il colonnello Giovanni Gagliano cede il comando al colonnello Diego Filippo Fulco.

    http://www.analisidifesa.it/2014/07/il-28-reggimento-psy-ops-tra-le-forze-per-operazioni-speciali/

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