“Se non mi fossi convinto della sicurezza del MUOS, che non è barattabile con nessuna compensazione, io non sarei qui assolutamente a parlarvi, perché non c’è né punto nascita in un ospedale, né Ponte sullo stretto che tenga, rispetto alla salute dei cittadini…”. Si presenta così d’avanti al consiglio comunale di Niscemi (Caltanissetta) il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, per formalizzare il suo giro di valzer sul terminal terrestre del nuovo sistema satellitare che i militari USA vogliono realizzare all’interno della riserva naturale “Sughereta”. Dopo il “No” e il “Ni”, finalmente il “Sì” di petto: il MUOS è “sicuro al 1.000 x 1.000” e “riduce” perfino l’inquinamento elettromagnetico generato dall’impianto di telecomunicazioni che l’US Navy gestisce da quasi vent’anni a Niscemi. È per questo, secondo Lombardo, che sono superflui i risarcimenti e le misure compensative che la Regione era pronta ad offrire poco meno di sei mesi fa, appena un paio di vigilantes a cavallo nella riserva naturale, un centro in ospedale per monitorare i tumori e una sospetta “zona franca cittadina”, altro che Ponte di Messina. E per convincere sindaco, giunta e consiglieri che il MUOS s’ha da fare, don Raffaele sì è fatto accompagnare a Niscemi da due “esperti segnalati in maniera particolare dal rettore dell’università di Palermo”, una pattuglia di dirigenti regionali, tre colonnelli delle forze armate e un parlamentare, Alessandro Ruben (Fli), componente della commissione difesa della Camera e delegato presso l’Assemblea Parlamentare della NATO.
“Vorremmo tranquillizzare i cittadini sulla presenza dell’antenna statunitense perché da come espresso dai tecnici in materia fa meno male rispetto a quelle 47 antenne che insistono già nel territorio di Niscemi”, ha dichiarato il presidente. “Il MUOS è funzionale alla comunicazione che serve per la sicurezza, dalla quale dipende la permanenza nella nostra terra della base militare di Sigonella. Il MUOS sostituirà l’attuale sistema ed è più sicuro. Mi hanno spiegato che 27 antenne comunicano e le altre 20 sono di riserva nel caso in cui si guastano alcune, mentre una piccola parte di esse resterebbe inattiva, entrando eventualmente in funzione solo se dovesse disattivarsi il nuovo sistema satellitare”. In verità le antenne USA presenti a Niscemi sono 41, sei in meno di quelle contate da Lombardo. Quisquiglie, ciò che conta davvero è trovar credito a Washington specie dopo quel maledetto cablogramma inviato il 15 giugno 2009 dal console di Napoli alle massime autorità civili e militari degli Stati Uniti d’America, in cui il leader del Movimento per l’Autonomia veniva duramente criticato per le resistenze opposte all’installazione del nuovo sistema di comunicazioni satellitari. “Contro il MUOS si oppone un gruppo di sindaci locali, che hanno usato con successo i media locali per diffondere congetture – non supportate neanche dagli scienziati coinvolti dai sindaci come esperti – che l’installazione pone gravi rischi ambientali alla salute della popolazione locale”, spiegava il console USA. “Gli studi della Marina militare, convalidati dal Ministero della difesa italiano, evidenziano come le emissioni elettromagnetiche delle antenne sono al di sotto dei limiti italiani e della Ue”. Nel cablogramma si stigmatizzava poi il comportamento dell’assessorato regionale all’ambiente che “ha ritardato” l’approvazione del progetto consentendo l’esecuzione di ulteriori analisi d’impatto ambientale. “Lombardo ha poco tempo per i funzionari stranieri”, aggiungeva il diplomatico. “Durante il suo precedente incarico come presidente della provincia di Catania, ha concesso al Console Generale una telefonata di cortesia di 5 minuti, e da presidente della Regione si è rifiutato di ricevere sia l’ex ambasciatore Spogli che quello attualmente in carica, durante i loro viaggi a Palermo, a dispetto del suo staff”. Una reprimenda che deve aver lasciato il segno: nei successivi 18 mesi Raffaele Lombardo si è incontrato in sei occasioni con i diplomatici statunitensi in Italia, l’ultima volta l’11 gennaio 2011 a Roma direttamente con l’ambasciatore Thorne. Oggetto della visita, secondo una nota d’agenzia, gli “investimenti USA in Sicilia e la questione delle antenne satellitari del MUOS di Niscemi”. I meeting hanno convertito il Presidente in un convinto assertore dell’innocuità delle antenne ma soprattutto della rilevanza strategica del sistema militare. Il colonnello Francesco Maurizio Noto, capo del secondo ufficio del gabinetto del Ministero della difesa, in visita a Niscemi insieme a Lombardo, ha voluto precisare che la “rilocalizzazione” del MUOS è fuori discussione. “Ciò porterebbe ad un aggravio di comunicazioni specifiche, si dovrebbe cioè ricreare fisicamente tutto il supporto trasmissivo che esiste tra Sigonella e Niscemi”, ha dichiarato Noto. “Riteniamo che il MUOS vada fatto e come mi insegnano i casi che ho seguito personalmente di Vicenza ed altre situazioni, esplicheremo tutte le potestà che la legge ci consente per ottenere questo risultato di difesa nazionale”.
Dopo le dure parole dell’alto ufficiale, sono arrivate quelle più rassicuranti di due docenti della facoltà d’ingegneria di Palermo, Luigi Zanforlin e Patrizia Livreri, “tecnici neutrali e non ingaggiati sicuramente dal Ministero della difesa o dalla NATO”, stando alla presentazione di Lombardo.
(…)
“Noi ci abbiamo messo tutta la nostra scienza, conoscenza ed oggettività, abbiamo cercato di pensare che qua potevano essere nati e cresciuti i nostri figli”, ha concluso la docente Livreri. “Ci abbiamo messo la faccia, l’Università di Palermo ci ha messo la carta intestata, il logo, la firma del professore Zanforlin, la mia e quella del direttore…”. Per dovere di cronaca, nell’ultimo biennio la facoltà d’ingegneria dell’università di Palermo ha sottoscritto con il Laboratorio di Ricerca dell’US Army – Dipartimento della difesa, due contratti per un valore complessivo di 70.000 dollari per la “produzione elettro-chimica di materiali nano-strutturati per applicazioni di conversione energetica”. Quando di parla di neutralità dell’accademia…
(…)
Da La resa del presidente Lombardo al MUOStro di Niscemi, di Antonio Mazzeo.
[E non smettiamo di seguire l’evolversi della crisi in Libia. Sempre qui.]
“…noi ci abbiamo messo la scienza, conoscenza, la faccia e l’università di Palermo la carta intestata ….”
ebbene come disse TOTO’… http://www.youtube.com/watch?v=5-rnoKLo8gI
(quanno ce voò ..ce vò!)
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assolutamente d’accordo con maria grazia: ci si puliscano il cu.lo….BASTA!RDI.
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c’è chi si risente…
di Massimo Coraddu
Commento ai pareri tecnici espressi nel corso del consiglio comunale
del comune di Niscemi in data 16 Febbraio 2011
Ho saputo dei pareri tecnici espressi dal prof. Zanforlin e dalla prof.ssa Livreri a proposito del progetto della stazione di telecomunicazioni MUOS
al comune di Niscemi; sino ad ora però non ho potuto avere visione di
nessuna relazione o altro scritto a firma dei due docenti dell’università
di Palermo, dunque mi risulta impossibile esprimi sulle loro valutazioni.
Per il momento ho letto i verbali della seduta consiliare del comune di
Niscemi del 16 Febbraio 2011; forse, nelle intenzioni dei relatori, ne
avrei dovuto ricavare un’impressione rassicurante, ne ho ricavato invece
solo una grande confusione.
Avevo espresso a suo tempo alcuni pareri critici riguardo lo “studio di
incidenza ambientale della realizzazione dell’impianto di
telecomunicazioni della US_Navy nella riserva naturale della Sughereta di
Niscemi”. Vi si trovano affermazioni, relative all’inquinamento
elettromagnetico dovuto alle antenne, che mi sembravano impossibili da
verificare, in quanto non sono riportate molte delle caratteristiche
tecniche principali dei dispositivi radianti (guadagno d’antenna,
frequenza di emissione, diagramma di irradiazione, etc.).
In quello studio sono indicate solo le potenze di emissione: 1600 W per le grandi parabole in banda Ka e 105 W per i trasmettitori UHF. Troppo poco per poterne
verificare le conclusioni.
Dalla lettura dei verbali del consiglio, sembra invece che il prof.
Zanforlin sia a conoscenza delle caratteristiche tecniche complete
dell’impianto MUOS; cita infatti dati importanti (l’apertura angolare di
0.04 gradi, l’attenuazione di 40 db al lobo laterale), non presenti nello
studio di impatto ambientale depositato in comune.
Contemporaneamente però il prof. Zanforlin, nel suo intervento in consiglio comunale, attribuisce
all’emissione del MUOS una potenza di soli 138 W, più di dieci volte
inferiore a quella indicata nello studio di impatto ambientale (1600W).
Chi ha ragione?
Mi lascia stupefatto anche l’affermazione di Zanforlin: “Per quanto
riguarda i malfunzionamenti, il puntamento dell’antenna, anche se
l’antenna viene diretta direttamente sul paese, dato che ci sono 1750
metri di distanza tra le abitazioni e le antenne, il campo che
investirebbe non supererebbe la soglia di sicurezza”. A cosa si riferisce?
Alle antenne esistenti e già in funzione? In questo caso non mi sembra si
possa parlare di errore di puntamento, in quanto quelli esistenti sembrano
dei semplici radiatori lineari che emettono nello stesso modo in tutte le
direzioni e non possono essere puntati. Si riferisce invece alle antenne
del MUOS, che sono direzionali e possono essere puntate? Nello studio di
impatto ambientale però è specificato che il limite di 6 V/m viene
raggiunto da queste antenne nel fascio principale (da cui si viene
investiti in caso di errato puntamento) alla distanza di 38.9 Km (tabella
6.5) o di 135.7 Km (tabella 6.7).
La differenza tra queste due indicazioni non è spiegata, ma in ogni caso si tratta di distanze molto maggiori di
1.75 Km, distanza che separa le antenne dal paese. Se quanto riportato
nello studio di impatto ambientale è vero, in caso errato puntamento sul
paese, gli abitanti rischierebbero di essere esposti a un livello di campo
di 140-450 V/m (il campo scala in modo pressoché lineare con la
distanza), che non solo è molto al di sopra di qualsiasi criterio di
sicurezza ma rischia di essere addirittura letale per i soggetti esposti.
Certo è possibile che queste incongruenze siano semplicemente frutto di
incomprensioni e/o di errate trascrizioni. Certo è che dalla lettura dei
verbali si ricava una impressione di grande confusione.
Un altro parere critico lo avevo espresso a riguardo delle misurazioni
effettuata dall’ARPA-Sicilia nel 2008-2009 in località alla stazione NRTF
di Niscemi. Le rilevazioni dell’ARPA indicavano come in località Ulmo il
limite di legge di 6 V/m fosse raggiunto entro l’errore strumentale.
Osservavo che il campo effettivo poteva essere addirittura più elevato di
quello indicato nelle misure. Infatti risulta dalla documentazione della
marina USA che in questo sito funzioni un trasmettitore VERDIN, con una
potenza di emissione di picco variabile tra i 500 e i 2000 KW, operante a
frequenze bassissime (VLF) comprese tra 14 e 150 KHz. I sensori utilizzati
dall’ARPA hanno un limite inferiore di sensibilità che si ferma a 100
KHz, le intense emissioni dell’antenna VERDIN potrebbero quindi essere
sfuggite ai sensori dell’ARPA. Per queste ragioni, a mio parere,
occorrerebbe un approfondimento di misura con sonde sensibili a frequenze
più basse (alla soglia dei 10 KHz). Non so se un tale approfondimento sia
mai stato realizzato, ma non ne trovo traccia nei verbali del consiglio
comunale. Nella difesa che il prof. Zanforlin e la prof.ssa Livreri fanno
delle misure ARPA sembra quasi che a discuterle si metta in dubbio la
capacità e la buona fede dei suoi responsabili. Non è così, si tratta solo
di osservazioni tecniche per le quali si vorrebbero ricevere risposte
precise, puntuali e altrettanto tecniche.
Dice bene la prof.ssa Livreri, “siamo sicuri dei dati che pubblichiamo,
che firmiamo e che divulghiamo”, e infatti aspetto di leggere la loro
relazione sulle emissioni della US Navy a Niscemi per potermi chiarire le
idee.
PS Le osservazioni di cui parlo sono pubbliche, si trovano depositate in
comune a Niscemi, le ho firmate e me ne prendo la responsabilità, e
possono anche essere scaricate direttamente dalla rete (le ha inserite il
comitato no MUOS nel suo sito
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don Raffaele Lombardo, un presidente sempre attento alle ragioni dei propri cittadini…
(ASCA) – Palermo, 23 mar – ”C’e’ un’altra emergenza, quella di Trapani Birgi. L’aeroporto civile era cresciuto, poco alla volta, fino a raggiungere 1 milione e 800 mila passeggeri. Con la chiusura decisa per garantire le operazioni militari si e’ colpito il turismo anche li’ ed in maniera pesantissima. Chiediamo che le operazioni militari vengano spostate interamente a Sigonella dove non creano problemi al traffico aereo civile”.
Questa la richiesta del presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo, espressa durante un incontro avuto con i giornalisti a Palazzo d’Orleans, sede del governo della Regione, a Palermo. ”Anche in questo caso – ha aggiunto – se non si assumono decisioni immediate, per recuperare quanto costruito grazie all’aeroporto civile di Trapani negli ultimi 15 anni, ci vorranno altri 15 anni. Questo governo – incalza Lombardo – che si dice essere il piu’ federalista di sempre, si dimostra, invece, fin troppo centralista. Non accetteremo scelte che vengono imposte dall’alto anche e soprattutto nella distribuzione dei migranti. Temiamo che del piano annunciato dal ministro Maroni restino solo gli annunci e si finisca per distribuire gli extracomunitari sempre nelle stesse regioni: Sicilia, Calabria e Puglia. Questo non e’ tollerabile”. ”Nei prossimi giorni – conclude Lombardo – mi rechero’ personalmente a Lampedusa per dimostrare che il governo della Regione e’ vicino agli abitanti dell’isola non solo moralmente o economicamente ma anche fisicamente”.
ovviamente, al di là dell’ironia per le preoccupazioni selettive del governatore della Regione Sicilia, il danno esiste ed è da imputare, ancora una volta, alla fedeltà atlantica della classe politica nazionale:
Palermo, 23 mar. – (Adnkronos) – Tra disdette delle prenotazioni alberghiere, l’inattivita’ delle attivita’ di ristoro e di tutto l’indotto legato al comparto turistico e’ di un milione di euro la perdita economica, stimata in base alla permanenza media di un turista in questo periodo dell’anno, causata fino ad oggi al territorio di Trapani a causa della chiusura dello scalo civile di Birgi.
Il bilancio pesantissimo e’ emerso questa mattina durante un incontro, promosso dal presidente della Provincia di Trapani, Mimmo Turano, a Palazzo Riccio di Morana al quale hanno partecipato i 24 sindaci del trapanese, ma anche tutte le forze sindacali, imprenditoriali, sociali ed economiche del territorio.
La Provincia di Trapani, che ha aperto un dialogo con gli operatori turistici del territorio, ha decretato da questa mattina lo stato di crisi istituendo un ufficio apposito per la gestione della pesante emergenza. Il vertice e’ stato convocato per esaminare le pesanti ricadute sul territorio causate dalla chiusura dell’aeroporto che, nell’ultimo anno, ha portato ad una crescita delle presenze turistiche nella Provincia di Trapani di quasi il 40 per cento, dato in controtendenza rispetto al dato siciliano.
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ma la paura di perdere il posto di lavoro aleggia anche tra i 100 dipendenti con contratti a termine che nella chiusura dell’aereoporto vedono la fine del loro rapporto lavorativo (quando si dice la militarizzazione crea lavoro)
http://www.sicilianews24.it/index.php?option=com_content&view=article&id=41952:trapani-chiusura-aeroporto-scatena-protesta-interinali&catid=418
La Russa però promette: “State calmi a breve riapertura dello scalo aereo….(avete notato che naso lungo ha La Russa?)
per quanto riguarda Don Raffaele (lungi da noi correlare il DON alle inchieste giudiziare che lo vedono protagonista) se la sua solidarietà è pari almeno a un terzo di quella dimostrata ai niscemesi Tranquilli Lampedusani…lui sa come risolvere la situazione:
“Lampedusani lasciate questa terra, lasciate che la San Marco porti Voi nelle terre delle saline e di bacco…e lasciate che i profughi vengano rilegati in quest’isola ( a conti fatti….)
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