Viktor Bout protagonista nel ruolo de “il Mercante di Morte”

Di Dmitrij Babič, per RIA Novosti.

Il politologo francese Regis Debray una volta fece delle osservazioni sulle somiglianze tra la politica estera statunitense e certi film hollywoodiani. Chi mette in discussione gli argomenti di Debray dovrebbe osservare alcuni spezzoni di notiziari trasmessi dalle televisioni americane riguardanti l’estradizione dalla Tailandia verso gli Stati Uniti dell’imprenditore russo Viktor Bout.
Con una spasmodica eccitazione, i media americani ci spiegano che Bout sarebbe stato trasportato dalla sua cella all’aeroporto accompagnato da due distinti cortei blindati, uno dei quali sarebbe null’altro che un’esca per depistare eventuali rapitori. Il New York Times ha invece rivelato che la Russia avrebbe offerto alla Tailandia del petrolio a prezzo di favore in cambio del rifiuto tailandese all’estradizione di Bout in America, ma che tuttavia Washington avrebbe avuto la meglio offrendo a sua volta armamenti ed altre attrezzature militari ai vertici tailandesi.
Il tutto ricorda molto le scene di un film di Hollywood. In verità, un film ispirato alla vita di Bout venne effettivamente realizzato nel 2005, privo ovviamente di ciò che riguarda l’epilogo in Tailandia.
Bout all’epoca era un uomo libero. Fu arrestato nel marzo del 2008. Il regista del film, Andrew Niccol, chiaramente non fece lavorare molto il proprio cervello per dare un nome al proprio lavoro, optando per il titolo spudoratamente ruffiano de “Il Signore della Guerra”.
In omaggio al tipico cliché hollywoodiano, i membri del Comitato per le Relazioni Estere del Senato statunitense, il cui lavoro sarebbe apparentemente sostenuto da prove concrete e presunzioni di innocenza, menzionano Bout come “il Mercante di Morte” anche nei documenti ufficiali. Le storie dei cortei blindati, del petrolio offerto a prezzo scontato e delle armi americane non sono state confermate da alcun funzionario russo o americano. Molto più probabilmente ciò è dovuto all’immaginazione ipertrofica di giornalisti che hanno visto troppi film hollywoodiani. Quegli stessi giornalisti che in più di sei anni hanno costruito un immagine di Bout corrispondente a quella di un criminale incallito.
Nato in Tagikistan nel 1967, Bout aveva solo 24 anni quando avvenne il collasso dell’Unione Sovietica. Tuttavia la stampa ci informa che Bout fu un ex agente del KGB attivo da anni in Angola, oltre a divenire il proprietario della più grande flotta di aerei sovietici da trasporto al mondo, nonché il maggiore commerciante mondiale di armi con le quali si sono alimentati i conflitti in Afghanistan, Angola, Congo, Liberia, Ruanda, Sierra Leone e Sudan.
Davvero incredibile come un uomo così giovane come Bout abbia già potuto raggiungere un così alto livello di infamia. Continua a leggere

James Blunt & Viktor Bout

Londra, 15 novembre – James Blunt, il cantautore britannico di ‘You’re Beautiful’ che prima di intraprendere la carriera musicale era un ufficiale della cavalleria, avrebbe ”sventato la Terza Guerra Mondiale” quando, nel 1999 in Kosovo, si era rifiutato di obbedire al generale americano Wesley Clark che gli aveva ordinato di sopraffare un battaglione di 200 soldati russi.
”Ero l’ufficiale responsabile di una truppa di uomini dietro di me”, ha spiegato Blunt ai microfoni di BBC Radio 5, aggiungendo che ”era una situazione folle”. Il generale Clark aveva detto loro di raggiungere una pista di atterraggio e di assumerne il controllo, ma i soldati russi erano arrivati prima di loro e ”ci puntavano le armi addosso in maniera aggressiva”.
Blunt, il cui racconto è stato confermato dal generale britannico Mike Jackson, che in quell’occasione si oppose alla decisione di Clark, ha proseguito affermando: ”Il comando diretto giuntoci dal generale Wesley Clark fu di sopraffarli. Diverse parole vennero usate che si sembravano strane. Parole come ‘distruggere’ vennero pronunciate alla radio”. Il musicista ha poi sottolineato: ”Le conseguenze pratiche di questa decisione politica sarebbero state un atto di aggressione nei confronti dei russi”. Blunt non si sentiva di affrontarli, ma il reggimento dei paracadutisti che si trovava insieme a lui era ”pronto a dare battaglia”.
”Ci sono cose che si fanno sapendo che sono giuste e cose che ti senti invece che sono assolutamente sbagliate. Questo senso di giudizio morale viene inculcato nella testa a noi soldati dell’esercito britannico” ha ricordato Blunt, sottolineando che avrebbe disobbedito all’ordine anche se a rischio di finire di fronte ad una corte marziale. Per fortuna, prima che la situazione degenerasse, il generale Jackson intervenne. ”Le sue parole esatte furono: ‘Non voglio che i miei soldati siano responsabili di aver dato inizio alla Terza Guerra Mondiale’ e ci disse ‘Perché invece non proseguiamo sulla strada e circondiamo la pista?”’, ha raccontato Blunt, dicendosi ”assolutamente” sicuro che se le cose fossero andate diversamente le conseguenze sarebbero potute essere disastrose.
(ANSA)

E, da domani, “tutti a Lisbona” per il vertice che dovrà approvare il nuovo Concetto Strategico della NATO.
La tensione fra Stati Uniti e Russia, intanto, torna a salire a causa di un “mercante di morte”:

Bangkok, 18 novembre. – Si aggrava la crisi diplomatica innescata dall’estradizione dalla Thailandia agli Stati Uniti del trafficante d’armi russo Viktor Bout, eseguita martedì. Il premier thailandese, Abhisit Vejjajiva, ha annullato una visita in Russia dopo le durissime proteste di Mosca mentre i russi accusano Washington di aver fatto pressioni su Bout per convincerlo a dichiararsi colpevole in tribunale. Abhisit ha assicurato che la rinuncia a partecipare al summit di quattro giorni sulla protezione delle tigri che si apre domenica a San Pietroburgo non è legata alla querelle, ma a impegni politici in patria. I rapporti con la Russia sono comunque tesissimi e il premier thailandese ha auspicato che “non siano influenzati da una singola questione”. Sull’estradizione, Abhisit ha negato di aver ceduto alle pressioni USA e ha rimproverato a Mosca di non aver presentato prove a discarico del “Mercante di morte”, come è soprannominato Bout. Davanti a un tribunale di New York, Bout si è dichiarato non colpevole per le accuse di cospirazione per uccidere cittadini statunitensi, di acquistare missili anti-aerei e di sostenere gruppi terroristici.
Il 43enne ex ufficiale dell’aviazione sovietica é stato incarcerato senza possibilità di rilascio su cauzione e comparirà di nuovo davanti ai giudici il 10 gennaio. La Russia ha accusato le autorità USA di aver fatto pressioni su Bout durante il volo per New York per convincerlo ad ammettere la sua colpevolezza, in cambio di non meglio specificati vantaggi. A sostenerlo è stato il console russo a New York, Andrei Yushmanov, il quale ha precisato che Bout ha respinto queste offerte. Il caso rischia di avvelenare il vertice della NATO che si apre domani a Lisbona, a cui partecipa anche il presidente russo Dmitri Medvedev.
(AGI)

Viktor Bout, chi era costui?