Omicidi mirati per la Task Force 45

Abbandonare Kabul – la dichiarazione è arrivata da Rasmussen, il Segretario Generale della NATO al summit dei 28 ministri della Difesa dell’Alleanza Atlantica che si è tenuto a Bratislava il 22 Ottobre 2009 – avrebbe, a suo dire, costi altissimi e catastrofiche conseguenze per l’Europa.
“A quelli che ci chiedono se il costo del nostro impegno non sia troppo elevato, io rispondo – ha continuato – che il costo della mancata azione sarebbe molto più grande ed il Paese (l’Afghanistan – ndr) ridiventerebbe terreno di addestramento di Al Qaeda”.
Mentre salta immediatamente agli occhi la colossale menzogna di queste affermazioni e la pagliaccesca strumentalità delle motivazioni, traspare tra le righe una paura folle: la necessità di tenere ancora aggregata la partecipazione militare dei Paesi del vecchio e del nuovo Continente (per dirla alla Rumsfeld) al traballante apparato militare degli USA, a corto anche di elicotteri da trasporto medi e pesanti, nonostante un’immissione di 100 nuovi CH-47 per posizionare e rifornire sul campo il contingente aggiuntivo di 39.000 marines e rangers arrivati a scaglioni dall’Iraq nell’arco degli ultimi sei mesi.
Ad ISAF NATO aderisce anche personale militare appartenente a Stati falliti (Polonia, Estonia, Lituania) e Stati falliti e criminali (Georgia e Kosovo). Rasmussen dai singoli governi dell’Europa ha preteso ed ottenuto nel corso del 2009 complessivamente 7.000 unità aggiuntive.
USA e NATO hanno chiesto aiuto alla Russia per poter disporre entro il 2011 di altri 56 elicotteri da trasporto MI-8 dopo i 16 già arrivati a Kabul.
Mosca ha risposto affermativamente alla richiesta avanzata dal Pentagono, mettendo inoltre a disposizione di Washington nuovi corridoi aerei e le tratte ferrate della Russia per il trasporto del materiale militare. Esamineremo i perché in altra occasione.
Da Bratislava ad oggi per bocca di Frattini e La Russa, su decisione di Napolitano e dei soci del Consiglio Supremo (!) di Difesa, l’Italia senza badare a spese ha contribuito alle nuove necessità operative della “missione di pace” con l’invio in Afghanistan di altri 1.450 militari, con larga dotazione di mezzi blindati e rifornimenti logistici. L’impegno assunto dalla Repubblica delle Banane sfiora da solo il 20% della richiesta fatta all’intera Europa.
Altri 200 “istruttori” dell’Arma dei Carabinieri destinati ad affiancare formazioni dell’esercito afghano raggiungeranno Herat entro Dicembre.
Decisione resa nota da Ignazio La Russa a distanza di ventiquattro ore dalla visita mattutina di Rasmussen al Quirinale, alla presenza del ministro degli Esteri Frattini, ed a Palazzo Chigi nel primo pomeriggio del 17 Settembre. Visita che ha come al solito fatto registrare sorrisi larghi e convinte strette di mano, e messo in risalto il clima di solida, perdurante amicizia esistente tra le parti.
Sul nuovo oneroso impegno dei 200 Carabinieri da sbattere nella regione Ovest, l'”opposizione” ha pensato bene di fare, ancora una volta, l’usuale scena muta. Continua a leggere

Lince, la storia continua

lince

Roma, 15 ottobre – Un militare italiano è morto e altri due sono rimasti contusi questa notte nell’Afghanistan occidentale quando il veicolo blindato su cui viaggiavano è uscito di strada e si è ribaltato per cause ancora imprecisate. Lo ha riferito a Reuters un portavoce del contigente italiano da Herat.
“Stiamo ricostruendo la vicenda, è possibile che il veicolo, un Lince, abbia preso un dosso”, ha detto al telefono il maggiore Marco Amoriello, specificando che nell’incidente, avvenuto sulla strada che separa Herat da Shindad, non sono rimasti coinvolti altri veicoli.
Il militare morto, il cui nome non è ancora stato reso noto, apparteneva al Quarto Reggimento Alpini Paracadutisti.
(Reuters)

Herat, 15 ottobre – Un militare italiano è morto in Afghanistan in un incidente avvenuto nel corso di uno spostamento operativo dalla città di Herat a Shindad, nella parte occidentale del Paese. Secondo il Regional Command West di Herat, a guida italiana, l’incidente è avvenuto nella notte e ha coinvolto un mezzo blindato Lince, che è uscito di strada e precipitato in un dirupo. A perdere la vita è stato Rosario Ponziano, 25 anni, I caporal maggiore era in forza al 4° Reggimento Alpini Paracadutisti ‘Monte Cervino’.
Nell’incidente, che non ha coinvolto altri veicoli, sono rimasti contusi due soldati, che sono stati medicati e già dimessi dall’ospedale militare di Herat.
Ponziano era arrivato a Herat lo scorso 28 agosto. Il giovane era stato reclutato nella Brigata degli alpini paracadutisti nel 2003. Il padre, che era un maresciallo dei carabinieri, è morto da pochi anni, mentre la madre, che vive nei pressi di Monreale è casalinga. Il cognato della vittima è un carabiniere e presta servizio al Comando provinciale di Palermo.
(Adnkronos/Ign)

Roma, 15 ottobre – Il Consiglio dei ministri ha osservato un minuto di silenzio per commemorare la morte del caporal maggiore Rosario Ponziano, deceduto questa notte in Afghanistan, a causa del ribaltamento del mezzo su cui viaggiava, durante un’operazione di trasferimento. Lo ha annunciato il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, scendendo nella sala stampa di Palazzo Chigi. ”Il Consiglio dei ministri – ha detto La Russa – ha tenuto un minuto di silenzio per il caporal maggiore Rosario Ponziano”. Altri due militari, ha informato il ministro, sono rimasti leggermente feriti.
”Rivolgo alla famiglia – ha aggiunto il ministro – la più vicina e forte solidarietà e le condoglianze del Governo. Ancora una volta stiamo qui a piangere le sorti di un ragazzo morto comunque in modo violento”. Il ministro ha poi riferito che il mezzo su cui viaggiava il militare, un mezzo blindato ”Lince” aveva montata la vecchia torretta ”non il nuovo modello che può accentuare il pericolo di ribaltamento”.
(ASCA)

Inframmezzate dalle risposte alle bordate provenienti d’oltre Manica su presunti ammorbidimenti di capi talebani da parte dell’intelligence italiana, oggi le espressioni di cordoglio si sprecano.
Alcuni giorni di tempo, a funerali di Stato svolti, ed anche su questo ennesimo triste episodio dell’avventurismo bellico italiano in terra di Afghanistan scenderà una cappa di silenzio.
FIAT voluntas dei.

[Secondo APCom, al momento del fatale incidente il caporal maggiore Ponziano non sarebbe stato “fuori dal mezzo”, cioé l’uomo in ralla. Se a ciò aggiungiamo che degli altri tre occupanti del mezzo solo due sarebbero stati medicati e poi subito dimessi dall’ospedale del RC West di Herat mentre del terzo non si ha alcuna notizia, iniziano a sorgerci diversi dubbi sulla reale dinamica dell’incidente]