Bare a quattro ruote motrici

feretri

Il 19 ottobre, la Direzione Generale Armamenti del Ministero della Difesa ha concluso ad Herat la sua indagine conoscitiva sui Lince “modificati“. Perché non in un poligono nazionale e perché lontano da occhi indiscreti?
Sono sempre sotto sequestro della Procura della Repubblica di Roma ad Herat i tre “veicoli incidentati“ della Lapo Elkann & C.?
L’altezza del veicolo della FIAT Iveco con torretta a guida remota aumenta così di 400 mm. Un’enormità.
Aver aggiunto una ralla di 330 kg sulla testa del Lince ne fa potenzialmente una bara a quattro ruote motrici a meno di un esonero precocissimo dal servizio di “pattugliamento“.
E allora perché La Russa ne ha spediti altri otto in Afghanistan in aggiunta ai sovrabbondantissimi 246 a 350.000 euro a botta già in dotazione al West RC?
Come mai continua a far arrivare per via aerea una dotazione di mezzi che eccede le necessità di impiego operativo? Cosa c’è sotto?
Un “gippone protetto“, il Lince, che manifesta una elevata tendenza al ribaltamento su terreni accidentati, in curva e su salite o discese a forte pendenza, e ha già provocato nella versione “normale“ negli ultimi sette mesi 72 feriti (per scontri a fuoco con mujaheddin ed “insorti“ pashtun, esplosioni ed uscite di strada) tra i militari del contingente italiano, ed un morto, questo lo aggiungiamo noi, il 15 ottobre.
Il computo è dell‘Ansa. I sei parà del 186° Rgt saltati per aria a Kabul sono andati fuori lista, come i morti ammazzati che li hanno preceduti. Si vuole ridurre l’impatto sull’opinione pubblica lavorando solo i “dati” dei feriti? Sembrerebbe di sì.
L’ultimo caduto per “cause di servizio“ è stato il caporalmaggiore Rosario Ponziano del 4° Rgt Alpini Paracadutisti della Brigata Monte Cervino che ha perso la vita in un ribaltamento del LMV su cui si muoveva, insieme all’equipaggio (tre i traumatizzati) in missione operativa tra Herat e Shindad.
Il portavoce del West RC maggiore Marco Amoriello lo ha passo passare per l’autiere. Era, a quanto ne abbiamo saputo, il rallista, il militare in torretta, il predestinato, stando come stanno le cose, a lasciarci la buccia.
“ …i Lince “modificati” sono stati impiegati su tratti sterrati con pendenze variabili tra i 20 ed i 50°: in tutto sono stati percorsi circa 200 km in un ambiente alla temperatura media locale. Le prove a fuoco sono state effettuate nel poligono di Herat con mitragliatrici Browning che hanno sparato 1.000 colpi“.
Ecco in breve le conclusioni certificate in Afghanistan dalla Direzione Generale Armamenti e sottoscritta dal generale, che non batte per il verso giusto, Rosario Castellano della Folgore, attuale comandante del West RC PRT11 di Herat: ” …la ralla motorizzata balistica (il situational awareness sembrerebbe out – nda) soddisfa al meglio il binomio volume di fuoco erogabile/protezione dell’operatore”. L’innalzamento del LMV non pregiudica l’equilibrio del mezzo (dichiarazione da Corte marziale) anche se richiede “una maggiore accortezza nell’esecuzione delle manovre”.
Per ovviare a questo “inconveniente“ secondo il rapporto sono indispensabili 300 minuti (!) di guida da effettuare in Italia (!).
Il LMV – si afferma, in soldoni, da Herat – appare “ben ancorato al terreno“ e per farlo muovere in “totale sicurezza” (!) su rotabili e sterrati dell’Afghanistan occorre a giudizio della Commissione della D.G.A un addestramento alla guida pari a un’ora per dito d’una mano.
Non ci va di commentare questa “indicazione“ fuori di testa.
Nel nostro articolo Gli “effetti” Lince in Afghanistan, si attribuiva il frequente ribaltamento dei LMV “normali“, non quelli ulteriormente appesantiti di 330 kg in torretta, al posizionamento della cellula di sicurezza che alzava a livelli di guardia il baricentro.
Abbiamo tenuta coperta la fonte di informazione nell’intento di evitarne la possibile identificazione (e problemi annessi). Fino a quel momento c’erano state sul LMV della FIAT Iveco solo montagne di apprezzamenti. Un coro senza stonature che puzzava e puzza ampiamente di zolfo. Complicità e interessi di lobbies hanno fatto muro. Poi c’è chi vede bianco quello che è nero.  Sono i sanfedisti del Lince che lincia. Il più delle volte sono in buona fede facendo paragoni sbagliati con mezzi “analoghi” di produzione USA.
Ecco cosa ci ha detto un ufficiale, che vuole giustamente mantenere l’anonimato, che da quelle parti c’è stato e ha messo le chiappe sui sedili della “cellula di sicurezza“ del FIAT Iveco: “ …prima del LMV della Iveco usavamo i Puma. Dopo le pesanti perdite registrate, li abbiamo messi da parte. Aspettiamo di rispedirli indietro. Pesano 6.8 tonnellate, sono mezzi all’apparenza imponenti, “sicuri”, con una trazione 4×4 o 6×6. Il primo impiego operativo è stato in Iraq. Il costo complessivo di produzione è stato di 305 milioni di euro ma i Puma hanno una struttura costruttiva rigida totalmente inadatta ad assorbire gli effetti esplosivi. Effetti che si trasferiscono, in caso di esplosioni, all’interno del blindato, sull’equipaggio, con conseguenze che il più delle volte, sopratutto alla periferia di Kabul, si sono rivelati mortali … “.
Perdite di vite ed ingenti costi materiali in fumo. Sostituire una linea di “blindati” costa alla gente perbene, quella che paga le tasse, centinaia di milioni di euro.
La Repubblica delle Banane ha sostituito i Puma con i Lince. L’avventurismo bellico di Napolitano, Frattini e La Russa, sta producendo i suoi effetti.
E vediamo cosa aggiunge il nostro interlocutore sui LMV “normali“: “ …il Lince ha una luce da terra di 460 mm, il peso della sola ralla con una MG – mitragliatrice leggera in calibro 7.62 al posto della pesante Browning in 12.7 testata ad Herat – pesa oltre 130 kg senza la protezione “piastre” che abbiamo costruito, alla buona, ad Herat a difesa dell’operatore. Se si carica questo peso sulla testa di un SUV alla prima normalissima curva in asfalto anche a bassa velocità si finisce a testa in giù. Su terreni sterrati, impervi, estremamente impegnativi, il Lince manifesta una forte tendenza al ribaltamento. Gli inglesi, è vero, ne hanno acquistati 400 dalla FIAT Iveco ma non li usano in Afghanistan. Li impiegano soprattutto, in servizio di ordine pubblico, nell’Irlanda del Nord…”.
Questa dichiarazione, da sola, mette bene in evidenza le vergognose manfrine di Ignazio La Russa che parla a Porta a Porta di “San Lince”, protettore del contingente tricolore in Afghanistan, alla presenza della senatrice Roberta Pinotti, responsabile “difesa“ per il PD, invitata nel salotto di Vespa su pressione del Ministro della Difesa a fare “opposizione“ senza fiatare.
PdL e PD finanziano e rifinanziano, in combutta, senza rossori la nostra (?) “missione di pace“.
Un teatrino che segnala una gravissima emergenza nell'”informazione” e nella politica estera e militare del Paese.
Giancarlo Chetoni

dalle parti di herat

Addendum 28/10/2009
Dalle parti di Herat. Un Lince “normale” su terreno riportato, con l’evidente intento di dimostrarne la stabilità, affronta una pendenza semplice largamente inferiore alle specifiche di progetto, senza mitragliatrice Mauser 7.62 con piastre a protezione dell’operatore né in calibro 12.7 mm su ralla. Una prestazione giudicata evidentemente ottimale per essere propagandata e che la dice lunga.
Notare come il Lince si sia già mangiato lo spazio luce tra parafiamma e terreno. Non tutte le ciambelle riescono col buco.

Scarronzoni per i “pappafichi”

ISAF soldiers spinning

Per capire le motivazioni ed il significato profondo delle dichiarazioni rilasciate di recente da La Russa a Massimo Caprara sul Corriere della Sera in cui chiede una revisione del codice militare di pace attualmente cogente in Afghanistan per i militari italiani, servirà ricorrere più avanti a Wikipedia ed al “caso“ Calipari. Il nesso tra il funzionario del SISMI ucciso da un marine USA a Baghdad ed il caporalmaggiore Alessandro Di Lisio morto a luglio per un esplosione che ha coinvolto il Lince su cui prestava servizio in Afghanistan, si presta a più di una similitudine.
Il Ministro della Difesa non ha detto esplicitamente di volere l’introduzione di un codice militare di guerra ma ha fatto capire che quello di pace è di intralcio. Di intralcio a chi? Ce lo faccia capire senza manfrine.
Intervistato da Sky Tg24, La Russa ha fatto sapere all’opinione pubblica del Bel Paese che serve una “terza via“ ed il dissequestro urgente disposto dalla Procura di Roma di tre, dicasi 3, Lince. Volete sapere quanti LMV “bidone“ erano in forza, a gennaio 2009, al Comando Regionale di Herat? Duecentoquarantanove (249). Proprio così. Avete letto giusto.
In Italia, come abbiamo già detto, a disposizione delle Forze Armate ce ne sono la bellezza di 1.270. Con un C-130, in otto-dieci ore, se ne possono far arrivare ad Herat due. Perdiamo efficienza sul terreno avendone operativi da quelle parti 246 anziché 249? Macchè. E allora?
Dal 2002 al 2009, abbiamo movimentato Italia-Afghanistan e ritorno 29.000 tonnellate di logistica e materiali militari; 15, all’ingrosso, in più per rimpiazzare i LMV distrutti che differenza fanno? Semplicemente nessuna.
Il nostro signor Auricchio, quello “piccante“, nasconde altri obbiettivi, anche economici, che potrebbero danneggiare la FIAT Iveco? Non è affatto escluso, anzi, a dirla tutta…
A ben vedere potrebbero esserci profili penali. Che la FIAT Iveco possa vendere ad Inghilterra, Belgio, Croazia, Spagna, Repubblica Ceca, Slovacchia ed Austria degli scarronzoni ed a che costo unitario non è affare che riguarda la Procura di Roma, ma se i Lince rappresentano un pericolo per l’incolumità dei militari italiani la magistratura ha pieni titoli per accertarne i limiti operativi e la pericolosità per chi li ha in dotazione.
O no?
Se la magistratura lo dovesse accertare, gli affaroni della famiglia Elkann subirebbero una battuta d’arresto. E’ questo che non si vuole? A naso sembrerebbe proprio di sì.
La Russa e Cossiga (Giuseppe, figlio di Francesco) sono del mazzo? Mai dire mai. L’ ISTRID non lavora forse per lobby?
Il ministrone auspica, inoltre, un nuovo codice che non sia di pace né di guerra, da rimaneggiare, per azzerare – questo lo diciamo noi con la certezza che questa sia la finalità che si prefigge di raggiungere il Governo – i poteri di indagine della magistratura italiana nel Paese delle Montagne.
Governo e Difesa non tollerano, di fatto, occhi indiscreti sulla “missione di pace“? La risposta anche in questo caso è affermativa. Vogliono conquistarsi forse gli stessi poteri di veto che servirono al Ministro della Giustizia dell’amministrazione Bush per mettere a pagliolo le rogatorie internazionali dei pm Franco Ionta e Pietro Saviotti?
Angelino Alfano non ha forse annunciato che, a settembre, prenderà il via il ridimensionamento per legge dei poteri di indagine della magistratura inquirente? La Russa è uno dei colonnelli di Berlusconi. Allineato e coperto.
Facciamo ora entrare in campo l’enciclopedia abbastanza “libera“ del web, la più affermata e conosciuta per la distribuzione di contenuti su internet, per quel che riguarda il funzionaro del SISMI ucciso dal marine Mario Lozano.
“ …negli Stati Uniti è stata istituita una commissione d’inchiesta ai cui lavori sono stati ammessi osservatori italiani (nessun inquirente legale – nda) nominati dal Governo in carica di centrodestra. In Italia la magistratura ha incontrato impedimenti e difficoltà (eufemismo – nda) nelle svolgimento degli accertamenti a causa del particolare status in cui si sono svolti i fatti che risultava essere territorio dell’Iraq sottoposto a controllo del codice militare USA ed a sovranità, di fatto, assegnata al Segretario alla Difesa; negato anche il permesso di far analizzare a magistrati e tecnici della polizia scientifica italiana il veicolo su cui viaggiava Calipari. I giudici italiani hanno dovuto attendere la conclusione dell’inchiesta USA. Il diniego motivato da esigenze di natura militare ha di fatto provocato lo scadimento del valore probatorio del reperto (leggasi manomissione intenzionale della Toyota Corolla – nda).”

La Procura di Roma dopo la morte del mitragliere Di Lisio ha sequestrato tre Lince per capire come stavano le cose.
Il 9 agosto, il Cocer Esercito ha chiesto per bocca del generale Domenico Rossi – mai fidarsi degli altri gradi! -che i magistrati della Procura di Roma facciano con urgenza sopralluoghi in Afghanistan e tolgano i “sigilli“, senza cercare il pelo nell’uovo. Bel sindacalista, questo signore! Anche lui, come la Russa, chiede un intervento urgente di dissequestro degli Iveco perché servono i “pezzi di ricambio“.
Si potrebbe fare, volendo, le pulci anche a lui.
La sicurezza chi ci sta dentro interessa o no a questo signore? Sembrerebbe poco o nulla. Brunetta il nano cattivo ha previsto di tagliare dall’organico dell’Esercito 50.000 militari definendoli con disprezzo “pappafichi” e “pancioni in esubero”. La guerra della Repubblica Italiana delle Banane in Afghanistan costa sempre di più.
Quanto?
Ne riparleremo.
Giancarlo Chetoni

Gli “effetti” Lince in Afghanistan

lince

Quando i pneumatici scorrono su un terreno sterrato di montagna segnato da solchi profondi, e succede con frequenza perché ad ogni primavera quando si sciolgono le nevi l’acqua da quelle parti si porta via fango e pietre, l’equipaggio “dondola”, la velocità di marcia si riduce a 3-5 km all’ora, la guida si fa particolarmente dura e l’autiere stenta a tenere il controllo del mezzo.
Il volante non risponde come dovrebbe mentre il Lince manifesta un’accentuata tendenza al ribaltamento su un fianco quando affronta anche a bassa velocità una curva in salita o in discesa.
Più volte è stato necessario far uscire l’equipaggio dai “blindati” con le ruote all’aria su “carreggiate” che a stento permettono l’avanzamento e si affacciano sul vuoto.
Il Light Multirole Vehicle – LMV (più chiaro di così!) ha un baricentro troppo spostato verso l’alto per il posizionamento della “cellula di sicurezza”. Inoltre, la luce tra il terreno ed i parafiamma anteriore-posteriore per assorbire l’effetto di cariche esplosive ne compromette la stabilità, l’assetto, in movimento anche con l’inserimento delle marce ridotte.
Un carente bilanciamento dei pesi tra parte anteriore (motore) e parte posteriore (gruppo di riduzione) fa il resto.
Anche se la FIAT lo presenta come un blindato di nuova generazione, ad alta affidabilità, sicurezza e caratteristiche “stealth” (!), la realtà è che il Lince, almeno in Afghanistan, sta dando dei grossi grattacapi a chi deve uscirci in perlustrazione o muoversi in colonna su aree accidentate.
La blindatura laterale sopporta l’impatto di proiettili in calibro 12,7 mm ma è estremamente vulnerabile al tiro di datatissimi RPG.
Un colpo in pieno penetrerebbe come un coltello nel burro nelle blindature laterali e nella cellula di sicurezza determinando la perdita immediata dell’intero equipaggio del Lince. Non è ancora successo ma è fatale che succeda.
La guerra di annientamento contro famiglie, clan e combattenti pashtun portata avanti da ISAF-NATO ed Enduring Freedom alzerà inevitabilmente il livello della “risposta”.
Osannato come “avveniristico” da giornali, tv, da esperti e riviste militari, presentato come il blindato leggero da pattugliamento tecnologicamente più avanzato prodotto nei primi sette anni del XXI° secolo per la qualità e la quantità delle piastre di acciaio, dei compositi protettivi e dei blindovetro usati nell’assemblaggio che avrebbero dovuto garantire un elevatissima capacità di sopravvivenza, il Lince in realtà è quello che è: un gippone “protetto” uscito dalla Iveco di Bolzano in fretta e furia, con un approccio progettuale e modalità costruttive che hanno tenuto in scarsa o nulla considerazione la “lezione sul campo” arrivata dall’Iraq.
Nel Paese delle Montagne il Lince si sta lasciando dietro, e siamo appena agli inizi, uno strascico di contusi, traumatizzati, feriti e morti. Continua a leggere